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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 25-01-2004, 15.48.49   #11
basil
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capisco, ma dubito che la tua "osservazione" potrà fargli cambiare idea...
basil is offline  
Vecchio 25-01-2004, 15.51.03   #12
Marco_532
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...probabilemnte no, ma vale la pena provarci...

Ciao, Marco .
Marco_532 is offline  
Vecchio 26-01-2004, 11.15.43   #13
lelle 79 ;o)
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Citazione:
Messaggio originale inviato da Marco_532
Per quanti di voi ha senso chiedersi :"Perchè siamo qui?"..."Dove andremo"..."Da dove veniamo?"

Credo che siamo quì per capire il motivo per cui ci siamo (perdonatemi il gioco di parole!), una cosa che si può capire senza ricercare certezze, ma solamente vivendo.

Per il dove andremo credo che tutto dipenda dalle nostre azioni compiute in vita.

Infine credo che proveniamo da una posizione originale, l'essenza di Dio stesso, che il nostro essere originariamente appartenesse a Dio come parte integrante, ma questa posizione originale persa l'abbiamo dimenticata.

Ma la domanda importante è "quando c'arriviamo?", io sono 24 anni buoni che stò in ballo con stà cosa!
lelle 79 ;o) is offline  
Vecchio 27-01-2004, 21.25.12   #14
visechi
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Citazione:
di Marco_532 il 25-01-2004 14:46:
Ha Senso chiedersi...
Per quanti di voi ha senso chiedersi :"Perchè siamo qui?"..."Dove andremo"..."Da dove veniamo?".


Credo abbia sempre senso domandarsi qualcosa. Se poi le domande ineriscono all'essere, penso proprio che i quesiti siano più che mai spontanei. Mi chiedo, infatti, chi nel corso della propria esistenza non si è posto i quesiti proposti da Marco… io l'ho fatto più volte, e non essendo disposto a fornirmi risposte di comodo, sono sempre approdato a due soluzioni antitetiche, entrambe in ipotesi, indimostrabili ma pur sempre le più probabili, almeno a parere mio:
Siamo qui per effetto del caso. Nella grande lotteria delle possibilità un giorno è stato estratto il nostro numero. Da quel giorno, solo in relazione alla mia nascita, il mondo è migliorato. Insomma siamo figli del caso. Nel corso della nostra esistenza ciascuno di noi percorre una strada: quella che le circostanze, ancora una volta il caso e, per buona parte, anche la propria volontà, ha reso palese ai nostri sensi. Questo percorso non è mai lineare, è tortuoso, colmo di ostacoli, sempre in salita, ma nonostante tutto, affascinante come lo può essere un futuro sconosciuto, condito da una speranza indefettibile in cose piacevoli. Si conclude sempre inopinatamente con l'unica nostra morte della nostra unica vita, e allorché è concluso, solo allora, ci rendiamo conto che ha tracciato dei segni nella Storia complessiva: alcune volte sono segni ben visibili, altre più labili, ma pur sempre esistenti. Questi segni sono incisi su una linea tortuosa e tormentata che è poi la nostra vita, che coincide specularmente, senza alcuna possibilità di scarto, con il nostro destino, poiché questo può essere definito tale solo allorché la vita l'ha già tracciato… mai prima: il destino è sempre retrospettivo, ricordi e memoria. Al di là dei sofismi di carattere filosofico/pseudospirituale, credo che, in quanto individui, unici, irripetibili e senzienti, di questo mi pare Marco stia parlando, veniamo dal nulla, dalla non esistenza, nel senso che prima della nascita non esistiamo. Quando nasciamo non siamo mai una tabula rasa, siamo in parte ciò che ci ha preceduti, l'evoluzione umana ci ha forgiati: un nascituro del 2000 è ben diverso da quello preistorico. Ci portiamo addosso i geni dei nostri padri, che a loro volta hanno ricevuto in dono quelli dei propri avi, e così via, in un processo evolutivo senza pausa e senza interruzione di sorta… in questo senso facciamo parte di un unico grande organismo pulsante… ma qui l'organismo è solo metaforico, ipotetico, non reale e non intelligente o senziente. L'Uomo, inserito in questo contesto evolutivo, è formato da tanti micro-uomini in perenne movimento da un punto all'atro del segmento definito storia dell'Umanità. Ciascuno di noi rappresenta un micro tassello del mosaico… ovvio che io sono un macro tassello, e alla faccia di chi afferma il contrario, è sicuramente l'animale più affascinante dell'intero creato, soprattutto se porta le gonne e ha lo sguardo che perfora. Purtroppo egli, l'uomo, è immerso in un ambiente che, per effetto dei già cennati propri limiti (ne ha parlato qualcuno qui), non è in grado di ben comprendere fino in fondo… il percorso della conoscenza è ancora lunghissimo, c'è chi afferma che mai sarà possibile conoscere tutto, perché in tale evenienza il cammino dell'uomo avrebbe termine… io ci credo fermamente. L'unico scopo che ha l'uomo nella vita è quello di viverla… punto. La vita in sé è un nonsense cui noi diamo senso solo attraverso la nostra vita, le nostre opere, i nostri affetti, le nostre relazioni e ciò che lasciamo affinché chi segue raccolga il testimone in un processo che solo così trova il proprio alimento per proseguire.
Parlavo di due ipotesi, entrambe indimostrabili, ma a parer mio le più verosimili. L'altra sarebbe quella che implica l'intervento di un Dio Creatore, che infonde la materia da lui creata della sua essenza. Questa seconda concezione attribuisce estremo senso alla vita e inserisce l'umanità all'interno di un percorso non fine a sé stesso ma teso al ricongiungimento, attraverso la progressiva evoluzione spirituale, con il Creatore. Qui, a differenza dell'altra ipotesi, in cui sarebbe un elemento di mero conforto, la spiritualità conquisterebbe la centralità dell'intera Storia dell'Uomo essendone il baricentro e il fulcro su cui poggia l'esistenza di ciascuno di noi. Noi saremmo qui per un disegno divino, mai completamente intelligibile, si sa anche dove approderà la strada di ogni uomo, inteso tanto come individuo che come collettività, e la nostra provenienza e venuta al mondo non sarebbe affidata alla casualità ma sottostà ad un preciso e sconosciuto disegno superiore. La Ricerca, in questo ambito metafisico, sarebbe finalizzata al ricongiungimento col divino. Ben diverse, quindi, le premesse e l'epilogo, nonché il percorso stesso.

Citazione:
Messaggio originale inviato da Marco_532
...allora vi chiedo: "Credete che vi sia la consapevolezza di questo limite?"
Credo che in buona misura esista questa consapevolezza. E' proprio questa che induce ed esalta il dubbio che è la forza motrice della ricerca. Non esistono certezze preconfezionate, buone per ogni occasione. Le certezze ce le creiamo noi perché abbiamo bisogno di puntelli solidi, ed in assenza di quelle razionalmente più verosimili siamo anche bravi ad inventarcene di sofisticate, ma sono quasi sempre certezze effimere, così come effimera è la nostra esistenza.


visechi is offline  
Vecchio 28-01-2004, 00.35.47   #15
Marco_532
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Complimenti e bentornato...
Marco_532 is offline  
Vecchio 28-01-2004, 16.53.02   #16
rodi
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Citazione:
Messaggio originale inviato da visechi
...
Credo che in buona misura esista questa consapevolezza. E' proprio questa che induce ed esalta il dubbio che è la forza motrice della ricerca. Non esistono certezze preconfezionate, buone per ogni occasione. Le certezze ce le creiamo noi perché abbiamo bisogno di puntelli solidi, ed in assenza di quelle razionalmente più verosimili siamo anche bravi ad inventarcene di sofisticate, ma sono quasi sempre certezze effimere, così come effimera è la nostra esistenza.
[/b]

Concordo con quanto dici e sulla visione: certezza=puntello.

Non riesco a non considerare il fatto che chi è più in grado di altri di staccarsi dai 'puntelli', in teoria dovrebbe avere anche la caratteristica di comprendere chi, invece, non è in grado di farlo.
Senza astio, risentimento, desiderio di dimostrare.

Come sempre è solo un'opinione, ma mi piacerebbe conoscere quella di altri al riguardo.

rodi is offline  
Vecchio 28-01-2004, 17.34.45   #17
Marco_532
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...il desiderio di dimostrare, credo non sia colegato alla facoltà di comprensione a cui ti riferisci, ma al fine...una persona convinta in un fine raggiungibile da tutti, è naturale che cerchi indirizzare altri nella via...ma questo implicherebbe ritenersi detentori di una verità immutabile e certa....converrebbe ad entrambi gli interessati interagire tentando di "portare" l'ascoltatore "all'intuizione", all'"altro punto di vista", e al conseguente ragionamento in merito...

P.S. Forse ho usato termini che potrebbero essere contestati, ma non mi interessa la polemica sui termini...credo che il concetto si capisca...

Ciao, Marco .
Marco_532 is offline  
Vecchio 28-01-2004, 18.57.40   #18
Mattia
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Messaggi: 12
[quote]Messaggio originale inviato da rodi
[b]Concordo con quanto dici e sulla visione: certezza=puntello.

Non riesco a non considerare il fatto che chi è più in grado di altri di staccarsi dai 'puntelli', in teoria dovrebbe avere anche la caratteristica di comprendere chi, invece, non è in grado di farlo.
Senza astio, risentimento, desiderio di dimostrare.

Come sempre è solo un'opinione, ma mi piacerebbe conoscere quella di altri al riguardo.




Personalmente non ho mai incontrato persone con il desiderio di dimostrarmi a tutti i costi e di rendermelo a tutti i costi vero e insindacabile il loro pensiero a riguardo, semmai il problema e' sempre stato l'opposto: conoscere persone con la quali poter parlare e confrontarmi liberamente sui miei ed i loro pensieri.
Finalmente ho trovato il forum giusto!!!

Aggiungerei una domanda alla discussione aperta da Marco:
dove andremo, se mai andremo da qualche parte, ne avremo la consapevolezza???.......mi spiego: il giorno in cui passeremo "dall'altra parte" avremo la possibilita' di ricordare la nostra identita' passata??
Questo e' un pensiero su cui rifletto molto, sicuramente perche' sono molto legato agli affetti che ho ed a quelli che purtroppo non ho piu' e il pensiero di non ricordarli piu' mi fa paura.
Mi piace pensare che provengo, come tutti noi, da una millesima parte di Dio, che vivo per poter crescere me stesso ed insegnare ai miei figli quel poco che riesco ad imparare con tanti tribolamenti in questa vita per lasciare a loro un pezzettino di me stesso proprio come hanno fatto con me i miei genitori.
Dove andro dopo? non lo so; spero comunque di poter gioire ancora in qualche modo di quelle sensazioni, profumi, colori ed
affetti con i quali ho convissuto, e di scordarmi opppure di ricordarmi sorridendo di tutte la difficolta' (che non sono poche).
E' sicuramente una visione molto semplicistica e se vogliamo infantile dell'argomento anche se spesso e' dietro la semplicita' che si nasonde qualcosa.............

Ciao a tutti!
Mattia is offline  
Vecchio 28-01-2004, 19.01.23   #19
Dunadan
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di Marco_532 il 25-01-2004 14:46:
Per quanti di voi ha senso chiedersi :"Perchè siamo qui?"..."Dove andremo"..."Da dove veniamo?".


Se parti dal presupposto che si sa che non si arriva a nulla ponendosi queste domande... non ha senso chiedersi.

Non ha quindi senso chiedersi nulla di cui sappiamo la non svelatezza? in pratica, SI, ma...

...Ma porsi tali domande da cosa è dovuto? insistere in tali domande...da cosa è dovuto? la solita idea filosofica, L'AMORE PER IL SAPERE.
Ma è solo amore per il sapere disponibile? o anche per l'idisponibile? (le tue domande)

Amare una donna che non ci ricambia HA SENSO?
le domande indissolubili non sono disponibili come la donna più bella del paese non è disponibile con noi (quando non ci ricambia).

Ora, se la donna più bella non è disponibile che si fa? si cercano altre donne...meno belle, più semplici... verità svelabili, domande che possono avere risposta.

Sai che ti dico? Come un giovane che ci prova sempre con la stessa donna indisponibile prima o poi si stanca, anche chi cerca sempre le domande indisponibili prima o poi si stanca.

Quindi... ha senso provarci con la stessa donna fino al momento in cui ci si stanca??????... , , ha senso porsi domande FINO A QUANDO CI SI STANCA? fino a quando SI CAPISCE CHE NON SI ARRIVA A NULLA.?

SI, ha senso provare tutte le carte, tutte, fino alla comprensione che risposta non c'è.

SE SI CERCA, SIGNIFICA CHE NON SIAMO CONSAPEVOLI CHE LA RISPOSTA NON ARRIVERà MAI, ABBIAMO ANCORA DELLE SPERANZE.(anche piccolissime, infinitesimali)



Per chiudere il cerchio, ha senso porsi ancora domande quando si è consapevoli che risposta non c'è?
Non ha senso se siamo certi che risposta non c'è, ma per natura l'uomo non è mai certo di questo...lascia sempre la minima speranza,
è possibile rispondere con certezza a quest'altra domanda indissolubile?::
"la risposta a quelle domande è inarrivabile con certezza?"

La donna + bella è inarrivabile con certezza? se abbiamo dei dubbi in proposito... (come la domanda precedente) siamo degli insensati se continuiamo a provarci con lei? No.

Ultima modifica di Dunadan : 28-01-2004 alle ore 19.04.54.
Dunadan is offline  
Vecchio 28-01-2004, 20.03.15   #20
Marco_532
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Messaggio originale inviato da Mattia
...il giorno in cui passeremo "dall'altra parte" avremo la possibilita' di ricordare la nostra identita' passata??
Questo e' un pensiero su cui rifletto molto, sicuramente perche' sono molto legato agli affetti che ho ed a quelli che purtroppo non ho piu' e il pensiero di non ricordarli piu' mi fa paura.

....hai detto bene...."paura"...è questa la fonte principale della maggior parte delle illusioni e delle sofferenze che l'uomo si autoinfligge per sfuggire a una realtà semplice e banale alla quale non vuole rassegnarsi...

...io, essendo "qui adesso" vivo la vita per com'è adesso...in questa visione già non prendo molto in considerazione il futuro, figuriamoci se mi pongo domande inutili sul "dopo la morte fisica"...

...ora sono "uomo", vivo la vita da uomo e percepisco ciò che mi circonda da uomo...

...cosa sarò dopo la morte non lo posso sapere e in virtù di questa Verità indiscutibile, non vivo la vita sperando in una futura felicità, ma la vivo cercando felicità nella stessa...

Ciao, Marco.
Marco_532 is offline  

 



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