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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 07-12-2007, 10.15.15   #1
arsenio
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perchè si smette di desiderare?

Nella nostra epoca si avverte un calo della libido diffuso anche tra i più giovani. Quali ne sono le cause? Si dice un eccesso di stimoli sessuali, dopo una cultura cattolica sessuofobica che per contrasto accresceva la libido con le sue rigide imposizioni È stato sempre riconosciuto il potere attrattivo di ciò che viene considerato un tabù. Internet stesso è uno specchio del disamore : è popolato da persone insoddisfatte della loro vita affettiva e sessuale.
Ma nella coppia si tratta soprattutto dell' abitudinarietà, che porta alla reciproca assuefazione. In qualche caso fin dall'inizio mancò l'intensa passione dell'innamoramento che dona compiutezza all'amore. Una protratta convivenza rende discontinuo il desiderio ed i rapporti gradualmente si rarefanno. La concupiscenza viene alimentata dall'avere ancora da esplorare zone del corpo e della mente dell'altro. Seduce l'indefinitezza dello “straniero”, imprendibile e che non replica sempre gli stessi copioni. Tuttavia entrano in gioco anche fattori biochimici, organici,ormonali. Quindi corporeo-umorale e psichico-immaginario sconfinano l'uno nell'altro. Sul piano affettivo ed emozionale manca un galateo e l'educazione sessuale presenta molte lacune in ogni suo aspetto. Molti maschi non sanno nemmeno dove sia situata la clitoride. Anche la cura del corpo non va trascurata.

Se un rapporto coni il tempo logorato non funziona più, pure le donne tradiscono, specie dopo le loro conquiste sociali,come i contraccettivi. inoltre ci sono sempre notevoli diversità di genere,anche se l'emancipazione postfemminista tende a uniformare i comportamenti nel campo amoroso. L'uomo ama le donne indifferenziate, soprattutto per loro qualità esteriori della bellezza e della giovinezza, anche per istinto di riproduzione della specie Rari sono in contatto con i propri sentimenti, prevalendo il logos astratto maschile. Mentre la donna è ancora orientata vero l'unicità di un singolo uomo. E' attratta dal successo maschile che deriva da un potere socioeconomico, o subiscono un “potere” passivamente, che alcuni maschi, pur privi di doti, possono vantare nei suoi confronti. Certe pulsioni riaffiorano dai meandri profondi dell'inconscio,talora anche per esprimere conflitti personali irrisolti, di vecchia data o più recenti. Il sesso è sempre incontro di due soggettività,a volte si crea un'alchimia,altre una repulsione, perfino nella medesima coppia.
Per entrambi l'antidoto è trovarsi un'amante che riaccenda la scintilla della bramosia interrompendo la prosaicità quotidiana.
Se il sesso viene a mancare, non esiste più la “coppia”, ma due persone che convivono sotto lo stesso tetto, condividendo solo l'aspetto sociale dell'unione, mantenendo l'impegno richiesto.
Nel rapporto di coppia riuscito non deve mancare la parola rinnovantesi ,sensuale e affabulante, anche per raccontarsi e descrivere l'amore che si sta vivendo. Accompagnata dalla sensibilità sensoriale della comunicazione corporea e tattile.

Queste le caratteristiche alla base del desiderio e del suo deterioramento, che possiamo constatare anche alla luce di nostre esperienze. Ma nel campo erotico-affettivo ognuno potrebbe narrare una sua storia che disconferma quanto detto. Tanto personali e tortuosi possono esser i percorsi del desiderio, a volte sconosciuti perfino a noi stessi.
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Vecchio 09-12-2007, 12.42.38   #2
pallina
...il rumore del mare...
 
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Riferimento: perchè si smette di desiderare?

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Originalmente inviato da arsenio
Nella nostra epoca si avverte un calo della libido diffuso anche tra i più giovani. Quali ne sono le cause? Si dice un eccesso di stimoli sessuali, dopo una cultura cattolica sessuofobica che per contrasto accresceva la libido con le sue rigide imposizioni È stato sempre riconosciuto il potere attrattivo di ciò che viene considerato un tabù. Internet stesso è uno specchio del disamore : è popolato da persone insoddisfatte della loro vita affettiva e sessuale.
Ma nella coppia si tratta soprattutto dell' abitudinarietà, che porta alla reciproca assuefazione. In qualche caso fin dall'inizio mancò l'intensa passione dell'innamoramento che dona compiutezza all'amore. Una protratta convivenza rende discontinuo il desiderio ed i rapporti gradualmente si rarefanno. La concupiscenza viene alimentata dall'avere ancora da esplorare zone del corpo e della mente dell'altro. Seduce l'indefinitezza dello “straniero”, imprendibile e che non replica sempre gli stessi copioni. Tuttavia entrano in gioco anche fattori biochimici, organici,ormonali. Quindi corporeo-umorale e psichico-immaginario sconfinano l'uno nell'altro. Sul piano affettivo ed emozionale manca un galateo e l'educazione sessuale presenta molte lacune in ogni suo aspetto. Molti maschi non sanno nemmeno dove sia situata la clitoride. Anche la cura del corpo non va trascurata.

Se un rapporto coni il tempo logorato non funziona più, pure le donne tradiscono, specie dopo le loro conquiste sociali,come i contraccettivi. inoltre ci sono sempre notevoli diversità di genere,anche se l'emancipazione postfemminista tende a uniformare i comportamenti nel campo amoroso. L'uomo ama le donne indifferenziate, soprattutto per loro qualità esteriori della bellezza e della giovinezza, anche per istinto di riproduzione della specie Rari sono in contatto con i propri sentimenti, prevalendo il logos astratto maschile. Mentre la donna è ancora orientata vero l'unicità di un singolo uomo. E' attratta dal successo maschile che deriva da un potere socioeconomico, o subiscono un “potere” passivamente, che alcuni maschi, pur privi di doti, possono vantare nei suoi confronti. Certe pulsioni riaffiorano dai meandri profondi dell'inconscio,talora anche per esprimere conflitti personali irrisolti, di vecchia data o più recenti. Il sesso è sempre incontro di due soggettività,a volte si crea un'alchimia,altre una repulsione, perfino nella medesima coppia.
Per entrambi l'antidoto è trovarsi un'amante che riaccenda la scintilla della bramosia interrompendo la prosaicità quotidiana.
Se il sesso viene a mancare, non esiste più la “coppia”, ma due persone che convivono sotto lo stesso tetto, condividendo solo l'aspetto sociale dell'unione, mantenendo l'impegno richiesto.
Nel rapporto di coppia riuscito non deve mancare la parola rinnovantesi ,sensuale e affabulante, anche per raccontarsi e descrivere l'amore che si sta vivendo. Accompagnata dalla sensibilità sensoriale della comunicazione corporea e tattile.

Queste le caratteristiche alla base del desiderio e del suo deterioramento, che possiamo constatare anche alla luce di nostre esperienze. Ma nel campo erotico-affettivo ognuno potrebbe narrare una sua storia che disconferma quanto detto. Tanto personali e tortuosi possono esser i percorsi del desiderio, a volte sconosciuti perfino a noi stessi.

Se è vero che il desiderio scaturisce da una mancanza si potrebbe dire che una volta conquistato "l'oggetto dei desideri" il desiderio dovrebbe estinguersi. Sicuramente questo succede per quanto riguarda un oggetto. Ma quando il desiderio è rivolto ad una persona penso che il segreto per non smettere di desiderare stia nel riuscire a mantenere reciprocamente, a dispetto del tempo che passa, un angolo, una dimensione, una parte di sè che all'altro sia nascosta, celata e tenuta segreta. Rendersi conto, quindi, che prendere possesso di un corpo non significa "avere" quella persona.
Penso anche che si dovrebbe distinguere tra l'essere insoddisfatti della propria vita affettiva e sessuale - perchè si è indolenti, perchè è molto più semplice lamentarsi e dare le colpe della nostra insoddisfazione all'altro che metterci d'impegno per cambiare atteggiamento - e il riuscire a non essere mai paghi uno dell'altro, riuscendo abilmente a soddisfare l'altro lasciandogli comunque "percepire" che la prossima volta sarà diverso, creando già la "tensione" per il prossimo incontro...
All'interno di relazioni stabili penso inoltre che, parlando del desiderio strettamente erotico, in molte coppie ci sia comunque ancora differenza tra quello dell'uomo e quello della donna. Molte donne continuano a mettere poca fisicità, poca passione nel rapporto sessuale, anche dopo anni di vita in comune, perchè con/tramite esso ricercano e rinsaldano soprattutto la stabilità e la sicurezza affettiva. Dovrebbero imparare invece, a maggior ragione dopo anni di convivenza quando stabilità e sicurezza affettiva dovrebbero essere (usiamo sempre il condizionale d'obbligo ) scontate, ad abbandonare, a liberarsi -magari facendo anche, perchè no, un sincero lavoro di introspezione soprattutto per se stesse - da retaggi educativi e schemi mentali prendendo coscienza e conoscenza del proprio corpo e dei propri desideri.
Forse questo spiega per esempio il successo del libro e della rappresentazione teatrale de "I monologhi della vagina" di E. Ensler.
Una donna che sia consapevole e che metta in atto, finalmente libera, con spontaneità le sue potenzialità erotiche penso che contribuisca, forse anche in misura maggiore dell'uomo, alla riuscita e alla durata nel tempo di un buon rapporto di coppia.
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Vecchio 09-12-2007, 14.52.57   #3
katerpillar
Ogni tanto siate gentili.
 
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arsenio
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Ma nel campo erotico-affettivo ognuno potrebbe narrare una sua storia che disconferma quanto detto. Tanto personali e tortuosi possono esser i percorsi del desiderio, a volte sconosciuti perfino a noi stessi.
katerpillar

Proprio per questo credo sia inutile volerne fare una disamina, dati i milioni di incognite che, la "casualità" vi inserisce. Per quanto concerne i rapporti di coppia (matrimonio o non matrimonio), ve ne sono alcuni che si reggono, dietro una fraintesa attrazzione fisica scambiata per amore, solo sull'affinità del sesso e, strano a dirsi, sono i matrimoni che durano più a lungo, anche se alla fine ci si trova con le "pive nel sacco" per una vita non completa.

Mentre i "matrimoni d'amore", se finiscono anche dopo trentanni, vuol die che non era amore: ma solo un surrogato di questo sentimento. Affermo questo perché, l'amore se trovato e curato non ha mai fine, in quanto modella la persona nel profondo dell'anima, ricevendo un imprinting che non cambierà mai più.

Alcuni anni orsono andiedi da un amministratore di uno stabile per incassare una fattura; avendo 85 anni, nel firmare l'assegno gli tremava un pochino la mano; la moglie, vedendolo in difficoltà, gli andò alle spalle, le prese la mano per tenergliela ferma. Lui firmò l'assegno, poi si rivolse verso di me dicendo: "Io questa donna me la sposerei ogni cinque minuti".

Ecco: credo che in quella coppia, dopo cinquantanni di matrimonio, funzionava ancora quell'imprintig di cui parlavo prima. Concludo col confermare che un amore vero non muore mai; forse per questo è così difficile da attuare.
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Vecchio 11-12-2007, 10.06.40   #4
arsenio
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Se è vero che il desiderio scaturisce da una mancanza si potrebbe dire che una volta conquistato "l'oggetto dei desideri" il desiderio dovrebbe estinguersi. Sicuramente questo succede per quanto riguarda un oggetto. Ma quando il desiderio è rivolto ad una persona penso che il segreto per non smettere di desiderare stia nel riuscire a mantenere reciprocamente, a dispetto del tempo che passa, un angolo, una dimensione, una parte di sè che all'altro sia nascosta, celata e tenuta segreta. Rendersi conto, quindi, che prendere possesso di un corpo non significa "avere" quella persona.
Penso anche che si dovrebbe distinguere tra l'essere insoddisfatti della propria vita affettiva e sessuale - perchè si è indolenti, perchè è molto più semplice lamentarsi e dare le colpe della nostra insoddisfazione all'altro che metterci d'impegno per cambiare atteggiamento - e il riuscire a non essere mai paghi uno dell'altro, riuscendo abilmente a soddisfare l'altro lasciandogli comunque "percepire" che la prossima volta sarà diverso, creando già la "tensione" per il prossimo incontro...
All'interno di relazioni stabili penso inoltre che, parlando del desiderio strettamente erotico, in molte coppie ci sia comunque ancora differenza tra quello dell'uomo e quello della donna. Molte donne continuano a mettere poca fisicità, poca passione nel rapporto sessuale, anche dopo anni di vita in comune, perchè con/tramite esso ricercano e rinsaldano soprattutto la stabilità e la sicurezza affettiva. Dovrebbero imparare invece, a maggior ragione dopo anni di convivenza quando stabilità e sicurezza affettiva dovrebbero essere (usiamo sempre il condizionale d'obbligo ) scontate, ad abbandonare, a liberarsi -magari facendo anche, perchè no, un sincero lavoro di introspezione soprattutto per se stesse - da retaggi educativi e schemi mentali prendendo coscienza e conoscenza del proprio corpo e dei propri desideri.
Forse questo spiega per esempio il successo del libro e della rappresentazione teatrale de "I monologhi della vagina" di E. Ensler.
Una donna che sia consapevole e che metta in atto, finalmente libera, con spontaneità le sue potenzialità erotiche penso che contribuisca, forse anche in misura maggiore dell'uomo, alla riuscita e alla durata nel tempo di un buon rapporto di coppia.

Gentile pallina
quanta responsabilità può essere attribuita alle donne, sempre tenendo conto delle diversità di genere? Sovente si può individuare un concorso di colpa, ed è facile cadere in certi irrisolvibili circoli viziosi, ad esempio: “Mi rifiuto a mio marito perchè è sempre aggressivo; “Sono aggressivo perchè mia moglie mi si rifiuta”. Si deve tagliare questo serpente che si morde la coda, decolpevolizzarsi entrambi e collaborare per risolvere i conflitto, senza trovare per forza un solo responsabile, senza rinfacciare all'altro di aver cominciato per primo, ecc. ecc.

E' vero che le donne sono meno disponibili. Perfino don Benzi, che si occupò delle ragazze di strada, allarmato dal fenomeno sempre più diffuso anche a causa della crescente domanda, disse: “Anche le mogli dovrebbero darci una mano ed essere un po' più accondiscendenti verso i loro mariti. Gran parte dei clienti sono sposati e insoddisfatti, perfino sul piano affettivo. Poi ci sono anche i maschi con cui un dialogo sarebbe impossibile. Hanno bisogno di continue stimolazioni, a tal punto di ricercare un'estrema e talora ripugnate diversità, ad esempio nei travestiti più volgari. Bisogna sempre essere in due, in tale forma d'intima socializzazione, e raramente coincide quell'intesa sintonica spesso solo teorizzata.
Inoltre le donne talora sono turbate da tipiche malattie e malesseri femminili, disfunzioni ormonali,interventi chirurgici, che influiscono anche sul piano psicologico. In tal caso colloquiare con la ... la vagina non sorte sempre gli effetti desiderati.

Conciliare una tensione erotica con l 'abitudinarietà di coppia imposta dalla convivenza è quasi un controsenso. Come dicevo anche la sciatteria e trascuratezza personale sono fortemente antiafrodisiaci. Ad esempio le donne apprezzano un maschio che conserva il suo peso forma, che è scrupoloso nell'igiene personale. La nudità a noi maschi non seduce molto, preferiamo scoprire ciò che è coperto, qualche indumento che esalti le altre parti rimaste nude; insomma erotismo è artificio, mai naturalezza. Molto importante è pure l'intesa sul piano comunicativo in vari contesti. Creare qualche sorpresa,anche dovuta a una complementarità caratteriale, ma che non sia una totale divergenza di interessi. Non tutti inoltre possiedono una personalità poliedrica, anche per a loro volta accettare gl' indubbi vantaggi di un rapporto coniugale collaudato, che non crea più tensioni eccezionalmente erotiche, ma nemmeno troppe tensioni ansiose,da prestazione o da altra causa.

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Vecchio 11-12-2007, 10.08.36   #5
arsenio
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arsenio
katerpillar

Proprio per questo credo sia inutile volerne fare una disamina, dati i milioni di incognite che, la "casualità" vi inserisce. Per quanto concerne i rapporti di coppia (matrimonio o non matrimonio), ve ne sono alcuni che si reggono, dietro una fraintesa attrazzione fisica scambiata per amore, solo sull'affinità del sesso e, strano a dirsi, sono i matrimoni che durano più a lungo, anche se alla fine ci si trova con le "pive nel sacco" per una vita non completa.

Mentre i "matrimoni d'amore", se finiscono anche dopo trentanni, vuol die che non era amore: ma solo un surrogato di questo sentimento. Affermo questo perché, l'amore se trovato e curato non ha mai fine, in quanto modella la persona nel profondo dell'anima, ricevendo un imprinting che non cambierà mai più.

Alcuni anni orsono andiedi da un amministratore di uno stabile per incassare una fattura; avendo 85 anni, nel firmare l'assegno gli tremava un pochino la mano; la moglie, vedendolo in difficoltà, gli andò alle spalle, le prese la mano per tenergliela ferma. Lui firmò l'assegno, poi si rivolse verso di me dicendo: "Io questa donna me la sposerei ogni cinque minuti".

Ecco: credo che in quella coppia, dopo cinquantanni di matrimonio, funzionava ancora quell'imprintig di cui parlavo prima. Concludo col confermare che un amore vero non muore mai; forse per questo è così difficile da attuare.

ciao katerpilar. Con il trascorrere del tempo certi coniugi stabilizzano il legame affettivo,l'impegno, l'accudimento reciproco. Un buon matrimonio si appoggia anche sul talento per l'amicizia confidenziale che è un forte collante nel matrimonio, e predittivo di una sua lunga durata. Qualità rara,che pure potrebbe avere benefici effetti sulla sfera sessuale.
Nemmeno i protagonisti di mitici amori riescono a invecchiare insieme. Nella mitologia ricordo l'unico caso di Filemone e Bauci. Zeus li premiò e consentì loro di morire insieme dopo una lunga vita. Affinchè nessuno dei due vedesse la morte dell'altro.

arsenio is offline  
Vecchio 12-12-2007, 12.34.40   #6
pallina
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Riferimento: perchè si smette di desiderare?

Gentile arsenio,

Io penso che quando ci sono problemi di comunicazione, di incomprensione, ognuno di noi debba prendersi le proprie colpe per gli atteggiamenti che assume e le proprie responsabilità per ciò che - questi atteggiamenti - determinano. Capire che i litigi sono il risultato di comportamenti reciproci e che spesso la colpa non è di uno soltanto. Sai quanto e sicuramente meglio di me, che quando si inizia ad entrare in conflitto e ognuno si arrocca sulle sue posizioni e non recede di un millimetro senza voler mettere da parte, nemmeno per un momento, le proprie ragioni, significa che non si "lavora" più per il bene della coppia ma solo per se stessi. Al "noi" si inizia a sostituire l' "io". Quando poi con il nostro comportamento e/o con le nostre parole iniziamo a "disconfermare" e a "squalificare" l'altro, significa che abbiamo già deciso di prendere un'altra strada. Il danno non sarà forse irrecuperabile ma è già fatto.


Penso che sia fondamentale riconoscere che il desiderio maschile e quello femminile per arrivare alla stessa meta in genere fanno un percorso mentale molto diverso. E penso che sia proprio per questo motivo che molte donne sono poco disponibili. O meglio: in loro il desiderio magari è finalizzato alla maternità per cui una volta raggiunto l'obiettivo "il mezzo" non ha più ragione di esistere oppure non è parte importante della loro vita, un "qualcosa" da fare ogni tanto, magari fingendo, un dovere più che un sano piacere.
Ho sempre pensato inoltre che mentre gli uomini hanno sempre parlato di sesso e l'hanno visto e vissuto sempre dal loro punto di vista, le donne hanno avuto, per tanto tempo, una visione del "sesso" da un punto di vista esclusivamente maschile. Quello femminile era solo relativo alla maternità. Le donne non parlavano di sesso ma di cicli mestruali e gravidanze e figli. E fino all'avvento della pillola il nostro desiderio è stato forse da noi stesse represso proprio a causa della paura di gravidanze inaspettate. Fino a quando non abbiamo potuto liberarci dall'incubo continuo di rimanere incinta ad ogni rapporto noi donne non abbiamo potuto riappropriarci del nostro desiderio. Forse addirittura imparare proprio a riconoscerlo...

Riguardo la "tensione" erotica io dico che dipende da ognuno di noi. Se non ci si lascia sprofondare nell'abitudine, se si sarà capaci di condivisione proprio per il piacere di fare insieme le cose, se capiremo che è un dovere verso l'altro avere cura di noi stessi, allora se anche non sarà, come scrivi tu, "eccezionale", oltre a non esserci più ansie di nessun genere a disturbare, sarà anche per questi motivi che una buona tensione erotica potrà continuare ad esistere anche in rapporti datati e consolidati.

pallina is offline  
Vecchio 12-12-2007, 15.31.49   #7
donella
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Riferimento: perchè si smette di desiderare?

E' solo una mia idea, l'unica che riesco a trarre dalla mia esperienza: io direi che si smette di desiderare per un limite proprio... che non ha proprio NULLA a che vedere con i limiti dell'altro.

Ci arrivo riflettendo sul fatto... che si smette di desiderare il ritenuto "noto"... tanto quanto si smette di desiderare "l'irriducibile NON noto".

"Noto" e il suo contrario... sono NOSTRE percezioni ...puntellate dall'ansia.

Forse, e ripeto il "forse", allenando la capacità (proprio nel senso ci "capienza") riflessiva e contemplativa.... potremmo desiderare senza limiti e per una vita intera... l'Incontro... con la stessa Persona... continuamente (doverosamente, secondo me) presumendone il Mistero e senza mai illuderci d'averla definitivamente posseduta siglandone l'esperito e non più coinvolgente ritenuto possesso con un affrettato verdetto liquidatorio di "noto" oppure "inconoscibile"....

Il che , tradotto, potrebbe essere "l'Accoglienza e lo Stupore Sereni... sono Gioia".

Sogno ancora, Arsenio?

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Vecchio 14-12-2007, 10.11.46   #8
arsenio
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Originalmente inviato da pallina
Gentile arsenio,

Io penso che quando ci sono problemi di comunicazione, di incomprensione, ognuno di noi debba prendersi le proprie colpe per gli atteggiamenti che assume e le proprie responsabilità per ciò che - questi atteggiamenti - determinano. Capire che i litigi sono il risultato di comportamenti reciproci e che spesso la colpa non è di uno soltanto. Sai quanto e sicuramente meglio di me, che quando si inizia ad entrare in conflitto e ognuno si arrocca sulle sue posizioni e non recede di un millimetro senza voler mettere da parte, nemmeno per un momento, le proprie ragioni, significa che non si "lavora" più per il bene della coppia ma solo per se stessi. Al "noi" si inizia a sostituire l' "io". Quando poi con il nostro comportamento e/o con le nostre parole iniziamo a "disconfermare" e a "squalificare" l'altro, significa che abbiamo già deciso di prendere un'altra strada. Il danno non sarà forse irrecuperabile ma è già fatto.


Penso che sia fondamentale riconoscere che il desiderio maschile e quello femminile per arrivare alla stessa meta in genere fanno un percorso mentale molto diverso. E penso che sia proprio per questo motivo che molte donne sono poco disponibili. O meglio: in loro il desiderio magari è finalizzato alla maternità per cui una volta raggiunto l'obiettivo "il mezzo" non ha più ragione di esistere oppure non è parte importante della loro vita, un "qualcosa" da fare ogni tanto, magari fingendo, un dovere più che un sano piacere.
Ho sempre pensato inoltre che mentre gli uomini hanno sempre parlato di sesso e l'hanno visto e vissuto sempre dal loro punto di vista, le donne hanno avuto, per tanto tempo, una visione del "sesso" da un punto di vista esclusivamente maschile. Quello femminile era solo relativo alla maternità. Le donne non parlavano di sesso ma di cicli mestruali e gravidanze e figli. E fino all'avvento della pillola il nostro desiderio è stato forse da noi stesse represso proprio a causa della paura di gravidanze inaspettate. Fino a quando non abbiamo potuto liberarci dall'incubo continuo di rimanere incinta ad ogni rapporto noi donne non abbiamo potuto riappropriarci del nostro desiderio. Forse addirittura imparare proprio a riconoscerlo...

Riguardo la "tensione" erotica io dico che dipende da ognuno di noi. Se non ci si lascia sprofondare nell'abitudine, se si sarà capaci di condivisione proprio per il piacere di fare insieme le cose, se capiremo che è un dovere verso l'altro avere cura di noi stessi, allora se anche non sarà, come scrivi tu, "eccezionale", oltre a non esserci più ansie di nessun genere a disturbare, sarà anche per questi motivi che una buona tensione erotica potrà continuare ad esistere anche in rapporti datati e consolidati.


ciao pallina

Le svalutazioni avvenute durante la prima infanzia hanno sempre effetti nella futura vita affettiva. Si celano vere identità perchè da bambini ci si è sentiti dire che non si valeva niente. E certe storie si ripetono di generazione in generazione.
Ma le parole d'amore esigono di essere accompagnate da gesti e comportamenti congrui che le confermino.
Ci si accorge che si aspira ad un partner responsabile, affettivo, gentile, creativo? Si doveva prima osservarsi entrambi l'un l'altro per capire i reciproci desideri.
Riconoscerne le differenze tipiche di genere, oltre che quelle specifiche individuali, è una delle basi per un'unione riuscita. L'uomo occidentale usa in prevalenza l'emisfero razionale sinistro, non ha imparato a dialogare anche con la sua “anima” femminile, presente in ognuno. Perciò, per educazione impartita è raramente in contatto con i suoi sentimenti. Inadatto alla profondità di una relazione confidenziale ed empatica, privilegia il solo desiderio erotico. Nella donna evoluta ed evolutiva comincia a guadagnare terreno l' ”animus” maschile. Tuttavia è ancora raro che scelga solo in base all'attrazione fisica. Ma anche il suo istinto riproduttivo e materno potrebbe affievolirsi. Non associa più il rapporto sessuale con la procreazione, che la inibiva. Forse ancora ad un livello subconscio che può ancora interferire. con una piena serenità amorosa.

Attratta più dagli aspetti della “maschilità”, non si chiede subito se il partner potrà sintonizzarsi con le sue esigenze di sostegno e accudimento. La cui premessa è una risonanza tra due anime che si riconoscono come sono, al di là di maschere difensive. Per un' alchemica intesa, dove si superano le differenze di linguaggio. Indispensabile per capirsi senza più svalorizzarsi. Per raggiungere quell'intimità dialogica e vicinanza emotiva, rampa di lancio anche per un rinnovato e mai compiuto mutuo sviluppo psichico.

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Vecchio 14-12-2007, 10.14.05   #9
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Originalmente inviato da donella
E' solo una mia idea, l'unica che riesco a trarre dalla mia esperienza: io direi che si smette di desiderare per un limite proprio... che non ha proprio NULLA a che vedere con i limiti dell'altro.

Ci arrivo riflettendo sul fatto... che si smette di desiderare il ritenuto "noto"... tanto quanto si smette di desiderare "l'irriducibile NON noto".

"Noto" e il suo contrario... sono NOSTRE percezioni ...puntellate dall'ansia.

Forse, e ripeto il "forse", allenando la capacità (proprio nel senso ci "capienza") riflessiva e contemplativa.... potremmo desiderare senza limiti e per una vita intera... l'Incontro... con la stessa Persona... continuamente (doverosamente, secondo me) presumendone il Mistero e senza mai illuderci d'averla definitivamente posseduta siglandone l'esperito e non più coinvolgente ritenuto possesso con un affrettato verdetto liquidatorio di "noto" oppure "inconoscibile"....

Il che , tradotto, potrebbe essere "l'Accoglienza e lo Stupore Sereni... sono Gioia".

Sogno ancora, Arsenio?


ciao donella

Il desiderio è plurideterminato e interagiscono vari fattori reciproci che lo esaltano o lo smorzano. In particolare entrano in gioco due personalità condizionate dallo stile educativo e di attaccamento della prima infanzia. A qualcuno gratifica conoscere ogni centimetro quadrato di pelle dell'amato, anche se non c'è più nulla da esplorare, ma solo il piacere di una rassicurante replica rituale con sfumature variabili. Altri, specie i maschi sesso-dipendenti, hanno bisogno , come galli da pollaio, di ripetuti rapporti con una gallina dopo l'altra. Le loro prestazioni sono dipendenti dal continuo ricambio.
Essere “capienti” è una delle parole chiave dell'amore. Capacità di accudire ma anche ricettività nell'essere accudito, entrambi sensibili sperimentatori di svariate sensazioni. Oltre a possedere ciò che si propongono di donare, devono trovare chi lo accetta. Cos'è altro l'amore, di uno solo giorno od eterno, se non un gioco a due? Ma non è una gara dove c'è sempre un vincente ed un perdente. Il patto è di essere flessibili e reversibili, a sensi alternati, mai unici. Amare ed essere amabili, dare ed essere capaci di ricevere; ascoltare leggendo tra le righe, e saper farsi ascoltare. Tra gioco , arte.

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Vecchio 14-12-2007, 15.37.25   #10
kore
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L'uomo occidentale usa in prevalenza l'emisfero razionale sinistro, non ha imparato a dialogare anche con la sua “anima” femminile, presente in ognuno. Perciò, per educazione impartita è raramente in contatto con i suoi sentimenti. Inadatto alla profondità di una relazione confidenziale ed empatica, privilegia il solo desiderio erotico.


Vero. Generalizzando e semplificando molto, io penso che passata la passione iniziale, il desiderio erotico in una donna sia stimolato dallo scambio emotivo. Se non c'è scambio non c'è desiderio, la donna si nega, alla fine anche lui si nega perché stufo di sentirsi rifiutato e allora si entra nel circolo vizioso del rifiuto.
kore is offline  

 



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