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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 09-01-2004, 17.34.26   #31
visechi
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
Citazione:
Non basta l'autoanalisi: anche se aver chiaro il problema è già un bel passo avanti, quante volte capita di capire un problema e non riuscire a risolverlo!

Riprendo anche la tua metafora della fisarmonica dicendo che, secondo me, dal momento che siamo esseri intelligenti, dovremmo essere in grado di imparare a suonare volontariamente questa benedetta fisarmonica, in modo da riuscire, nel trovarci di fronte i diversi spartiti, a suonarli perfettamente, ed eventualmente riuscire a modificarli correggendone le stonature.

Ecco, diciamo che questo sarebbe proprio l'ideale!

Ma non so quale intelligenza potrebbe riuscirci effettivamente bene...a leggere la realtà come un intricato problema da risolvere, capirlo grazie all'intelligenza e, trovata la soluzione, metterla in atto con un comportamento adeguato...mah...però c'è chi riesce ad avvicinarsi a questo obiettivo più di altri, di questo sono convinto.


Siamo esseri intelligenti ma anche esseri emotivi. Spesso ci facciamo guidare più dalle emozioni che dal raziocinio, il che in assoluto non è un difetto, anzi. E' l'emotività che spesso rende vana ed inefficace l'analisi compiuta sulle cause che cagionano dolore. La perfetta esecuzione di una melodia è il risultato di tantissime prove. La vita è breve, scorre veloce e non sempre offre la possibilità di fare esercizio per diventare esperti. I fallimenti, le sconfitte momentanee, se reiterate, segnano e appesantiscono il fardello che ci portiamo appresso. Da questo fardello scaturiscono nuove interferenze che tendono ad inibire ancor più la possibilità di imparare a memoria l'intero spartito. Ogni stecca non è fine a sé stessa, ma s'inserisce in un processo che spesso si autoalimenta innescando un meccanismo contorto difficile da correggere o a cui porre rimedio. Sarebbe necessario effettuare un reset, poi una lunga pausa nel corso della quale il disco si ferma senza emettere suoni, quindi, ritemprati, riavviare il play. Ma questo accade solo nel grammofono, nella vita niente può impedire che le cose accadano, perché spesso si muovono per moto proprio, senza che vi sia un attore che reciti e senza che si possa opporre una forza contraria che incanali gli eventi. E allora l'unico rimedio potrebbe essere quello di lasciarsi andare, di lasciarsi vivere e così, convivendo con il dolore, proseguire finché un giorno, forse, sarà possibile individuare una nuova strada che si dischiude ai tuoi occhi autonomamente, allora sarà necessario essere pronti a percorrerla, senza titubanze, senza paure, perché quella condurrà fuori dal vortice in cui ci si è spinti, un po’ per colpa e un po’ per caso, probabilmente mai del tutto o definitivamente. In questo processo, a parer mio, l'autoanalisi aiuta molto, anche se non sempre rappresenta la risposta o la soluzione.

visechi is offline  
Vecchio 09-01-2004, 20.19.17   #32
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
dal mio punto di vista l'analisi comunque può, e deve, contemplare anche l'affettività.

Citazione:
Ogni stecca non è fine a sé stessa, ma s'inserisce in un processo che spesso si autoalimenta innescando un meccanismo contorto difficile da correggere o a cui porre rimedio. Sarebbe necessario effettuare un reset, poi una lunga pausa nel corso della quale il disco si ferma senza emettere suoni, quindi, ritemprati, riavviare il play.

continuiamo con la metafora...

questo processo che si autoalimenta è formato da tante piccole stecche...siamo un grammofono con gambe e braccia che vaga per il mondo, ne ascolta la musica, e risponde meglio che può: un grande concerto...un pò difficile da capire nella sua idea originaria...molto difficile da capire nella sua idea originaria...ma non è questo il problema.

Probabilmente saremmo più intonati, se non avessimo preso tutte quelle botte, se non fossimo caduti ammaccandoci un pò, non fossimo stati speronati da enormi grammofoni folli e strombazzanti, non suonassimo a vuoto così spesso, non fossimo scivolati cadendo in una pozzanghera...ed ecco che, alla fine, la nostra puntina maltrattata inizia a suonare un pò peggio: pur conoscendo un pò più spartiti di prima, questa maledetta puntina sul "do" inizia a scricchiolare fastidiosamente, oppure sul "fa" salta come impazzita (sembra un coniglio che procede a balzi), sta per suonare il "si"...ma no...si ferma un momento prima...e ci tocca saltare quella parte, e riiniziare la strofa succesiva...

e più questa puntina rovinata s'intestardisce a voler suonare, più si rovina.

Ma non tutto è perduto, se si presta attenzione ai propri scricchiolii: rendendosene conto in tempo, è possibile (non appena possibile) staccare con tenerezza quella malandata puntina, e utilizzare l'energia che di solito si usa per amplificare la propria canzone, per ascoltare la musica degli altri, e così capire che esistono migliaia di modi di suonare la stessa nota: e che quella nota che insistiamo a steccare, forse, prendendola in altro modo, potrebbe ritornare a suonare celestialmente.

Oppure capire che è possibile comporre anche con quattro sole note.
r.rubin is offline  
Vecchio 09-01-2004, 21.16.21   #33
tammy
Nuovo iscritto
 
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Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
Talking tacca n.2

Citazione:
E allora l'unico rimedio potrebbe essere quello di lasciarsi andare, di lasciarsi vivere e così, convivendo con il dolore, proseguire finché un giorno, forse, sarà possibile individuare una nuova strada che si dischiude ai tuoi occhi autonomamente, allora sarà necessario essere pronti a percorrerla, senza titubanze, senza paure, perché quella condurrà fuori dal vortice in cui ci si è spinti, un po’ per colpa e un po’ per caso, probabilmente mai del tutto o definitivamente. In questo processo, a parer mio, l'autoanalisi aiuta molto, anche se non sempre rappresenta la risposta o la soluzione.


sempre più interessante....

grazie
tammy is offline  

 



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