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Vecchio 02-09-2008, 22.03.45   #1
ciro6
AgaeflamO
 
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Il risveglio

https://www.riflessioni.it/testi/liberazione.htm
Condivido con l'autore il principio di risveglio "in solitaria", ma poi mi discosto nettamente dalle considerazioni che lo vedono nel nulla e nella non esistenza anche del se.
La mia impressione è stata diversa e in particolare la consapevolezza che Io non sono quello che sta per es. scrivendo ora sul Pc, sono anche questo dato che partecipo alle sue azioni ma sostanzialmente sono altro, quell'altro che appunto mi rende Potenzialmente Infinito.
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Vecchio 13-11-2012, 12.53.01   #2
oroboros
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Riferimento: Il risveglio

Può dire del risveglio solo chi è risvegliato, mi pare talmente ovvio... eppure di quelli che ne trattano come se sapessero cos'è... ce n'è una moltitudine. Una cosa è certa: il risveglio non è una vocazione né il risultato di sforzi personali e non è nemmeno la conseguenza di buone azioni. Quindi si abbandonino le speranze di poter essere risvegliati dalla volontà dell'Assoluto solo perché si è collezionisti di vecchiette alle quali si è fatta attraversare la strada... e non si creda che ci si risvegli dopo aver letto un libro. È l'Assoluto che lo decide, sia per l'allievo che per la scelta del suo maestro.
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Vecchio 14-11-2012, 14.27.44   #3
oroboros
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Riferimento: Il risveglio

Scrissi, qualche tempo addietro, un racconto totalmente inventato, per dire il massimo che si può dire attorno al silenzioso quanto misterioso rito dell'iniziazione non, però, nei suoi aspetti dottrinali e nelle cause che la determinano, ma attuativi, ovvero una storia simbolica su uno degli indefiniti modi in cui potrebbe accadere. Quello che si può scrivere al riguardo è già stato scritto da altri ben più qualificati di me (René Guénon: Considerazioni sull'iniziazione) e nonostante il pericolo, sempre presente, di essere fraintesi, quella storia la scrissi per dare, a chi è convinto di essersi risvegliato da sé, un'opportunità in più per considerare le cose. Non so se il Webmaster deciderà di lasciare spazio qui a quella storia; io la incollo comunque perché attinente all'argomento di questo thread, poi farà lui.
Il maestro di nessuno e la chiave

Un uomo si ergeva in modo che nessuno potesse notare la sua stanchezza, perché aveva una funzione da svolgere, assegnatagli dal Mistero: accompagnare i discepoli spinti fino al suo eremo, dal Mistero in persona, a essere pronti alla visione della Verità unica senza, per questo, dover impazzire.
A questo scopo vestiva curando che il suo aspetto suscitasse riverenza e timore, in chi gli domandava sul sapere che lo teneva dritto e candido, in quella grotta umida e fredda, che costringeva tutti a piegarsi.
Lui sorrideva dentro di sé, in quello spettacolo per tonti che aveva escogitato, allo scopo di spingere fuori strada coloro che percorrevano i pericolosi sentieri delle alte cime, nell'intento di porre a lui questioni che non potevano essere soddisfatte a parole.
Lo chiamavano Maestro quando, in realtà, lui mostrava il contrario della Verità.
Non che dicesse falsità, parlava così poco che in quel poco non restava spazio per dire bugie, ma la rigidità dei suoi modi duri, i suoi abiti e la fermezza della posizione instancabile che teneva da anni, incurante dei capricci del gelo di quelle altitudini, gli conferivano un'aura di potenza misteriosa che solo la consapevolezza spirituale poteva concedere, e solo all'eletto che non aveva temuto la vittoria sui propri limiti.
Lui sapeva bene che se avesse indicato la giusta via, diversa per ognuno, a ogni aspirante che gli chiedeva indicazioni interiori, avrebbe commesso uno sbaglio difficile da riaggiustare.
Così aveva messo in piedi quel ridicolo teatrino, come se la Verità si trovasse celata in mezzo alla pienezza contenta di sé, lasciando l'impressione che il Vero fosse una specie di rigoroso temporale dell'anima che non aveva più un tetto sulle proprie, infinite, aspirazioni.
Quale altro modo per conoscere le reali intenzioni di chi si avventurava sino a lui?
Solo a chi avesse avuto la forza e il carattere di non cadere in quel tranello, avrebbe potuto comunicare il Silenzio che prelude alla visione del Vero che si mostra in abiti che la Verità non ama.
Quando lui era ancora un giovane contadino, primo di nove fratelli e senza il diritto di aspirare alla vita monastica, si ruppe una gamba in seguito alla spinta di uno Yak, su un sentiero a quattromila metri di altitudine. Fu soccorso dal pastore più mal messo mai incontrato, più ignorante delle sue stesse bestie il quale, oltre a curargli il corpo, gli spostò lo sguardo verso l'interno di sé senza che lui potesse avvedersene. Nei giorni successivi, tornato al suo villaggio, una misteriosa serie di domande attorno al perché della vita gli si affacciò inusualmente alla coscienza, che sentiva la necessità di ordinare le inaspettate intuizioni del suo spirito, in modo che la mente potesse considerarle attraverso la logica. Fu un'esperienza terribile, perché quando la Verità dei princìpi sui quali la realtà è fondata si mostra, per prima cosa ti mostra ciò che sei nelle tue reali intenzioni. Al primo sconcerto, che si protrasse per un'intera luna, si sostituì lo stupore di non aver mai saputo guardare i legami che annodano tra loro tante parziali verità ferite, alla perfezione dell'unica e indivisa Verità. In seguito fu la meraviglia a prendere il sopravvento sugli altri stati d'animo, che stavano a bocca aperta sullo spuntone di roccia che apriva lo sguardo dell'Intuire alla visione di un insieme che comprendeva l'alto e il basso, il dentro e il fuori di una magnifica realtà che stava tutt'attorno al centro dal quale un nuovo e diverso osservare valutava ciò che, per ora, riusciva a scorgere della possibilità universale. Quel vedere era solo il primo passo mosso verso l'ignoto, e lui lo capiva allo stesso modo di un bimbo che sente il bisogno di muovere anche l'altro piede dopo aver spostato il primo verso il centro di sé.
Non ebbe modo di incontrare una seconda volta quel pastore, anche se lo cercò per anni, e quando raggiunse finalmente la capacità di essere sincero e rispettoso con se stesso, poté ascoltare la Voce del Centro, rispetto alla quale la sua vecchia coscienza, di cui quest'ultima aveva preso il posto, gli appariva come un servo sempre disposto a farsi comprare.

Molte nuvole avevano attraversato il cielo della sua mente, da allora, più di quante assediavano le alte cime che lo deridevano in silenzio, e ancora tanto lungo appariva il sentiero da percorrere che conduceva alla montagna invisibile, quella così piccola da stare dentro all'attimo.
Lui ascoltava la Voce silenziosa e smascherava ogni impossibilità che si scontrasse con la Legge che gli si mostrava nuda, in tutto il fulgore di un'Intelligenza alla quale lui si dissetava.

La Voce aveva condotto al suo anfratto spoglio altri assetati, ma lui sapeva di non poter dar loro da bere. Dovevano imparare a riconoscere da soli la fonte, perché l'Essenza non zampilla dalle parole, come l'acqua non sgorga prima che un'apertura interna lo consenta.
Intimoriva le persone con gesti severi, gli stessi che usava per accarezzarle senza farsi scorgere; le lasciava all'aperto a consegnare le loro invocazioni al vento pungente, che non osava introdursi nello scomodo giaciglio di un vecchio pazzo, perché il vento teme la calma.
Molti tornarono presto sui loro passi delusi, altri tennero duro a lungo, ma mai nessuno fu disposto a rinunciare alle proprie opinioni.
Lui era il Maestro di nessuno, e ignorava ancora molte cose del Mistero, anche di essere chiamato così nelle valli sottostanti.

Una notte arrivò da lui un ragazzo il quale, sfinito dalla fatica e mezzo congelato, gli svenne davanti.
Il Maestro di nessuno lo portò nell'anfratto roccioso, e lo riscaldò con gli occhi senza neppure toccarlo.
Il mattino seguente un'oscura tempesta frustò di scaglie gelide la grotta, impedendo al ragazzo di guardare i disegni coi quali le stesse leggi che danno forma ai pensieri si divertono a immortalare nelle pareti la fantasia delle forme, sempre diverse, che imprimono onde in quel mare di roccia.
Due giorni dopo il cielo si distese d'azzurro, e la montagna poté riguadagnare la vista sul mondo.

— Cosa cerchi?— chiese il Maestro al ragazzo

— Maestro…— rispose il giovane
— Sto cercando la chiave che apre tutte le porte—

— La chiave serve solo se c'è una porta da aprire, e la porta è costruita dall'uomo per nascondere ciò che non riesce a immaginare— disse, senza alzare gli occhi dal vuoto, il vecchio saggio
— La chiave è forgiata dal punto di vista dal quale si osserva il mondo, e ogni punto d'osservazione non vede l'orizzonte dall'altro lato
— È per questo che tante sono le chiavi quanti sono gli occhi che guardano—

— Ma io cerco la sola chiave che apre tutte le porte del Cielo— insistette il giovane

— Quella non è una chiave— rispose il Maestro
— Perché la chiave è forgiata dalla domanda e se la domanda cambia, la chiave non entra più nella serratura della risposta
— La chiave che dà la risposta ha un profilo adatto alla domanda fatta, e a ogni domanda corrisponde una risposta che nega quella domanda e avrà una chiave diversa che le si adatterà
— Per questo la chiave delle chiavi non è una chiave—

— Cos'è, allora, Maestro?—

— Per rispondere all'infinita creatività del Mistero è necessario poter vedere le leggi stabili che da Quello si allontanano—

— Come fanno a essere stabili se si allontanano dal Centro immobile, Maestro?
— Non devono muoversi per allontanarsene?—

— Sì, devono muoversi come si muove il sole, che mantiene una fissità maggiore dei pianeti che gli ruotano attorno, nei confronti del Sole di tutti i soli
— Le leggi fisse dell'universo non sono assolute, l'Assoluto è unico e senza parti, ma sono la realtà più vicina a Quello e si allontanano dall'Assoluto portando l'Assoluto dentro di sé—
— Queste leggi sono al centro dell'universo e di ogni cosa che è nell'universo
— Sono la voce e la volontà di Libertà dell'Assoluto
— Sono le sbarre della prigione che conduce a essere liberi—

— Quali sono queste leggi, Maestro?—

— Io posso soltanto dirti dove puoi andare a cercare senza possibilità di trovare
— La tua mente non può trovare la Verità cercandola
— Il tuo cuore non troverà l'amore cercandolo
— L'Amore troverà te se avrai il cuore aperto
— La Verità ti troverà se avrai la mente vuota—

Il giovane guardò il Maestro e capì il perché del suo nome. Uscì da quella grotta più confuso di quando ci era arrivato, ma nei giorni seguenti una miriade di domande che non si era mai posto prima gli affollarono la mente e il cuore, e i princìpi che regolano vita e morte gli si mostrarono nella loro imperturbabilità. Fu un'esperienza terribile, perché quando la Verità dei princìpi sui quali la realtà è fondata si mostra, per prima cosa ti mostra ciò che sei nelle tue reali intenzioni.


Ultima modifica di oroboros : 14-11-2012 alle ore 17.29.46.
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Vecchio 04-12-2012, 18.01.40   #4
lunatika
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Riferimento: Il risveglio

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Originalmente inviato da ciro6
https://www.riflessioni.it/testi/liberazione.htm
Condivido con l'autore il principio di risveglio "in solitaria", ma poi mi discosto nettamente dalle considerazioni che lo vedono nel nulla e nella non esistenza anche del se.
La mia impressione è stata diversa e in particolare la consapevolezza che Io non sono quello che sta per es. scrivendo ora sul Pc, sono anche questo dato che partecipo alle sue azioni ma sostanzialmente sono altro, quell'altro che appunto mi rende Potenzialmente Infinito.
Quante volte ho sentito parlare di risveglio,di risvegliati che scrivono libri,di persone che improvvisamente hanno visto la Luce.Bè io credo che per risveglio si possa intendere esattamente come quando al mattino ci si sveglia.....può essere brusco con la sveglia..o dolce con il canto degli uccellini......ma però alla fine come posso dirlo con certezza non essendo risvegliata?...o magari sono risvegliata e non me ne rendo conto.....troppe alternative e poche conferme se non da personaggi che dicono di avere avuto l'illuminazione e io da credulona(o quasi) cerco di crederci..perchè l'idea mi PIACE!!!!!!!!
Ma alla fine della storia IL MIO MODESTO PARERE è che siamo tutti più o meno svegli....perchè tutti abbiamo lo stesso potenziale di chiunque per aprire veramente gli occhi e far cadere il velo di Maya.....
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Vecchio 18-08-2013, 16.10.03   #5
Parva
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Riferimento: Il risveglio

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Originalmente inviato da ciro6
https://www.riflessioni.it/testi/liberazione.htm
Condivido con l'autore il principio di risveglio "in solitaria", ma poi mi discosto nettamente dalle considerazioni che lo vedono nel nulla e nella non esistenza anche del se.
La mia impressione è stata diversa e in particolare la consapevolezza che Io non sono quello che sta per es. scrivendo ora sul Pc, sono anche questo dato che partecipo alle sue azioni ma sostanzialmente sono altro, quell'altro che appunto mi rende Potenzialmente Infinito.

Credo che se per maya si intenda l'inesistenza del mondo in quanto illusione si sia vissuto poco di se stessi. Dico credo perchè può darsi che domani esploro una situazione diversa e mi dico: cavolo, quel tizio aveva ragione!

Devo essere sincera, i maestri mi fanno un po' sorridere, così sentenziosi e sicuri, così "dall'altra parte". Credo che le illusioni siano non della mente, ma della mente artefatta, quella che ogni bambino crea per decodificare il mondo e difemdersi. E le illusioni sono nei nostri schemi, perchè il mondo non è illusione, dai un calcio al muro e vedi se non dici ahi!

L'illusione è quella del premio-castigo, delle regole che ci proteggono, del genitore che ci protegge, sia esso genitore, o Dio, o Guru, coniuge ecc ecc.

Quando cade la protezione cade la mente, il corpo resta eccome! Anzi ci devi stare attento perchè nessuno lo protegge se non te. Attenzione alle anestesie corporee, sono l'anticamera di alcuni malesseri seri.

Se la mente cade ce ne accorgiamo bene, perchè finisce tutto il solito chiacchiericcio. Ricordo che improvvisamente sentii il silenzio, non avevo più nè interlocutori nè spettatori occulti. provai una grande solitudine e malinconia. Non avevo più emozioni, perchè le mie emozioni erano legate alla mente.

Mi dissi: - Sono una sopravvissuta. e - la vita non ha un senso, il mondo è vuoto. - Poi le emozioni tornarono ma non dalla mente ma dal petto, era come un fiume, mi fece piangere di commozione. Da quel giorno riesco a capire cos'è l'amore e la compassione.

Amo la gente semplice, più è semplice e più la amo. Amo tantissimo gli animali e soffro per loro e per tutti quelli che vedo soffrire. Però a volte odio non c'è male, odio quelli che per sadismo fanno del male agli altri, li capisco ma li odio e li eliminerei se potessi. il risveglio non ha fato di me una santa, ma una che si diverte con poco, che non dipende dall'amore degli altri perchè non ho più vuoti da riempire.

Voi vi sentite vuoti o di non esistere? Io mi sento piena, sgambettante e piena di cuirosità e allegria. Ah mi è passata la voglia di leggere perchè non posso più basare su quello che pensano gli altri, per me i saggi non esistono. Conta ciò che sperimento.

Un'altra cosa, ora so di appartenere al tutto, e mi è passata la paura della morte.
Parva is offline  
Vecchio 05-04-2014, 13.13.39   #6
oroboros
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Riferimento: Il risveglio

Citazione:
Originalmente inviato da Parva
Credo che se per maya si intenda l'inesistenza del mondo in quanto illusione si sia vissuto poco di se stessi. Dico credo perchè può darsi che domani esploro una situazione diversa e mi dico: cavolo, quel tizio aveva ragione!

Devo essere sincera, i maestri mi fanno un po' sorridere, così sentenziosi e sicuri, così "dall'altra parte". Credo che le illusioni siano non della mente, ma della mente artefatta, quella che ogni bambino crea per decodificare il mondo e difemdersi. E le illusioni sono nei nostri schemi, perchè il mondo non è illusione, dai un calcio al muro e vedi se non dici ahi!

L'illusione è quella del premio-castigo, delle regole che ci proteggono, del genitore che ci protegge, sia esso genitore, o Dio, o Guru, coniuge ecc ecc.

Quando cade la protezione cade la mente, il corpo resta eccome! Anzi ci devi stare attento perchè nessuno lo protegge se non te. Attenzione alle anestesie corporee, sono l'anticamera di alcuni malesseri seri.

Se la mente cade ce ne accorgiamo bene, perchè finisce tutto il solito chiacchiericcio. Ricordo che improvvisamente sentii il silenzio, non avevo più nè interlocutori nè spettatori occulti. provai una grande solitudine e malinconia. Non avevo più emozioni, perchè le mie emozioni erano legate alla mente.

Mi dissi: - Sono una sopravvissuta. e - la vita non ha un senso, il mondo è vuoto. - Poi le emozioni tornarono ma non dalla mente ma dal petto, era come un fiume, mi fece piangere di commozione. Da quel giorno riesco a capire cos'è l'amore e la compassione.

Amo la gente semplice, più è semplice e più la amo. Amo tantissimo gli animali e soffro per loro e per tutti quelli che vedo soffrire. Però a volte odio non c'è male, odio quelli che per sadismo fanno del male agli altri, li capisco ma li odio e li eliminerei se potessi. il risveglio non ha fato di me una santa, ma una che si diverte con poco, che non dipende dall'amore degli altri perchè non ho più vuoti da riempire.

Voi vi sentite vuoti o di non esistere? Io mi sento piena, sgambettante e piena di cuirosità e allegria. Ah mi è passata la voglia di leggere perchè non posso più basare su quello che pensano gli altri, per me i saggi non esistono. Conta ciò che sperimento.

Un'altra cosa, ora so di appartenere al tutto, e mi è passata la paura della morte.

In che modo si sperimenta la qualità della propria intelligenza, se non attraverso la sua utilizzazione? Accumulare mattoni ti aiuterà a costruire un muro, non a guardare cosa c'è dietro.
Per quanto si riferisce alla morte... prima di fare affermazioni così certe ti consiglierei di considerarne i possibili percorsi che, a volte, si è costretti a subire per arrivarci.
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Vecchio 05-04-2014, 20.35.19   #7
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Non c'è alcuna possibilità di risvegliarsi da sé, e non è difficile capirne le ragioni: è l'alto che concede al basso nuove possibilità, e non il contrario. È il centro che determina la circonferenza, e non il contrario. È l'uno che moltiplicandosi dà luogo ai molti, è l'istante che replicandosi indefinitamente in modi diversi determina la durata, e non il contrario. È la causa che produce gli effetti e non il contrario. È dal più che si genera il meno e non il contrario. Sovvertendo la gerarchia che ordina la realtà si avrà, come conseguenza, solo il disordine dato dal credere che un contenuto possa contenere il proprio contenitore.

Ultima modifica di oroboros : 06-04-2014 alle ore 07.55.09.
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Vecchio 06-04-2014, 09.53.29   #8
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Sono in molti a credere che il risveglio spirituale sia una dimensione analoga a quella che si sperimenta quando al supermercato l'occhio cade sullo scaffale dove stanno nascosti i prodotti scontati. Alcuni si chiedono, addirittura, se siano da considerarsi dei risvegliati solo perché si sono posti il problema. Nessuno tra costoro si chiede come mai monaci, da una vita ritirati in preghiera e meditazione, gemano di dolore nell'unica consapevolezza guadagnata, quella che dice loro di non essere tra i risvegliati. Il satori, la prima illuminazione, non è una rigenerazione che può lasciare dei dubbi, è una valanga che travolge all'improvviso, in nessun caso simile all'emozione data da una scoperta improvvisa e importantissima. Non è uno scoprire di essere più intelligenti di prima, perché non è la propria intelligenza, di natura individuale a essere cambiata, non è nemmeno il risultato di una vocazione, o di un livello culturale derivato dallo studio. Non si è iniziati perché si è buoni, né per le azioni che sono state, oppure no, compiute. È L'Assoluto che, attraverso la mediazione di un maestro a propria volta iniziato in una catena sovra temporale ininterrotta, trasmette l'influenza spirituale che, divenuta attiva in un tempo diverso per ognuno, apre all'iniziato la possibilità di comunicare col centro assoluto di sé, che è interiore, e causa dell'ego individuale esteriore. L'intelligenza individuale non aumenta, ma si trasforma in universale. L'essere conosce nell'immediatezza sovra temporale, e sa senza dover riflettere, perché la riflessione colma la distanza che separa il conoscente dal conosciuto, ma la colma artificiosamente attraverso l'ipotizzare, mentre la vista interna vede senza mediazione della mente, in modo diretto attraverso l'Intuizione intellettuale superiore, i princìpi universali dai quali tutto procede. Li vede e conosce perfettamente, perché l'intelligenza universale è l'intelligenza del sé interiore. All'intelligenza individuale resta solo il doverne prendere atto, e il suo tacere o dire nulla cambierà del nuovo piano di consapevolezza per sempre acquisita. L'essere stati iniziati determina anche una rigenerazione psichica, perché qualsiasi modificazione spirituale è seguita da tutto ciò che da essa è conseguentemente determinata, e all'inizio c'è anche quella che ho chiamato "valanga" e che si esprime sul piano emotivo. Chi è stato iniziato non sa di esserlo, fino a quando sarà sepolto da questa nuova e diversa consapevolezza. È una morte ancora più vera della morte fisica, perché quest'ultima non apre alla consapevolezza spirituale, e può essere sopportata solo da chi ha le qualificazioni interiori per poterlo fare. Solo l'Assoluto le conosce, e nessun maestro, per quanto sia di grado elevato, potrà sapere in anticipo se la trasmissione passata a un essere avrà, come conseguenza, l'iniziazione, o se sarà stato inutile il suo operare il rito iniziatico. Rito che quando operato da un'organizzazione iniziatica è visibile, anche se non compreso da chi è al centro della ritualità, ma nel caso di un'iniziazione al di fuori di un'organizzazione iniziatica, svolto da un singolo maestro, l'essere non sospetterà neppure di essere stato oggetto di un rito, e fino a quando non sarà travolto dagli effetti dell'iniziazione, se questi ci saranno, non avrà alcuna possibilità di accorgersi di nulla, perché la sua coscienza ancora non dispone degli strumenti di comprensione che si svilupperanno in seguito, a volte in brevissimo tempo, altre volte in uno lungo.
L'Assoluto è Libertà assoluta e non può contraddirsi, dunque non priva un essere della propria libertà, attraverso l'iniziazione. L'essere che ha ricevuto l'iniziazione, e che da virtuale è divenuta effettiva, acquisirà capacità che non potrà più perdere, ma le può rifiutare se vuole, anche se non potrà dimenticarle. Le conseguenze dell'essere stati iniziati non sono ristrette a un pensare che esprime teorie, ma coinvolge tutto l'essere, in tutte le sue manifestazioni e nei prolungamenti di sé. Un iniziato non vede solamente la verità dei princìpi, ma è in grado di cogliere ciò che nessuna persona comune è in grado di conoscere di ciò che accade dentro e fuori di sé. Si leggono le intenzioni delle altre persone in un lampo, insieme alla qualità del loro agire, oltre che del proprio, e non si è riconosciuti per ciò che si è, né si può comunicare l'essenza centrale che consente la vista interiore. Di più… il mondo si accorge quando qualcuno ha messo un piede tra gli stipiti della porta che il mondo tiene accuratamente chiusa, per evitare che qualcuno gli possa sfuggire, e mette in atto strategie difficili da sopportare per fare in modo che questo essere ritiri il piede, per ritornare nei ranghi dell'illusione. Un iniziato non vive mai tranquillo, perché il suo essere calmo deve essere una conquista in mezzo al proprio dolore, non è mai depresso, non piange e non sghignazza altero. Può dire di ciò che è possibile dire all'interno di ciò che è il relativo comunicare, o può tacere, nulla cambierà la natura del suo essere iniziato se parla o tace. Il suo tentativo di illustrare cosa sia l'iniziazione potrà essere compreso soltanto da chi è stato iniziato a propria volta, ma è comunque utile perché i gradi nei quali l'iniziazione è attuata dipendono dall'agire di chi è iniziato, e non dal suo esprimersi a parole; questo significa che chi è più avanti nella consapevolezza, sia interiore che esteriore, può aiutare coloro che muovono i primi loro passi nella sfera della Certezza assoluta.
Per questo si parla, per le stesse ragioni si tace.
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Vecchio 07-04-2014, 08.20.59   #9
jador
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Può dire del risveglio solo chi è risvegliato, mi pare talmente ovvio... eppure di quelli che ne trattano come se sapessero cos'è... ce n'è una moltitudine. Una cosa è certa: il risveglio non è una vocazione né il risultato di sforzi personali e non è nemmeno la conseguenza di buone azioni. Quindi si abbandonino le speranze di poter essere risvegliati dalla volontà dell'Assoluto solo perché si è collezionisti di vecchiette alle quali si è fatta attraversare la strada... e non si creda che ci si risvegli dopo aver letto un libro. È l'Assoluto che lo decide, sia per l'allievo che per la scelta del suo maestro.


E se cosi e' che senso ha riversare (da parte di chi?)su questa terra miliardi di miliardi di esseri che sono destinati a rimanere dormienti e che si lambiccano il cervello per capire, per dare un senso a tutto, e magari si iscrivono pure ad un forum per riflettere?

Ultima modifica di jador : 07-04-2014 alle ore 10.40.25.
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Vecchio 07-04-2014, 18.07.59   #10
oroboros
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Originalmente inviato da jador
E se cosi e' che senso ha riversare (da parte di chi?)su questa terra miliardi di miliardi di esseri che sono destinati a rimanere dormienti e che si lambiccano il cervello per capire, per dare un senso a tutto, e magari si iscrivono pure ad un forum per riflettere?

Lo sai tu che sono destinati a rimanere dormienti? E come lo sai?
oroboros is offline  

 



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