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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 02-01-2008, 10.31.20   #1
arsenio
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Le alterità postfemministe

Dopo le conquiste sociali e il declino della società patriarcale, qual'è oggi la situazione femminile? Le postfemministe hanno davvero rinunciato a rivendicare la pari dignità della loro specifica natura e cultura, valori sempre negati dal fallocentrismo occidentale?

Cosa vogliono? Secondo opinioni diffuse e autorevoli, esigono l' uguaglianza per assimilarsi agli uomini, neutralizzando gl' ideali dell'identità femminile. L'emancipazione fondata sul rivalutare la “differenza” è stata tralasciata.

Il modello di riferimento per entrambi i sessi sarebbe quello maschile, essendo ormai svalutate le differenze di genere in una società all'insegna della competizione e del successo, dell'efficientismo e del denaro. A scapito di doti empatiche, relazionali, accuditive; immaginative ed emozionali che la femminilità avrebbe potuto apportare per una società rinnovata.

Fin dall'antichità fu misconosciuta la “differenza” femminile in un senso positivo, paritario e come valore necessario per tutti nel rapportarsi con il mondo. Fu ritenuta addirittura antieducativa! E ancora oggi prevale il “logos” razionalistico maschile sul “pathos” femminile.

Per lo stesso Freud la bambina era un “bambino mancato” e ad un certo punto rinunciò a indagare la sessualità della donna che definì “continente nero” inesplorabile. Multiforme e pervasiva, più complessa, ricca e sfumata. Vaginale e clitoridea, diffusa in molteplici zone erogene. La donna per sua natura e cultura è più affettiva e passionale; più interessata ad indagare il mondo conflittuale dell' amore in tutti i suoi problematici risvolti. Eroina di romanzi classici che ben raffigurano il suo temperamento.

L'emancipazione femminista si sta arenando in un'affermazione sociale per rendersi uguali al modello maschile delle tradizione occidentale greco-cristiana e patriarcale-borghese? Da maschio che ha beneficiato di un'educazione matriarcale, emozionale ed affettiva, pur non disgiunta da un'assertività di stampo maschile - e non maschilista – ho sempre detestato la donna relegata ad “angelo del focolare”, a massaia succube del marito padrone. Ancora rappresentata quale casalinga addetta alla riproduzione, in primis dalle gerarchie ecclesiastiche. Che proponevano quali apprezzati modelli la suora e la moglie-madre sottomessa , anche con rischio del suo benessere psicofisico,se non della sua incolumità. “La donna potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione con modestia” (San Paolo).
Le donne dovrebbero oggi maggiormente reagire per ricuperare e difendere la ricchezza della loro specifica, ineguagliabile e sempre più sfocata identità, da rivalutare se si ammette che pure per ogni professione contino certe qualità relazionali, intuitive, collaborative. Raramente possedute dai maschi, anche se si dedicano a ruoli di sostegno. A parer mio sono – loro malgrado – ancora soggiogate dalla presunta superiorità del maschio.

Per l'ottica patriarcale acquisivano valore solo se riuscivano a diventare madri. Così la femminilità coincise con il voler piacere per farsi amare, allo scopo di legarsi ai maschi migliori e fare molti figli da allevare. Dovevano sentirsi approvate per esistere, ed essere madri per valere. Solo l'amore materno e la sottomissione coniugale erano considerati la massima espressione della femminilità.
La donna fu limitata al destino della riproduzione quale “compenso” per la sua conclamata “inferiorità”. “Donna “ si diventava assecondando enunciati simbolici e sociali. Inoltre per il patriarcato borghese era offensivo ricordare che aveva bisogno della soddisfazione sessuale. Oggi i tempi sono mutati, ma si tende ancora a incanalare il desiderio femminile nell'amore materno. Che non può sostituire l'appagamento sessuale, anche perchè la donna puo' raggiungere un numero illimitato di orgasmi consecutivi,a differenza dei limiti maschili, come dimostrarono Master e Johnson. Fatto pure osservato nel regno animale. Sulla problematicità e insoddisfazione dell'eros femminile ricordo due significativi romanzi:”La storia di Katherine Millet” e “11 minuti” di Paolo Cohelho.

Per la donna il corpo rimane ancora l'inconscio mezzo di riproduzione, più che del piacere. Anche oggi che si parla di maschilizzazione della donna in campo sessuale, uniformato a quello maschile. Perchè permane sempre un subconscio assoggettamento alle forme di dominanza maschilista,e imposto senso essenziale di procreazione.

Pure il femminismo sostenne che la biologia c'entrava poco con la sessualità femminile, contando in maggior misura i condizionamenti ambientali e culturali. Infatti la gravidanza è un evento psicologico e culturale prima ancora che corporeo e fisiologico. Oltre che in funzione del rapporto con il figlio, la figura della madre va considerata anche in relazione all'essere e al sentirsi donna . Ma la realizzazione nella filiazione fu in gran parte socialmente indotta. Giustamente l'archetipo della ”grande madre” è ancora vitale. Dovuto specialmente alle funzioni protettive che il bambino si attende dalla figura materna. Per la psicoanalisi postfreudiana la madre svolge un ruolo essenziale nelle fasi pereedipiche dello sviluppo , dove, secondo le rivalutate ipotesi di Melanie Klein è dapprima amata quale oggetto parziale che soddisfa il bisogno, in seguito diventa oggetto totale la cui personalità e d i cui bisogni sono in qualche modo riconosciuti dal bambino.

In conclusione, anche da sondaggi (supponendoli tollerabilmente insinceri) i miti maschilisti che orientarono un certo tipo di “femminilità” hanno oggi minor presa. Il potere delle donne non deriva più tanto dalla dipendenza dal maschio. Ci sono stati l'avvento della pillola contraccettiva, le nuove tecniche di riproduzione assistita. Disgiungono la generatività dalla fecondità; il piacere sessuale dalla procreazione. Mi sembra anche che l' elaborazione per il lutto, sia pure su di un piano simbolico, della capacità procreativa durante la menopausa, e che recava turbamenti , non abbia più la pregnanza di un tempo. La maternità per la donna può oggi rivelarsi luogo di conflitti, tra desiderio, potenza generativa, disturbi psicofisici induzioni e aspettative sociali. Tutto ciò comporta un cambiamento radicale nella sua concezione e significati. A livello culturale, sociale e all'interno dello stesso vissuto psichico della donna.

Un altro mito maschilista fu la verginità. Secondo Freud si originò dal fatto che solo il primo uomo che soddisfaceva il desiderio soffocato dall'educazione repressiva, superando la sua resistenza dovuta a tali fattori ambientali,sarebbe riuscito a stabilire con lei un rapporto duraturo. A differenza della tradizione matriarcale che sempre indusse la donna a liberarsi dalla verginità, anche attraverso cerimonie e rituali senza presenze maschili.
E del resto l' imene integro nulla può dire sulle esperienze anche estreme di una donna. E' solo un concetto maschilista di proprietà esclusiva. Dipende da tradizioni e fattori culturali, specie nei Paesi sottosviluppati e maschilisti. Nel recente bel film “Caramel”, ambientato a Beirut, una ragazza disperata ricorre , prima di sposarsi, alla chirurgia plastica per riacquistare la verginità, categoricamente richiesta in quel Paese. Se permane tale pretesa (ad es. in Sicilia) è inversamente proporzionale alla “purezza” del maschio. Intransigente se le sue prime esperienze sessuali avvennero con le prostitute; viceversa non ne da importanza qualora i suoi primi rapporti li abbia avuti con coetanee del suo ambiente. Quindi se ne possono trarre credibili conclusioni per le attuali tendenze progressiste.



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arsenio is offline  
Vecchio 04-01-2008, 10.24.57   #2
Maura
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Riferimento: Le alterità postfemministe

Di solito mi limito a leggere i vari interventi su questo forum senza intervenire, anche perché finito di leggere non mi rimane poi il tempo per rispondere.
Metterò tutto il mio impegno per esprimere ciò che penso anche perché ho appena letto i tuoi interventi:
virtuali della tastiera: persone e personaggi
ottenere ragione o correttezza discorsiva?

La mia non è la pseudoconoscenza appresa dai libri, ma è ciò che emerge dall'esperienza quotidiana:
Citazione:
Originalmente inviato da arsenio
“Il modello di riferimento per entrambi i sessi sarebbe quello maschile, essendo ormai svalutate le differenze di genere in una società all'insegna della competizione e del successo, dell'efficientismo e del denaro. A scapito di doti empatiche, relazionali, accuditive; immaginative ed emozionali che la femminilità avrebbe potuto apportare per una società rinnovata” .

Direi che il modello di riferimento è quello occidentale, e in particolar modo in Italia è ancora più difficile apportare qualsiasi cambiamento perché il potere non è solo maschile, ma del maschile che non segue le regole, che crea dinastie ereditarie nelle università, nelle amministrazioni pubbliche ecc. e per emergere nelle aziende private devi darti da fare, rinunciando alla tua femminilità, alla maternità ecc. o viceversa esistono le furbette o i furbetti che vanno avanti a forza di marchette……..

Esistono tuttavia sacche di donne e uomini che cercano di vivere in modo paritario e nuovo la loro vita, utilizzando come dici tu “doti empatiche, relazionali,accuditive” ne ho trovato traccia nel mondo del volontariato. Io penso di non essere credente, ma alcune persone che hanno la forza della fede riescono a far cose, che noi “laici” non riusciamo più a realizzare.

La nostra è una società dove il vero potere è il denaro. Per esempio la cultura omosessuale sta emergendo perché nel mondo della moda, queste persone hanno potuto realizzarsi sia sotto il profilo creativo che economico. Molti sono autori televisivi, ma io ho l’impressione che sappiano trasmettere solo futilità ed esteriorità, senza spessore.


La femminilità invece ha uno spessore profondo, la maternità (e la paternità) ti fanno vedere aspetti nuovi della vita, che prima (almeno nella mia esperienza) non potevi vedere. E ciò può emergere soltanto in un rapporto paritario tra uomo e donna. E’ la gestione dei conflitti nella coppia, nella famiglia con i figli adolescenti (che non crescono mai) la difficoltà che incontro quotidianamente.

Questa è la società del consumismo, e allora chi può economicamente si sposa, divorzia nella legalità, altri coloro che sono più diffidenti convivono, si dividono ecc. come se cambiassero il telefonino……..Si creano così famiglie allargate con figli che hanno come modello solo i media, i giochi per il computer ecc. La maggior parte delle ragazze e dei ragazzi italiano sognano di diventare “VELINE” e “VELONI”

Ovviamente non si può fare di ogni erba un fascio, esistono tra il bianco e il nero tante scale di grigi. Io ho portato velocemente alcuni esempi, per non esprimere solo concetti astratti, ma per esprimere idee e sentimenti realmente vissuti.

E poi porrei su questo forum un altro quesito “Come vive ed è considerata la donna in oriente?”
Maura is offline  
Vecchio 05-01-2008, 10.26.52   #3
arsenio
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Riferimento: Le alterità postfemministe

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Originalmente inviato da Maura
Di solito mi limito a leggere i vari interventi su questo forum senza intervenire, anche perché finito di leggere non mi rimane poi il tempo per rispondere.
Metterò tutto il mio impegno per esprimere ciò che penso anche perché ho appena letto i tuoi interventi:
virtuali della tastiera: persone e personaggi
ottenere ragione o correttezza discorsiva?

La mia non è la pseudoconoscenza appresa dai libri, ma è ciò che emerge dall'esperienza quotidiana:

Direi che il modello di riferimento è quello occidentale, e in particolar modo in Italia è ancora più difficile apportare qualsiasi cambiamento perché il potere non è solo maschile, ma del maschile che non segue le regole, che crea dinastie ereditarie nelle università, nelle amministrazioni pubbliche ecc. e per emergere nelle aziende private devi darti da fare, rinunciando alla tua femminilità, alla maternità ecc. o viceversa esistono le furbette o i furbetti che vanno avanti a forza di marchette……..

Esistono tuttavia sacche di donne e uomini che cercano di vivere in modo paritario e nuovo la loro vita, utilizzando come dici tu “doti empatiche, relazionali,accuditive” ne ho trovato traccia nel mondo del volontariato. Io penso di non essere credente, ma alcune persone che hanno la forza della fede riescono a far cose, che noi “laici” non riusciamo più a realizzare.

La nostra è una società dove il vero potere è il denaro. Per esempio la cultura omosessuale sta emergendo perché nel mondo della moda, queste persone hanno potuto realizzarsi sia sotto il profilo creativo che economico. Molti sono autori televisivi, ma io ho l’impressione che sappiano trasmettere solo futilità ed esteriorità, senza spessore.


La femminilità invece ha uno spessore profondo, la maternità (e la paternità) ti fanno vedere aspetti nuovi della vita, che prima (almeno nella mia esperienza) non potevi vedere. E ciò può emergere soltanto in un rapporto paritario tra uomo e donna. E’ la gestione dei conflitti nella coppia, nella famiglia con i figli adolescenti (che non crescono mai) la difficoltà che incontro quotidianamente.

Questa è la società del consumismo, e allora chi può economicamente si sposa, divorzia nella legalità, altri coloro che sono più diffidenti convivono, si dividono ecc. come se cambiassero il telefonino……..Si creano così famiglie allargate con figli che hanno come modello solo i media, i giochi per il computer ecc. La maggior parte delle ragazze e dei ragazzi italiano sognano di diventare “VELINE” e “VELONI”

Ovviamente non si può fare di ogni erba un fascio, esistono tra il bianco e il nero tante scale di grigi. Io ho portato velocemente alcuni esempi, per non esprimere solo concetti astratti, ma per esprimere idee e sentimenti realmente vissuti.

E poi porrei su questo forum un altro quesito “Come vive ed è considerata la donna in oriente?”

Gentile maura
la pseudoconoscenza libresco-erudita non è “sapere”. E' propria di chi immagazzina nozioni memorizzate senza assimilarle rielaborandole, incapace di farne una sintesi per cogliere l'essenziale. Per poterle confrontare con altre fonti interdisciplinari, sia cartacee (non consiglio wikipedie) che da personali vissuti. O altrui testimonianze. Tale lacuna è diffusa pure tra insegnanti ad ogni livello, e perfino tra esperti della psiche. Poco attenti a una ricerca sul campo che confermi teorie. Anche se ne hanno l'occasione, eseguono un ruolo vuoto e privo d'identità professionale, in modo automatico e passivo. Nemmeno è detto si aggiornino in permanenza attraverso qualche lettura o periodico specializzato, sempre indispensabili. In più, certe statistiche, sondaggi, altrui ricerche ecc. sono necessari quali supporto cognitivo, per non correre il rischio di limitarsi a generalizzazioni o ad esprimersi per concetti naif, riferiti a casi insufficienti. Inoltre, non tutti possono fruire di un'ottimale e ampia casistica in modo diretto e riflessivo.

Tornando al nostro argomento, Luce Irigaray, che è certo la più autorevole e affidabile studiosa, scrittrice e veterofemminista storica, dice: “Il rapporto madre-figlia va ricuperato per un nuovo dialogo tra le donne spesso in competizione tra loro per conservarsi i favori sessuali dell'uomo. Molte volte le donne sono le più violente nell'esigere l'uguaglianza con gli uomini e la neutralizzazione dell'identità e dell'ideale femminile”.

Nonostante le lotte politiche e rivendicazioni della differenza per una pari dignità, iniziate nel'68, le donne non hanno percepito l'importanza della loro liberazione che ora si riduce al diventare “uomini”, accettando qualche compromissorio compenso dai loro “padroni”. Ma l'identità femminile va valorizzata sia nel privato che nella vita pubblica e lavorativa. La “femminilità” non è uno stereotipo sociale, né una naturalità biologica, ma un definito modo di essere e di rapportarsi con il mondo. La generica, unica e convenzionale categoria “uomo” è in effetti una dualità con una parte maschile ed una femminile. La donna si evolverà in “uoma”? Con quali implicazioni? Una civiltà al maschile, o ancor peggio, al “maschilista”, come vi accenni? Per una società sempre più deresponsabilizzata da valori da condividere e che più contano?

Anch'io ho esperienze in ambienti del volontariato e riconosco che chi è coinvolto in una situazione assistenziale o di semplice sostegno, deve possedere quelle doti di accoglienza, contenimento, “maternage” affettivo, auspicate anche in chi per professione si cura del benessere psicofisico altrui. E' pur vero che alcune organizzazioni ecclesiali sono piuttosto efficienti nell'alleviare certi disagi specie materiali. Di contro altre comunità religiose fanno del “bene” sono pregando.
In quanto agli omosessuali, alcuni riescono a raggiungere gli alti vertici del successo in attività di tipo artistico. Ma non è sufficiente tale tendenza per emergere nella creatività. Così come non sempre, come ad luogo comune, la follia corrisponda per tutti a genialità.

Riconosco tutte le difficoltà fisico-mentali implicate nell'essere donna. Conosco cinquantenni e over che sono curatrici di figli ancora in casa ( per ragioni sia economiche che di connivenze affettive), “badanti”di genitori disabili e difficili da gestire, ecc. Da sole. Se il padre autoritario di tipo freudiano non esiste più in Occidente, sostituito dai padri assenti, sia sul piano fisico che quello psichico. La società ne è priva, che pure sono figure educative necessarie, specie nella difficile età di transizione adolescenziale.

Nei Paesi meno ricchi, anche occidentali (es. Ex jugoslavia) ci sono ancora donne che a tutte le mansioni di casa e di lavoro, aggiungono le fatiche nei campi,nelle stalle, negli orti, essendo i redditi medi eccessivamente bassi.

Sulla società ”liquida” dell'effimero,degli amori oggettualizzati, usa e getta,ecc. ho parlato a sufficienza ( ti consiglio i saggi di Zygmunt Bauman).

Come osservi, c'è comunque una variabilità di tipologie in entrambi i sessi, individuali oltre che da indotta cultura di genere. Ma il linguaggio dei sentimenti, il mondo relazionale-comunicativo e della vicinanza emotiva è sempre in prevalenza femminile. Introiettano ancora l'ideale dell'io materno, seppure in forme forse ancor più problematiche e sofferte. L'uomo tende a celare la sua privacy e le emozioni,ritenute trascurabili o segno di debolezza,più che di una rivelatrice maturità psicoaffetiva. Tralascio gli episodi di pianto esibiti in pubblico, oggi in voga anche tra il sesso forte. Servono a un' autorappresentazione superficiale e autoimpostasi, per ottenere effetti, in conformità con l'attuale spettacolarizzazione dei falsi sentimenti. Maschi e femmine sono comunque banalizzati dall'ipnosi mediatica e dagli spot subliminali,dalla mimesi consumistica che concede identificazioni conformi al trend della collettività. L'uomo sentimentale è raro e passa inosservato. Infatti molte donne si attaccano proprio a chi si disinteressa di loro (è perchè mi ama troppo ... mi disse una ) e desiderano trasgredire con quelli “sbagliati”; altrimenti doveva a finire quel senso di “avventurosità”. A volte pagata molto cara, con violenze subite, anche estreme.

Sono consapevole dell'indecifrabilità, delle contraddizioni, dell'imprevedibilità delle donne,ma non tanto da deidealizzarle. L'eterno femminino, proprio per questo è sempre un fascinoso “continente nero” inesplorato. Ancora contraltare che potrebbe riequlibrare l'aridità razionale, scientifica,tecnologica dei nostri tempi postmoderni.

L'amore per i figli è un valore che salva, se si è capaci di escluderli da ricatti,da pretesi contraccambi al “dono “ della vita e al “dopo quello che ho fatto per te”; da rivalse proiettive di ciò che si avrebbe voluto diventare. Tramutano bambini di 4, 5 anni in veline che simulano sfilate, perfino a scuola! O forzati piccoli campioncini dello sport ,senza alcuna attitudine o desiderio. A deleteria imitazione importata dagli USA.

Specie in tempi di disgregati e allargati nuclei familiari è ancor più difficile e inadeguato il mestiere di madre e di padre. Cosa sarebbe da far rilevare in un corso per genitori?
Intenderei quei genitori che sanno appagare al massimo la libertà dei figli, salvaguardandoli anche dalle pervasive suggestioni televisive e internettiane. Sapendo colmarli di affetti e sostegno più che di beni materiali quali alibi per una colpevole distrazione nei loro confronti. Senza svalutazioni che poi avvelenano un'intera vita, e anche non dando peso al fatto, trascurabile rispetto ad altro, che in cambio si potrebbe ricevere solo indifferenza.

Per le musulmane ti basti ricordare che le leggi coraniche, tra l'altro, premettono che valgono il 50% di un uomo, anche in affari di giustizia.

, E' un sintomo che nessuno qui s'interessa ad argomenti sulla non ancora avvenuta emancipazione femminile?
arsenio is offline  
Vecchio 14-01-2008, 07.09.43   #4
Maura
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Originalmente inviato da arsenio
E' un sintomo che nessuno qui s'interessa ad argomenti sulla non ancora avvenuta emancipazione femminile?

Autorevole Arsenio,
ho letto da diverso tempo la tua risposta del 5/1/08….ma ho trovato la forza di scriverti solo ora.
Non è con presunzione che te lo voglio dire, ma i tuoi interventi hanno il “difetto” di essere troppo completi, si finisce per leggere (ci si impiega molto tempo) e poi si pensa, sì sono d’accordo.
Forse basterebbe mandarti e tu capiresti.
Rileggendo il tuo primo intervento, ho trovato altri spunti, potrei leggerlo altre 10 volte e troverei qualche cos' altro di nuovo. Le mie osservazione sono poco, non all’altezza, rispetto al tuo imput.
E il tempo, il tempo dove lo metti? Le donne di cui tu parli, coloro che dovrebbero EMANCIPARSI, sono proprio quelle che non hanno i mezzi per scrivere!
Premesso ciò, voglio dare un parziale contributo basato sulla mia esperienza:

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Originalmente inviato da arsenio
Tornando al nostro argomento, Luce Irigaray, che è certo la più autorevole e affidabile studiosa, scrittrice e veterofemminista storica, dice: “Il rapporto madre-figlia va ricuperato per un nuovo dialogo tra le donne spesso in competizione tra loro per conservarsi i favori sessuali dell'uomo. Molte volte le donne sono le più violente nell'esigere l'uguaglianza con gli uomini e la neutralizzazione dell'identità e dell'ideale femminile”.

Realtà familiare: rivalità tra me e mia figlia, in forma inconscia , nei confronti del nostro uomo marito e padre. Tanti screzi tra noi erano dovuti anche a questa rivalità, se mi fossi resa conto prima di ciò, avremmo sofferto meno tutte e due. Qui la conoscenza teorica mi avrebbe aperto gli occhi, avrei potuto riconoscere subito la causa del nostro conflitto, non mi sarei chiesta, perché proprio mia figlia mi trattava come se io fossi stata la sua serva, avrei potuto risparmiarle le mie reazioni sproporzionate: avremmo sofferto di meno.

Avevo scritto qualcosa che riguardava la mia realtà lavorativa, ma stavo scendendo troppo nei particolari. La conflittualità in questo periodo è al massimo, siamo in una fase cruciale, perciò mi limito a dirti che sì spesso “certe” donne sono le più aggressive degli uomini stessi e non sanno far altro che ricalcare il modello maschile.

Il mio tempo è scaduto, avrei tanto altro da dirti……………

Grazie per i tuoi interventi

Maura
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Vecchio 14-01-2008, 17.13.06   #5
arsenio
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Autorevole Arsenio,
ho letto da diverso tempo la tua risposta del 5/1/08….ma ho trovato la forza di scriverti solo ora.
Non è con presunzione che te lo voglio dire, ma i tuoi interventi hanno il “difetto” di essere troppo completi, si finisce per leggere (ci si impiega molto tempo) e poi si pensa, sì sono d’accordo.
Forse basterebbe mandarti e tu capiresti.
Rileggendo il tuo primo intervento, ho trovato altri spunti, potrei leggerlo altre 10 volte e troverei qualche cos' altro di nuovo. Le mie osservazione sono poco, non all’altezza, rispetto al tuo imput.
E il tempo, il tempo dove lo metti? Le donne di cui tu parli, coloro che dovrebbero EMANCIPARSI, sono proprio quelle che non hanno i mezzi per scrivere!
Premesso ciò, voglio dare un parziale contributo basato sulla mia esperienza:



Realtà familiare: rivalità tra me e mia figlia, in forma inconscia , nei confronti del nostro uomo marito e padre. Tanti screzi tra noi erano dovuti anche a questa rivalità, se mi fossi resa conto prima di ciò, avremmo sofferto meno tutte e due. Qui la conoscenza teorica mi avrebbe aperto gli occhi, avrei potuto riconoscere subito la causa del nostro conflitto, non mi sarei chiesta, perché proprio mia figlia mi trattava come se io fossi stata la sua serva, avrei potuto risparmiarle le mie reazioni sproporzionate: avremmo sofferto di meno.

Avevo scritto qualcosa che riguardava la mia realtà lavorativa, ma stavo scendendo troppo nei particolari. La conflittualità in questo periodo è al massimo, siamo in una fase cruciale, perciò mi limito a dirti che sì spesso “certe” donne sono le più aggressive degli uomini stessi e non sanno far altro che ricalcare il modello maschile.

Il mio tempo è scaduto, avrei tanto altro da dirti……………

Grazie per i tuoi interventi

Maura

Cara Maura
grazie. Accetto l'Autorevole” se l'intenzione è un po' ironica ; lo meriterei. E' vero che sono fuori norma nel contesto di un forum virtuale, con esigenze diverse da ciò che propongo, per forma (già 40 o 50 righe sono eccessive) e contenuti ( non sempre agevoli nella lettura)
Cerco di vedere un argomento sotto varie angolazioni, e di rispondere con altrettanta attenzione a chi interessa ciò che scrivo ( non molti) Ma mi piace anche chattare e scrivere in rima comunque il tempo che ho deciso di dedicare al Pc è limitato anche perchè preferisco impiegare il tempo pure in altre attività culturali.
Mi hai dato lo spunto per un argomento sulla figura del “padre”, che mi sembra qui non ancora proposto.

arsenio is offline  
Vecchio 15-01-2008, 03.04.56   #6
Maura
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Originalmente inviato da arsenio
Per le musulmane ti basti ricordare che le leggi coraniche, tra l'altro, premettono che valgono il 50% di un uomo, anche in affari di giustizia.
Caro Arsenio,
ho trovato or ora alcuni appunti che possono illustrare la realtà della donna in alcuni paesi Islamici.
Sono periodi tratti da “Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nafisi.
Pensa ho scoperto NABOKOV (e me ne sono innamorata), leggendo il libro di una donna Iraniana!

-Per circa due anni, quasi tutti i giovedì mattina, sono venute a casa mia, e quasi ogni volta era difficile superare lo choc di vederle togliersi il velo e la veste per diventare di botto a colori. Eppure, quando le mie studentesse entravano in quella stanza, si levavano di dosso molto di più. Lentamente, ognuna di loro acquisiva una forma, un profilo, diventava il suo proprio, inimitabile sé.-

Tema del seminario era il rapporto tra realtà e finzione letteraria
Qui e ora nell’altro mondo che tanto spesso veniva evocato dalle nostre discussioni siedo e ripenso a me e alle mie studentesse, le mie ragazze, come le chiamavo, mentre leggiamo Lolita in una stanza piena di sole fasullo a Teheran E tuttavia, per rubare le parole a Humbert, il poeta-criminale di Lolita, ho bisogno che anche tu, lettore, cerchi di pensare a noi, perché altrimenti non potremmo esistere.-


-Il mio soggiorno si trasformò per tutte noi nel regno della libertà più assoluta. Un vero paese delle meraviglie. Sedute intorno al tavolino, coperto di mazzi di fiori, entravamo e uscivamo dai nostri romanzi. Guardando indietro, mi stupisco ancora di quanto abbiamo imparato, senza nemmeno accorgercene. Nobokov lo aveva descritto, quello che ci sarebbe successo. Avremmo scoperto come il banale ciottolo della vita quotidiana, se guardato attraverso l’occhio magico della letteratura, possa trasformarsi in pietra preziosa.-

-Alle 6 del mattino del primo giorno sono già sveglia. Troppo nervosa per fare colazione, metto il caffè sul fuoco e mi faccio una lunga doccia rilassante. L’acqua mi accarezza il collo, la schiena, le gambe: so bene dove sono, ma mi sento leggerissima.-

-Svizzera”, chissà perché, era diventato sinonimo della rilassatezza di costumi occidentali. Qualsiasi critica a programmi o gesti ritenuti contrari ai dettami dell’Islam era sempre accompagnata da un sarcastico promemoria: l’Iran non è mica la Svizzera.-

-Nella repubblica Islamica l’insegnamento, come ogni altra professione, doveva sottostare alla politica e ai suoi capricci.
La gioia di insegnare era costantemente guastata dalle aberrazioni e dalle storture che il regime ci imponeva. Com’era possibile far bene il proprio mestiere quando il primo pensiero dei rettori non andava alla qualità del lavoro ma colore delle labbra, o al potenziale sovversivo di una ciocca di capelli? Oppure, quando certi colleghi si preoccupavano soltanto di espungere la parola “vino” da un racconto di Hemingway, o decidevano di cassare dal programma Emily Bronte perché dava l’impressione di giustificare l’adulterio?
Mi tornò in mente un’amica pittrice, che aveva cominciato dipingendo dal vivo, case abbandonate e foto di donne scartate, gettate via. A poco a poco era poi passata a soggetti sempre più astratti, e nella sua ultima mostra i quadri erano semplici macchie di colori ribelli, come i due che tenevo in soggiorno, a chiazze blu con qualche goccia di azzurro.
Una volta le chiesi come mai avesse abbandonato il realismo per l’astrazione. “La realtà è diventata così insopportabile,”
rispose “così deprimente, che ormai so dipingere soltanto i colori dei mie sogni”.-


Non ho trovato gli appunti relativi al “mago” l’uomo speciale a cui Lei si rivolgeva quando aveva bisogno di sostegno o di parlare semplicemente con una persona sensibile e intelligente, che non si lasciava coinvolgere dal regime, ma che preferiva la solitudine alla contaminazione.(vado a memoria)

Certo un uomo solo su tanti altri che imponevano le legge Islamiche alla popolazione, ma quest’uomo ha sostenuto Azar Nafisi, che a sua volta ha continuato ad insegnare clandestinamente ad alcune sue studentesse.

.........e comunque per me sei veramente autorevole.
Maura
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Vecchio 16-01-2008, 10.06.19   #7
arsenio
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Originalmente inviato da Maura
Caro Arsenio,
ho trovato or ora alcuni appunti che possono illustrare la realtà della donna in alcuni paesi Islamici.
Sono periodi tratti da “Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nafisi.
Pensa ho scoperto NABOKOV (e me ne sono innamorata), leggendo il libro di una donna Iraniana!

-Per circa due anni, quasi tutti i giovedì mattina, sono venute a casa mia, e quasi ogni volta era difficile superare lo choc di vederle togliersi il velo e la veste per diventare di botto a colori. Eppure, quando le mie studentesse entravano in quella stanza, si levavano di dosso molto di più. Lentamente, ognuna di loro acquisiva una forma, un profilo, diventava il suo proprio, inimitabile sé.-

Tema del seminario era il rapporto tra realtà e finzione letteraria
Qui e ora nell’altro mondo che tanto spesso veniva evocato dalle nostre discussioni siedo e ripenso a me e alle mie studentesse, le mie ragazze, come le chiamavo, mentre leggiamo Lolita in una stanza piena di sole fasullo a Teheran E tuttavia, per rubare le parole a Humbert, il poeta-criminale di Lolita, ho bisogno che anche tu, lettore, cerchi di pensare a noi, perché altrimenti non potremmo esistere.-


-Il mio soggiorno si trasformò per tutte noi nel regno della libertà più assoluta. Un vero paese delle meraviglie. Sedute intorno al tavolino, coperto di mazzi di fiori, entravamo e uscivamo dai nostri romanzi. Guardando indietro, mi stupisco ancora di quanto abbiamo imparato, senza nemmeno accorgercene. Nobokov lo aveva descritto, quello che ci sarebbe successo. Avremmo scoperto come il banale ciottolo della vita quotidiana, se guardato attraverso l’occhio magico della letteratura, possa trasformarsi in pietra preziosa.-

-Alle 6 del mattino del primo giorno sono già sveglia. Troppo nervosa per fare colazione, metto il caffè sul fuoco e mi faccio una lunga doccia rilassante. L’acqua mi accarezza il collo, la schiena, le gambe: so bene dove sono, ma mi sento leggerissima.-

-Svizzera”, chissà perché, era diventato sinonimo della rilassatezza di costumi occidentali. Qualsiasi critica a programmi o gesti ritenuti contrari ai dettami dell’Islam era sempre accompagnata da un sarcastico promemoria: l’Iran non è mica la Svizzera.-

-Nella repubblica Islamica l’insegnamento, come ogni altra professione, doveva sottostare alla politica e ai suoi capricci.
La gioia di insegnare era costantemente guastata dalle aberrazioni e dalle storture che il regime ci imponeva. Com’era possibile far bene il proprio mestiere quando il primo pensiero dei rettori non andava alla qualità del lavoro ma colore delle labbra, o al potenziale sovversivo di una ciocca di capelli? Oppure, quando certi colleghi si preoccupavano soltanto di espungere la parola “vino” da un racconto di Hemingway, o decidevano di cassare dal programma Emily Bronte perché dava l’impressione di giustificare l’adulterio?
Mi tornò in mente un’amica pittrice, che aveva cominciato dipingendo dal vivo, case abbandonate e foto di donne scartate, gettate via. A poco a poco era poi passata a soggetti sempre più astratti, e nella sua ultima mostra i quadri erano semplici macchie di colori ribelli, come i due che tenevo in soggiorno, a chiazze blu con qualche goccia di azzurro.
Una volta le chiesi come mai avesse abbandonato il realismo per l’astrazione. “La realtà è diventata così insopportabile,”
rispose “così deprimente, che ormai so dipingere soltanto i colori dei mie sogni”.-


Non ho trovato gli appunti relativi al “mago” l’uomo speciale a cui Lei si rivolgeva quando aveva bisogno di sostegno o di parlare semplicemente con una persona sensibile e intelligente, che non si lasciava coinvolgere dal regime, ma che preferiva la solitudine alla contaminazione.(vado a memoria)

Certo un uomo solo su tanti altri che imponevano le legge Islamiche alla popolazione, ma quest’uomo ha sostenuto Azar Nafisi, che a sua volta ha continuato ad insegnare clandestinamente ad alcune sue studentesse.

.........e comunque per me sei veramente autorevole.
Maura

Cara maura, grazie. Splendidi passi di un vissuto romanzato di cui ho sentito parlare. Tre o quattro anni fa la bibliotecaria di un paese balneare che conosce le mie preferenze, inusuali in un maschio, me lo segnalò. Ma dovevo partire; mi scrissi autore e titolo, poi me ne scordai.

Comunque conosco la tragica situazione delle musulmane attraverso la testimonianza scritta in altre opere di autrici intellettuali. Ma certe, anche docenti universitarie, musulmane occidentalizzate, sono più blande nelle critiche.

Per la teocrazia islamica non esiste separazione tra religione e Stato. Quello che non c'è nel Corano, legge assoluta, è il Male. Letteratura, cultura, fantasia, progresso dell'Occidente, ecc. sono nemici giurati. A tal punto che sono capaci di affermare che la stessa scienza, se non è al servizio dell'islam, non serve a niente. Infatti è il progresso scientifico il più detestato pericolo per ogni religione monoteista. Figuriamoci per i musulmani sottomessi al Corano per ogni aspetto della vita quotidiana.
Nei tribunali sauditi le donne non possono testimoniare nei processi, perchè dominate dagli uomini che per volontà divina sono considerati superiori. Perciò le donne testimonieranno secondo ciò che loro detta l'ultimo uomo. Anche perchè sono ritenute prive di memoria e inattendibili. Anche le crudeltà antiumanistiche nei loro confronti sono comandate da Dio. Per eredità i maschi prendono il doppio. In famiglia diventano loro severi carcerieri con diritto di sgozzarle per lavare l'onore. La nascita di una bambina è un'onta da nascondere, non viene registrata, e le madri stesse preferiscono venga uccisa, piuttosto che sopporti pesanti umiliazioni. La donna è ammessa solo come oggetto e non soggetto di desiderio E' colpevole di ogni atto sessuale subito, anche violento. Perchè ha provocato lei il maschio . Solo gli uomini hanno diritto a uscire nella piazza; le donne hanno il divieto pure di recarsi da sole in altre città.
In ogni caso sono diffusi stupri, prostituzione e pedofilia. Perchè a fronte di divieti puniti severamente, nessuna legge protegge i bambini.

E' proprio il velo che rinfocola le voglie del maschio. Che quasi penetra le velate con lo sguardo. Si sa che ciò che si nasconde attira ancor di più gli sguardi concupiscenti. Come negli anni di intransigente e assurda sessuofobia cattolica. Si dice che allora l'eros maschile fosse più vivace E' sempre stato il tabù da trasgredire la molla che scatena l'erotismo. E poi ci sarebbe un rapporto anche religione-terrorismo. Infatti morendo, i maschi raggiungono le vergini Uri, che , che ridiventano vergini dopo ogni coito ( la verginità è sempre stata un'ossessione delle mentalità ipocritamente moralistiche) Così finalmente possono soddisfare la repressione rinvigorita dalle proibizioni religiose.

L'oscurantismo antidemocratico dell'islamismo è dovuto soprattutto perchè non beneficiarono dell'esperienza dell'illuminismo. Quel movimento quale processo scientifico e culturale giovò in qualche misura al cristianesimo, che non raggiunse tali eccessi.
In questa sede non polemizzo con le ultime vicende, ma nell'ultima enciclica Spe Salvi, tra l'altro, si condanna proprio l'illuminismo, includendolo nelle “speranze terrene fallite”. E la donna ? E' ancora guardata con sospettosa ambivalenza. Antico “demonio” perchè tentazione di peccato? Se non sottomesso cardine dell'indissolubilità del matrimonio, a qualunque costo, e fabbrica di bambini.



Non approfitto del tuo tempo, ma ci sarebbero ancora molte cose da dire
arsenio is offline  
Vecchio 22-01-2008, 20.57.36   #8
Maura
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Ciao Arsenio, ho scritto e perso ciò che avevo già corretto.
Ti incollo, senza correzione la brutta copia che avevo scritto con word, il mio tempo è scaduto........
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Originalmente inviato da arsenio
“L'oscurantismo antidemocratico dell'islamismo è dovuto soprattutto perchè non beneficiarono dell'esperienza dell'illuminismo. Quel movimento quale processo scientifico e culturale giovò in qualche misura al cristianesimo, che non raggiunse tali eccessi”
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Originalmente inviato da arsenio
“In questa sede non polemizzo con le ultime vicende, ma nell'ultima enciclica Spe Salvi, tra l'altro, si condanna proprio l'illuminismo, includendolo nelle “speranze terrene fallite”.
Il Papa fa il suo mestiere e d’altro canto dove sono gli uomini di scienza? Con quali mezzi riescono trasmettere il loro pensiero alla popolazione imbambolata dalla TV nazionalpopolare?

La mia verità è che i proclami del Papa vengono acclamati in piazza dai fedeli e miseramente contraddetti nella vita quotidiana.
Da un lato si predica bene, dall’altro si razzola male.
Voglio comunque spezzare una lancia per chi nella Chiesa, quotidianamente lavora fattivamente per il prossimo. Ci sono persone con le quali non mi trovo ideologicamente, ma con le quale condividerei un progetto di aiuto, mentre con altre più vicine a me ideologicamente mi limiterei solo a bere un caffè e a fare due chiacchiere. Con le chiacchiere però non si entra in contatto con la gente, non si elaborano nuovi progetti agganciati alla realtà, ma ci si limita al solo esercizio intellettuale, e la povera gente rimane legata suo malgrado alla Chiesa.
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Originalmente inviato da arsenio
Antico “demonio” perchè tentazione di peccato? Se non sottomesso cardine dell'indissolubilità del matrimonio, a qualunque costo, e fabbrica di bambini.”
A mio avviso enfatizzi troppo questo aspetto.
Quanti tipi diversi di femminilità esistono?
Io per esempio appartengo a quello legato alla famiglia e alla procreazione, così di indole mia, per la mia storia.
Ho lottato nei momenti di transizione per continuare nel matrimonio: non pregando, ma cercando di capire con la psicoanalisi. Non sono credente, ho fatto propaganda di porta in porta per il divorzio e l’aborto, perché ho conosciuto donne maltrattate dai mariti e ho ancora il ricordo dell’emorragia in seguito all’aborto clandestino di mia madre.

Mi sono sposata civilmente, con solo due testimoni e nonostante tutto il nostro matrimonio regge. Altri con tanto di rito Cattolico, percorso prematrimoniale, abito bianco, orchestra e fiori hanno risolto con il divorzio.

Se da un lato ritengo che due persone adulte possono mettersi insieme come e quando voglio, dall’altro penso che prima di metter al mondo dei figli bisogna trovare il partner adatto non solo per il rapporto di coppia, ma anche per il ruolo genitoriale che gli spetta. Per far questo bisogna conoscerlo, ci vuol tempo, bisogna affinarsi e integrarsi.
Non approvo:
- coloro che collocano il loro matrimonio all’interno di una tipica famiglia tradizionale nella quale il ruolo di genitori viene assolto dai nonni.
- coloro che mettono al mondo dei figli in rapporti non stabili creando famiglie allargate senza avere la capacità di gestirle.
Si fa educazione sessuale nelle scuole, ma non si fa educazione ai sentimenti della coppia.
I nostri giovani vanno aiutati, seguiti, non lasciati troppo soli, anche se dicono di essere ben informati.

Scusa la mia sincerità, ma credo che facciano più danni un certo modo consumistico e costruito sulle apparenze propagandato da certi programmi TV, certe riviste che si leggono dal parrucchiere, che le parole del Papa. Non dobbiamo dividerci, ma trovare i punti di contatto e andare avanti, pensa alle donne Africane a quali riti tribali vengono sottoposte, a tutte le donne che nel nostro paese vengono costrette alla prostituzione. Mi citi un’organizzazione Laica che si interessa di loro?
Sarei ben lieta di sapere che esistono organizzazioni anche laiche che assolvono a questo compito.
Continuo a leggerti, Ciao Maura
Maura is offline  
Vecchio 24-01-2008, 10.22.51   #9
arsenio
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Ciao Arsenio, ho scritto e perso ciò che avevo già corretto.
Ti incollo, senza correzione la brutta copia che avevo scritto con word, il mio tempo è scaduto........
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Continuo a leggerti, Ciao Maura

cara maura
Che il Papa faccia il suo mestiere mi sembra giusto, ma dovrebbe limitarvisi, astenendosi dal voler legiferare, fondandosi viceversa alla carità evangelica, e non all'inflessibilità dogmatica, con rinnovati spauracchi dell'inferno. Si tratta sempre di “dare a Cesare quel che è di Cesare, evitando elusive e fumose interpretazioni sulle pertinenze della Chiesa. E' questa riconosciuta suddivisione di competenze la vera “laicità”, non identificabile nel “laicismo”, termine che sminuisce chi non si allinea. Il dialogo della fede con la ragione e la scienza sottomesse è fuorviante e non giova a nessuno, perchè la fede è merito, grazia, rivelazione e non può equipararsi a un scientificità indiscutibile ,essendo Verità rivelata. Tuttavia confermo certi meriti di organizzazioni ecclesiastiche riguardo assistenza e volontariato, dove io stesso collaboro. E' vero che le adunate in piazza ormai fanno parte di un'epidermica cultura di massa, a volte sponsorizzata od organizzata con l'allettamento di spettacolarizzazione assicurata, più che di spontanei moti dell'anima.

La “femminilità” è ancora in corso di un'evolutiva mutazione. La massaia passivamente tollerante ormai abita soltanto certe menti retrograde e i matrimoni con vincolo indissolubile anche per dipendenza economica, oltre che per ragioni moralistiche, sono rari. Tuttavia sgomentano ancor le varie e diffuse forme di violenza d'un maschilismo irriducibile. Ho sempre auspicato che certi residui valori femminili, relazionali ed emotivi, si estendessero anche all'universo maschile. Approvo la famiglia, anche non istituzionale, all'insegna dei una lungimirante progettualità e procreazione responsabile e consapevole. Preoccupa l'alta percentuale di separazioni e divorzi in tempi brevi o brevissimi, sin dall'inizio già presagiti, con la prospettiva di tali uscite di sicurezza. Così si trascura perfino d'indagare se all'origine c'è un vero innamoramento fondato su indizi certi, oppure motivazioni più superficiali.
Ne faranno le spese i figli disorientati da tanti parenti acquisiti in quelle strane promiscuità delle famiglie allargate, che creano antagonismi e frustrazioni.
Le separazioni quando i figli sono in stadi evolutivi critici sono molto dannose. La madre accuditiva, sensibile, modello identificativo per le bambine, deve cedere in parte il suo ruolo al padre irrinunciabile , specie per i maschi,che insegna ad affrontare la vita con coraggio e decisione, mettendo in conto alche il rischio. Ma oggi è perlopiù assente sia in senso fisico che psicologico. Né è da rimpiangere i capofamiglia patriarcale padrone e normativo. Sono assolutamente richiesti genitori maturi in senso psicoaffettivo. Rapporti genitoriali durante i primi 3 anni sono decisivi e influenzeranno ogni futura vicenda esistenziale. Devono beneficiare di un attaccamento sicuro che garantisca una solida base ed educazione sentimentale. Dopo sarà difficile anche per un terapeuta modificare certi condizionamenti o rimediare a certe frasi svalorizzanti che hanno lasciato il segno. Da testimonianze educative i veri “bulli”, nevrotici, malati da curare, sono proprio i genitori che crescono bambini senza averne una minima preparazione di base. Il maggior disagio di mia figlia educatrice in una scuola materna statale è il disinteresse per le sue proposte di avviare un laboratorio didattico -creativo, in alternativa alla diseducazione impartita dalla tivù. Ci sono bambine di quattro anni che in classe simulano passerelle di top model, esibizioni di ballo da veline ( a casa ne sono perfino incoraggiate) e maschietti che s'identificano negli eroi negativi delle fiction Sono disadattati e tutti avrebbero bisogno di un insegnate di sostegno. Quasi mai ci sono riscontri medici di origine organica, ma riflesso di situazioni familiari insostenibili. Ci vorrebbero quelle scuole di formazione per genitori dove c'è collaborazione con gl' insegnanti, istituite in alcune città. Purtroppo i genitori vedono gli asili come posteggio per bambini dove non devono sporcarsi, farsi male, esprimere già un carattere competitivo; altro non conta.
Concordo che affidare per troppe ore i bambini ai nonni non è giusto e può essere pure diseducativo. Non tutti gli anziani sanno annullare le distanze generazionali. Non c'è educazione se non accompagnata da modelli comportamentali, dove modelli sono soprattutto i genitori.

Il matrimonio nonostante tutto rimane un miraggio segretamente ambito anche dalle single convinte per opportuna indipendenza. Legittima, ma anch'io non consiglierei un figlio a priori programmato senza una figura paterna. Tuttavia sposarsi è una scelta precaria. Richiede una continua rinegoziazione e conseguenti compromessi, prendendo atto di cambiamenti di entrambi rispetto al primo giorno di convivenza. Altrimenti ci si può anche ammalare, perchè la avita sociale a due richiede valenze affettive, emotive e nuove esigenze da appagare, che si presentano nel corso del tempo. Se mancano possono scatenarsi disturbi anche gravi, ma i sentimenti sono i grandi malati del nostro tempo tecnologico. La coppia tende a manifestare aggressività e svalorizzazioni più che proposito di capirsi. Manca pure quella seduzione intelligente, fantasiosa ,garbata che in qualche modo dovrebbe continuare.
Le donne eccessivamente disinibite inibiscono noi, alcune nelle fasce della mezza età sono irrimediabilmente deluse e proiettano un giustificato rancore su ogni uomo che incontrano. Altre sono rassegnate a una routine coniugale piatta,senza infamie, ma anche senza vitalità.
I maschi non hanno ancora imparato a contattare i loro e altrui sentimenti, assimilandone il linguaggio. Spesso carenti d'intuizione e calore, incapaci di dare quella vicinanza di sostegno prima o poi richiesta da ogni donna.

Infine si deve constatare che nessuno diventa come vorremmo,e che si deve accettarlo. E' vano pretendere qualcosa da chi non la possiede,e ciò vale per entrambi i sessi. Quindi fin dall'inizio gioverebbe conoscere se stessi, le reciproche esigenze, le tolleranze o meno , le differenze accettabili o intollerate.

Della cultura alla deriva , delle suggestioni mediatiche e della pubblicità ho già parlato abbastanza in altri post. E' vero che gli uomini di scienza,e in particolare gli ormai rari intellettuali che sanno vedere i problemi attuali sotto varie angolazioni e con gran lucidità critica, non potrebbero competere con altre figure che bucano il video. Scrivono illuminati articoli sui quotidiani, ma sono poco letti e non accessibili a tutti.

In un'epoca postmoderna di globalizzazione, emigrazioni , transculturalità, è vero che emergono drammatiche situazioni per cui le donne etniche devono subire vessazioni, violenze,sfruttamenti, tradizioni rituali da medioevo. L'infibulazione è una pratica barbarica tipica in società caratterizzate da una visione patriarcale estrema. E la forma più tragica di prostituzione sono le schiave importate, vendute, scambiate come merce, che affollano strade ed autostrade. Ricordo Don Benzi, che si occupò di tale crescente fenomeno, e delle sue energiche esternazioni. Tra l'altro un volta disse: “anche le mogli dovrebbero darci una mano, dimostrando maggior disponibilità verso i mariti. Infatti tra la popolazione che ne fruisce, in percentuale alta ci sono molti maschi sposati, tra cui alcuni insoddisfatti, e non solo in cerca di evasioni immotivate.



non ti ho quotato per la lunghezza del mio msg
arsenio is offline  
Vecchio 31-01-2008, 15.15.34   #10
Maura
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Caro Arsenio,
a volte penso che il nick più rappresentativo per me sarebbe stato “lumaca”,ma ho scelto il mio vero nome. A me piace la trasparenza.
Mi perdonerai se sto andando fuori tema, non sono in grado ancora di lanciare miei 3d, non potrei garantire di poterli poi seguire successivamente, potrei anche non farmi più viva per giorni e giorni, se non per mesi.
[quote=arsenio]"Che il Papa faccia il suo mestiere mi sembra giusto, ma dovrebbe limitarvisi, astenendosi dal voler legiferare, fondandosi viceversa alla carità evangelica, e non all'inflessibilità dogmatica, con rinnovati spauracchi dell'inferno. Si tratta sempre di “dare a Cesare quel che è di Cesare, evitando elusive e fumose interpretazioni sulle pertinenze della Chiesa. E' questa riconosciuta suddivisione di competenze la vera “laicità”, non identificabile nel “laicismo”, termine che sminuisce chi non si allinea. Il dialogo della fede con la ragione e la scienza sottomesse è fuorviante e non giova a nessuno, perchè la fede è merito, grazia, rivelazione e non può
equipararsi a un scientificità indiscutibile ,essendo Verità rivelata fine quota arsenio[quote]"
Concordo con te, grazie di aver chiarito. Infatti intendevo dire che ci sono due livelli
1) proclami, le encicliche, le teorie in cui tutti esprimono solo “buoni propositi”.
2) Il privato in cui si agisce in modo opposto.
La Chiesa condanna le unioni non consacrate dal matrimonio, la contraccezione, l’aborto, l’omosessualità, la pedofilia, ma poi in clandestinità i prelati possono fare quello che voglio,causando maggior danno ai loro partner se consenzienti o facendo “male” alle loro vittime che spesso non hanno la forza di denunciare.
Proprio ieri uno scrittore Triestino, nella trasmissione di Rai 3 delle 13 ca. dichiarava di come è facile per un uomo essere avvicinato da prelati in Piazza S.Pietro per un incontro omosessuale. Ricordo ancora la trasmissione sulla 7 nella quale un giovane tramite chat veniva contattato da un Monsignore, e poi l’incontro, le parole…. (sono rimasta stordita, ma ho potuto constatare il grado della mia ignoranza e ingenuità) Se non ricordo male i Prelati non devono sposarsi, ma poi possono fare di tutto in una velata clandestinità.
Quando penso alla pedofilia poi, mi mancano le parole! Direi che le persone perverse tendono a scegliere proprio l’ambiente a loro più congegnale per avvicinare meglio le loro vittime.
Sarebbe opportuno che il Clero ammettesse che siamo esseri umani, in cui il corpo e la psiche sono strettamente connessi e non si vive di solo spririto.
Cosa cambierebbe se la religione ammettesse che l’amore libero tra un uomo e una donna è un’esperienza bellissima, che due amanti potrebbero non essere pronti alla cura dei figli e quindi sarebbe opportuno adottare metodi contraccettivi, che ci sono situazioni in cui una donna deve interrompere la gravidanza, che certe unioni non sono eterne, che l’omosessualità non va repressa, e che i pedofili non vanno nascosti e protetti, ma curati?
Qualcuno potrebbe dire, nessuno ti obbliga ad seguire i dogmi della religione. Quando però la Chiesa nasconde e protegge chi profitta dei deboli, facendone ricadere le conseguenza sulla società bisogna DENUNCIARE. Quando poi, tenta d’interferire sulle leggi della società civile, è necessario contraddire CIVILMENTE. Il problema è che la Chiesa è ben radicata sul territorio, mentre noi (almeno io) non abbiamo più referenti politici autorevoli e capaci.
Arsenio, lo sai che hai ridestato in me la passione civile?
Avrei altro da scrivere, ma per ora mi fermo qui.
Ho letto molto velocemente la tua risposta al mio intervento del 30/1/08 su “Parola Farmaco e Veleno”. Ti ringrazio per la recensione a “11 minuti”, finito di leggere cercherò di descrivere le mie impressioni. Non preoccuparti non ho assoldato un investigatore privato per spiarti, ma ho acquistato il romanzo di Paolo Cohelho per capire meglio il 3d “Le alterità post femministe” del 2/1/08. Tra l’altro passando per il sito di Ivo, che ringrazio pubblicamente per questo spazio che ci mette a disposizione, ho acquistato anche “La vita sessuale di Catherine M.” Maura
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