Forum di Riflessioni.it
ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura
Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS

Torna indietro   Forum di Riflessioni.it > Forum > Psicologia
Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
>>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze


Vecchio 30-11-2006, 23.02.32   #31
Ninfa02
Ospite
 
L'avatar di Ninfa02
 
Data registrazione: 31-10-2006
Messaggi: 29
Per Catharsis (second parte)

Schizofrenia: guarire è possibile
ual è la differenza tra dio e uno psichiatra? Dio non pensa di essere uno psichiatra. Ma c’è un’altra differenza, ancora più importante: dio ha impiegato sette giorni per creare il mondo, uno psichiatra può cambiare il mondo di una persona in poco meno di un’ora".
E poco più di sessanta minuti sono proprio il tempo impiegato da uno specialista della psiche per diagnosticare a Ron Coleman una schizofrenia grave e ordinarne il ricovero coatto: da quel pomeriggio del 1983 inizia per l’autore di "Guarire dal male mentale" (Manifestolibri, 2001, 126 pagine, 26.000 lire) un calvario decennale nei meandri del sistema psichiatrico britannico. Solo quando riuscirà a prenderne in parte le distanze, intraprendendo un cammino per molti versi rivoluzionario all’interno di un gruppo di auto aiuto per uditori di voci, l’autore si avvia sulla strada della guarigione che lo porta, dalla condizione di disperata miseria mentale del paziente psichiatrico tipico, a quella di conferenziere, scrittore e protagonista del rinnovamento dei servizi di salute mentale in Gran Bretagna.
Paradossalmente, proprio il sistema psichiatrico, e non la malattia mentale, rappresenta per Coleman l’oscuro nemico da sconfiggere: tutto il libro è un coraggioso atto di accusa contro la psichiatria istituzionale e i suoi dogmi più coriacei, primo fra tutti l’impossibilità di guarire da un disturbo mentale grave. Al posto della recovery (che meglio del termine guarigione sottintende un senso attivo e riflessivo come "riprendersi" e "riaversi") la psichiatria occidentale ha introdotto e cristallizzato il concetto di mantenimento, di controllo sociale e di limitazione dei danni; questi sono gli unici obiettivi degli addetti ai lavori, come anche le uniche speranze dei malati e dei loro familiari. La condizione stabilizzata, indipendentemente dal trauma delle sedute di elettroshock o dagli effetti collaterali dei neurolettici, diventa il palcoscenico asettico e obbligato della psicosi istituzionalizzata. Allo stesso modo, il paziente cronico non è mai l’emblema del fallimento psichiatrico, piuttosto si medicalizza l’insuccesso facendo ricadere le responsabilità sul malato, bollato come resistente alla terapia.
Anche l’approccio clinico, di cui Coleman fa le spese in prima persona, è minato dall’idea di trattare i sintomi e i comportamenti piuttosto che agire sulle cause; e anche qualora queste vengono individuate, non sfuggono quasi mai al determinismo biologico che relega la vita mentale a sottoprodotto del cervello. Il malato, in tale cornice, è allora sclerotizzato al ruolo di comparsa, di ricettore passivo che deve solo essere compiacente e non lamentarsi del trattamento.
L’opera di Coleman non si arena tuttavia alla pars destruens, ma acquista spessore e respiro proprio nel proporre percorsi alternativi che si configurano come una vera e propria rivoluzione copernicana della sofferenza mentale, capace di spostare il baricentro del potere decisionale dal sistema all’individuo e il peso della responsabilità dall’individuo al sistema. E a questo proposito "l’ex-psicotico e fiero di esserlo stato" ricorda la cultura aborigena, pronta a riunirsi per discutere le colpe della tribù quando uno dei suoi membri dà segni di follia.
Nella parte fondamentale del libro, sempre in bilico tra il trasporto dell’esperienza vissuta e il rigore dell’analisi critica, viene proposto un percorso di guarigione con quattro pietre miliari: "se stessi", "le altre persone", "la scelta" e "l’appartenersi". Secondo l’autore è necessario fare appello alle risorse più profonde del proprio io per riscoprire la fiducia in se stessi, l’autostima, la consapevolezza di sé e l’autoaccetazione; senza questi requisiti la guarigione è possibile ma non ha più alcun valore. Per quanto il viaggio attraverso la follia sia essenzialmente individuale, gli altri non possono comunque esserne esclusi: la guarigione è una dimensione totalizzante che non può eludere il contesto sociale; il sé emotivo e psicologico non può esistere nel vuoto, pena la sua frammentazione e alienazione. Il terzo cardine del percorso è la scelta: da condanna sartriana a chiave di volta del destino individuale, capace di rendere ciascuno artefice del proprio progetto esistenziale. E proprio la scelta rende possibile anche l’appartenersi, ossia l’autodeterminazione interiore, con l’assunzione in prima persona della responsabilità - mai colpa - di ogni esperienza.
Questo quartetto di atteggiamenti è alla base dei gruppi di auto aiuto di uditori di voci che rappresentano per lo scrittore d’oltremanica l’alternativa alle pratiche del sistema psichiatrico attuale nella cura della schizofrenia. "Le voci sono la manifestazione più propria e devastante di questa malattia" spiega Coleman in un’intervista pubblicata in appendice. "Ricordo di avere udito la prima mentre ero in ufficio, di fronte al computer: mi urlava che tutto quello che avevo appena fatto era sbagliato. Sono andato in un pub e ho bevuto fino a stordirmi. Da quel momento le voci non mi hanno più abbandonato, nemmeno con dieci anni di terapia farmacologica e 40 sedute di elettroshock. Solo grazie al gruppo di uditori di voci sono guarito". L’elemento cardine dell’approccio di gruppo, che la psichiatria tradizionale non contempla, è la realtà dell’esperienza: le voci di ciascuno sono accettate come reali. Se qualcuno sente la voce di Dio, i facilitatori - gli esperti che guidano il gruppo - non dicono che è impossibile, ma chiedono "Perché Dio ti parla?" e "Che cosa ti dice?". C’è poi la straordinaria sensazione di non sentirsi più isolati e chiusi in se stessi.
E proprio nel condividere il modo in cui altre persone hanno imparato a fronteggiare le voci è possibile apprendere le strategie per migliorare la qualità della propria vita e saldare quelle schegge di personalità create dalla malattia e disperse dal sistema.
Enciclopedia
cos' è | Cosa fare
Trattamento
Il ruolo degli altri
Una componente centrale nel trattamento della schizofrenia è la terapia farmacologica. I farmaci utilizzati da più di trent’anni nella pratica per il controllo dei disturbi caratteristici della schizofrenia sono gli antipsicotici. Nella pratica e nella ricerca è stata dimostrata l’efficacia di questi farmaci sui sintomi “produttivi” (deliri, allucinazioni), mentre finora gli stessi risultati non si sono ottenuti con i sintomi “negativi” (appiattimento affettivo, anedonia, ritiro sociale). Circa il 25 per cento dei pazienti risponde a questi farmaci in maniera insoddisfacente.
Un discorso a parte meritano i cosiddetti antipsicotici atipici, che, oltre ad agire sui sintomi “produttivi”, migliorano anche quelli “negativi”, e sono meglio tollerati rispetto agli antipsicotici di prima generazione.
Nella schizofrenia sono utilizzate varie forme di psicoterapia, sia individuale che di gruppo. Quelle di tipo cognitivo-comportamentale mirate ai deliri e alle allucinazioni hanno un’efficacia documentata dalla ricerca.

Gli interventi riabilitativi aiutano la persona a recuperare le capacità sociali che si sono perse durante la malattia. Dopo la crisi, il paziente deve essere aiutato a recuperare la capacità di spostarsi autonomamente, a riprendere o trovare un lavoro che sia adatto alla sua attuale condizione, a recuperare l’abitudine ad avere rapporti sociali, con amici o con l’altro sesso.

Un discorso particolare va fatto per l’intervento psicoeducativo, che riguarda tutta la famiglia e che aiuta a trovare una maniera di stare assieme, superando le difficoltà del passato e creando un ambiente più sereno per tutti.

Il trattamento della schizofrenia richiede spesso l’intervento di più figure professionali tra loro coordinate. Pertanto è consigliabile il ricorso ad una struttura, pubblica o privata, che possa garantire una presa in carico articolata. In molti casi è necessario, nelle fasi acute, il ricovero. In Italia non esistono più i manicomi e il ricovero è sempre temporaneo, spesso anche breve, presso reparti collocati in ospedali generali. Il trattamento prosegue poi presso strutture (ambulatori, centri diurni, servizi di riabilitazione) situate nel territorio.
Ninfa02 is offline  
Vecchio 30-11-2006, 23.06.01   #32
Ninfa02
Ospite
 
L'avatar di Ninfa02
 
Data registrazione: 31-10-2006
Messaggi: 29
Per Catharsis (terza parte)

Il ruolo degli altri
Il problema della schizofrenia non può essere affrontato solo dai servizi sanitari, né, tantomeno, le famiglie possono essere lasciate sole nelle loro difficoltà. Un grande aiuto può essere fornito da tutti quelli che, a vario titolo, sono in grado di essere vicini e di condividere l’esperienza della malattia con il paziente e con i suoi familiari. Parliamo dei parenti, degli amici e anche del volontariato sociale.
Una persona che soffre di schizofrenia non è solo un malato, ma è anche un individuo che patisce la solitudine, l’isolamento sociale, le difficoltà nel rapporto con il resto del mondo. Del resto, la famiglia del paziente sperimenta spesso le stesse situazioni. Le persone che hanno questi problemi hanno bisogno soprattutto di vivere dei rapporti “naturali”, con persone che non sono “costrette” a stare con loro in quanto familiari o specialisti pagati per curare.
Da sapere
La maggior parte delle persone ha la convinzione che la schizofrenia sia una malattia rara ed incurabile. Entrambe queste opinioni sono ingiustificate. Infatti, la schizofrenia colpisce una persona su duecento, in tutto il mondo, in qualsiasi classe sociale. Questo significa che in Italia vi sono circa 245.000 persone che soffrono di questo disturbo. Coloro che si ammalano appartengono a tutte le classi sociali. Non si tratta, pertanto, di un disturbo causato dall’emarginazione o dal disagio sociale.
Secondo i dati riportati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa un terzo delle persone che si ammalano di schizofrenia guarisce, tornando a svolgere la vita precedente alla crisi senza ulteriori ricadute. Un terzo guarisce con difetto: deve continuare a prendere farmaci e ha una riduzione del rendimento sul lavoro e nella qualità della vita sociale. Un terzo infine ha un’evoluzione verso la cronicità: ha difficoltà molto serie a lavorare e a mantenere una rete di relazioni sociali al di fuori della propria famiglia e dell’ambiente sanitario.
La malattia si manifesta di solito in età giovanile, tra i 18 e i 28 anni. L’esordio può avvenire in modo brusco e improvviso, oppure essere preceduto da un periodo di lunghezza variabile in cui la persona si chiude in se stessa, appare sempre meno interessata al mondo circostante, lascia senza motivo amici e relazioni sentimentali, perde il lavoro o interrompe la scuola.
È molto importante riuscire a fare una diagnosi precoce, perché il trattamento farmacologico tempestivo e una rapida presa in carico possono influenzare il decorso della malattia. In molti casi i primi sintomi sono difficili da distinguere rispetto ad una “normale” crisi adolescenziale. Inoltre, le persone non sono in grado di riconoscersi come malate: per loro, la realtà in cui vivono è molto più certa di quella in cui siamo immersi noi.
Sintomi
La distinzione principale è tra:
• sintomi “produttivi” (comprendono sintomi come i deliri e le allucinazioni, che non appartengono alle esperienze normali);
• sintomi “negativi” (appiattimento affettivo, anedonia, ritiro sociale) che esprimono l’assenza o la riduzione di un aspetto del funzionamento mentale.
In linea generale, si considera la prevalenza di sintomi “produttivi” come un indicatore favorevole per l’andamento della malattia. Al contrario di quanto si può immaginare, le crisi ad esordio brusco e con presenza di sintomi imponenti sono più facilmente superabili di quelle subdole e prolungate nel tempo.
I sintomi più comuni della malattia sono:
• Deliri. Il delirio è un’idea o una convinzione che non ha nessun fondamento nella realtà e non è condivisa dalle altre persone. Un fatto percepito correttamente, per esempio essere osservati da qualcuno alla fermata del tram, viene interpretato in maniera distorta (per esempio, diventa la prova di un complotto). I deliri più frequenti nella schizofrenia sono quelli persecutori, di grandezza, di riferimento, di lettura del pensiero.
• Allucinazioni. Le allucinazioni sono delle percezioni in assenza di oggetto (cioè, la persona sente o vede cose che in realtà non esistono). Le più tipiche nella schizofrenia sono le allucinazioni uditive: la persona sente voci che la minacciano o la insultano o commentano le sue azioni o le comandano di fare determinate cose.
• Disordine del pensiero. È alterata la sequenza logica nella costruzione del pensiero, per cui il discorso della persona appare disorganizzato e frammentato.
• Affettività inappropriata o appiattita. Le manifestazioni affettive della persona possono essere inappropriate rispetto alla situazione, oppure può esserci una riduzione della capacità di manifestare le proprie emozioni.
• Anedonia e ritiro sociale. Si ha una progressiva perdita d’interesse per ogni contatto sociale, che può arrivare fino al totale isolamento.
Solo nei casi più gravi questi sintomi sono costantemente presenti nel paziente. Molto più spesso, invece, si distinguono fasi acute, in cui i sintomi sono evidenti, e fasi di compenso, in cui i sintomi sono sotto controllo e l’individuo può condurre una vita più o meno normale. In queste ultime fasi, la persona può mantenere un’eccessiva sensibilità agli stimoli del mondo esterno, in particolare a quelli che possono creare una situazione di confusione o di stress.
Cause
La maggior parte degli esperti ritiene che la schizofrenia non abbia una causa unica, ma che siano necessari molti fattori per produrre la malattia. Alcuni aspetti legati al corredo genetico o a traumi nel parto possono creare nel soggetto una predisposizione (vulnerabilità) a sviluppare la malattia se sottoposto a particolari situazioni di stress nel suo ambiente (cioè, a situazioni che richiedono un aumento delle prestazioni affettive e cognitive al limite delle sue possibilità di sopportazione).
La schizofrenia non è causata da fatture, maledizioni o interventi magici. Anche se per alcune persone il mondo della magia è reale quanto quello della scienza, è necessario ribadire che la schizofrenia è una malattia, che va curata dai medici e dagli specialisti. Il ricorso a maghi e personaggi dell’occulto è uno spreco di denaro che può avere conseguenze pericolose per il paziente, rinforzando i suoi deliri e le sue allucinazioni.
L’uso di droghe non causa di per sé la schizofrenia, anche se può agire come effetto scatenante. Le droghe più pericolose sono l’eroina, la cocaina, l’LSD e in generale tutte le sostanze che hanno effetti allucinogeni. Alcuni soggetti usano le droghe nei primi periodi della malattia, perché possono per un certo tempo avere un effetto calmante, ma in breve esse hanno conseguenze devastanti.
Le delusioni affettive, come essere lasciati dal partner, o sociali, per esempio problemi durante il servizio militare, oppure perdere il lavoro, non sono la causa della malattia, ma rappresentano in molti casi la classica goccia che fa traboccare il vaso; sono cioè situazioni che in una persona già fragile e predisposta possono scatenare la crisi .

Sai davvero cosa si prova a stare cosi`???????? , se è vero per favore spiegami tu come potergli stare vicino e che cosa una persona in queste condizioni ha bisogno perchè io non so`piu`dove sbattere la testa !!!!!!!!!! .

Ninfa
Ninfa02 is offline  
Vecchio 30-11-2006, 23.24.53   #33
Ninfa02
Ospite
 
L'avatar di Ninfa02
 
Data registrazione: 31-10-2006
Messaggi: 29
Riferimento: S.o.s !!! (schizofrenia)

Citazione:
Originalmente inviato da odissea
Mi dispiace se il mio messaggio ti ha urtata, non era mia intenzione.
E' chiaro che in questa situazione non puoi non soffrire, farsi forza del resto non significa che non si soffrirà, tutt'altro.
sarà certamente una battaglia ma nessuno di noi può azzardarsi da un forum a dire se è senza speranza o meno.
Quello che mi premeva far passare è di fare attenzione a questi "devo". Non "devi" essere forte; cerca di esserlo e prima ancora chiediti quanto e in che modo "puoi" esserlo: tanto, poco, questo lo sai solo tu e in fondo ognuno ha un suo metro per stabilirlo. Mi preme dirtelo perchè la strada del "devo" la percorre spesso anche chi lavora nel sociale ed è un percorso che porta ad esaurire presto le risorse, e allora lì, quando hai le pile scariche, puoi fare veramente poco.
Forse quello che cerco di dire è che in certe situazioni (drammatiche) è importante saper "auto-dosarsi"; l'affetto e l'amore che si provano per un'altra persona possono essere infinti, ma le nostre energie psicofisiche non lo sono. Questo non implica mollare a priori, ma che è meglio partire ad andatura media, piuttosoto che correre per poi sbattere e azzopparsi sul primo muro che incrociamo.
Mi rendo conto che dette da un'estranea queste sono parole vuote; sappi però che sono dette quantomeno per esperienza (diretta, ahimè!).
un saluto

Le tue parole non mi hanno urtato , sono ben altre le cose che mi "urtano" (per non usare un altro linguaggio e cadere nel volgare ) . Come vedere le persone "gli specialisti" che dovrebbero avere cura di lui, che ti dicono che lo stanno osservando .... NON E` UN ANIMALE IN UN DANNATO ZOO !!!!! , SMETTETELA DI " OSSERVARE" AGITE !!!!!!!!! . Ma le mie sono parole al vento perchè per la legge svizzera non è obligato a curarsi ( a meno che non faccia del male ad altri o a se stesso ). Ma possono toglierli l'invalidità se non si cura ( praticamente metterlo in mezzo ad una strada ).
Mi dispiace se hai avuto anche tu un esperienza simile ... capirai allora quanto sia pesante .

Ninfa
Ninfa02 is offline  
Vecchio 30-11-2006, 23.35.40   #34
Ninfa02
Ospite
 
L'avatar di Ninfa02
 
Data registrazione: 31-10-2006
Messaggi: 29
Riferimento: S.o.s !!! (schizofrenia)

Citazione:
Originalmente inviato da Catharsis
Tranquillo che non rischio di diventare sacerdote...al massimo divento guru di una setta scientologicosatanicofuturista il cui unico adepto iscritto risulterei tristemente io..

Cmq non andiamo troppo o.t. per rispetto di chi ha aperto il post e del soggetto che esso riguarda.

Non vi preoccupate , deviare ogni tanto il discorso puo`far bene .

Ninfa
Ninfa02 is offline  
Vecchio 01-12-2006, 14.21.00   #35
odissea
torna catalessi...
 
L'avatar di odissea
 
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
Riferimento: S.o.s !!! (schizofrenia)

Citazione:
Originalmente inviato da Ninfa02
Le tue parole non mi hanno urtato , sono ben altre le cose che mi "urtano" (per non usare un altro linguaggio e cadere nel volgare ) . Come vedere le persone "gli specialisti" che dovrebbero avere cura di lui, che ti dicono che lo stanno osservando .... NON E` UN ANIMALE IN UN DANNATO ZOO !!!!! , SMETTETELA DI " OSSERVARE" AGITE !!!!!!!!! . Ma le mie sono parole al vento perchè per la legge svizzera non è obligato a curarsi ( a meno che non faccia del male ad altri o a se stesso ). Ma possono toglierli l'invalidità se non si cura ( praticamente metterlo in mezzo ad una strada ).
Mi dispiace se hai avuto anche tu un esperienza simile ... capirai allora quanto sia pesante .

Ninfa

Senti io capisco la rabbia e lo sfogo, ma di che aiuto può essere a te e a lui la completa sfiducia nella strutture che se ne occupano? Mi auguro, ripeto, che gli operatori e gli specialisti che lo seguano siano persone competenti e sensibili; vedrai che ce ne sarà qualcuno di "valido". Se c'è, forse ti sarebbe utile cercare con questo/a una"collaborazione" e un sostegno. Non perchè tu non sia in grado di fare le cose da sola, ma perchè credo sia sempre meglio creare una rete coerente e andare tutti nella stessa direzione. Per ciò è utile che le figure importanti per questo ragazzo (tu, i genitori, assistente sociale, psichiatra, operatori) si passino le informazioni e collaborino per non passare messaggi contraddittori a lui; credimi che questo è uno dei passi più difficili e importanti da fare, uno di quei passi che spesso non si realizza bene .
La sfiducia nelle istituzioni è diffusa in Italia come in Svizzera mi par di capire, e questo ha una sua ragion d'essere: già però questo ragazzo rifiuta le cure, se si aggiunge la sfiducia verso le figure che lo seguono si rischia di fare danno su danno.
Credo che adesso me ne starò zitta perchè la situazione non la conosco e probabilmente ho già straparlato.
In bocca al lupo.
odissea is offline  
Vecchio 02-12-2006, 15.12.49   #36
sisrahtac
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 04-11-2002
Messaggi: 2,110
Riferimento: S.o.s !!! (schizofrenia)

Pensiero sconnesso, volontà azzerata e tendenza al ritiro sociale, anedonia e qualche delirietto...personalmente sento di avere sensazioni simili..non voglio chiamarli sintomi nè autoappiccicarmi etichette, però a volte il dubbio viene..nè tanto meno rifugiarsi dietro uno schermo è produttivo....quando invece sono in analisi o a contatto con familiari mi rendo conto di quanto sia incasinato.. Non è bello vedere la propria vita sfumare nell'apatia e non riuscire a provare interesse per nulla..non riuscire ad esprimersi..o forse io ho solo la paranoia di apparire pazzo quando esprimo le mie emozioni ma in realtà non lo sono..
Cmq ribadisco..smetto di parlare di certi argomenti percxhè mi angosciano e li lascio volentieri agli esperti..
sisrahtac is offline  
Vecchio 02-12-2006, 15.21.14   #37
sisrahtac
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 04-11-2002
Messaggi: 2,110
Riferimento: S.o.s !!! (schizofrenia)

Citazione:
Originalmente inviato da Ninfa02
SMETTETELA DI " OSSERVARE" AGITE !!!!!!!!! .

Quando si tratta di malattie di questo tipo è il diretto interessato che deve re-agire, non i medici per lui, sennò siamo al punto di prima. Il soggetto sarà sempre incapace di esprimere volontà, di organizzarsi e di gestire i suoi affetti e la sua vita...se lo fanno i medici per lui...
sisrahtac is offline  
Vecchio 03-12-2006, 02.55.36   #38
Ninfa02
Ospite
 
L'avatar di Ninfa02
 
Data registrazione: 31-10-2006
Messaggi: 29
Riferimento: S.o.s !!! (schizofrenia)

Citazione:
Originalmente inviato da odissea
Senti io capisco la rabbia e lo sfogo, ma di che aiuto può essere a te e a lui la completa sfiducia nella strutture che se ne occupano? Mi auguro, ripeto, che gli operatori e gli specialisti che lo seguano siano persone competenti e sensibili; vedrai che ce ne sarà qualcuno di "valido". Se c'è, forse ti sarebbe utile cercare con questo/a una"collaborazione" e un sostegno. Non perchè tu non sia in grado di fare le cose da sola, ma perchè credo sia sempre meglio creare una rete coerente e andare tutti nella stessa direzione. Per ciò è utile che le figure importanti per questo ragazzo (tu, i genitori, assistente sociale, psichiatra, operatori) si passino le informazioni e collaborino per non passare messaggi contraddittori a lui; credimi che questo è uno dei passi più difficili e importanti da fare, uno di quei passi che spesso non si realizza bene .
La sfiducia nelle istituzioni è diffusa in Italia come in Svizzera mi par di capire, e questo ha una sua ragion d'essere: già però questo ragazzo rifiuta le cure, se si aggiunge la sfiducia verso le figure che lo seguono si rischia di fare danno su danno.
Credo che adesso me ne starò zitta perchè la situazione non la conosco e probabilmente ho già straparlato.
In bocca al lupo.


Io non sono un familiare stretto , quindi con me non comunicano (quello che so` melo dice la sua famiglia). Praticamente siamo tutti in attesa che : uno schizofrenico ammetta di essere malato e che accetti l'aiuto degli altri .................... praticamente nessuno fà niente .Non è una questione di sfiducia è che qui corre la specializazione in come imitare Ponzio Pilato .

Ninfa
Ninfa02 is offline  
Vecchio 03-12-2006, 03.07.37   #39
Ninfa02
Ospite
 
L'avatar di Ninfa02
 
Data registrazione: 31-10-2006
Messaggi: 29
Riferimento: S.o.s !!! (schizofrenia)

Citazione:
Originalmente inviato da Catharsis
Quando si tratta di malattie di questo tipo è il diretto interessato che deve re-agire, non i medici per lui, sennò siamo al punto di prima. Il soggetto sarà sempre incapace di esprimere volontà, di organizzarsi e di gestire i suoi affetti e la sua vita...se lo fanno i medici per lui...


.......... hai mai avuoto a che fare con un tossico dipendente o un alcolista ? , se si` saprai quanto è difficile portare quelle persone a capire di avere un problema serio .
Con la sua malattia è ancora piu`grave , visto che non si rende conto di essere malato e vede come nemici chinque provi a dire il contrario .

Ninfa
Ninfa02 is offline  
Vecchio 03-12-2006, 21.46.16   #40
cielosereno52
Ospite abituale
 
L'avatar di cielosereno52
 
Data registrazione: 21-05-2006
Messaggi: 211
Riferimento: S.o.s !!! (schizofrenia)

Citazione:
Originalmente inviato da Ninfa02
.......... hai mai avuoto a che fare con un tossico dipendente o un alcolista ? , se si` saprai quanto è difficile portare quelle persone a capire di avere un problema serio .
Con la sua malattia è ancora piu`grave , visto che non si rende conto di essere malato e vede come nemici chinque provi a dire il contrario .

Ninfa

Bhe.. magari capisce che è malato...ma usa la sua malattia come scudo.
Fargli capire che questo scudo, questa armatura non serve..e la sua
corazza non ha più ragione d'essere.
Questo in teoria... è un compito arduo passare alla pratica... fargli
rileggere il mondo come amico...
cielosereno52 is offline  

 



Note Legali - Diritti d'autore - Privacy e Cookies
Forum attivo dal 1 aprile 2002 al 29 febbraio 2016 - Per i contenuti Copyright © Riflessioni.it