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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 23-12-2005, 19.19.13   #51
layla
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Data registrazione: 22-12-2005
Messaggi: 158
Credo che una domanda del genere non abbia proprio motivo di esistere. L'omosessualità non è un problema da risolvere con uno psicologo,ma un'identità sessuale come un'altra.Se qualcuno che conosco affermasse di essere gay credo che non farei una piega,del resto mi è già capitato e non ho mai neppure pensato che avesse bisogno di un aiuto.
layla is offline  
Vecchio 23-12-2005, 19.36.15   #52
bside
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Data registrazione: 09-09-2005
Messaggi: 383

Quello che io volevo dire è che trovo paradossale che la psicologia offra delle interpretazioni che portano a colpevolizzare i genitori e poi offra loro la terapia per superare i sensi di colpa.
Oppure si tratta di genialità: creare un problema e poi offrire la soluzione a suon di euro

Io penso che un genitore può scegliere un percorso, SE VUOLE, meno dispendioso e più "arricchente" che passa per il confronto, senza pregiudizi, col proprio figlio e col suo "mondo".
Sebbene non sia un amante di letteratura gay, come coadiuvante, consiglierei "RAGAZZI CHE AMANO RAGAZZI"
di Piergiorgio paterlini - Feltrinelli

Recensione:

A sette anni dalla prima edizione, con un'appendice di lettere ricevute dall'autore dal 1991 a oggi, "Ragazzi che amano ragazzi" è ancora l'unico libro che in Italia, e in Europa, rappresenta e racconta l'infanzia e l'adolescenza dei ragazzi omosessuali. Le racconta attraverso uno straordinario coro di voci che tornano -
talora con un senso di lucida liberazione, talora con una più dolorosa e conflittuale consapevolezza - alla scoperta di sé, della propria identità sessuale, del proprio rapporto con la famiglia e la società. Anche se la stampa, la politica, la scuola, l'associazionismo giovanile propongono iniziative, muovono l'opinione pubblica, invitano a tenere desta l'attenzione che l'omosessualità dichiarata inevitabilmente sollecita, nondimeno la percentuale di chi sa e può vivere la propria omosessualità serenamente è ancora bassa. Proprio perciò "Ragazzi che amano ragazzi" è un libro attualissimo, una testimonianza arpionata dentro la realtà, destinato a tutti i ragazzi - non solo quelli omosessuali -, agli insegnanti, agli educatori, ai datori di lavoro, a tutti quanti si contano come presenza attiva nella società.

Ragazzi che amano ragazzi non è un manuale né un libro militante, è una "fotografia" fedele e variegata della condizione omosessuale vista con gli occhi di chi la scopre in sé (e nella reazione degli altri) per la prima volta. Una fotografia destinata non solo ai ragazzi omosessuali, ma ai ragazzi tout court e al mondo degli adulti: insegnanti, educatori, genitori, datori di lavoro... Ragazzi che amano ragazzi ha anticipato l'esplosione di un fenomeno che, proprio alla fine del millennio, sta raggiungendo il suo culmine: una presa di coscienza precoce, da parte degli omosessuali, della propria condizione, e soprattutto un "venir fuori", allo scoperto, che solo ora tocca a livello massiccio la fascia d'età tra i quindici e i vent'anni. Nascono i primi gruppi di liceali gay e di giovani all'interno dell'Arcigay. Nelle scuole superiori, nei centri e nelle associazioni giovanili - dai gruppi "libertari" ai centri sociali agli scout - i ragazzi si dichiarano pubblicamente; il tema viene dibattuto in assemblea nelle autogestioni; vi si dedicano interviste, rubriche di lettere sui più importanti giornali, articoli sui maggiori "femminili", trasmissioni televisive, nonché iniziative del Ministero della pubblica istruzione e della Cgil Scuola. Nonostante tutto, però, la percentuale di ragazzi che riesce a vivere serenamente la propria omosessualità è ancora piccola rispetto alla totalità degli adolescenti omosessuali - oltre mezzo milione in Italia, a quanto pare, e la percentuale sembra in crescita. Tutte cose già previste, descritte e svelate in questo libro, che risulta adesso ancor più attuale e utile.

oppure qualche buon film a tema...

buona lettura
bside is offline  
Vecchio 23-12-2005, 20.41.12   #53
lobelia
Utente bannato
 
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
Rispondendo a Mr Bean, io credo che l'omosessualità sia ancora un tabù ed infine non una patologia in sè.
Per quanto riguarda l'intervento di uno psicologo, lo vedrei solo nei casi in cui l'atteggiamento omosessuale sia sintomo di uno squilibrio psicologico individuale ed anche nei casi in cui la persona omosessuale fatichi ad accettare questa sua condizione per resistenze individuali e per le pressioni esterne e ne soffra senza riuscire a trovare autonomamente un suo equilibrio.
Le patologie o i semplici squilibrii psicologici e comportamentali, secondo il mio parere, viaggiano trasversalmente nel mondo etero ed omosessuale senza fare sconti a nessuno.
Conosco persone eterosessuali più o meno profondamente disturbate, anche sul piano sessuale, ed altre serene ed equilibrate. Come conosco persone omosessuali più o meno profondamente disturbate ed altre serene ed equilibrate.
Certo oggi l'omosessualità è ancora una condizione culturalmente, socialmente e quindi anche psicologicamente, "difficile". Comporta molta fatica e sofferenza nelle persone e quindi è più frequente che l'omosessuale esprima in varie forme una maggiore difficoltà di vivere rispetto ad un eterosessuale.
Non ricordo se è su questo 3d che si è parlato anche di pedofilia, in ogni caso vorrei chiarire che esistono eterosessuali pedofili ed omosessuali pedofili. Non è affatto un dato esclusivo del mondo omosessuale.
Circa il fatto che la pedofilia sia una patologia o meno...non sono un medico od uno psichiatra, ma credo che l'attrazione sessuale di un adulto verso un bambino (oltre ad essere molto pericolosa per il bambino) sia comunque uno squilibrio da affrontare.
Ci sono infatti certamente molti pedofili che sanno controllare i propri impulsi e quindi non creano sofferenza in alcuno e non incorrono in reati penali, ma credo ugualmente che non vivano bene con se stessi eternamente impegnati a doversi reprimere, a sviluppare comportamenti e sintomi comunque problematici per sè e gli altri e a soffrire per questa condizione che certamente li rende infelici.
La pedofilia, nelle sue forme manifeste e quindi pericolosa per i bambini, provoca danni molto gravi nelle vittime e questa condizione viene quindi demonizzata culturalmente e socialmente, creando un gravissimo tabù nelle persone che impedisce loro di esprimerla ed affrontarla come una qualsiasi altra patologia o deviazione o come la vogliamo chiamare.
Una persona nutellofila, ha più probabilità di ricevere un aiuto e curarsi.
Poi volevo dire che parlare di omosessualità e basta, è molto restrittivo. La complessità di questa condizione è grande.
Ora devo andare
Buon appetito!
lobelia is offline  
Vecchio 25-12-2005, 22.52.27   #54
luco
Ospite
 
Data registrazione: 25-12-2005
Messaggi: 7
bella domanda! che sia tabù lo si può notare da tutte le parti... anche se negli ultimi tempi c'è stata un sorta di campagna alla tolleranza... siamo sempre in una società dove si storce il naso a qualcosa a cui nn si è abituati! penso che l'omosessualità uno c l'ha dalla nascita, è come nascere uomo o donna... dovrebbe essere accolta come una cosa naturale! ma d'altra parte nn so come ci rimarrei se un mio amico mi dicesse di essere omosessuale... nn credo ne morirei cmq
luco is offline  
Vecchio 26-12-2005, 10.23.13   #55
STELLINA78
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Data registrazione: 04-12-2004
Messaggi: 6
Smile omosessualità 2005

ciao a tutti!!!! Oggi giorno ci sono ancora tabu' riguardo all'argomento ma credo che ( x fortuna) i siano anche delle microrealtà in cui la cosa sia stata accettata e di buon grado. Il timore è che una volta che il poveretto esce da questa piccola realtà soffre di tutti i giudizi perfidi e ignoranti che impone la società.... Conosco benissimo una persona omosessuale e forse è una delle persone migliori che conosco nel mio parco amicizie.... mel nostro mondo (micromondo chiaramente) lui si sente a suo agio completamente e è riuscito a trovare un suo equilibrio.... ed è molto felice... ma anche perchè cosa pensate che abbiano gli omosessuali di diverso da noi??? l'utente sessulae cambia ma nulla di piu'.... sono personi discrete, sensibilisime...... trovo ingiusto l'emarginazione a cui sono sottoposti non credete???? al cinema se vanno e manifestano la loro scelta .... vengono etichettati come....fuori luogo...... o no????
STELLINA78 is offline  

 



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