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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 14-12-2005, 13.53.49   #1
klara
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Messaggi: 455
uomo in crisi=donna in crisi

...sempre sul tema...vi propongo questi due articoli da Claudio Rise'...piuttosto indovinati?...

http://www.claudio-rise.it/maschio_a...e/numerico.htm

http://www.claudio-rise.it/maschio_a...ice/medail.htm

...dunque maschi,ritrovare e celebrare la identita' virile... e poi trovare il proprio archetipo...

ciao,klara
klara is offline  
Vecchio 14-12-2005, 14.33.57   #2
cannella
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Data registrazione: 21-09-2003
Messaggi: 611
è nato prima l'uovo o la gallina?

L'autore del libro parla quindi di archetipi, di identità mancate e di un'educazione matriarcale per l'assenza dei padri, che non possono passare a loro volta il testimone perchè loro stessi non lo possiedono.

Al di là dell'articolo, credo sia evidente una confusione generale, dovuta a una lunga fase di adattamento al cambiamento di una società che era basata fino al secondo dopoguerra su regole ferree e messe in discussione in modo sporadico, o comunque poco incisivo.

Giuste o sbagliate che fossero, le divisioni dei ruoli e delle dignità maschile/femminile era così marcata da passare attraverso i geni e le educazioni impartite.

Di fatto quello che a mio parere oggi genera confusione è che pur essendo il sentire femminile diversificato, l'ambiente in cui questo si muove rimane di espressione e matrice ancora maschile.

Mi spiego: lo stereotipo della donna manager degli anni 80 o quello della soldatessa degli ultimi anni non hanno potuto formarsi una propria individualità ma adattarla a quello che era lo stampo maschile, poichè quello femminile fino ad oggi non è mai esistito, almeno nella nostra cultura.

Così si sono create automaticamente delle trappole, che sono quelle tese dalla discrepanza fra la giusta volontà femminile di ricoprire ruoli adatti (poichè non ne esistono di non adatti) ma nello stesso tempo doverne ricoprire contemporaneamente molti di più: per fare un esempio, anche quello di dover scegliere fra carriera e figli, o in ogni caso dover occuparsi dell'accudimento dei genitori anziani.

Un uomo, a sua volta, si può sentire spiazzato da questa apparente uguaglianza di ruoli o comportamenti, trovandosi a dover fare i conti fra un retaggio culturale che ha ancora una matrice e un' organizzazione fortemente maschile e una compagna con desideri simili ai suoi.

Così si ottengono risposte totalmente differenti ed eterogenee: uomini che accudiscono i bambini piu' delle loro compagne (i cosiddetti mammi), donne che non sanno friggere un uovo, oppure al contrario uomini che spariscono totalmente nel lavoro o in chissà cos'altro, donne che riscoprono il loro ruolo di mamme e mettono al mondo 5 figli uno dopo l'altro; casi eccezionali, forse, ma appunto per dire che non esistono solo vittime o solo carnefici.

La novità di questi anni è una pluralità di opinioni e quindi comportamenti diversi, forse è nel comportamento soggettivo e quindi nell'adattamento a una propria personale realtà che si troveranno risposte, almeno in questo siamo ancora liberi...sempre che non ci lasciamo condizionare da stereotipi che ormai non ci appartengono più.
cannella is offline  
Vecchio 14-12-2005, 14.43.18   #3
sisrahtac
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Citazione:
Ecco allora una galleria di figure maschili condizionate da una cattiva percezione della virilità: per esempio l’amico delle donne che trova ridicoli e volgari gli altri maschi e diventa confidente di ragazze che mai sentirà come potenziali amanti; oppure l’adolescente problematico, timido e malinconico, convinto di essere «più interessante» dell’amico seduttore ed estroverso, che le ragazze trovano rozzo salvo poi preferirlo come partner (non so perchè, ma in questa seconda descrizione mi ritrovo in pieno -NdCat-).
Insomma un rapporto negativo col proprio Fallo crea un maschio pauroso ed avaro, oscillante tra euforia, depressione e violenza: così avremo l’uomo in carriera infelice per avere spostato l’attenzione dal proprio sesso ai suoi accessori, cioè alle apparenze (compagnia di modelle, generi di lusso, vacanze d’immagine); oppure il soft male (maschio dolce) assolutamente imbelle non per scelta etica ma per terrore del «guerriero» sepolto nella propria natura, un soggetto pronto a esplodere come una bomba ad orologeria carica di frustrazioni.
Fra tutti i contenuti della psiche maschile, ricorda Risé, il «guerriero» oggi è il più diffamato, comunemente associato ad aggressività e prepotenza. In realtà nello stato come in natura, il guerriero non nasce per invadere ed opprimere l’altro ma per difendere gli spazi e i confini della comunità; analogamente nell’individuo, l’aspetto psichico del «guerriero» difende gli spazi e i confini personali, senza dei quali si è esposti ad ogni sopruso come il succube Fantozzi dei film. Nel richiamare la nobiltà del guerriero, Risé ritorna senza volerlo a Parsifal. I cavalieri di Artù erano uomini d’arme capaci di amare le donne ma anche legati da una leale, virile amicizia, tutto il contrario dei maschi moderni che smarrita la natura fallica, generosa e creatrice, sono in aspra competizione tra loro per inseguire traguardi illusori, fonte di cupidigia, d’invidia e d’infelicità, anche amorosa.
E allora, pover’uomo? Secondo Risé il maschio sta reagendo alla castrazione sistematica di cui è stato vittima per alcune generazioni in Occidente. E’ un processo già in atto, soprattutto nel mondo anglosassone, dove si moltiplicano le occasioni d’incontro e ricerca tra maschi che si pongono la domanda di Parsifal al re Pescatore («Dimmi cosa ti strugge?») per «ritrovare e celebrare l’identità virile non più trasmessa dai padri malati»: ecco dunque la riscoperta dell’amicizia, dell’uso leale della forza, della generosità, dei valori rimossi perché «maschili». In America, per esempio, sono sempre più numerosi gli uomini che, al momento della separazione, chiedono l’affidamento dei figli, avendo ritrovato dentro di sé il padre forte e amoroso al posto del bambino fragile e viziato.
Dall’identità virile recuperata all’«amante felice» il passo è breve. Ma bisogna fare i conti anche con la donna che potrebbe avere a sua volta problemi di felicità, che l’autore sfiora soltanto. Così, alla fine, dopo aver condotto il maschio alla riconquista del reame, Risé lo guida alla riscoperta della compagna: dalla conoscenza del corpo alla confidenza reciproca nell’intimità, fino all’identificazione della compagna secondo gli archetipi femminili che il mito ha scolpito nell’inconscio dei secoli. Perché «maschio sia bello», anche lei non deve avere troppi tormenti: si tratti della Dea Madre o della Prostituta Sacra.


Io l'ho sempre pensato che gli Junghiani sono un sacco avanti.. Sembra una favoletta ridicola, sembra..

Catharsis, gueriero senza spada ne armatura, privato del controllo e del potere che si limita al massimo ad una adorazione estatica della femminilità. E le coppe ed i pentacoli, e la terra e l'acqua, e l'abbondanza e la fertilità...e la grande madre..ed i rituali..

Ma andate a quel paese..terra bruciata e coppe rovesciate..alla faccia del graal, e anche di excalibur!

Che palle...sublima sublima sublima sublima....

Ultima modifica di sisrahtac : 14-12-2005 alle ore 14.59.40.
sisrahtac is offline  
Vecchio 14-12-2005, 14.56.06   #4
klara
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Re: è nato prima l'uovo o la gallina?

Citazione:
Messaggio originale inviato da cannella


Di fatto quello che a mio parere oggi genera confusione è che pur essendo il sentire femminile diversificato, l'ambiente in cui questo si muove rimane di espressione e matrice ancora maschile.

Mi spiego: lo stereotipo della donna manager degli anni 80 o quello della soldatessa degli ultimi anni non hanno potuto formarsi una propria individualità ma adattarla a quello che era lo stampo maschile, poichè quello femminile fino ad oggi non è mai esistito, almeno nella nostra cultura.

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La novità di questi anni è una pluralità di opinioni e quindi comportamenti diversi, forse è nel comportamento soggettivo e quindi nell'adattamento a una propria personale realtà che si troveranno risposte, almeno in questo siamo ancora liberi...sempre che non ci lasciamo condizionare da stereotipi che ormai non ci appartengono più.

...yess...ciao
klara is offline  
Vecchio 17-12-2005, 11.42.51   #5
sisrahtac
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Messaggi: 2,110
Il libro (Parsifal di Risè) l'ho comprato...ora devo trovare la voglia di leggerlo...poi farò sapere..

Ultima modifica di sisrahtac : 17-12-2005 alle ore 11.53.46.
sisrahtac is offline  

 



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