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 Riflessioni sulla Tecnosophia - Commenti sugli articoli della omonima rubrica presente su WWW.RIFLESSIONI.IT - Indice articoli rubrica


Vecchio 27-08-2011, 14.05.18   #11
ulysse
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Riferimento: Nucleare: è queto il momento?

Citazione:
Originalmente inviato da Carl066
E non posso che concordare in pieno con questo.
Comunque, dati alla mano, ti posso assicurare del rischio infinitamente minore delle centrali nucleari, compreso il loro inquinamento ambientale, se paragonato con centrali tradizionali a carbone ( per non parlare delle idroelettriche etc.)
La disinformazione in proposito la fa da padrona effettivamente: troppi interessi politici, scientifici, e finanziari, sono in gioco. Posso parlare solo per impressioni...magari da ponderare e controllare in seguito…ma la mia prima impressione, appunto, è che i due tipi di rischi non siano confrontabili: forse è una questione di gusti

Rimando al post di Eretiko per l’analisi del costo della bolletta del nucleare a confronto con quello delle energie tradizionali o rinnovabili: mi pare ci sia poco da scialare comunque con ogni tipo di energia...

Soprattutto, se da una parte i costi della bollette sono anche confrontabili, i pericoli e gli inconvenienti di contorno con ricadute varie in ogni caso di enorme impatto, tali pericoli assumono, comunque un carattere diverso, quasi insopportabile per l’immaginario collettivo se suscitiamo lo spettro del nucleare.

Richiamo i casi relativi ai tipi di energia di maggior uso evidenziando svantaggi e pericoli

1)- energie non rinnovabili: carbone, petrolio, gas, ecc...: andranno in esaurimento nel'arco di alcuni decenni e sono le principali responsabili dell'inquinamento atmosferico: CO2, polveri sottili, riscaldamento globale, prodotti vari della combustine anche cancerogeni, ecc…. Si aggiungono i pericoli, spesso tragici, delle miniere, delle piattaforme offshore o per fuoriscita di petrolio sia dalle petroliere incidentate che dalle trivellazioni in mare: eclatante è l'inquinamento recente del Golfo del Messico.
Il grande vantaggio, se pur apparente, è che in genere sono pericoli inapparenti, fuori della nostra vista e, soprattutto, lontani da casa nostra!

2) -energia da idroelettrico: l'unico svantaggio è che se una diga cede o un bacino esonda muoiono migliaia di persone. Ovviamente la loro costruzione implica la perdita delle terre e dei paesi inondati dal bacino: in Cina, operazioni del genere si attuano oggi su vasta scala con evacuazione di intere popolazioni ed etnie. Per il resto non è inquinante (!) e la produzione di energia è regolabile in funzione dei picchi di richiesta: condizione indispensabile anche per le altre centrali: l’energia elettrica non si immagazzina!

3) -energie rinnovabili dal sole o dal vento...forse dalle maree e da sistemi ricreanti la fotosintesi della piante: è quanto auspichiamo si realizzi quanto prima. Hanno lo svantaggio di occupare spazi agricoli estesi (a parte maree e fotosintesi). Chi possiede il terreno guadagna di più impiantando cellule solari o torri eoliche piuttosto che coltivare cereali e patate.
Oggi in Italia l'energia da rinnovabile è forse prossima al 5-6% del totale (vedere). Dovremmo arrivare al 20%...a livello europeo.
Potrebbe allora accadere che, invece che energia, ci toccherà importare prodotti commestibili: frutta, verdura, derivati da cereali e carni…che aumenteranno di prezzo..
L'alternativa è che impariamo a ricoprire gli edifici con pannelli fotovoltaici e immettere nella rete l'energia prodotta...già lo si fa per impianti relativamente modesti con vantaggi/svantaggi vari: forse si può incrementare con contributi dello stato e una nuova rete elettrica.

4) -energia da nucleare: le centrali nucleari non inquinano nel modo tradizionale: possono inquinare per radiazioni... per quanto la cosa sia estremamente controllata ed i veri incidenti con emissione di radiazioni siano rarissimi, specie nelle centrali di nuova generazione. Ma se un incidente coinvolge il nocciolo del reattore, il pericolo è estremo, magari apparentemente contenuto nell'immediato, ma esteso per gli anni futuri: il tempo di decadimento dei materiali fissili si conta in centinaia, forse migliaia di anni. I contaminati di Chernobyl ancora muoiono di tumori e leucemie e così la loro discendenza: Greenpeace denuncia, per i primi 70 anni dopo l’incidente, circa 6 milioni di morti ascrivibili, appunto, all'incidente con diffusione in tutta la vasta area contaminata. Altri enti riducono i morti a 60 mila oltre a mutazioni, aborti, ecc… dovuti al coinvolgimento del patrimonio zootecnico e di tutta la catena alimentare.
E' sempre una cosa terribile, tenuto anche conto che non è finita.
Quello di Chernobyl fu il più grave incidente di tutti i tempi nel campo della produzione di energia dal nucleare.
Stiamo a vedere come si evolverà il caso di Fukushima.

Le altre difficoltà e pericoli del nucleare, oltre al reperimento difficoltoso, compreso il possibile esaurimento, del materiale fissile, consistono nella manipolazione e trasporto di detto materiale e nell'approntamento di siti adeguati per le scorie: i pericoli di contaminazione sono sempre incombenti!

In Italia, a Caorso, le operazioni di smaltimento e bonifica sono ancora in corso dopo 30 o 40 anni dalla dismissione e non si sa dove riparare le scorie e tutto il materiale radioattivo recuperato.
...Credo che ci paghiamo ancora una tassa...o forse c'è una voce sulla bolletta elettrica...o forse me lo sono inventato! Però dal come vanno le cose da noi, sarebbe plausibile.

Il futuro però è prodigo di possibilità per il solare:
1) -aumentare l'efficacia dei pannelli dal 18% al 70/80% di assorbimento energetico dal sole: sono in corso studi e ricerche in proposito…e forse qualcuno ha già dato risultati.
2 -Impiantare enormi distese di pannelli nel deserto del Sara: si potrebbe alimentare tutta l'Europa, l'Africa e il Medioriente...forse: complesso sarà costituire una rete di trasporto.
3) -Impiantare centrali a specchi solari, sulla terra o nello spazio da cui trarre potenti raggi laser verso la terra per produrre il vapore per alimentare le turbine: da approfondire!
4) -ecc....

Direi che la dismissione del nucleare insieme col contenimento fino ad esaurimento delle centrali ad emissione di CO2, apre il campo ad enormi possibilità di ricerca in relazione alle energie alternative e rinnovabili (solare in primis) in cui l'Europa (in particolare l'Italia) dovrebbe lanciarsi profittando che altri paesi emergenti ancora si attardino sul carbone, sul gas, sul petrolio causa il basso costo per loro di tali materiali ed anche per minore capacità di ricerca…per quanto, reperire ricercatori e attrezzare laboratori sia oramai facile per tutti.
Citazione:
E' che la disinformazione la fa da padrona, unita alla sbagliatissima percezione del problema cavalcata da politica ed ignoranza. (Se succede un incidente nucleare la notizia ha una risonanza enorme) Ma ad esempio la centrale di Fukushima al momento conta una decina di morti sicuri, mentre una diga poco distante (per usi idroelettrici, o di irrigazione) crollata in seguito allo tsunami, ha spazzato via 680 abitazioni. Non se ne è parlato minimamente.
E anche vero che l’ignoranza è grande e la politica la cavalca, ma il nucleare è comunque una bega... specie per noi in Italia: esperienze tecnologiche perdute dopo tanto tempo dalla dismissione e tempi troppo lunghi necessari per la costruzione di una centrale: oltre 10 anni per arrivare al funzionamento e alla resa: al confronto un impianto di rinnovabile è subito sfruttabile. Figuriamoci cosa renderebbero 10 anni di investimenti per il rinnovabile, distratti dal nucleare.

Per il nucleare invece si aggiunge la paura popolare che costringe i governatori di ogni regione a rifiutarne l’installazione nel proprio territorio: ogni comune e provincia si proclamano denuclearizzati!
Non per niente i media danno enorme risonanza agli incidenti nucleari rispetto a quelli relativi al convenzionale anche se al momento il danno sembra contenuto: gli è che la gente è terrorizzata e vuole sapere, specie dopo Fukushima, ed, oggettivamente, d'altro canto, la radioattività si protrae indefinitamente.

Razionalmente si potrebbe anche dire che la paura del nucleare è…. irrazionale…conseguenza della ignoranza …ma non tanto poi: Si tratta di una paura ancestrale di tipo diverso…come per una fede cui credi senza sapere…coglie anche i non ignoranti di tale tecnologia...eccetto il prof. Veronesi, che, forse abituato alle applicazioni al cobalto per i suoi pazienti, percepisce le radiazioni come benefiche.

E’ comunque vero che le conseguenze di un incidente, sia pure improbabile, (ma probabile se le centrali sono tante) sono terribili e protratte nel lungo termine: una centrale nucleare è comunque un bel regalino da lasciare a figli, nipoti, pronipoti e oltre.
Già, almeno in Italia, lasciamo loro miliardi di debiti, li stiamo deprivando della pensione…lasciamogli pure le centrali…una decina di fuochi eterni da accudire!…sai quanto saranno felici!

Senza contare le centinaia, forse migliaia di fuochi eterni da tenere sotto controllo su tutto il pianeta…se si continuerà a costruire centrali.

La Germania dedica gli investimenti, che sarebbero andati al nucleare, alla ricerca per le energie rinnovabili.
Certo lo farà anche il Giappone. Seguiranno altri.
Direi che sarebbe una buona strada anche per noi…se ci sbrighiamo!
Ma noi siamo altrove impegnati…sembra...o non siamo impegnati affatto!
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Vecchio 06-09-2012, 18.09.56   #12
ulysse
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Riferimento: Nucleare: è queto il momento?

COMBUSTIBILI FOSSILI? COME SOSTITUIRLI?
Oggi piove...domani pioverà?...è un problema!

Lo scorso anno, 11 marzo 2011, dopo lo tsunami che colpì il Giappone provocando l'incidente ai reattori di Fukushima, ancora abbiamo inneggiato con spirito guascone, da derby calcistico, all'avvento delle energie rinovabili contro il nucleare...come fossimo noi i buoni...contro di loro... i cattivi!

Era ed è complice di un tale spirito una informazione ingannevole schierata per lo più sulla base di pregiudizi ideologici anzichè su dati realistici.
L'euforia per gli avvenuti paventati disastri del nulcleare ha fatto credere a troppi ottimisti che l'era della energia pulita fosse già iniziata.

La cruda verità, come spiega Vaclav Smil, uno dei massimi esperti mondiali di questioni energetiche, in un articolo apparso su "Le Scienze" di questo settembre 2012, è che c'è poco da stare allegri: nè il nucleare, nè le rinovabili, come sarebbero l'eolico e il solare, sono in sè soluzioni plausibili ed esaustive al problema di sostituire i combustibili fossili (gas, carbone) nella produzione di energia.

Peggio, una soluziuone a breve termine, e parliamo dei prossimi decenni, non è nemmeno immaginabile!

Ed è così... un pò per i limiti rintrinseci di molte fonti altenative (il nucleare non è modulabile, le rinnovabili sono intermittenti, l'draulico, che pure sopperirebbe a questi inconvenienti, è troppo poco, ecc...)... un pò per quesione di costi e infrastrutture di distribuzione.

In conseguenza petrolio, gas e carbone rappresentano ancora l'80% abbondante del consumo di energia primaria nel mondo. E nel decennio 2000-2010 quasi la metà dell'aumento dei consumi ha trovato una risposta nel vecchio, sporco, adorato carbone...e questo la dice tutta circa la nostra attuale situazione!

Ma nemmeno il futuro si presenta più roseo, se è vero che, secondo le previsioni dell'IEA (International Energy Agenzy), la domanda di energia crescerà ancora del 10% per ogni successivo decennio fino a metà del XXI secolo e che saranno ancora i fossili a farla da padroni.

In un tale scenario l'inequivocabile avvertimento a tutta l'umanità sarebbe: Sebbene siano stati fatti sin'ora timidi passi nella giusta direzione, la porta per limitare il riscaldamnto globale a 2°C entro il 2100 si sta chiudendo! Si farà in tempo?

Al momento la migliore optione e monito che la scienza ecologica ed energetica lancia alle nazioni avanzate sarebbe di limitare al massimo i propri consumi energetici...La qual cosa, tuttavia, non significherbbee rinunciare in toto al proprio stile di vita, ma adottare tecnologie oramai affidabili per aumentare l'efficienza delle nostre attività.

Infatti siamo al punto che un europeo consuma quasi il triplo dell'energia di un cinese o di un brasiliano ed un americano più di cinque volte!

Sarà, quindi, difficile chiedere ai paesi emergenti di fare la propria parte nello sforzo di contenere il cambiamento climatico, se continuremo a dimostrare di non essere noi in grado di fare la nostra parte...!


P.S.:
Tratto dall'editoriale di Marco Cattaneo su "Le Scienze" di Settembre 2012.
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