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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 28-06-2004, 23.14.38   #11
shakespeare
Utente bannato
 
Data registrazione: 17-06-2004
Messaggi: 421
Forse non tutti sanno che Atisha, ti sei sbagliata;
purtroppo questa storia dei culti pagani messi a confronto con il cristianesimo per screditarlo è alquanto vecchia e, seppur smentita da secoli per chi si prendesse la briga di mettersi a ricercare la verità, sempre tirata fuori da chi , non credendo, vuol far sembrare di saperla lunga. Lo dico anche per te atisha, fai in modo di conoscere attentamente le cose prima di pronunciarti, altrimenti qualcuno potrebbe anche ....crederti. purtroppo, o meglio, le notizie che hai trovato sono solo fumo negli occhi e nelle orecchie. Ad esempio, prendendone uno su tutti, quello di cui hai accennato infatti, non è il Mitra originale del culto pagano indo-iraniano del 1.400 a.C. dove di tutto ciò che hai riferito non vi è la minima traccia, bensì il Mitra pagano romano che va dal II secolo d.C, ripreso e cambiato con nuovi elementi, sempre cristiani per farlo attecchire nella popolazione cristianizzata, un po come fece Maometto nel 600 d.C con le similitudini del Corano con i Vangeli, per renderlo confacente nel messaggio ai cristiani(12 Imam) e farlo accettare(e farsi accettare, ritenendosi lo "Spirito Consolatore" di cui Gesù disse agli Apostoli che avrebbe mandato), fino al IV secolo d.C con Zarathustra e ancora, nel medioevo; la nascita dalla Vergine, l’evangelizzazione, l’Eucarestia, la morte e la Resurezzione, sono comparsi per la prima volta con il Cristianesimo. Addirittura all’epoca degli Apostoli vi erano già culti di risurrezioni, ma di più persone allo stesso tempo mai di una persona soltanto; ulteriore dimostrazione della buona fede di chi scrisse i Vangeli con il rischio di essere sconfessati per ciò che fermamente si credeva all’epoca, ma questo stranamente non accadde. Così è per tutti gli altri culti venuti prima del Cristo, come ad esempio quello di Osiride e"riadattato" per l'occasione!
...«Ma se Egli non è risorto, vana è la nostra fede, e la nostra speranza» S. Paolo.
shakespeare is offline  
Vecchio 29-06-2004, 09.02.33   #12
atisha
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Data registrazione: 17-03-2003
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incarnazioni di Vishnu...

...«Ma se Egli non è risorto, vana è la nostra fede, e la nostra speranza» S. Paolo...certo, certo!

dipende come si legge la Resurrezione di Cristo, Buddha, Krishna..Osiride ecc...
Su Mitra pongo un dubbio, poco conosco...ne farò ricerca.

Tutto esce da Dio, tutto rientra in Dio, tutto diventa Uno. Dio o il mondo è Uno..il pensiero Divino è sparso in tutte le parti dell'universo. in una sola parola il suo sistema, come quello dei Veda e degli egizi, è un panteismo Unitario..

Seppur blanda la mia comparazione è per arrivare a conoscere la base di tutte le religioni, sia vediche che esoteriche che me sono derivate. Tutte le interpretazioni che si potrebbero dare sarebbero solo irragionevoli se non vogliamo vedere sotto questi "miti" mascherati, l'Inconoscibile... Sono tutti "Nomi" che offrono... che si disperdono nel nostro tempo..e quando essi (a noi) scompaiono cosa può rimanere se non il puro l'Atman (soggetto) e Brahma (l'oggetto) che per la scienza Suprema racchiude in "Tat Twam Hoc Tu" ..Tu sei Quello?.
E' forse questa l'essenza del messaggio esoterico da cogliere in tutti i percorsi manifestati nel tempo da questi Grandi illuminati?
Beh... sento che così è... sarà follia al di là delle letture "mondane" dei testi sacri seppur ingegnose ma qualche volta comodamente puerili...

un caro saluto
atisha

Ultima modifica di atisha : 29-06-2004 alle ore 09.06.46.
atisha is offline  
Vecchio 29-06-2004, 10.45.47   #13
shakespeare
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Messaggi: 421
O si crede, o non si crede alla Resurrezione di Cristo cara Atisha;
non dipende da come si legge.
Cristo, a differenza dei vari buddha,Krishna ecc, non disse di essere una verità, bensì "La" Verità.
Vedi, a differenza di tutti gli altri credi dove bisogna cercare la verità, bisogna percorrere un cammino per arrivare a capire più se stessi che Dio(quindi non arrivare a nessuna verità rivelata), per ciò che riguarda il cristianesimo è la Verità che ci è venuta incontro, altrimenti ci saremo persi nei ragionamenti su cosa è Dio, quale l'oggetto o il soggetto e disperderci nelle migliaia di eresie che vediamo nascere ogni secondo a seconda della propria suscettibilità o desideri che debba essere come noi crediamo;
in seno al protestantesimo, Martin Lutero che si era accorto che, una volta allontanatisi dalla verità piena della Chiesa Cattolica, ognuno si traduceva le Scritture a proprio uso e consumo, dicendo che esistono tante religioni quante sono le teste, ed è così per tutti coloro che non accettano lo scandalo della Croce e si creano i propri idoli o meglio se stessi, da venerare.
Le Scritture sono chiare ed è solo in Gesù la salvezza, in nessun altro(Atti 4:12);
solo Gesù ha detto di conoscere il Padre e lo ha rivelato, perchè perdersi nel limbo delle mezze verità?
Gesù ha fatto molto di più; ci ha liberato dalla schiavitù del peccato, altrimenti sarebbe stata vana la sua Passione e crocifissione, ed Egli, la sua venuta è rivelata fin dall'inzio dei tempi nelle Antiche Scritture.
Dio è uno come hai detto, perciò anche la Verità è una, perchè tante verità fanno nessuna verità;
la pienezza della verità è Cristo, una cosa sola col Padre; tuttavia il Signore ha voluto che semi di questa verità si spargessero in ogni religione che parla d'amore e carità.
Il sangue dell'Agnello ci ha lavato dai nostri peccati, il che vuol dire che noi dobbiamo conformarci al Cristo e abbandonare l'uomo vecchio; rinascere dall'alto, rinascere in spirito.
quando si abbraccia la Verità, il Cristo, le tenebre della mente, di credenze su credenze come sbattuti da onde, si dileguano e abbiamo il quadro completo; bisogna solo aprire il cuore, e tutto sarà rivelato.
Lo sò, non mi credi; ma pace e bene lo stesso, pregando che un giorno...
shakespeare is offline  
Vecchio 29-06-2004, 11.09.12   #14
atisha
Ospite pianeta Terra
 
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Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
tra il bene ed il male...

o si crede o non si crede mi sottolinei..
io non "credo"...
Se ti dicessi invece che ne ho fatta esperienza, ti sembrerei folle?
Che conosco il Padre..?

"Quando vedrete uno che non è nato da una donna, inchinatevi umilmente poichè egli è il Padre"(dal Vangelo di Tommaso)

Cosa nasconde questa frase per Te?

TU hai abbandonato l'uomo vecchio??

Io ti credo.., anzi mi fido di ciò che dici, pur senza pregare!
atisha is offline  
Vecchio 29-06-2004, 12.59.26   #15
dawoR(k)
Utente bannato
 
Data registrazione: 15-05-2003
Messaggi: 876
"O si crede, o non si crede"

quanto è stupida tale affermazione !
tra le due cose
ci sono interi eserciti
di teste pensanti
e libere !!!

(V) l'ANIMAle
dawoR(k) is offline  
Vecchio 29-06-2004, 22.13.39   #16
shakespeare
Utente bannato
 
Data registrazione: 17-06-2004
Messaggi: 421
Tu dawork, pensi che io non sia libero solo perchè credo?
io sono stato liberato, come te, da ben altro che non il semplice pensiero umano; ma che cos'è un pensiero libero poi?
è un vecchio discorso questo per me, già affrontato centinaia di volte con altri "liberi" di pensiero ed ogni volta si ripropone allo stesso modo!
Non sarai veramente libero di nulla caro Dawork, finchè sarai schiavo;
schiavo di cosa mi dirai?...da ciò di cui Egli ci ha liberato.
Il pensiero, per essere libero deve essere veritiero, pratica non molto praticata da chi si definisce tale;
quali risposte dai alle tante tue "libere" domande o dubbi di ogni sorta?
Finora non mi sembra che tra interi eserciti di "teste pensanti" come mi dici, ci sia qualcuno che abbia detto di essere arrivato a conoscere il Padre;
solo un Uomo ha detto ciò, dunque è come ho detto togliendo tutto il superfluo e venendo al nocciolo(una testa pensante deve prima o poi arrivare a un nocciolo non ti sembra? altrimenti è una testa dispersiva, senza senso); e il nocciolo dunque è:"o si crede o non si crede".
E' anche una provocazione se non te ne fossi reso conto, perchè per credere occore la Fede, che anche se è una grazia, è possibile a chiunque; a patto di spogliarsi della propria presunzione e proprio orgoglio, nemici primi del "capire" più alto.
Ma oh, quante teste pensanti disperse in ragionamenti...<Si sono persi nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa...>San Paolo.
Sai, ho conosciuto anche liberi di pensiero che asserivano con assoluta certezza dell'inesistenza del male, nonostante ci scorra innanzi a qualsiasi ora del giorno, solo perchè, da liberi pensatori si erano fatti un idea di dio, che doveva rientrare a forza nelle loro folli teorie.
Ciò che non sai e che non vuoi sapere, è che quando incontri Colui che è la Via, la Verità, la Vita, ti "liberi" di ogni nefandezza di questo mondo, di ogni mistificazione, di ogni falsità che l'uomo limitato produce nello stesso numero della sua vanità.
Se a te piace credere all'uomo , e al suo pensiero, libero di farlo!
shakespeare is offline  
Vecchio 30-06-2004, 11.13.58   #17
Agora
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!!!

Rif. atisha
"dipende come si legge la Resurrezione di Cristo, Buddha, Krishna..Osiride ecc..."

Dunque la resurrezione non è prerogativa del Cristianesimo... e neanche la nascita da una vergine, se non ricordo male.
Ma perchè non pensare che possa esserci una base comune per tutte le relighioni?

D'accordo shakespeare, il mitraismo si è imbattutto in un cristianesimo sempre più dilagante e quest'ultimo alla fine l'ha spuntata, proprio perchè, come tu stesso affermi, ha ripreso alcuni elementi della religione sua rivale (ma questo è tipico anche di altre religioni) per attecchire più facilmente, soprattutto presso le masse più riluttanti.
Ma ho il dubbio che pur di far attecchire una certa religione, si possono far circolare voci o scritti che potrebbero non essere del tutto veritieri.
Se Cristo non fosse stato presentato come il Figlio di Dio, come un essere divino egli stesso, probabilmente contro una "divinità" come Mitra avrebbe avuto qualche difficoltà ad attecchire.
Un dio può essere sostituito solo da un dio.
Agora is offline  
Vecchio 30-06-2004, 13.50.28   #18
Rotaflex
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Messaggi: 139
PseudoGnosi marxista 1a parte

Che il ventesimo secolo abbia fatto una cernita delle idee del passato salvando solo quelle funzionali al processo di
crescita delle società industriali è ancora ritenuta una verità incontestabile. Ad accentuare questa convinzione
contribuisce anche il fatto, ritenuto incontrovertibile, che il più grande movimento politico-sociale del ventesimo
secolo, quello socialista, pur in funzione essenzialmente antagonista al processo sopra descritto, si è sviluppato su
basi essenzialmente materialiste e, almeno nelle intenzioni dei suoi propugnatori, razionaliste All'interno del processo
dialettico tra borghesia e proletariato, pur attraverso le esperienze storiche contrastanti del liberismo economico e
della pianificazione collettiva, sarebbe stata comunque espressa da entrambe le parti una ideologia tecno-materialista.
Quanto questa analisi sia superficiale non è qui il caso di sottolineare. Basta per questo ricordare che proprio nel
corso dell'ultimo secolo la cultura "borghese" ha espresso forme di pensiero per nulla materialiste o razionaliste, dal
neoidealismo alla psicanalisi e ai movimenti artistici d'avanguardia. Tuttavia, pur nella sua superficialità, tale schema
sembra presentare un termine ancora indiscusso: la natura essenzialmente "materialista" del movimento socialista e la
totale rottura che questo avrebbe operato nei confronti di quanto espresso dall'uomo nelle società antiche e
preindustriali sia sul piano dei valori sia su quello delle rappresentazione di questi attraverso le forme simboliche.
Il che è sicuramente vero se ci riferiamo ai fondamenti teorici del marxismo, meno vero se teniamo presente le numerose
correnti non marxiste del socialismo utopista, con il loro retroterra mitico e a volte anche religioso. Anzi, una attenzione diversa su alcuni aspetti non trascurabili del movimento socialista può portarci a riconoscere, all'interno delle sue aspirazioni, la presenza di motivi, espressi anche in forma simbolica, ereditati da remote tradizioni del passato. Evidentemente non svolgeremo tale ricerca sui testi teorici marxisti, questi si espressione, in buona parte, della volontà di recidere i legami con il retaggio spirituale del passato, bensì sulle più profonde istanze libertarie ed egalitarie manifestate dalle classi sociali più sfruttate nel corso della rivoluzione industriale e sul modo in cui la lotta politica è stata in concreto vissuta. In quest'ottica il socialismo, ben oltre le teorizzazioni marxiste e leniniste, ci appare come lo sforzo, da parte di una parte consistente dell'umanità più esposta alle sofferenze materiali, di ristabilire la sostenuta originaria eguaglianza tra gli uomini attraverso la modificazione delle strutture economiche in senso collettivista, in maniera tale da garantire la fruizione delle ricchezze materiali da parte di chi le ha
concretamente realizzate. All'origine del socialismo quindi troviamo l'affermazione e il ricordo di un'età, o di uno
stato di natura, nella quale gli uomini erano uguali e godevano della natura in parte eguale. Vediamo poi stigmatizzato
un processo che ha portato all'accumulazione delle ricchezze nelle mani di pochi e infine vediamo prospettata la concreta,
reale ed effettiva possibilità, da parte dei molti sofferenti, di ristabilire, anche al prezzo di una rivoluzione
violenta, la giustizia originaria.
Rotaflex is offline  
Vecchio 30-06-2004, 14.16.22   #19
Rotaflex
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PseudoGnosi marxista 2 parte

Non nascondiamo il fatto che anche questa può essere una semplificazione delle caratteristiche del movimento socialista,
tuttavia crediamo che essa ne contenga gli aspetti fondamentali.
Le teorizzazioni marxiste, a base rigidamente materialista, hanno svolto senz'altro un ruolo fondamentale nel movimento
operaio, tuttavia è difficile affermare che queste abbiano modificato gli aspetti fondamentali del socialismo, che, vale
la pena di dirlo, esisteva già prima di Marx. Inoltre anche alcuni programmi marxisti presentano delle sorprendenti
analogie, almeno nel modo in cui sono stati propagandati nelle vulgate di partito, con correnti di pensiero del passato a
sfondo essenzialmente religioso.


Credo si possa sostenere che il mito fondamentale del socialismo sia l'uguaglianza. In particolare l'uguaglianza tra gli uomini in virtù della loro comune partecipazione alla produzione di beni materiali attraverso l'attività lavorativa. Significativo è l'abbondante ricorso, da parte dell'iconografia socialista, di simboli legati all'attività lavorativa. Falce, martello, qualche volta il libro, eccezionalmente il compasso, compaiono assieme al sole nascente di una nuova era , su uno sfondo invariabilmente rosso. L'avvenire viene prospettato, persino nelle asciutte pagine di Carlo Marx, con caratteristiche non meno affascinanti del paradiso dei monoteisti. In un certo senso, il futuro socialista è il completo
capovolgimento positivo di tutte le ingiustizie della nostra era, con la differenza fondamentale, rispetto all'aldilà cristiano, che questa condizione può essere realizzata dall'uomo con le sue forze, qui e subito. Molti hanno evidenziato le radici cristiano-giudaiche del mito socialista, e non manca chi vede nel socialismo l'ultima eresia cristiana oppure l'applicazione sociale del messianismo giudaico, con il quale condividerebbe la concezione lineare del tempo. Anni addietro il segretario del più grande partito comunista d'Europa accostò la nascita dell'istituto della proprietà privata al peccato originale dei cattolici. I detrattori del socialismo ne vedono anche l'indegno epigono del manicheismo, per il ruolo che vi svolge la lotta di classe, rappresentazione sociale della lotta tra bene e male, e la conseguente demonizzazione dell'avversario, a volte privato dei più elementari connotati umani e pertanto ritenuto meritevole di una
triste sorte nei gulag. Vi è qualcosa di vero in tutto questo, tuttavia sono convinto che nella sua essenza il socialismo
sia qualcosa di più antico e di diverso del cristianesimo, e le somiglianze con la cultura giudaica riguardino più la sua
corrente marxista nella sua particolarità che non il socialismo in genere. Se dobbiamo ricercare una radice, storica e simbolica insieme, del mito socialista, dobbiamo ricercarla nella mitologia pagana dell'età dell'oro, più precisamente nel regno di Saturno, laddove gli uomini erano tutti eguali, senza servi e padroni e i beni erano a disposizione in quantità illimitata. Diversamente dal paradiso terrestre cristiano-giudaico, la fine di tale condizione non è da ricercarsi nelle colpe umane bensì nella misteriosa scomparsa del sovrano, destinato a riapparire solamente di tanto in tanto in periodi brevissimi di ebbrezza collettiva e di fugace eguaglianza tra gli uomini. Tale età deve comunque
ritornare definitivamente e il regno di Saturno dovrà essere ristabilito, al termine di un lungo periodo di guerre. A tal punto i servi saranno uguali ai loro padroni e l'olimpo degli dei sarà abitato da Saturno, dotato appunto della Falce livellatrice, dall'operoso Vulcano con il suo Martello e dal rosso Marte.
Rotaflex is offline  
Vecchio 30-06-2004, 14.17.31   #20
Rotaflex
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PseudoGnosi marxista 3a parte

L'uguaglianza tra gli uomini, la dignità del lavoro e l'ineluttabilità della lotta, archetipi del socialismo, rivelano così inaspettatamente il loro volto arcaico, molto più antico e genuino delle teorie materialiste del diciannovesimo secolo. Quanto siano stati consapevoli i militanti socialisti del ventesimo secolo dell'antichità delle rappresentazioni simboliche delle loro aspirazioni non è comprovabile ma nemmeno del tutto escludibile a priori; la scelta dei simboli, anche politici, non è mai casuale e risponde spesso a remote ragioni riposte nell'inconscio collettivo che riemergono, di tanto in tanto, anche nel secolo materialista desacralizzato.

Quanto sopra esposto, non lo nascondiamo, ha la sua buona dose di provocatorietà. Sostituire le classiche icone del socialismo reale, ossia la barba di Marx, le calvizie di Lenin e il baffo di Stalin, con le inquietanti e, senza provocazioni per nessuno, ben più inossidabili immagini di Saturno, Vulcano e Marte, veri Dei, sovrani di un mondo forte di eguali, può sembrare il frutto di fantasia bizzarra. A nulla varrebbe insistere ricordando che anche il calendario ancora in uso ci riporta, seppur celatamente, all'aspirazione del ritorno di un era di eguali, specialmente in occasione di festività carnascialesche e gaudenti, con uomini travestiti che si fanno gioco delle distinzioni sociali, del tutto
immemori dell'origine saturnale di tali eventi. La mitologia pagana e il politeismo romano non devono essere utilizzati al più che per un semplice richiamo suggestivo. Salvo comunque tener presente che anche in politica esistono gli archetipi e come non è facile per l'uomo singolo liberarsi delle più profonde strutture di pensiero che condizionano la sua esistenza, così anche l'umanità , nel corso del suo procedere storico, ripropone segni, immagini e forme antichissime.

Quello che dell'essenza socialista rimane difficilmente traducibile, in termini simbolici, è il forte carattere di lotta che essa sottende. In Carlo Marx e nella sua dialettica storica, ben più viva e reale di quella vacua e astratta di Hegel, risiede la forte carica del socialismo moderno. Anche i più feroci detrattori del marxismo non nascondono la loro ammirazione nei confronti di chi per primo osò rivoluzionare la funzione dell'intera filosofia : "Sino ad oggi i filosofi hanno interpretato il mondo, l'essenziale è tuttavia cambiarlo"; giustamente Gramsci definì il socialismo come "Filosofia della prassi". Questo carattere dialettico e reale del socialismo risulta, a prima vista, irriducibile alle tradizioni
spirituali del passato. Abbiamo forse una incontrovertibile prova di assoluta rottura in termini materialistici della più grande corrente di pensiero della nostra epoca. Con il socialismo l'uomo diventa il completo artefice della realtà, senza Dei, spiriti e Provvidenza. Suo compito ultimo è cancellare l'ingiustizia ed edificare una realtà segnata dapprima dall'eguaglianza nel lavoro "a ciascuno secondo il proprio lavoro" e infine dal ritorno di una vera e propria età dell'Oro "a ciascuno secondo il proprio bisogno". Il tutto in profonda antitesi con la realtà borghese, segnata dall'egoismo e dall'istituto della proprietà privata, la quale deve essere superata gradatamente ma senza ritorno,
nell'ottica socialdemocratica, oppure cancellata a seguito di una rivoluzione violenta, nell'ottica bolscevica. Quindi due caratteri importanti: la globale negatività della realtà presente, del mondo così come è, e la lotta radicale, per il cambiamento e il capovolgimento dei termini dalla dialettica politica e sociale. Sorprendentemente anche questi caratteri, con una certa dose di spregiudicatezza, sono rintracciabili in una corrente spirituale dell'antichità.
Rotaflex is offline  

 



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