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Vecchio 29-06-2007, 10.51.19   #1
atisha
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Data registrazione: 17-03-2003
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Avide Bocche

Faccio un rapido elenco mentale di tutti gli avidi che ho conosciuto nella mia vita.. non pochi, ho conosciuto anche me!.. e noto che spesso l'avidità fa ingrassare.. Per loro natura gli avidi hanno bisogno di avere tanto spazio.. di avere tanto posto.. ma esistono tanti aspetti dell'avidità; se faccio caso ogni conflitto umano è nato dal bisogno di avere spazio intorno a sè.. e così sono nate le guerre, per il possesso di spazio, per la conquista di una striscia di terra sulla quale edificare.. allargare il proprio spazio psicologico.. sentirsi dilatati, espansi..

Mi sono sempre chiesta da dove nasca questo bisogno di allargare il proprio confine, fino a invadere lo spazio altrui, fino ad uccidere per soddisfare la sete di spazio.. Penso al senso di appartenenza.. ma scatta subito di riflesso anche il senso di possesso.. lo stesso che ci appartiene fino dalla nascita, fino dall'inizio volevamo possedere.. l'avidità già si rivela dai primi passi, anzi, dal primo vagito che grida "vogliooooo".. poi con le prime parole "è mio" sigilliamo il primo possesso.. ma al primo rifiuto qualche molla deve scattare.. perchè si continuerà sempre a voler rimpiazzare quel rifiuto.. per tutta la vita.. e mancherà sempre quello... ed ognuno ha il suo, dove costruirà la propria ricchezza e la propria avidità..

Nessuno è esente da avidità.. il senso del possesso in ogni sua forma è parte della natura umana.. non si può sconfiggere, ma si può osservare.. e riconoscerla in se stessi è già una grande conquista!.. E' un po' come avere davanti a sè il proprio giardino.. e anzichè pensare a riconoscere le piante che vi appartengono, le specie di fiori che nascono spontanee, si pensa a recintarlo.. a proteggerlo e non farlo vedere agli altri.. si pensa di possederlo ancora prima di conoscerlo, condividerlo. Quello è il nostro giardino interiore che proteggiamo avidamente.. ma più lo proteggiamo e più l'inverno prima o poi ci coglierà di sorpresa.. ed il nostro giardino inaridirà.. gelerà perchè non permetteremo neanche al Sole di entrare.. nessuno più verrà a giocare nel nostro giardino.. e sarà l'inverno del Cuore..

Eppure credevamo fosse sufficiente proteggere la nostra proprietà..

Ultima modifica di atisha : 29-06-2007 alle ore 18.51.46.
atisha is offline  
Vecchio 29-06-2007, 11.15.31   #2
Noor
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Atisha: E' un po' come avere davanti a sè il proprio giardino.. e anzichè pensare a riconoscere le piante che vi appartengono, le specie di fiori che nascono spontanee, si pensa a recintarlo.. a proteggerlo e non farlo vedere agli altri.. si pensa di possederlo ancora prima di conoscerlo, condividerlo. Quello è il nostro giardino interiore che proteggiamo avidamente.. ma più lo proteggiamo e più l'inverno prima o poi ci coglierà di sorpresa.. ed il nostro giardino inaridirà.. gelerà perchè non permetteremo neanche al Sole di entrare.. nessuno più verrà a giocare nel nostro giardino.. e sarà l'inverno del Cuore..


Bella riflessione Ati..
Difatti il Giardino andrebbe ben curato ,potato,ma altresì lasciato il più possibile,coi cancelli aperti...poichè,oltre che di spazio ha necessità di Vento e Pioggia da ricevere e scambiare per non far inaridire il Cuore.
E' certo un delicato equilibrio di apertura-chiusura dei cancelli:troppo affollamento lo rovinerebbero del tutto,sopratutto se delle pianticine con nuove gemme delicate stanno per sbocciare per essere poi condivise..

Noor is offline  
Vecchio 29-06-2007, 11.50.39   #3
fallible
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Salve e buon giorno!
a volte non capisco se l'apertura di un 3d sia dovuto ad un desiderio (avidità?) di confrontarsi o piuttosto ad una forma di malessere che ci spinge ha identificarlo in qualcosa per cui ,nel nostro "cuore", abbiamop già la risposta...il desiderio di spazio "fuori" è dovuto alla mancanza dello stesso dentro; se dal nostro "cuore-mente" sradichiamo tutto ciò che inevitabilmente dà cattivi frutti e ci allontana dai nostri simili e non...ci sarà spazio per tutto e se anche nel nostro "giardino" dovesse nascere qualche pianticella "malsana" avremo la forza di curarla claudio

ps sono certo che ati tutte queste cose le ha ben chiare tenta un altro argomento di confronto avendo l'altro 3d fatto una gran brutta fine...persosi in nozionismi e di pensieri altrui...la ricerca si fa strada facendo claudio
fallible is offline  
Vecchio 29-06-2007, 13.10.57   #4
acquario69
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..e che dire anche di quei giardini che noi "curiamo" secondo i nostri criteri "umani"(sezionando-tagliando qua e la-facendo nascere piante in un posto anziche in un altro-..) anziche lasciarli crescere secondo madre natura?..non e' molto piu bello un giardino o un parco che cresce spontaneamente?...non potrebbe essere anche questa avidita celata da belle intenzioni?
acquario69 is offline  
Vecchio 29-06-2007, 15.59.24   #5
ozner
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L'idea di questo giardino ideale mi ha fatto venire in mente il mio giardino reale, creato da me con l'aiuto dei miei cari sin dall'inizio, all'acquisto della casa.
Ebbene, se il tuo è il giardino dell'essere, il mio è quello dei piedi che hanno vangato, delle mani che hanno potato i rami superflui ed estirpato le erbacce infestanti, dei muscoli che hanno faticato per i lavori giornalieri di pulitura e miglioramento, degli occhi che hanno osservato con soddisfazione l'angolo bello o evidenziato ciò che non andava, dell'udito che ha ascoltato ogni suono e canto d'uccello con delizia e ogni rumore fastidioso con rammarico. Allora, visto che il giardino dell'essere, che spesso è astratto, può essere immaginato aperto a tutti, il mio giardino, quello sudato per il lavoro, e goduto proprio per la gioia che ne esce ogni volta ci passeggio, dovrebbe essere lasciato aperto a tutti o solo a quelli che sono in grado di apprezzare e godere con il padrone la sua soavità?
ozner
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Vecchio 29-06-2007, 22.20.31   #6
katerpillar
Ogni tanto siate gentili.
 
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atisha
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Mi sono sempre chiesta da dove nasca questo bisogno di allargare il proprio confine, fino a invadere lo spazio altrui, fino ad uccidere per soddisfare la sete di spazio.. Penso al senso di appartenenza.. ma scatta subito di riflesso anche il senso di possesso.. lo stesso che ci appartiene fino dalla nascita, fino dall'inizio volevamo possedere.. l'avidità già si rivela dai primi passi, anzi, dal primo vagito che grida "vogliooooo".. poi con le prime parole "è mio" sigilliamo il primo possesso..
katerpillar

Quella che tu chiami "avidità" io chiamerei paura. Proprio così. Con riferimento ai confini di una nazione, per esempio, si è teso sempre a spostarli il più possibile, per allontanare il pericolo dal nucleo centrale.

Si potrebbe affermare che l'impero romano si è dilatato, non a causa dell'avidità: ma a causa della paura del vicino; e quando per motivi logistici non si è potuto più espandere, ha posto ai suoi confini dei Limes che, in apparenza, dovevano risultare invalicabili.

Perchè non può essere considerata avidità quella dei romani? Perché ogni paese che occupavano vi portavano il benessere e la pace, con la costruzione di città, acquesotti, teatri, piscine per il popolo e tanta civiltà.
Se uno allargasse il proprio confine solo per avidità, non spenderebbe un sesterzo per abbellire il territorio conquistato, ma lo deprederebbe e basta.

La formula per comprendere il tipo di espansione da te accennato, la potrei spiegare con la solita formuletta; ovvero: l'uomo è costretto a vivere nel fiume della casualità, casualità che genera paura, paura che genera egoismo.

Togliamo da mezzo questi impostori e l'uomo non avrà più il desiderio di espandersi o di uccidere per espandersi, fermo restando che il bambino affermera sempre NO o SI. Oppure esternera la consapevolezza del possesso, quando afferma: questo è mio.
Ma quello fa parte della costruzione e del riconoscimento della propria personalità ed è un bene che avvenga, ma non centra nulla con quello che avverrà dopo.

Sembra che anche le persone grasse soffrano di un senso di paura; infatti: lo spessore di grasso in eccesso dovrebbe in qualche modo difenderli come un Limes o come uno scudo di protezione

katerpillar is offline  
Vecchio 30-06-2007, 02.40.55   #7
ozner
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atisha
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Perchè non può essere considerata avidità quella dei romani? Perché ogni paese che occupavano vi portavano il benessere e la pace, con la costruzione di città, acquesotti, teatri, piscine per il popolo e tanta civiltà.
Se uno allargasse il proprio confine solo per avidità, non spenderebbe un sesterzo per abbellire il territorio conquistato, ma lo deprederebbe e basta.
I Romani si sono trovati così potenti perchè erano nel posto giusto al momento giusto,e, visto che la storia la fa chi vince, i Romani sono stati considerati super eroi per secoli, talmente bravi da influenzare addirittura scrittori di vangeli, in un apocrifo Pilato è stato fatto persino santo; si, è vero, erano più bravi degli altri nel mantenere le sane tradizioni e anche più furbi nelle alleanze, ma come tutti lo hanno fatto per sete di denaro e questo nessun esperto può negarlo, e,per convincersi, basta leggere buoni libri sull'aspetto finanziaro di Roma repubblicana e imperiale. Quello di cui, invece, i Romani avrebbero fatto volentieri a meno, era di espandere la civiltà, proprio come sostieni tu, sanamente, felicemente e altruisticamente, ma questo è successo inevitabilmente, o per caso, direbbe qualcuno, e l'umanità intera è così progredita: un po' come se il male oggettivo globale trascinasse, per divino afflato, anche il bene per singoli innocenti.
Ozner
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Vecchio 30-06-2007, 09.33.36   #8
salvatoreR
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Faccio un rapido elenco mentale di tutti gli avidi che ho conosciuto nella mia vita.. non pochi, ho conosciuto anche me!.. e noto che spesso l'avidità fa ingrassare.. Per loro natura gli avidi hanno bisogno di avere tanto spazio.. di avere tanto posto.. ma esistono tanti aspetti dell'avidità; se faccio caso ogni conflitto umano è nato dal bisogno di avere spazio intorno a sè.. e così sono nate le guerre, per il possesso di spazio, per la conquista di una striscia di terra sulla quale edificare.. allargare il proprio spazio psicologico.. sentirsi dilatati, espansi..

Mi sono sempre chiesta da dove nasca questo bisogno di allargare il proprio confine, fino a invadere lo spazio altrui, fino ad uccidere per soddisfare la sete di spazio.. Penso al senso di appartenenza.. ma scatta subito di riflesso anche il senso di possesso.. lo stesso che ci appartiene fino dalla nascita, fino dall'inizio volevamo possedere.. l'avidità già si rivela dai primi passi, anzi, dal primo vagito che grida "vogliooooo".. poi con le prime parole "è mio" sigilliamo il primo possesso.. ma al primo rifiuto qualche molla deve scattare.. perchè si continuerà sempre a voler rimpiazzare quel rifiuto.. per tutta la vita.. e mancherà sempre quello... ed ognuno ha il suo, dove costruirà la propria ricchezza e la propria avidità..

Nessuno è esente da avidità.. il senso del possesso in ogni sua forma è parte della natura umana.. non si può sconfiggere, ma si può osservare.. e riconoscerla in se stessi è già una grande conquista!.. E' un po' come avere davanti a sè il proprio giardino.. e anzichè pensare a riconoscere le piante che vi appartengono, le specie di fiori che nascono spontanee, si pensa a recintarlo.. a proteggerlo e non farlo vedere agli altri.. si pensa di possederlo ancora prima di conoscerlo, condividerlo. Quello è il nostro giardino interiore che proteggiamo avidamente.. ma più lo proteggiamo e più l'inverno prima o poi ci coglierà di sorpresa.. ed il nostro giardino inaridirà.. gelerà perchè non permetteremo neanche al Sole di entrare.. nessuno più verrà a giocare nel nostro giardino.. e sarà l'inverno del Cuore..

Eppure credevamo fosse sufficiente proteggere la nostra proprietà..


Cara ATI grande riflessione la tua.


Solo l’accettazione permette la comprensione, e solo la comprensione produce la liberazione.
Comprendi e gioisci !!!!

salvatoreR is offline  
Vecchio 30-06-2007, 10.11.30   #9
Noor
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Ozner:Quello di cui, invece, i Romani avrebbero fatto volentieri a meno, era di espandere la civiltà, proprio come sostieni tu, sanamente, felicemente e altruisticamente, ma questo è successo inevitabilmente, o per caso, direbbe qualcuno, e l'umanità intera è così progredita: un po' come se il male oggettivo globale trascinasse, per divino afflato, anche il bene per singoli innocenti


Esatto ozner..necessità degli eventi...
Dunque:la civiltà ,il progresso sono anche figlie dell'ego umano.L'ego però sappiamo produce sempre la propria parte distorta ..il suo bel rovescio della medaglia (violenze,sopraffazioni...inso mma ogni mezzo che giustifichi il proprio fine..)

Ma alla fin fine tutto è come dev'essere..
Noor is offline  
Vecchio 30-06-2007, 11.56.37   #10
Yam
Sii cio' che Sei....
 
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Esatto ozner..necessità degli eventi...
Dunque:la civiltà ,il progresso sono anche figlie dell'ego umano.L'ego però sappiamo produce sempre la propria parte distorta ..il suo bel rovescio della medaglia (violenze,sopraffazioni...inso mma ogni mezzo che giustifichi il proprio fine..)

Ma alla fin fine tutto è come dev'essere..

Voto: 5/6..ti salva la frase finale che hai imparato a memoria.

Non c'e' proprio niente di distorto....
A volte mangia un po' troppo e si abbuffa ma se non mangiasse non ci sarebbe nulla, nessuna vita.
Yam is offline  

 



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