Certo, se si vuole che si verifichino di nuovo brutti episodi e si vuole ricomunciare, bisogna chiarire, altrimenti si ricade nelle stesse situazioni.

Chiarire, certo... Io ho un amico che mente spesso, mente grosso, è pieno di millanterie, sfotte me e gli altri, è imprudente.

Non posso dirgli: "non mi va che dici buscìe, che ti fai tante millanterie; non sfottere e rispetta gli altri, sii prudente". Io non ho il coraggio di dire queste cose, perché non si tratta di qualche comportamento, ma di un modo di essere.

Adesso mi è più chiaro!

Vedo che la persona che non riesci a perdonare, ti torna in mente di continuo; ti provoca a distanza, ma da dentro. Quindi vuol dire che quella persona è particolarmente detestata?

Sembra, ma probabilmente non lo è: il fatto è che non riesci a scacciare dalla mente una persona, a misura di quanto è stata importante nella tua vita. Se hai ci vissuto molto, se hai condiviso molto, quella persona, nel bene e nel male, è più radicata in te. Questo è un fatto che prescinde dall'offesa. Con o senza il torto, quella persona resta speciale e come tale è sempre avvertita, anche col passare degli anni. La stessa offesa, fatta da uno che conta poco per te, passa più facilmente.

Per questo credo che i rancori familiari siano i più aspri e tenaci.

Bisognerebbe, io credo, domandarsi: l'altro cosa contava per me?
E' da sé che bisogna partire.

Forse tutto questo non è una soluzione , ma è meglio saperlo.