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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 05-09-2005, 21.21.49   #1
z4nz4r0
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Educazione simpatica

Talvolta i bambini che badano a bambini + piccoli sembrano (probabilmente sotto "suggerimento" dei genitori) assumere un comportamento molto + responsabile del solito.
Mi chiedevo come sarebbe se quelli di 4 fossero educati tipo da quelli di 5 che a loro volta da quelli tipo 6 e +o- così via fino all'anzianità...

Mi chiedevo anche come si svilupperebbe un ramo di generazioni a partire dal quale ogni coppia generasse 2 figli appena raggiunta la maturità sessuale (11-12 credo).

Di getto mi vien da pensare che l'educazione sarebbe molto compatibile, inoltre l'anziano riacquisterebbe l'appellativo di saggio. La parola ai saggi..
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Vecchio 07-09-2005, 00.52.38   #2
Chimera
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Il bambino grande tra i bambini piccoli si comporta in modo responsabile se in fondo è responsabile...

Molti bambini si comportano semplicemente da prepotenti.

L'alievo più grande che ha certa autorità sul più giovane e gli insegna qualcosa ha un nome... nonnismo.

Non è sempre positivo.
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Vecchio 08-09-2005, 10.32.05   #3
z4nz4r0
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il mio discorso riguarda l'empatia tra persone simili; una persona che si riconosca in un'altra (o meglio che riconosca "un suo passato" nel presente del prossimo) riuscirà ad interagire + adeguatamente con essa.

Se fosse svolta seriamente una cosa simile potrebbe risultarne una compatta continuità della comprensione con la crescita.

...anche se in fin dei conti la parola magica è: serietà.
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Vecchio 08-09-2005, 11.02.32   #4
Chimera
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Si anche nel bullismo può avere queste radici.

Il senso di impotenza del passato viene esorcizzato esercitando il maggior potere attuale.

Purtroppo per esperienza di vita ho visto che "l'empatia" non è una qualità che tutti possiedono.
O meglio l'empatia si sente ma cambia il modo di reagire ad essa.

Ed è ingenuo conatre sul fatto che la reazione all'empatia sia positiva.
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Vecchio 08-09-2005, 12.45.09   #5
z4nz4r0
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L'instabile bullone è evidentemente inconscente stringendo se stesso in un disagio latente dovuto all'attrito dei sentimenti fortemente contraddittori generati dall'approvazione, col senno di poi, dei torti subìti. Perchè si dimentica in breve e rinnega se stesso.

Ma quando si avvita bene nel posto giusto, torna ad essere un tutt'uno con la bicicletta e beneficiare col resto dei componenti della sua libera scioltezza.

Per me è ingenuo trovarsi fuori luogo:

é ovvio che tale politica sarebbe fondata da e ristretta alle persone che Fanno come Credono, eventualmente sviluppandosi in ordine di crescente coscenza.
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Vecchio 08-09-2005, 13.06.21   #6
Chimera
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A guardar i giovani d'oggi non sarei così ottimista.
Conosco un donna che è maestra d'asilo da anni e negli ultimi anni si lamenta parecchio.
I bambini sono maleducati irrispettosi volgari e prepotenti.

Vedere un bambino all'asilo che "manda a cagare" la maestra dopo un rimprovero "Non tirare i capelli alla tua compagna di classe" e dover anche discutere con il padre che minaccia avvocati perché la maestra ha alzato la voce con suo figlio fa pensare che le cose sono cambiate negli ultimi anni.

Non son un esperto in psicologia infantile e ci sarebbero 1000 fattori da contemplare.

Però senza dare la colpa a TV e simili ho letto un interessante opinione di un esperto.

I genitori sono la colpa. Un po per il classico "gli diamo poche attenzioni quindi per chetare i nostri sensi di colpa gli viziamo" ed un po’per una visione un po’più originale, che ha il suo fondo di verità.

Una volta i figli erano meno amati. Spesso arrivavano per sbaglio e erano tanti in una familia, non venivano privilegiati,venivano puniti di più e viziati di meno e cacciati di casa appena possibile.
Ora i figli sono pianificati, di solito unici, trattati come gioielli e come massimo obiettivo nella vita dei genitori.

Una volta i bambini si credevano bambini come gli altri.
Ora un bambino è “Il bambino”. Cresce con il senso di essere il migliore, l’unico, il più importante.
Speciale e diverso perché viene trattato come tale.

Questo non aiuta l’empatia.

Un bambino ad essere sopra gli altri non si sente fuori posto.
Anzi essere su un piedistallo e il posto in cui è stato educato a stare.
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Vecchio 15-10-2005, 12.04.40   #7
dafne81x
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Io sono convinta che l'empatia è una competenza che abbiamo tutti. I bambini si allineano molto bene sulle frequenze emotive dei loro coetanei, poi intervengono delle distorsioni come il bullismo che sono però casi limite.

Mio nipote di 2 anni consolava l'amichetto di 1 anno perchè piangeva, distraendolo con i giochi e poi guardando me come per dire "poverino piange".

Insomma, l'educazione simpatica credo già esista. Basta solo far crescere i nostri figli con i figli degli altri, portandoli fuori a conoscere il mondo e non relegandoli a casa.

:-) bella come idea!
dafne81x is offline  
Vecchio 15-10-2005, 22.24.12   #8
cannella
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Messaggi: 611
Rudolf e Maria

Due metodi pedagogici diversi ma per principi simili tra loro sono quelli di Rudolf Steiner e di Maria Montessori.

Stranamente nati entrambi in ambienti poveri e degradati per favorire l'ingresso all'istruzione di bambini spesso handicappati.

I due metodi, dati i successi ottenuti anche con bambini normodotati, sono poi stati esportati in molte scuole di tutto il Mondo.

Uno dei principi fondanti è che l'età biologica del bambino è individuale e spesso non risponde alle tabelle evolutive canoniche che la scuola dell'obbligo impone.

Sapevo ad esempio di istituti dove semplici test d'ingresso e colloqui stabilivano per il bene del bambino a quale classe accedere.

Per tornare all'argomento introdotto da zenzero, nelle scuole montessoriane è pratica comune la classe unica, dove ad esempio nella materna, i bambini di 4 anni si trovano automaticamente a rispettare i tempi e i modi di bambini di 3, e quindi ad aiutarli in alcuni compiti semplici.

Questa pratica responsabilizza il bambino più grande e incentiva il più piccolo a far meglio.

Per quanto riguarda il bullismo, spesso è una reazione e una risposta ad un ambiente degradato di provenienza (non necessariamente in senso sociale) o alla mancata integrazione scolastica.

Il sistema scolastico attuale non prevede un'educazione nel senso vero del termine, ma semplicemente lo svolgimento del programma ministeriale.

Già da anni si parlerebbe (uso di proposito il condizionale) di scuola come educazione alla vita, ma questo rimane un progetto teorico che non mi pare abbia trovato applicazione, se non in casi rari di insegnanti particolarmente illuminati o motivati.

Personalmente, ritengo sfortunata la mia posizione geografica in quanto lontana da una scuola steineriana, altrimenti vi avrei iscritto i miei figli senza ombra di dubbio; anzi, se ne avessi avuta la possibilità, mi sarei trasferita a Lugano anche solo per questo motivo.
cannella is offline  
Vecchio 19-10-2005, 14.33.19   #9
arthur_zanoni
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Data registrazione: 19-10-2005
Messaggi: 8
Neanche a farlo apposta è quello a cui ho pensato io quando ho fondato la mia associazione, di cui rimando alla mia presentazione...però per gli adulti.
Ritengo il povero giovane ventenne di oggi un bambino sperduto tra persone che selezionano il personale in base a quanti pezzi di carta possa presentare e non in base a genio e determinazione. Dovrebbero essere questi i criteri di sceltA:

genio
determinazione
area di predisposizione (passione)

e in base a questi subito inserire il soggetto nel mondo del lavoro perchè , se si fa ammuffire la voglia di vivere di un ventenne dentor un ateneo in cui vechci barbuti gli impongono cosa pensare, l'evoluzione del pensiero sarà sempre difficile e lenta. Bisogna dare il coraggio a questi ragazzi di sbagliare, di riconoscere il loro sbaglio (cosa per cui ci vuole una forza sovrumana ma che solo l'esperienza può dare) e a riprovare, a sbattere la tesa al muro finchè non ci si riesce ma si dovrebbe apprendere tutto questo non solo studianto ma studiando e mettendo immediatamente in pratica cià che si sà. Dopo che un laureando in medicina ha imparato a fare le iniezioni si dovrebe immediatamente spedirlo a farle e nel mentre farlo continuare a studiare. Dopo che un laureando in antropologia ha imparato le varie iconosgrafie e tradizioni si dovrebbe immediatamente spedirlo in un museo per datare gli oggetti. Nessuno studia come camminare. Ci si alza e si cade finchè non si cammina, così dovrebbe essere, l'avvocato dovrebbe imparare con l'esperienza come fare arringhe, l'apprendimento verrebbe assmilato immediatamente perchè noi esseri viventi, nessuno escluso, possediamo una memoria strutturata per assimilare sempre e solo nei casi che riteniamo di vitale importanza, cioè in situazioni di emergenza perchè la nostra sopravvivenza è messa in alto rischio. quale voglia viene di studiare dietro a un banco di un'aula universitaria zeppa di scnosciuti con un pofessore che si esercita nell'arte del monologo?

Prendete uno studente di neurologia e mettetelo un anno in un aula di neuroscienze, paragonatelo a un incapace che mai ha visto un nervo che per un anno ha lavorato tra i matti o in un centro neurologico come un centro di terapia del sonno. Scommettiamo che il secondo dopo un anno saprà molto di più di quello che lo studente, anche se avesse voluto avrebbe potuto apprendere dal suo testo?

L'esperienza in prima persona potrebbe fornire l'istruzione di anni in mesi. Ma ormai la società è accademica, così si vuole e così si autodistruggerà, con le sue presunzioni, paure e pretese.
arthur_zanoni is offline  

 



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