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Prima della vita: la memoria

di Ida Rabinovitch (autrice di libri sul misticismo islamico)
traduzione a cura di Isabella di Soragna
- Marzo 2021


L’universo comincia a presentarsi più come un grande pensiero che come una grande macchina
(James Jeans, fisico)


- La vita è un’immensa inezia! - esclama uno scienziato cibernetico giapponese, il professor Mori. L’evoluzione si svolge di creazione in creazione e allo stesso tempo di disordine in disordine. Possiamo forse mai discernere in tutto questo un’intenzione di partenza, di inizio o il minimo scopo? Gli uomini hanno molti mezzi per cercare: alcuni cercano le cause (efficienti), fanno agire, animano le cose, altri fanno un salto in avanti per scoprire la causa (finale) che li attira. Chi di questi ha ragione? Qual è il legame, per esempio, tra un cane che protegge il padrone da un attacco, un globulo bianco che si difende in presenza di una cellula estranea, uno spermatozoo che si agita in una corsa sfrenata verso l’ovulo o ancora degli elettroni che “sono alla ricerca’’ di spazi liberi che possano satellizzare? La messa in evidenza di una MEMORIA contenuta nel profondo dell’attività della materia permette di intravedere una continuità con i fenomeni viventi: dalla magnetizzazione del magnete, l’organizzazione delle api, l’istinto di sopravvivenza degli uccelli migratori, l’architettura di una tela di ragno …fino al funzionamento della corteccia cerebrale umana… Senza dubbio bisogna che molti assiomi cartesiani lascino il posto a nuovi postulati che, senza cancellare i primi, siano capaci di condensarli in una logica esplicita più ricca.
È tempo quindi di ravvicinare uno studio della memoria potenziale contenuta nella materia alla scoperta del biologo Jacques Benveniste: “La memoria della materia” (articolo apparso nel 1988 - che prudentemente annuncia una scoperta che cambia drasticamente le fondamenta della fisica nota).


Cos’è la memoria?

Una funzione psichica certo, ma particolare poiché permette di conservare, mettere in riserva idee, concetti, immagini, ecc. acquisiti anteriormente. È quindi un ritorno all’indietro del tempo, l’espressione di un tempo negativo che si sarebbe accumulato. Il ricordo sarebbe l’espressione di questo tempo potenziale. Gli psichiatri non la vedono mai come espressione negativa del tempo perché persuasi che il tempo va solo nella stessa direzione e mai tornare indietro, poiché dal Big Bang tutto va verso il disordine e verso la morte. Siamo in un mondo entropico e il tempo è irreversibile. Lo si pensa, ma se è vero come potrebbe alloggiarsi la memoria? Nessun movimento potrebbe essere percepibile tra elementi, astri e oggetti: ora la memoria…esiste ed è indispensabile! Come poter vivere senza? Se prendo la mia penna sul tavolo è perché ho memorizzato il gesto necessario e la uso per scrivere, poiché ho in memoria la scrittura. Lo stesso dicasi per camminare, mangiare, costruire frasi, il parlare ecc. la memoria è anche innata come per il bebè che sa succhiare il latte, respira ecc.: è una memoria istintiva, comune a tutti i viventi anche per le cellule che memorizzano gli ioni necessari alla sopravvivenza quello che deve assorbire o rifiutare. La memoria è indispensabile alla vita ma qual è la sua origine? Cerchiamo di vedere cosa sono le retroazioni. Ogni memoria implica un ritorno all’indietro, al contrario del tempo positivo, a cui siamo abituati. È come se il tempo rifiutasse di scorrere sempre nello stesso senso. Questo ritorno all’indietro è cosa ricorrente nel nostro mondo: se lancio una palla in aria, essa reagisce innalzandosi, ma poi il suo peso la riporta a terra e “ritorna indietro” per ritrovare l’equilibrio iniziale. Anche se trova un ostacolo nella discesa, essa obbedisce ad una sorta di memoria dell’equilibrio che deve ritrovare.
Tutti i fenomeni atmosferici (venti, uragani, maree e piogge) sono dovuti ad una serie di azioni e retroazioni nella ricerca di un equilibrio iniziale. Allora se ci chiediamo: -La memoria esiste soltanto nel mondo vivente? - Si intravede subito una risposta negativa.


LE MACCHINE DELLA MEMORIA

Verso il 1950 un neurofisiologo inglese Grey Walter, mentre cercava di riprodurre il lavoro del cervello in modo meccanico, inventò delle piccole “tartarughe su rotelle”. Era un sistema cibernetico, ossia una catena in cui un elemento perturbato si ripercuote su tutta la catena: l’ultimo elemento essendo legato al primo, arrivata all’ultimo, la perturbazione iniziale, continua a ripercuotersi sul primo, poi su tutta la catena. In sintesi, si tratta di una serie di retroazioni che si perpetuano fino a ritrovare l’equilibrio iniziale.
Ecco in breve di che si tratta.
Vi è un occhio elettronico roteante e sensibile alla luce, collegato a due accumulatori, collegati essi stessi, uno a delle ruote motrici, l’altro a un volante di direzione. L’insieme è in equilibrio quando gli accumulatori sono carichi (se non lo sono abbastanza, l’equilibrio è rotto). L’occhio allora cerca la luce e si fissa quando vede una lampada. La corrente passa e le ruote si muovono. La “tartaruga” rotola verso la luce che le serve da esca.
Prima esperienza: si mette un oggetto tra la luce e la “tartaruga”: l’ombra dell’oggetto che appare sull’occhio, blocca allora il suo cammino, che diventa confuso e aleatorio, finché essa ritrova la luce della lampada e la fissa permettendole il movimento.
Seconda esperienza: si mette più volte l’oggetto che fa ombra, allo stesso posto tra la lampada e la “tartaruga”. Dopo un po’ di tempo ci si accorge che il tempo di esitazione per evitare l’oggetto è sempre più corto. Dopo qualche tempo la “tartaruga” non esita più, agisce allo stesso modo, evita l’oggetto, ma agisce con rapidità. Una sola conclusione: essa …si ricorda, ha acquistato una memoria. Senza tessuti nervosi o “pulci” di silicio. Nulla. Solo visione, luce e elementi cibernetici che permetto azioni e retroazioni nella ricerca dell’equilibrio iniziale.
Terza esperienza: si applica il senso dell’udito. Si mette un microfono collegato all’occhio elettronico, presso la lampada. Si fischia. Nessuna reazione, ma la si …educa, accendendo la luce mentre si fischia, ripetendolo molte volte. Poi… si fischia, senza accendere la lampada: la “tartaruga” va verso la lampada…spenta! Essa ha associato suono e luce e obbedisce a un vero riflesso condizionato. Ha acquisito due memorie diverse e le ha associate, realizzando una funzione psichica molto più complessa che una semplice memoria. Ecco provato che i complessi mnemonici esistono fuori dal mondo “vivente” e nei sistemi cibernetici. Lo stesso succede in modo simile con una sbarra di ferro, messa tra i poli di una calamita elettrica: questa si magnetizza, ma anche togliendola dalla calamita, mantiene la...memoria! È come se invertissero il sentiero entropico positivo del tempo, che ci porta alla disintegrazione. È come se   risalissero il tempo. Lo stesso avviene tra nucleo, atomi, protoni-neutroni di carica positiva e elettroni negativi, che tentano di equilibrare la loro carica. Anche qui gli elettroni mostrano la memoria dell’equilibrio delle cariche. Trovano la resistenza del nucleo, protetto da una forte energia che impedisce loro di fondersi con i protoni. Anche qui il processo, assai complesso, rivela l’esistenza di una memoria di equilibrio da ritrovare costantemente, per formare poi delle molecole neutre e stabili. Infine l’azione continua, per creare molecole nuove e illimitate e complesse attraverso retroazioni, senza mai perdere la memoria delle molecole anteriori.
Ecco apparire la materia fisica come la conosciamo attorno a noi, ma che mantiene il segreto delle sue memorie!
Inoltre questi cosiddetti anelli retroattivi degli elettroni non sono chiusi, ma a forma di spirale, dato che le memorie accumulate provocano dei lievi spiragli e poiché il sistema finale retroagisce sul sistema iniziale, imprimendo una leggera modifica a quello. Ogni spirale e ogni anello è l’espressione di un tempo negativo memorizzato che serve da trampolino all’anello successivo che si verificherà in tempo positivo. Ogni anello è dunque la ripetizione dell’anello precedente, dunque di un tempo positivo seguito da un tempo negativo con un leggero spostamento.


LA MEMORIA DEL VIVENTE

La ricerca dell’equilibrio continua e la complessità aumentano, assieme all’immagazzinamento di memorie. Fino all’apparizione di quell’enorme molecola, sensibile, agile che si avvolge su sé stessa grazie a vari elettroni mobili, fatta di miliardi di atomi: è il D N A, la prima molecola vivente! Il processo continua fino a creare una memoria informativa, meraviglia cibernetica, che può avvolgersi su sé stessa e risalire il tempo e arrivare a una nuova complessità… anelli su anelli: il DNA si è morso la coda! E non solo… riesce perfino a replicarsi, quindi è riproducibile. La vita è nata. Si formano esseri viventi simili, ma leggermente diversi dalla precedente formazione, che corrispondono a organi, tessuti…e poi individui! L’evoluzione della vita è nata allo steso tempo delle retroazioni memorizzate che sono memorie di memorie, fino ad arrivare all’istinto, straordinario memorandum vivente, sostegno indispensabile di ogni vita… C’è ancora un grande passo da fare tra l’istinto e l’intelletto umano, quello che ora ci fa vedere tutto il processo, un anello retroattivo che copre tutto il passato e forse il futuro. Come se fossimo incatenati in un tempo negativo-positivo inestricabile, ove memorie e progetti si confondono. Non sarebbe forse un altro anello che possa far riunire in un terzo livello di complessità tutto l’universo mettendo in relazione diretta passato e futuro?


LA MEMORIA DEI MONDI

Un mondo quindi squilibrato che cerca l’equilibrio tra l’antagonismo della materia fisica (molecolare) e della materia vivente: distruzione e ricostruzione si alternano costantemente contro l’entropia galoppante finché devono cedere alla morte. Illusione del resto, perché la vita (come l’araba fenice) rinasce sempre dalle ceneri, finché l’uomo non riesca a prenderne…coscienza! La coscienza è solo una retroazione psichica che lo obbliga a guardare questa somma enorme di memorie…memorie, memorie accumulate nell’inconscio. Non si tratta dell’inconscio degli psicanalisti e dell’Ego vivente, ma di quello dei geni (particelle dei cromosomi con i caratteri ereditari) che lega l’uomo ai suoi antenati, fino alle molecole e al DNA, ma anche del mondo non-vivente che si estende fino al cosmo intero.
L’uomo - non dimentichiamolo - è fatto delle stesse particelle delle stelle.
La psiche umana riflette, la totalità del cosmo, come uno specchio, quando prende coscienza dell’Unità Cosmica.
Come se bruscamente la coscienza si fondesse con l’inconscio totale - che non sarebbe altro che un universo potenziale.
Ecco che la frase di James Jeans, fisico quantistico, si rivela comprensibile: - L’universo comincia a presentarsi più come un grande pensiero che come una grande macchina. –
La nostra psiche infatti è formata dagli stessi elementi dell’universo e l’energia psichica è capace di retroagire con i campi energetici e quindi psichici. Se riusciamo a capire il movimento delle stelle è perché esse seguono…la nostra logica! Come potremmo capirci nel mondo se la logica non fosse universale? quando Lupascu parla di Summum energeticum - memoria assoluta dell’equilibrio e totalmente potenziale, questo fa stranamente pensare a quell’ASSOLUTO, intravisto dai mistici di ogni tempo e che chiamano Dio, trascendente e onnipotente, Brahman immanente e interiorizzato e Tao nei paradossi e antagonismi e anche…Nirvana quando si rendono conto della sua non-attualizzazione assoluta. Si tratta di ESSERE – NON ESSERE, somma e sorgente di TUTTO, ma anche INFINITO E VACUITÂ.
Come non vedere il “vuoto-pienoscoperto dalla fisica quantica?

“Il vuoto fluttua in maniera aleatoria tra essere e non-essere: sulla scala quantica il vuoto è pieno’’
(Basarab Niculescu)

Non può stupire troppo se i fisici - che non sono dei mistici - sognano la Grande Unificazione che riunirebbe e spiegherebbe tutto anche razionalmente. Poiché la ricerca dell’equilibrio è ineluttabile e può solo passare attraverso retroazioni e complessità senza fine, l’uomo un giorno dovrà sparire materialmente, per fondersi con le energie incommensurabili nella psiche ...cosmica!? Allora, sarà davvero scomparso? o sarà finalmente REALIZZATO? Poiché sono proprio quelle energie che hanno costretto l’uomo, per la prima volta, ad alzare gli occhi verso le stelle o a farlo sprofondare negli abissi delle onde-corpuscoli di cui TUTTO è fatto.
(Lo spazio-tempo essendo relativo, apparente, anche questo discorso lo è, naturalmente, ma ci mostra come funzionano i meccanismi cibernetici della vita. Alla fine l’origine illusoria della mente e del mondo ne è la prova tangibile: non vi è mai stata origine, né mai la si troverà (malgrado le continue scoperte, cosa c’era prima del Big bang? Un altro? Qualcosa ci doveva essere per poter scoppiare! …allora è l’uroburo?) tranne vedere che si tratta di un’ipnosi collettiva – vuoto-pieno di Ciò che È e che siamo, ma senza "sapere" poiché si creerebbe una divisione, un concetto: siamo prima di qualunque concetto. - (n.d.tr.) -

Nel grande specchio della coscienza, le immagini compaiono e scompaiono e solo la memoria dà loro continuità. E la memoria è materiale, distruttibile, peritura, transitoria. Su queste fondamenta così esili, noi costruiamo un senso di esistenza personale, vaga, intermittente, simile al sogno. La vaga persuasione che abbiamo di essere questo o quello oscura lo stato immutabile della consapevolezza pura e ci fa credere di essere nati per soffrire e morire.”
(Nisargadatta Maharaj)


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