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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 26-10-2003, 01.53.41   #11
irene
Ospite abituale
 
Data registrazione: 19-11-2002
Messaggi: 474
Ciao a tutti.
Edali e Paola...un abbraccio. Piacere di rileggervi, dopo tanto tempo

E' verissimo, cara Mary, che l'empatia richiede un impegno personale che spesso ci fa comodo eludere.
Forse è per questo che tendiamo, spesso e volentieri, a sentirci più empatici verso persone magari lontane, sconosciute e indefinite (es.il popolo iracheno sotto le bombe USA) che non nei confronti di chi, fuori dalla nostra cerchia parentale ed amicale, ci sta vicino.
Questo probabilmente avviene perchè il sentimento empatico è messo a dura prova da ogni realtà concreta, conosciuta, e dunque necessariamente imperfetta che ne possa infrangere lo slancio per così dire incorrotto e idealistico.
A me pare quindi che l'empatia, nella sua essenza più spontanea e non ancora affinata (come nelle persone più spiritualmente evolute per le quali non esiste soluzione di continuità tra il sentimento di amore per sè stesse e quello per il proprio prossimo, chiunque esso sia) tenda a proiettarsi su persone e situazioni che non possono non colpirci al cuore per la loro manifesta e clamorosa ingiustizia. La sofferenza dei bambini. Il disagio degli emarginati. Il dolore di chi perde una persona cara, o contrae una malattia incurabile.
Tutt'altro paio di maniche sarebbe, sentirsi empatici, ad es. con la problematica situazione giudiziaria di Previti. Certo, ho proposto un caso limite. Ma, secondo me, l'empatia reale inizia ad esistere quando riusciamo a sentirci nelle corde anche di chi percepiamo lontanissimo da noi, e che magari non ci piace affatto. Questo, forse, è il banco di prova autentico della capacità di prendere le distanze dal nostro ego.

Ultima modifica di irene : 26-10-2003 alle ore 02.02.27.
irene is offline  
Vecchio 26-10-2003, 09.22.49   #12
Mary
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
Carissima Irene
è proprio così. Sei riuscita a rendere il concetto con le giuste parole.

L'empatia è difficile, molto difficile da gestire. Bisogna essere consapevoli ed ...... allenati.
Io ci ho messo anni ed anni per accettare di entrare in contatto con le persone a me più vicine.

L'empatia nei confronti di chi non accettiamo è ancora più difficile.

C'è un collega che detesto a livello epidermico per il suo modo incivile, gretto, arrogante di essere. Sono riuscita a smorzare la mia epidermica reazione.... mettendomi nei suoi panni, cercando di vedere dal suo punto di vista e...... spunta così la pena, la compassione.

Berlusconi sta distruggendo lo stato sociale, sta trasformando questa Italia in ricchi opulenti e miserabili accattoni. La mia reazione è istintiva verso la palese ingiustizia.
Ma la collera fa male principalmente a me stessa, quindi per amor mio devo..... mettermi nei suoi panni. Così posso vedere che non ho nulla da rimproverargli! sta facendo i suoi interessi! sarebbero in molti a comportarsi in egual modo al suo posto. Poverino! sta facendo del suo meglio e riceve critiche e contestazioni da tutte le parti.
E' un uomo incompreso.
Se penso al karma negativo di cui si sta caricando mi fa ancora più pena.
Gesù disse: "...a chi più è stato dato, più verrà chiesto..."

Il riferimento è spirituale, ma se volgiamo la cosa dal punto di vista karmico non cambia. Chi riceve più potere e responsabilità dovrà rispondere in modo maggiore delle proprie azioni rispetto a chi ne ha di meno.

Chi si mette alla guida di un aereo è certamente più responsabile del passeggero. Chi ha maggiore conoscenza è più responsabile di chi, in quel momento, ne ha di meno.

Coloro che hanno dato il voto a Berlusconi condivino, seppure in dosi minori, il karma negativo che lui sta accumulando.

C'è anche un doveroso ringraziamento che va comunque fatto a quest'uomo. Con le sue azioni ci sta permettendo di vedere meglio noi stessi. Di divenire soggetti attivi e non restare oggetti passivi.

Il bene si nasconde ovunque proprio come il male.
Una candida nuvola ha sempre zone d'ombra, e il nero più profondo riflette sempre una briciola di luce.
Ciao
Mary
Mary is offline  
Vecchio 26-10-2003, 10.43.41   #13
Vi@nne
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 14-09-2003
Messaggi: 299
Per Mary...
Condivido ogni tua singola parola, hai scritto quello che penso nel modo più perfetto che ci sia!
Grazie
Vi@nne is offline  
Vecchio 26-10-2003, 12.54.16   #14
bomber
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
Citazione:
Messaggio originale inviato da Vi@nne
L'empatia comporta anche un impegno personale. Un coinvolgimento che forse non tutti sono disposti a vivere.



Vero Mary...non tutti...
Ciao



cmq penso che l empatico sia o meno non da quello che vuole ma e questione di essere...
bomber is offline  
Vecchio 28-10-2003, 17.54.16   #15
Paola
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 19-03-2003
Messaggi: 70
non è proprio facile da imparare l'empatia.....soprattutto quando si tratta di comprendere il dolore , la tristezza, la delusione....la paura....
Paola is offline  
Vecchio 28-10-2003, 21.36.08   #16
Mary
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
Cara Paola

comprendiamo il dolore, l'angoscia, la paura, le delusioni degli altri solo quando li comprendiamo in noi stessi. Dopo, capire gli altri, diventare empatici è quasi una naturale conseguenza.

Se noi stessi non accettiamo e comprendiamo e viviamo e trasformiamo ogni nostra negatività in positività come possiamo farlo verso gli altri?!

E' un duro lavoro, ma ho imparato che sono più le resistenze che incontriamo in noi stessi ai cambiamenti, piuttosto che una vera difficoltà a cambiare.

Ciao
Mary
Mary is offline  
Vecchio 28-10-2003, 22.30.02   #17
Vi@nne
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 14-09-2003
Messaggi: 299
...quando impariamo a non resistere a noi stessi...è bello...ci apriamo agli altri e con gioia condividiamo questa bella sensazione e certezza...dando molto di noi stessi!
Ma come dice Mary, dobbiamo avere affinato la nostra sensibilità con la sofferenza...purtroppo è così. Il dolore fa molta paura agli altri, lo so per esperienza. Quando piangevo in ogni luogo in cui mi trovavo, nessuno si avvicinava a me...io lo avrei fatto per chiunque...ma poi ho capito...tutti abbiamo paura del dolore degli altri. Se superiamo tutto questo, sulla nostra pelle, naturalmente, allora ci "doniamo" con grande gioia agli altri, senza pretendere niente in cambio. Ed è bello tutto questo.
Vi@nne is offline  
Vecchio 29-10-2003, 22.39.14   #18
Mary
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
Carissima Vi@nne

un tempo anch'io ero incapace di avvicinarmi a qualcuno in lacrime. Io stessa ero incapace di piangere in pubblico.

Come facevo a consolare qualcuno se non ero capace di consolare me stessa?!
Non puoi usare frasi fatte, frasi di circostanza, è sciocco e inutile.

Anche se io non ero capace di fare nemmeno questo.

Solo quando sono riuscita a trovare consolazione per me stessa, solo allora, pian piano, ho messo una mano sulla spalla di chi era in lacrime. Ho trovato poche, piccole parole per consolarla. Le stesse parole che avrei detto a me stessa. Comprendendo anche il limite di quelle parole.
Certo, non son un gran chè a consolare, ma quel poco lo faccio con tutta la capacità di me stessa in quel momento.

A volte una goccia d'acqua ad un assetato fa più bene di una cisterna di là da venire.

Ciao
Mary
Mary is offline  
Vecchio 29-10-2003, 23.42.14   #19
Marco_532
Vivi!
 
L'avatar di Marco_532
 
Data registrazione: 28-10-2003
Messaggi: 1,159
Nel momento in cui ci avviciniamo alla conoscenza di noi stessi e di ciò che siamo in grado di fare ,nel bene e nel male ,allora saremo più vicini a comprendere l'altro ,ad ascoltare le sue emozioni e ad aiutarlo.

L'ignoranza è madre dell'indifferenza ed è improduttiva.
La conoscenza avvicina l'essere.

Il problema è avvicinare alla conoscenza una persona convinta di possedere la verità o di fare la cosa giusta (l'ignorante) ,senza un confronto.

Cosa estremamente difficile! Parecchie persone non danno giusta importanza al dialogo.

SIAMO TUTTI DIVERSI , CI SARà UN MOTIVO?!?!...non vogliono comprendere ,preferiscono rimanere nel loro misero modo di essere ,in una realtà completamente distorta ,in cui credono di vivere la vita nel modo migliore ,soltanto perchè AGGIUSTARE CERTE COSE RICHIEDE PIù DELLA DURATA DI UNA VITA e sembra loro inconveniente!!!

Marco_532 is offline  
Vecchio 31-10-2003, 20.30.51   #20
irene
Ospite abituale
 
Data registrazione: 19-11-2002
Messaggi: 474
Sì, è vero, la gente ha paura del dolore altrui come di un abisso che la possa inghiottire...
Eppure, chi riesce ad accostarsi al dolore altrui senza questo genere di timore riesce a cogliere spesso quello che di unico e di inimitabile ha quella persona, oltre e al di là delle maschere che la quotidianità le impone di indossare.
Stare accanto a una persona che soffre ci insegna a cogliere tanti piccoli impercettibili segnali che poi affinano la nostra capacità di essere attenti, ed empatici. Insomma, è un dono che facciamo non solo a lei, ma anche a noi stessi., perchè la capacità di prestare cura, ascolto e sollecitudine agli altri è anche una maniera per entrare in contatto con la nostra parte più indifesa, vulnerabile, e spesso negata, o rimossa.
irene is offline  

 



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