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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 25-10-2014, 10.37.33   #11
Galvan 1224
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Originalmente inviato da IlSennoDiPoi
Grazie.
Ma ti assicuro che se un fiore profuma come una rosa, deve essere per forza una rosa, vedi come finiscono romeo e giulietta per via di un nome.

Buongiorno caro amico…

ho ricevuto un nome raro e difficile da portare con disinvoltura, come mi son dovuto accorgere dall’adolescenza in avanti, tanto che nel declinare le generalità con gli amici usavo sempre un diminutivo… se non l’altro mio nome… quello fantasma…

Mia madre mi spiegò che il primo nome provenne da un mio zio che mi voleva assai bene… se non più almeno come un genitore…

Per stemperare quel nome difficile ne venne affiancato come s’usava un secondo, comune e rassicurante… quasi da apparir anonimo al dirlo.
Beh, quel secondo nome l’ho sempre amato e avessi allora potuto metterlo per primo ne sarei stato felice… ma eran tempi lontani, più dei tuoi, tali possibilità per quel che ne sapevo non esistevano, almeno nella mia mente e nel mio inesistente portafoglio…

Ovviamente in tutti gli atti e formalità avevo da firmarmi come da anagrafe… ma al conoscere, che so, una ragazza… beh, dapprima usavo il nome fantasma… ché l’altro ritenevo avesse meno chances… però c’era qualcosa che non mi tornava…

Mio fratello di nomi ne aveva ben tre… e due comparivano nei suoi documenti mentre il terzo mi venne detto era stato registrato solo all’anagrafe, come il mio secondo.

Così a una certa età considerai la possibilità d’averlo anch’io ben scritto accanto al primo nei miei documenti, così da non sentirmi un po’ falso al dichiararlo, e mi recai all’anagrafe della città natia… dove cerca e ricerca non ve n’era alcuna traccia…

Mia madre insisteva d’averlo dichiarato e fatto trascrivere… ma alla fine… verba volant… e alla fine me ne feci una ragione, se quel secondo nome l’avevo, l’avevo solo nella sua mente (è rimasto un piccolo mistero, tuttavia…).

Mi ci è voluta una vita per sentire (non accettare, quello è più facile e ti comprendo alla perfezione) nella mia carne, nella mia mente, che il mio nome contiene il mio destino e una volta compreso questo… di chiamarmi o esser chiamato con quello, un altro o un nick non fa alcuna differenza… il messaggio (se tale è, indipendentemente da dove provenga) è passato.

Quindi il nome è straordinariamente importante… potendo esser altro… forse anche un veicolo per realizzare il massimo desiderio dell’uomo (vedi epopea di Gilgamesh) che si è sempre creduto gli dei possedessero.

I traduttori biblici, che hanno indiscriminatamente tradotto shem con “nome” ogni volta che si sono imbattuti nel termine, non hanno evidentemente tenuto conto di un illuminante studio pubblicato più di un secolo fa da G. M. Redslob (in Zeitschrift der Deutschen Morgenlandischen Gesellschaft) nel quale l’autore affermava, a ragione, che i termini shem eshamain (“cielo”) derivano dalla radice shamah. Che significa “ciò che è rivolto in alto”. http://anunnaki-italia.com/2013/01/0...-fiammeggianti

Gilgamesh sicuramente cercava l’immortalità… che gli sfuggì (sotto forma di pianta) a causa del famoso serpente (m’immagino il sorrisetto dell’amico paul11, questi son temi che conosce assai bene…).

Noi, più semplicemente, cerchiamo il nostro posto al mondo, di far quello che ci compete potendo almeno alla sera, nel coricarci, sentir dentro di noi che s’è fatto quanto si poteva fare… e che va bene così… Rungli-Rungliot…

Io - qui come Galvan - sto realizzando una parte del contenuto del mio nome, come stai facendo tu, come IlSennoDiPoi.
Non son nomi/nick a caso, come il cane che assomiglia al suo padrone hanno a che fare con la nostra storia, compiuta e in atto.

Abbiamo qualcosa in comune (anche con altri che son qui intervenuti), l’interrogarci sul nome… il tuo (nick), dopo aver speso queste parole è diventato una (piccola) parte del mio contenuto, della mia memoria… che a me piace vedere e sentire come una cosa viva (nel bene e purtroppo nel male…) riservandogli un posto nelle mie storie… beh, ci sei anche tu ora e prima o poi mi renderai più di quel pochissimo che potrò darti io, perché sei una persona gentile, gran qualità…

Mi attengo alle disposizioni: in questo forum non si offrono consulenze né si dà sostegno psicologico… ci si scambiano le nostre esperienze, i punti di vista… e perché no, purché sia in tema, si fa un pezzo di strada assieme.

La mia per il momento è iniziata e continua con l’anello di Re Salomone… vedrai, fatalità, che colà il nome ha la sua importanza… certo non smetterai di soffrire sol per darci un’occhiata, ma almeno ti terrà impegnato per breve tempo, tra amici… e poi chissà, mai dire mai… forse a differenza di Adso lo scoprirai qual era il nome…

Ma ora che sono molto, molto vecchio, mi rendo conto che di tutti i volti che in passato mi ritornano in mente, più chiaro di tutti, vedo quello della fanciulla che ha visitato tante volte i miei sogni di adulto e di vegliardo. Eppure, dell'unico amore terreno della mia vita non avevo saputo, né seppi mai: il nome... (Adso)


Galvan 1224 is offline  
Vecchio 25-10-2014, 16.00.45   #12
vanina
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Data registrazione: 22-04-2014
Messaggi: 268
Riferimento: Nome anagrafico

Mah....io mi trovo molto con quel che scritto Jador...

Mi viene anche un po' da sorridere (non sul tuo caso, Ilsennodipoi, ma sull'argomento in sè), perchè penso a quanti si son trovati impicciati (per esempio) in un ingombrante "Benito" senza aver nulla dell'ispiratore, così come scommetterei della Serracchiani nel chiamarsi Debora , che è comunque una calamità volendo (ed ipotizzando che non abbia già fatto la pratica per risultare "Debora" anzichè "DeboraH" come si usava, quando nacque, presso certe e determinatissime fasce sociali).

Credo assolutamente che il nome possa essere fattore di imbarazzo e (per dirla tutta) anche di "rancorini orpellanti" che ...per il solo fatto di doversi qualificare anche più volte al giorno...effettivamente diventano la classica goccia che scava la pietra (emotiva, di ognuno di noi).

Poi però, volendo e come già scritto da Jador, io credo che si possa "far pace" con questi scompensi (che tali sono, assolutamente) quando crescendo si riesce ad accogliere ed assolvere e persino abbracciare le motivazioni di chi ci impose quel nome.

Non ho elementi, invece e almeno io , per suffragare la tesi di Galvan ...

Nella mia professione ho realmente avuto Fornitori che (NON è nome d'arte, ma E' nome di battesimo) ...uno è battezzato "Kid" (italianissimo). Un altro (italianissimo) è battezzato - GIURO - "Batman" . Un terzo è battezzato - GIURO GIURISSIMO POTREI DARE IL CODICE FISCALE se non fosse vietato dalla Legge Privacy) - nientepopodimeno che "ERNANO" (!!!!!) ....

E penso proprio che se da queste aspirazioni a un qualche gotha (quel pochino che era possibile a chi nel suo piccolo sognava un gotha), si volesse addirittura trarre presagio di una mission...allora sì che sarebbe ancora più conturbante di quanto possa esserlo ("soltanto") chiamarsi "Ernano" in Italia Centrale.....

O no?
vanina is offline  
Vecchio 25-10-2014, 21.24.13   #13
IlSennoDiPoi
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Data registrazione: 23-10-2014
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Riferimento: Nome anagrafico

Citazione:
Originalmente inviato da vanina
Mah....io mi trovo molto con quel che scritto Jador...

Mi viene anche un po' da sorridere (non sul tuo caso, Ilsennodipoi, ma sull'argomento in sè), perchè penso a quanti si son trovati impicciati (per esempio) in un ingombrante "Benito" senza aver nulla dell'ispiratore, così come scommetterei della Serracchiani nel chiamarsi Debora , che è comunque una calamità volendo (ed ipotizzando che non abbia già fatto la pratica per risultare "Debora" anzichè "DeboraH" come si usava, quando nacque, presso certe e determinatissime fasce sociali).

Credo assolutamente che il nome possa essere fattore di imbarazzo e (per dirla tutta) anche di "rancorini orpellanti" che ...per il solo fatto di doversi qualificare anche più volte al giorno...effettivamente diventano la classica goccia che scava la pietra (emotiva, di ognuno di noi).

Poi però, volendo e come già scritto da Jador, io credo che si possa "far pace" con questi scompensi (che tali sono, assolutamente) quando crescendo si riesce ad accogliere ed assolvere e persino abbracciare le motivazioni di chi ci impose quel nome.

Non ho elementi, invece e almeno io , per suffragare la tesi di Galvan ...

Nella mia professione ho realmente avuto Fornitori che (NON è nome d'arte, ma E' nome di battesimo) ...uno è battezzato "Kid" (italianissimo). Un altro (italianissimo) è battezzato - GIURO - "Batman" . Un terzo è battezzato - GIURO GIURISSIMO POTREI DARE IL CODICE FISCALE se non fosse vietato dalla Legge Privacy) - nientepopodimeno che "ERNANO" (!!!!!) ....

E penso proprio che se da queste aspirazioni a un qualche gotha (quel pochino che era possibile a chi nel suo piccolo sognava un gotha), si volesse addirittura trarre presagio di una mission...allora sì che sarebbe ancora più conturbante di quanto possa esserlo ("soltanto") chiamarsi "Ernano" in Italia Centrale.....

O no?

Grazie per la tua risposta.
Il discorso, almeno per me, non è quello di avere un nome imbarazzante o di dover fare pace anche metaforicamente con la persona alla quale ci si è ispirati, purtroppo non è così.

La mia difficoltà sta che nella mia famiglia, da quando sono nato NESSUNO, mi aveva mai chiamato con il mio ex nome.

Mia madre, quando ero un bambino e mi prendeva in braccio, mi chiamava diversamente.

Ormai l'ho cambiato, provo solo difficoltà nel dover spiegare questa cosa.
IlSennoDiPoi is offline  
Vecchio 26-10-2014, 13.14.04   #14
vanina
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Messaggi: 268
Riferimento: Nome anagrafico

Citazione:
Originalmente inviato da IlSennoDiPoi
Grazie per la tua risposta.
Il discorso, almeno per me, non è quello di avere un nome imbarazzante o di dover fare pace anche metaforicamente con la persona alla quale ci si è ispirati, purtroppo non è così.

La mia difficoltà sta che nella mia famiglia, da quando sono nato NESSUNO, mi aveva mai chiamato con il mio ex nome.

Mia madre, quando ero un bambino e mi prendeva in braccio, mi chiamava diversamente.

Ormai l'ho cambiato, provo solo difficoltà nel dover spiegare questa cosa.

Se non ho frainteso : il tuo nome ufficiale, oggi è quello con cui sei sempre stato realmente chiamato, giusto?

In tal caso il problema , in termini pratici, si pone soltanto in quelle rare situazioni burocratiche in cui deve figurare la variazione anagrafica... ma insomma non è roba di ogni giorno, e poi comunque...non dobbiamo mica spiegare ogni nostro percorso a chiunque, no ?

Al tuo posto credo che sarei solo divertitamente soddisfatta di aver corretto, con il mio piccolo impegno, un qualcosa che era comunque nato come vessazione (verso i tuoi genitori che , poverini, l'hanno subìta, mentre è pur vero che non sempre è possibile sottrarsi ad arroganze altrui prive di senso!).

Posso dirti - sul tema - una micro-cosa vera e personale, che forse può dar l'idea di quanto possa essere esagerata la violenza (perchè violenza è) che tu hai curato e sanato?
Prima che mio figlio nascesse i miei suoceri avevano proprio come "tema del giorno" quello del nome del bimbo, ad ogni ritrovo familiare.
Si era chiaramente capito che mio marito ed io non avevamo alcuna intenzione di dargli il nome di mio suocero: serenamente, apertamente, sinceramente : non ci piaceva e punto.
Compreso questo, mia suocera quale medico si infila anche in sala parto, dove alle due di notte nasce mio figlio. E' questa nonna che lo porta immediatamente ai familiari che erano in sala d'attesa, e in questo lasso di tempo (minuti, non di più) mi arriva l'infermiera con il registrino in mano , che mi fa "allora il bimbo si chiama Paolo, giusto?" ...
Sai...non c'erano state altre nascite e quindi non poteva essersi confusa l'infermiera...mentre "Paolo" noi genitori non l'avevamo proprio mai pensato neanche per sbaglio...
Ancora in barella dico "no no, come Paolo, chi l'ha detto?" e lei "la nonna".
Ovviamente ho fatto cancellare quel che ha detto la nonna e mio figlio si chiama come volevamo mio marito ed io, e faccio notare che se mio figlio non è stato battezzato con il nome di Paolo è...solo per lo zelo dell'infermiera che si è posta il problema di volerne conferma da me!
Se lei mi avesse portato il foglio da firmare, dando per ovvio che una nonna che ha assistito al parto non sia un'infingarda, avrei dovuto fare o far fare a mio figlio la stessa pratica che hai fatto tu! (vedi quanto poco basta, a volte, per far danni senza saperlo?)

Ma non basta: ...passano quattro ore dal commiato e alle sette ho di nuovo i miei suoceri in camera d'ospedale. Prima frase "eh scusa, siamo tornati così presto perchè siamo proprio felici e anche il nonno voleva farti i complimenti, proprio tutto nel migliore dei modi, brava, brava!!!...L'unica cosina che è un po' dispiaciuta al nonno è ....che il bimbo non porti il suo nome!".

Ora , e questo desideravo sottolineare: ci rendiamo conto di quanti significati (assurdi) di "dominio" possono abbinarsi all'attribuzione di un nome di battesimo? Sino al punto che (incredibile ma vero) l'ipotesi elettiva è quella di dare al neonato il proprio nome, ma ...se questo non riesce...va bene anche un altro purchè lo abbia scelto chi si è messo in testa di essere dominus anche di quella nascita!!!! E la frustrazione è tale nel considerare che due genitori abbiano tutto il sacrosanto diritto di chiamare il figlio come meglio ritengono in coscienza, che si torna all'attacco pur di provare in tutti i modi a vincere questa partita (assurda), anche a costo di rendersi ridicoli e detestabili!!!!

Per questo dicevo che al tuo posto...credo proprio che sarei soddisfatta di aver affrontato quella pratica (e di affrontare i piccoli fastidi che per un certo periodo potranno derivarne), con il sollievo di chi ha anche rimediato ad un torto.
vanina is offline  
Vecchio 26-10-2014, 22.35.31   #15
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Il nome è molto importante.
Infatti nei campi di concentramento il nome delle persone veniva immediatamente sostituito da un numero.
Oppure pensiamo quanto può essere differente, ad esempio in ospedale, venir chiamati per nome anzichè ... con il nome della malattia o con il numero del letto!

Certo se per molti anni ti hanno chiamato e conosciuto con un nome, e ora con un altro, un po' di disagio sia in te sia negli altri è comprensibile.
Magari potresti dire: quello era il mio secondo nome.

dana is offline  
Vecchio 01-11-2014, 10.47.06   #16
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Il nome è molto importante.
Infatti nei campi di concentramento il nome delle persone veniva immediatamente sostituito da un numero.
Oppure pensiamo quanto può essere differente, ad esempio in ospedale, venir chiamati per nome anzichè ... con il nome della malattia o con il numero del letto!

Condivido in toto.
Ma porti esempi (il numero di matricola nel lager, il numero di letto o il nome della malattia in ospedale) nei quali l'identità globale del soggetto viene letteralmente vilipesa e anzi stuprata in nome di una classificazione seriale o , peggio ancora, in nome di una classificazione settoriale (come in ospedale, se ti identificano per patologia anzichè per Identità Soggettiva).
Non mi pare sia il caso de Ilsennodipoi.

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Originalmente inviato da dana
Certo se per molti anni ti hanno chiamato e conosciuto con un nome, e ora con un altro, un po' di disagio sia in te sia negli altri è comprensibile.
Magari potresti dire: quello era il mio secondo nome.

Il nome con cui l'hanno chiamato dalla nascita (salvo mio malcapire) è lo stesso che lui ha poi registrato come ufficiale.

Mentre continuo a chiedermi quante mai potranno essere le occasioni della vita in cui questo capitolo torna in auge...continuo anche a chiedermi per qual motivo una persona dovrebbe alambiccarsi per trovare giustificazioni, atteso che queste erano dovute soltanto all'Ufficiio Anagrafe e ...se la pratica ha avuto esito postitivo...vuol dire che sono già state date in modo esauriente laddove occorrevano....

vanina is offline  

 



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