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LOGOS - Argomenti => Tematiche Culturali e Sociali => Discussione aperta da: fabriba il 10 Settembre 2025, 14:50:47 PM

Titolo: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: fabriba il 10 Settembre 2025, 14:50:47 PM
Nella Grecia antica, l'atleta incarnava l'ideale dell'uomo.

Si può spiegare col fatto che nella Grecia antica, la forza fisica aveva un valore (economico) e quindi era un valore, che si concretizzava nell'ideale di un uomo muscoloso, la cui fisicità era un chiaro tratto distintivo, di cui l'aspetto psicologico era quasi una emanazione (la disciplina, il coraggio...).

Nel corso dei secoli, le macchine hanno ridotto e quasi annullato il valore della forza fisica umana, e oggi i muscoli non comandano più rispetto, non sono più un valore.

Nel mondo contemporaneo l'intelligenza ha preso il posto della fisicità. Similmente, si può spiegare col fatto che l'intelligenza ha un valore e quindi è un valore.
Nel corso dei decenni (mettiamo anche secoli, ma dubito), i computer -le AI- ridurranno e quasi annulleranno il valore dell'intelligenza umana, e un domani, il cervello non comanderà più rispetto, non sarà più un valore.

Mi vengono in mente le foto d'epoca di Arnold Schwarzenegger che mostra i muscoli, immagino tra X anni di guardare le foto degli intellettuali con lo stesso sguardo incuriosito, impressionato, e tutto sommato divertito con cui oggi guardo Arnold.

Posto qui perché mi sembra che le implicazioni sociali di questa inflazione sono già in corso: la prima categoria colpita è stata forse quella degli informatici (non si è mai visto un quinquennio di licenziamenti così massicci nel settore, l'inflazione del loro* valore nel mercato del lavoro è già realtà), ma è difficile immaginare che rimarrà l'unica categoria coinvolta.

* nostro, dovrei dire, visto che ci lavoro, ma non vorrei farne una questione di campanilismo.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: Koba il 10 Settembre 2025, 15:51:38 PM
Non sono d'accordo.
Usare la AI in modo "intelligente" vuol dire avere tra le mani un'incredibile strumento di potenziamento delle capacità cognitive.
Di solito parlando di AI ci si concentra solo su due aspetti: la sostituibilità dell'uomo (in certe attività, come la scrittura di codice di programmazione), e la simulazione (in generale la creazione di falsi: false teorie, falsi eventi, falsi immagini ecc).
Ma la singola persona se vuole veramente capirci qualcosa la deve testare su ciò che ha sempre rappresentato per sé un limite, un ostacolo invalicabile. Che so, per un dilettante appassionato di matematica può essere uno specifico argomento su cui si è sempre arenato nonostante la consultazione di vari testi.
Se riesce (e io sono convinto di sì) a superare quel limite grazie all'assistenza della AI (una specie di precettore personale digitale, molto competente e infinitamente paziente) vuol dire che non è affatto finita l'era dell'intelligenza umana, ma che anzi il bello arriva adesso.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: Morpheus il 10 Settembre 2025, 16:03:08 PM
Concordo in pieno con Kob, ci si concentra di frequente (giustamente considerando la frequenza dell'utilizzo sbagliato che ne viene fatto) sulle caratteristiche e le prestazioni dell'AI elencate da Kob. Aggiungo anche la facilità con cui si può prendere 10 a qualsiasi compito in classe (qui è anche un po' colpa dei professori). Alla fine torniamo sempre lì. Non è colpa dello strumento bensì dell'utilizzo che ne viene fatto. Purtroppo la sostituibilità dell'uomo in determinati ambiti è, ahimé, un problema abbastanza serio. La soluzione sarebbe evitare l'utilizzo di AI in certi settori? Chissà, però sarebbe limitante. Temo (in realtà se si farà con coscienza non lo temo) che la strada che si imboccherà sarà quella da sempre seguita. Si risparmia? Sì. Lo fa meglio e/o più rapidamente? Sì. Allora le AI sostituiranno, dove potranno, gli esseri umani.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: fabriba il 10 Settembre 2025, 16:15:34 PM
Le discussioni cui ho assistito sulla intelligenza artificiale negli ultimi 3 anni sono generalmente andate così: qualcuno dice che l'intelligenza artificiale sta per diventare capace di battere un campione di scacchi/scrivere testi/comporre canzoni/generare video/vincere le opimpiadi di matematica/fare X, e l'interlocutore risponde che non sarebbe mai stata in grado di farlo nel modo in cui lo fanno gli umani.

Le innovazioni sono state però così repentine che non c'è mai stato tempo di cambiare opinione e rifrasare: in tutti i campi fin qui, è diventato realtà quello che si considerava impossibile solo una settimana prima.

Nel frattempo l'accettazione della AI è diventata luogo comune, e c'è un grafico noto come "gartner hype curve" che suggerirebbe che ora siamo al picco dell'entusiasmo, pronti a sprofondare nella disillusione.

Nonostante gartner, guardando gli ultimi 3 anni, non scommetterei che la AI che conosciamo è tutto quello che la AI ha da darci, scommetterei piuttosto che tra qualche mese succederà di nuovo che ciò che consideravamo impossibile, diventerà realtà nel giro di una settimana, e poi ancora.

Magari avete ragione voi, ma preferisco affrontare la possibilità: sarebbe un brutto modo di uscire di scena per l'intelligenza umana, se l'ultimo movimento culturale fosse il negazionismo della propria imminente dipartita. [edit: l'ho messa giù un po' dura... magari va smussata un po', ma sosterrò l'idea in caso di dibattito!]
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: Phil il 10 Settembre 2025, 16:53:24 PM
Per dirlo molto in generale: la minor necessità di prestanza fisica, ha solitamente comportato una maggior necessità di prestanza cognitiva; nel senso che per spostare un masso da un punto A ad un punto B usando il fisico servono buoni muscoli, ma per spostarlo usando uno scavatore serve saper usare lo scavatore, saper costruire lo scavatore, saper progettare lo scavatore e così via a ritroso della catena causale produttiva e "sapienziale". Ora che l'AI inizia a "saper" emulare anche le attività cognitive e produttive umane (@kob: non necessariamente producendo "falsi", perché le immagini, i suoni e i video generati con l'AI possono essere anche creazioni originali e utili in molti contesti lavorativi) é richiesto, secondo me, un ulteriore passaggio cognitivo che non è un potenziamento (come avvenuto con il passaggio dal muscolo allo scavatore, o dalla spada al drone da guerra), ma un adattamento funzionale.
Ci sono già AI più o meno specializzate nel sostegno all'apprendimento, nell'aiuto a persone con disabilità fisiche o cognitive, nella progettazione facilitata di applicazioni personalizzate, etc. e che quindi sostengono e aiutano a sviluppare l'intelligenza umana (qualunque cosa essa sia), ma il loro utilizzo richiede a sua volta una certa capacità nel saper usare tali strumenti (per quanto facili e user-friendly).
Le generazioni meno recenti hanno già vissuto il passaggio dalla lettera cartacea all'e-mail, dal telefono fisso allo smartphone, dalla TV ad Internet, etc. tutte piccole rivoluzioni che ora sembrano quasi banali, ma che hanno sempre comportato l'acquisizione di nuove abilità cognitive e, come è dalla notte dei tempi, l'impegno a saper e voler imparare.
Una delle potenziali criticità potrebbe essere quella della manutenzione: finché ci saranno persone in grado di "programmare e aggiustare" (per così dire, semplifichiamo) le AI, queste possono essere un fattore, ma se verrà delegata esclusivamente ad altre AI la "manutenzione" delle AI "in prima linea", se queste "AI manutentrici" dovessero incappare in problemi non risolvibili, ci potremmo ritrovare come quando i nipotini aprono un cassetto del nonno defunto, trovano un oggetto, e nessuno sa più cos'è, a che serve, né, soprattutto, come farlo funzionare. Si tratta comunque di uno scenario che ritengo piuttosto improbabile.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: fabriba il 11 Settembre 2025, 09:21:04 AM
Citazione di: Phil il 10 Settembre 2025, 16:53:24 PMPer dirlo molto in generale: la minor necessità di prestanza fisica, ha solitamente comportato una maggior necessità di prestanza cognitiva;
(..........)
 ci potremmo ritrovare come quando i nipotini aprono un cassetto del nonno defunto, trovano un oggetto, e nessuno sa più cos'è, a che serve, né, soprattutto, come farlo funzionare. Si tratta comunque di uno scenario che ritengo piuttosto improbabile.
Ciao Phil, 
mi pare inutile sottolineare che sono sostanzialmente d'accordo con te su tutta la linea, però la discussione avanza focalizzandosi sulle differenze, e quindi mi concentro su quella piccola parte.

Mi sembra che il tuo commento punti l'attenzione sull'aspetto tecnico, forse posso addirittura azzardare che nello scrivere avevi in mente principalmente la robotica.

Nulla da arguire, l'intelligenza ingegneristica è intelligenza. 

Penso che il "problema" sia quasi omnicomprensivo però, se AI vince le olimpiadi di matematica, produce canzoni, e scrive libri di filosofia, è "sotto attacco" tutta l'intelligenza umana.
(I virgolettati sono d'obbligo, non so se ci sia realmente un problema e soprattutto non penso che nessuno ci stia attaccando)

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Prima di chiudere vorrei annotare una cosa per chiarire il mio pensiero: ho parlato di "inflazione sull'intelligenza", non di annichilimento, distruzione, sostituzione, altraparolanefastaadiscrezione. 
La forza umana si è inflazionata pesantemente negli ultimi 2000 anni, però non è stata annichilita, distrutta, sostituita (del tutto): c'è ancora un uso e un valore economico nell'avere la forza fisica necessaria a montare una porta, vangare piccoli appezzamenti di terreno, manovrare una motosega, un trapano, ecc. 

Però non sentiamo più che sviluppare la forza fisica dei nostri figli li aiuterà a farsi strada nella vita (valore).
Immagino un possibile futuro in cui non sentiremo che l'intelligenza sarà utile ai nostri figli a farsi strada nella vita.

L'intelligenza è talmente centrale nella nostra società di oggi, che forse questo scenario ci lascia sgomenti: fatichiamo a trovare una destinazione d'uso per l'umanità, una volta che ci si tolga il primato sull'intelligenza.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: Koba il 11 Settembre 2025, 15:31:33 PM
Ho letto "adattamento funzionale": ma la AI usa il linguaggio naturale, dunque l'utente non deve acquisire particolari competenze, oltre a saper leggere e scrivere. Con la AI, forse per la prima volta nella storia della tecnologia, è lo strumento ad adattarsi all'utente, non il contrario (è lei che si sforza di capire e interpretare le mie richieste magari sgrammaticate).
Il punto è l'uso non banale di essa.
Uso banale: farla partecipare ad una competizione pensata per gli umani (olimpiadi di matematica); chiederle di scrivere un brano al posto mio ecc.
Uso non banale: riprendendo l'esempio del brano, ipotizzando che sia un brano di filosofia, sfruttarla per approfondire il tema trattato, per sviscerare gli aspetti controversi, magari non ancora del tutto chiari nella testa dell'autore, esaminare insieme la fluidità del testo chiedendole di elaborare alternative a qualche frase troppo contorta (se Hegel lo avesse fatto con la Fenomenologia dello spirito quanti lettori avrebbero evitato disperazione ed emicranie...).

"L'intelligenza umana è sotto attacco": mi viene da dire, ma quale intelligenza!
L'intelligenza umana nella vita quotidiana fa apparizioni sporadiche e di solito è soffocata – nel mondo del lavoro – da interessi personali e meschinità varie.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: Phil il 11 Settembre 2025, 16:00:41 PM
Citazione di: fabriba il 11 Settembre 2025, 09:21:04 AMPenso che il "problema" sia quasi omnicomprensivo però, se AI vince le olimpiadi di matematica, produce canzoni, e scrive libri di filosofia, è "sotto attacco" tutta l'intelligenza umana.
(I virgolettati sono d'obbligo, non so se ci sia realmente un problema e soprattutto non penso che nessuno ci stia attaccando)
Come accennavo, la cooperazione fra umano e AI può giovare all'umano, se viene impostata come collaborazione e non competizione. Ad esempio, se un'AI produce un brano di musica che mi piace o un film che mi appassiona, non vedo conflitto con l'intelligenza artistica umana che, anche "usando e prendendo spunto" da quella canzone e quel film, potrà produrne di nuovi (la produzione "by AI" come ulteriore ispirazione).
Riguardo le olimpiadi e le competizioni dirette uomo vs AI le vedo poco futuribili: già ora ci sono competizioni per eleggere l'uomo più forte del mondo ("Strongest man" o qualcosa del genere) e nessuno si sogna di far partecipare muletti e ruspe. Così come difficilmente vedremo partite fra lancia-palline automatici e giocatori di tennis, oppure vedremo i campionati di scacchi non fare più differenza fra uomo e AI.

Citazione di: fabriba il 11 Settembre 2025, 09:21:04 AMImmagino un possibile futuro in cui non sentiremo che l'intelligenza sarà utile ai nostri figli a farsi strada nella vita.

L'intelligenza è talmente centrale nella nostra società di oggi, che forse questo scenario ci lascia sgomenti: fatichiamo a trovare una destinazione d'uso per l'umanità, una volta che ci si tolga il primato sull'intelligenza.
«Intelligenza» è parola ambigua, ma se capisco quello che intendi, credo (come sopra) che ci saranno più stimoli e più "aiutini" per la nostra intelligenza, se vorremo applicarla. Sicuramente sarà possibile anche scegliere di non usarla, come se si scegliesse di non imparare le tabelline perché si ha sempre in tasca una calcolatrice. Ma non è inevitabile che tutti facciano questa scelta di comodo.

Citazione di: Kob il 11 Settembre 2025, 15:31:33 PMHo letto "adattamento funzionale": ma la AI usa il linguaggio naturale, dunque l'utente non deve acquisire particolari competenze, oltre a saper leggere e scrivere. Con la AI, forse per la prima volta nella storia della tecnologia, è lo strumento ad adattarsi all'utente, non il contrario (è lei che si sforza di capire e interpretare le mie richieste magari sgrammaticate).
Questo è vero, ma se consideri un'utilizzo un minimo efficace dell'AI bisogna dire che il modo in cui si porgono le richieste (il famigerato prompt engineering) fa la differenza fra perdere 10 minuti per un risultato decente e averlo al primo colpo. Così come per produrre musica bisognerà saper dare all'AI informazioni un minimo "tecniche" (genere, tempo, strumenti, struttura del brano, etc.). Un effetto collaterale del crescente uso dei chatbot sarà riportare in evidenza l'importanza di sapersi spiegare.

Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: fabriba il 11 Settembre 2025, 17:02:48 PM
Citazione di: Phil il 11 Settembre 2025, 16:00:41 PMSicuramente sarà possibile anche scegliere di non usarla, come se si scegliesse di non imparare le tabelline perché si ha sempre in tasca una calcolatrice. Ma non è inevitabile che tutti facciano questa scelta di comodo.
Certo, ma se torniamo al parallelo coi muscoli, oggi è possibile scegliere di non usarli, chi sceglie di usarli lo fa talvolta per hobby, non concepiamo più l'idea di non usarli come una scelta di comodo (quantomeno non nei paesi semi e industrializzati), ma più o meno come un normale percorso di vita.

Citazione di: Kob il 11 Settembre 2025, 15:31:33 PMUso non banale: riprendendo l'esempio del brano, ipotizzando che sia un brano di filosofia, sfruttarla per approfondire il tema trattato, per sviscerare gli aspetti controversi, magari non ancora del tutto chiari nella testa dell'autore, esaminare insieme la fluidità del testo chiedendole di elaborare alternative a qualche frase troppo contorta (se Hegel lo avesse fatto con la Fenomenologia dello spirito quanti lettori avrebbero evitato disperazione ed emicranie...).
L'esempio non banale che consideri è una attività predominantemente individuale, altrimenti ti avrei detto che comunque quello che dici svaluta il lavoro da 10 cervelli a uno solo. Sarebbe stato più facile per me... dannazione!
Però, lo stesso: io immagino un futuro (in parte già presente) in cui quel brano di filosofia venga eviscerato completamente e semplicemente con una domanda posta all'AI: in cui l'idea si trasformi in un testo completo senza bisogno di molti cicli interattivi, in cui il lavoro del filosofo umano venga ridotto da una settimana a un minuto, in cui non ci sia il tempo di porsi le domande controverse e chiedersi quali siano le contraddizioni o i sillogismi errati di quello che si sta scrivendo, perché basta chiedere "AI, cosa c'è di logicamente inconseguente in questa idea?". 
Tu mi dirai che amen, se ci mette meno tempo vorrà dire che scriverà più brani, ma se tutti scrivono più brani, il mio punto rimane solido: il valore dei brani si inflaziona perché se il tempo per scriverli si fraziona, il tempo per leggerli non si moltiplica (ne realisticamente il bacino d'utenza).
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: fabriba il 11 Settembre 2025, 17:47:22 PM
Ad ogni modo, siamo fermi a parlare di una premessa che sinceramente mi sembra abbastanza consolidata: se chiedete a una AI, o se fate una qualsiasi ricerca su google, le stime sono consolidate: i "white collar jobs" subiranno un impatto che è stimato dal 30% al 50% (o anche più) nel corso dei prossimi 10 anni.

Possiamo discutere che un "white collar job" non sia un lavoro in cui necessariamente serve il cervello, ma per che cosa viene valutata e pagata la capacità di creare valore aggiunto di questo impiegato dal colletto bianco però? Di sicuro non direi per la forza fisica.

Mi sono fatto trasportare dalle obiezioni singole perdendo di vista la visione d'insieme, ma chiedendovi di ritornare per un istante alla visione d'insieme:
State discutendo che ci siano colletti più bianchi  e meno bianchi (ovvero che ci siano lavori che richiedano più o meno intelligenza), ed è sui ptimi che puntate l'attenzione, sottolineando che l'intelligenza "estrema" avrà ancora un posto, ed è solo quella "comune" che verrà sostituita? 

Scusate, ho cercato di rileggere e riscrivere più volte per non sembrare inconciliante, ho genuinamente difficoltà a capire l'obiezione di fondo.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: InVerno il 11 Settembre 2025, 17:48:59 PM
Ha detto un mio amico licenziato "mi piacevano le macchine quando facevano il bucato e io potevo fare il creativo, non le macchine che fanno i creativi e io il bucato". Difficile capire come andrà a finire, ci sono una serie di diramazioni economiche piuttosto complicate, il business plan sembra il solito, quello di farci entrare più persone possibili a basso prezzo e poi far pagare il pedaggio quando non ne possono più fare a meno, per ora sono nella fase dove gettano l'esca, ma i veri costi si vedranno più avanti. Il valore di quanto prodotto è tutto da vedersi, basta vedere come Google è diventato negli ultimi anni con la prima pagina di risultati fatta di spazzatura autocompilata a favore di ads, per molte cose ormai è più utile reddit proprio perché ci sono ancora esseri umani, bot e il resto stanno rendendo obsolete intere funzioni di internet... È un panorama in evoluzione veloce, e l'ingordigia dei tech giant rischia di divorare quelle stesse fondazioni su cui mangiano. 
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: iano il 12 Settembre 2025, 01:59:12 AM
Citazione di: fabriba il 10 Settembre 2025, 14:50:47 PMi computer -le AI- ridurranno e quasi annulleranno il valore dell'intelligenza umana, e un domani, il cervello non comanderà più rispetto, non sarà più un valore.
Però, dal quel che scrivi, sembra che il valore dell'intelligenza umana, si riduca all'essere umana.
Noi siamo fatti di parti e ogni parte è un valore aggiunto nella misura in cui relazionandosi con le altre ci restituisce una umana armonia.
Siccome queste parti non sono definite una volta per tutte, possiamo includervi anche l'AI.
Possiamo non usare la tecnologia, ma possiamo non usare neanche le mani, però le usiamo e la useremo.
Il fatto è che noi non sappiamo cosa siamo, e continueremo a non saperlo, se tendiamo ad escludere di essere tutto ciò che sappiamo.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: iano il 12 Settembre 2025, 02:40:10 AM
Escludere per pregiudizio una parte non gli impedisce di armonizzarsi con le altre, ma rende solo più difficile e/o cauta l'operazione.
Questo in se quindi non è neanche un male, perchè un integrazione frettolosa non è mai una buona idea, e il pregiudizio ci mette a disposizione il tempo che ci vuole.
Lo facciamo anche con gli altri esseri umani, lo potremo fare pure con la tecnologia, che a differenza del nostro prossimo non si offenderà.
Certo che, se ci mettiamo dal punto di vista ''quale futuro per i nostri figli, quale modello fargli seguire'' l'emotività che ne segue non ci aiuterà a ragionare.
Se non possiamo indicare più un modello ai nostri figli, che sia l'atleta o il genio, insegniamogli a sceglierlo fra quelli che si presenteranno come nuovi, anche se noi non possiamo vederli.
Tanto le cose vanno così veloci che quello che sceglieremmo  verrebbe comunque superato.
Ma i giovani mi sa che hanno già capito tutto, perchè tutta l'aspirazione che avevamo noi al posto fisso, che sia da banchiere, postino, atleta o da genio, in loro io non la vedo.
Noi, che del posto fisso abbiamo sperimentato la noia, li possiamo capire.
Non ci siamo sentiti come automi a ripetere le stesse cose per una vita?
Allora quel posto fisso lasciamolo agli automi.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: Koba il 12 Settembre 2025, 10:36:51 AM
Metto in evidenza alcuni elementi che nella discussione sono trattati in modo, secondo me, confuso o sbagliato.
1) la forza o la pura resistenza nel lavoro è sempre stato, almeno da un certo punto in poi dello sviluppo tecnologico, un fattore secondario. Basta pensare agli artigiani del Rinascimento, alla complessità e raffinatezza delle loro tecniche. Ma anche all'agricoltura, che al di là di singole lavorazione stagionali "massacranti" e ripetitive, comporta poi tutta una serie di attività che presuppongono grande abilità (quindi intelligenza).
2) che un colletto bianco svolga un lavoro più intelligente di quello di un operaio specializzato, per esempio un muratore esperto, beh, è tutto da vedere – anzi, io avendo sperimentato sia il lavoro di ufficio che quello dei cantieri edili posso dire senz'altro che occorrono più qualità di "problem solving" in questo secondo campo che nel primo (e allora avremmo dovuto gridare "attacco all'intelligenza" anche nel momento in cui nell'edilizia sono stati introdotti sempre più elementi prefabbricati e lavorazioni semplificate).
3) in generale il lavoro è essenzialmente basato sulla ripetizione di procedura e modelli. Un'attività teoricamente creativa come quella di un architetto se viene analizzata a fondo mostra che nel 99% delle opere si tratta di riproposizione di tipologie riconosciute e acquisite.
4) tutto questo per dire che l'intelligenza umana, nei contesti lavorativi complessi, già ben prima dell'avvento della AI, tende a passare in secondo piano: a dominare è l'adeguamento alle procedure. Quindi l'intelligenza sta soprattutto nell'apprendimento di esse. Poi la qualità dominante è la disciplina. Esempio: il medico di ospedale che nella diagnosi e poi nella cura non fa altro (in barba al dottor House) che seguire protocolli specifici.
5) conclusione: il fatto che la AI metta in crisi delle professioni, come decenni fa aveva fatto la robotica nell'industria, non deve essere visto come attacco all'intelligenza, ma semplicemente come attacco a quelle professioni. Come sostituzione di quelle attività.

Ma temo che qui pochi abbiano fatto esperimenti concreti con la AI. Quell'uso non banale di cui parlavo. È come se avessimo a disposizione delle intelaiature robotiche capaci di farci muovere meglio, con più efficacia, e invece noi ce ne restiamo fermi a chiedere a questi arti meccanici di correre da soli per vedere se battono il record dei 100 metri...
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: Phil il 12 Settembre 2025, 10:56:13 AM
In tempi non sospetti, ossia pre-rivoluzione informatica, John Quincy Adams, in una lettera a sua moglie nel 1780, scrisse: «Devo studiare politica e guerra affinché i miei figli possano avere la libertà di studiare matematica e filosofia. I miei figli dovrebbero studiare matematica e filosofia, geografia, storia naturale, architettura navale, navigazione, commercio e agricoltura, affinché i loro figli abbiano il diritto di studiare pittura, poesia, musica, architettura, statuaria, arazzi e porcellana» (fonte).
 Questo sviluppo ottimisticamente idilliaco, in cui si passa dalla gestione dei conflitti (politica e guerra) al diletto estetico artistico, sembra ancora lontano dal suo compiersi (almeno su larga scala), per quanto, ora molto più che in passato, il mondo sia popolato da chi già studia «pittura, poesia, musica, architettura, statuaria, arazzi e porcellana». Quello che si può "riciclare" da tale utopistica profezia è la questione dello studio, che richiama quell'imparare di cui parlavo qualche post fa. Il motivo per cui solitamente si viene pagati, è perché abbiamo imparato (e siamo disposti) a fare qualcosa (fosse anche stare impalati) che produce valore per qualcuno (sia esso pubblico, privato o per noi stessi, se siamo liberi professionisti). In questo scenario credo che l'intelligenza, intesa come capacità di imparare e poi usare intelligentemente ciò che si è appreso, non sia sotto scacco dell'AI, nel senso che l'intelligenza dell'AI richiederà di essere comunque interrogata, controllata, gestita e poi tradotta in prassi, il tutto usando l'intelligenza umana, quella settoriale e media (non parlo di cervelloni, che sarebbero sprecati per fare da badante ad un'AI). 
Ci saranno ancora lavori immuni all'AI, così come tutt'ora ci sono contadini la cui ultima "evoluzione tecnologica" è stato il trattore, ma i lavori che saranno contaminati dall'AI probabilmente richiederanno sempre un'intelligenza umana (l'«adattamento funzionale» di cui sopra) che possa supervisionare quella artificiale, con tutti gli adattamenti del caso. Se ad esempio c'è un AI che lavora 24 ore su 24, deve esserci qualcuno (o una turnazione) in grado di supervisionarla ed eventualmente "correggerla" 24 ore su 24. Così come i contabili hanno dovuto imparare, per trovare ancora un lavoro, ad usare programmi di calcolo come Excel, perché la sola "calcolatrice più carta e penna" non li rendeva più competitivi nella ricerca del lavoro, parimenti i contabili del futuro dovranno essere in grado di scorrere un bilancio fatto da un'AI e "giocare a trovare l'errore" (che richiede studi un po' più "avanzati" rispetto al semplice inserimento dati). Attività che, come ricorda iano, sarà pur noiosa e ripetitiva, ma richiede quella minima intelligenza e competenza che non credo verrà delegata esclusivamente alle AI (ci sarebbe poi il discorso dei consumi energetici, sia di chi offre il servizio che di chi lo usa, come ha osservato qualcuno, dire grazie a ChatGPT costa milioni di euro, perché è comunque un input che richiede elaborazione di una risposta, che richiede energia).
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: InVerno il 12 Settembre 2025, 11:08:20 AM
Citazione di: Kob il 12 Settembre 2025, 10:36:51 AMMa temo che qui pochi abbiano fatto esperimenti concreti con la AI. Quell'uso non banale di cui parlavo. È come se avessimo a disposizione delle intelaiature robotiche capaci di farci muovere meglio, con più efficacia, e invece noi ce ne restiamo fermi a chiedere a questi arti meccanici di correre da soli per vedere se battono il record dei 100 metri...
Se la promessa dell'IA fosse quella di pagare gli impiegati ed in più le bollette dell'IA non avrebbe tutta questa trazione economica, la promessa che attira i capitali è proprio quella di eliminare l'elemento umano compreso di stipendio e diritti, non di assommarlo ad altre spese. 

Comunque sono d'accordo con quanto scrivi sopra, essendo stato prima progettista e ora agricoltore, il problem solving è decisamente aumentato nella mia vita, avendo a che fare con un sistema caotico come la natura, i modelli vanno continuamente adattati. C'è da dire che la burocrazia italiana è talmente caotica e assurda che spesso produce sfide intellettuali decenti, ma comunemente è considerato un difetto non un pregio del nostro sistema.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: baylham il 12 Settembre 2025, 11:53:08 AM
Citazione di: fabriba il 10 Settembre 2025, 14:50:47 PMNella Grecia antica, l'atleta incarnava l'ideale dell'uomo.

Nel mondo contemporaneo l'intelligenza ha preso il posto della fisicità. Similmente, si può spiegare col fatto che l'intelligenza ha un valore e quindi è un valore.
Nella società contemporanea il fisico è molto apprezzato, valorizzato: penso agli sportivi, agli attori, ai cantanti.
Il fisico è ovviamente direttamente legato alla sessualità, che esprime i bisogni ed i sentimenti più importanti dell'uomo.
Dubito che l'AI possa ridimensionare lo sport e la sessualità, video-giochi a parte, mentre può modificare profondamente il cinema e la musica.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: fabriba il 12 Settembre 2025, 12:25:25 PM
Citazione di: iano il 12 Settembre 2025, 02:40:10 AMSe non possiamo indicare più un modello ai nostri figli, che sia l'atleta o il genio, insegniamogli a sceglierlo fra quelli che si presenteranno come nuovi, anche se noi non possiamo vederli.
Tanto le cose vanno così veloci che quello che sceglieremmo  verrebbe comunque superato.
Ma i giovani mi sa che hanno già capito tutto, perchè tutta l'aspirazione che avevamo noi al posto fisso, che sia da banchiere, postino, atleta o da genio, in loro io non la vedo.
Si questo è vero, anche in altri posti dove il mito del posto fisso non è mai esistito o si è spento decenni fa, il disaffezionamento dei giovani dalla cultura del lavoro è vista con preoccupazione (da chi su quella cultura ha costruito imperi), ma non posso che vederla come un tassello in questo grande puzzle... mi è capitato di parlare con ragazzi e non sai più cosa raccomandargli:

"studia che ti fai un futuro" come si diceva una volta non sembra più un consiglio così scontato, "studia che non si sa mai" al limite, "che è meglio sapere qualcosa in più che qualcosa in meno", ma quando ci si addentra nel cosa studiare, lì diventa impossibile dare una risposta: le risposte che a ottobre 2022 sembravano solide come la roccia e indiscutibilmente valide, il giorno del rilascio di chatGPT 3 sono diventate tutte molto più questionabili.

Però non so se questo sia causa di emotività che non ci aiuta a ragionare.

Una delle risposte che mi sono dato io è che l'intelligenza emotiva "non si può imitare"*, e che in fondo stiamo cercando di soppiantare solo l'intelligenza logica/razionale, che forse è la parte meno umana della nostra intelligenza.
(* non perchè non si può, ma perché l'intelligenza emotiva ha un uso solo se chi la dimostra stabilisce un contatto con chi la recepisce, e quel contatto richiede volontà da ambe le parti. Non dò per scontato -anche se le statistiche di utilizzo dei chatbot mi danno torto- che gli esseri umani saranno disposti a confidarsi, farsi amico, psicologo o badante una AI)

- per inciso: "atleta vs genio" ..... come ho fatto a non pensare alla parola genio... era perfetta!!!  :))

---

@Kob 
quello che dici mi sembra un'altra medaglia dell'alto valore dato sin qui all'intelligenza umana: standardizzare e ridurre la saggezza a automatismo procedurale, è l'effetto di una scarsità di intelligenza: si standardizza per ridurre la libertà di azione di personale che non si ritiene qualificato a sufficienza per agire in modo realmente intelligente. 
Sapere applicare una procedura richiede meno intelligenza che sapere reinventare quella stessa procedura ex-novo se non fosse stata codificata.
Anche la parte in cui dici che ai colletti blu è richiesta più intelligenza che a tanti lavori da colletti bianchi, sono d'accordissimo, ma dimostra che il valore che aggiunge il loro lavoro alla catena produttiva è valore che viene dall'intelligenza più che dalla forza fisica.
Infine sul punto 1) sono di nuovo d'accordo che "la forza o la pura resistenza nel lavoro è sempre stato, almeno da un certo punto in poi dello sviluppo tecnologico, un fattore secondario", io avevo indicato l'antica grecia come momento in cui la forza aveva ancora un valore, e i secoli successivi come graduale declino di quel valore. Non sono uno storico, sono andato a braccio e sono stato di manica molto larga proprio per cercare di evitare di indicare un momento di svolta sbagliato. La questione della grecia era per tirare un parallelo e -speravo- dare qualche forza alla tesi, ma se ho dato dei tempi fondamentalmente errati si può rimettere in discussione quella parte.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: fabriba il 12 Settembre 2025, 14:39:18 PM
Citazione di: baylham il 12 Settembre 2025, 11:53:08 AMNella società contemporanea il fisico è molto apprezzato, valorizzato: penso agli sportivi, agli attori, ai cantanti.
Il fisico è ovviamente direttamente legato alla sessualità, che esprime i bisogni ed i sentimenti più importanti dell'uomo.
Dubito che l'AI possa ridimensionare lo sport e la sessualità, video-giochi a parte, mentre può modificare profondamente il cinema e la musica.
Questo è interessante... lo sport e la sessualità... 
lo sport: le gare di automobili non sono un modo in cui la tecnica ha ridefinito (se non ridimensionato) lo sport? 
la sessualità: ci stanno lavorando... "ogni volta che nasce una nuova tecnologia, gli uomini trovano un modo per farci la guerra e per farci sesso" - non trovo la fonte, e magari è un po' esagerata, ma sulla AI ci sono già i chatbot, i deepfake, e la robotica è ancora un po' indietro, ma ci si arriva!
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: fabriba il 22 Settembre 2025, 09:53:58 AM
Un tentativo di ravvivare la discussione, che non penso si sia esaurita.

Rifacendomi a quello che diceva @baylham ,  a seconda del modello che si segue, possono essere 5, 7, 12 o un numero a scelta, ma è generalmente accettato che esistano più tipi di intelligenza. 

(https://angolopsicologia.com/wp-content/uploads/2023/12/Tipi-di-intelligenza.webp)

Forse l'intelligenza artificiale per come la conosciamo oggi (che non è solo chatgpt, ma anche taxi che si guidano da soli, e altro) , può avere un effetto inflattivo (ammesso che ce l'abbia, non abbiamo trovato un accordo su questo) su alcune di esse e non su tutte.
È possibile che il valore (economico) dell'intelligenza di cui parlavo all'inizio si applichi diversamente ai vari tipi di intelligenza, e che l'intelligenza artificiale sposterà i pesi di quale tipo di intelligenza avrà più valore (economico) in futuro.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: Koba il 22 Settembre 2025, 14:50:19 PM
Forse il termine "inflattivo" è un po' ambiguo.
Comunque, se partiamo dall'idea di Gardner e altri sulle intelligenze multiple, è naturale che la IA riesca bene nell'ambito logico-matematico (al punto da poter sostituire l'uomo), meno bene in quello interpersonale, e sia del tutto esclusa da quello intrapersonale.

Prendiamo le sette intelligenze principali:
1. Linguistica – capacità di usare il linguaggio in modo efficace (scrittori, poeti, oratori).
2. Logico-matematica – capacità di ragionare, analizzare problemi, fare calcoli (scienziati, matematici).
3. Musicale – sensibilità a ritmo, melodia, timbro (musicisti, compositori).
4. Corporeo-cinestetica – abilità nell'uso del corpo (atleti, ballerini, artigiani).
5. Spaziale – capacità di percepire e manipolare lo spazio (architetti, scultori, navigatori).
6. Interpersonale – comprensione delle emozioni e motivazioni altrui (insegnanti, terapeuti, leader).
7. Intrapersonale – consapevolezza di sé, delle proprie emozioni e motivazioni.

A me sembra chiaro che nella maggior parte di questi ambiti è del tutto insensato usare la IA al posto dell'uomo.
La domanda vera è questa: quale potrà essere la ricaduta sullo sviluppo della civiltà del connubio IA + "tocco umano".
Si tratta di qualcosa di qualitativamente differente rispetto a quelle che sono state finora le conseguenze delle tecnologie? Si tratta di un vero salto qualitativo rispetto, per esempio, a quello che è avvenuto con l'impatto del pc o di internet?
Infatti finora la tecnologia ha dato contributi quantitativi, non qualitativi.
Miglioramenti nella potenza di calcolo, comunicazioni istantanee, ecc.
Ma se grazie all'aiuto di una IA io, nel mio piccolo, riesco a realizzare risultati conoscitivi o creativi che non sarei mai riuscito a realizzare da solo, allora sì che le cose si fanno veramente interessanti... O no?
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: iano il 22 Settembre 2025, 16:54:56 PM
Citazione di: Kob il 22 Settembre 2025, 14:50:19 PMMa se grazie all'aiuto di una IA io, nel mio piccolo, riesco a realizzare risultati conoscitivi o creativi che non sarei mai riuscito a realizzare da solo, allora sì che le cose si fanno veramente interessanti... O no?
Credo che saresti capace in ogni caso di realizzarli da solo, ma in un tempo tale che potrebbe non bastarti la vita.
Può essere che la macchina ci sostituisca, ma in quali delle tante vite che ci concede, e quante ce ne restano dopo ancora?

Con la macchina non vai più lontano, ma arrivi prima, e ti rimane ancora tempo per ripartire.

E' più probabile che riesci a portare alla fine un compito, che sei comunque capace di risolvere, anche se per alcuni il tempo richiesto è tale da renderne impossibile la soluzione in mancanza delle veloci macchine.

Più che intelligenze diverse esistono diversi individui intelligenti, che si possono classificare per la diversa intelligenza.
Non ho detto una cosa diversa da: esistono diversi tipi di intelligenza, ma ho proposto un punto di vista diverso.
Perchè voglio dire, qualcuno potrebbe credere che  esistano davvero  diversi tipi di intelligenza, mentre esistono solo individui diversamente intelligenti.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: fabriba il 22 Settembre 2025, 17:11:52 PM
Citazione di: Kob il 22 Settembre 2025, 14:50:19 PMForse il termine "inflattivo" è un po' ambiguo.
Comunque, se partiamo dall'idea di Gardner e altri sulle intelligenze multiple, è naturale che la IA riesca bene nell'ambito logico-matematico (al punto da poter sostituire l'uomo), meno bene in quello interpersonale, e sia del tutto esclusa da quello intrapersonale.

Prendiamo le sette intelligenze principali:
1. Linguistica – capacità di usare il linguaggio in modo efficace (scrittori, poeti, oratori).
2. Logico-matematica – capacità di ragionare, analizzare problemi, fare calcoli (scienziati, matematici).
3. Musicale – sensibilità a ritmo, melodia, timbro (musicisti, compositori).
4. Corporeo-cinestetica – abilità nell'uso del corpo (atleti, ballerini, artigiani).
5. Spaziale – capacità di percepire e manipolare lo spazio (architetti, scultori, navigatori).
6. Interpersonale – comprensione delle emozioni e motivazioni altrui (insegnanti, terapeuti, leader).
7. Intrapersonale – consapevolezza di sé, delle proprie emozioni e motivazioni.

A me sembra chiaro che nella maggior parte di questi ambiti è del tutto insensato usare la IA al posto dell'uomo.
La domanda vera è questa: quale potrà essere la ricaduta sullo sviluppo della civiltà del connubio IA + "tocco umano".
Si tratta di qualcosa di qualitativamente differente rispetto a quelle che sono state finora le conseguenze delle tecnologie? Si tratta di un vero salto qualitativo rispetto, per esempio, a quello che è avvenuto con l'impatto del pc o di internet?
Infatti finora la tecnologia ha dato contributi quantitativi, non qualitativi.
Miglioramenti nella potenza di calcolo, comunicazioni istantanee, ecc.
Ma se grazie all'aiuto di una IA io, nel mio piccolo, riesco a realizzare risultati conoscitivi o creativi che non sarei mai riuscito a realizzare da solo, allora sì che le cose si fanno veramente interessanti... O no?

2 commenti su questo:

il primo è che un contributo quantitativo di 2:1 è un contributo quantitativo e non ho dubbi.
Ma un contributo quantitativo di 1000:1 è solo un contributo quantitativo?
A 1/1000 della velocità della luce l'umanità non può fare viaggi interstellari, ma alla velocità della luce si, per dire.
Quindi non sono convinto che i contributi dati sin qui siano solo quantitativi.
Senza arrivare a quegli estremi, da una breve ricerca ho trovato che oggi 1 singolo lavoratore agricolo, è circa 50x o 100x più produttivo di uno preistorico.
Secondo me anche questo ha sbloccato risorse a sufficienza per iniziare chiedersi se sia un contributo qualitativo e non solo quantitativo.
-- edit: che poi è quello che dice iano... quando ho iniziato a scrivere il suo post non c'era ancora, sennò mi risparmiavo la fatica di ridire la stessa cosa :D


Il secondo è sulla tua domanda finale, e per me è assolutamente un si.
È notizia di questi giorni che la AI abbia colto segni di attività cerebrale in pazienti in coma prima che quei segni venissero colti dai medici. Qualche settimana fa c'era la notizia che l'accuratezza con cui AI diagnostica segni precoci di cancro era maggiore dei medici.
Siamo in una terra di nessuno... sono incrementi quantitativi ("prima che", "maggiore dei"), o qualitativi (coglie cose che l'umano non coglie -a quello stadio semplicemente non le coglie) ?

--

Citazione di: iano il 22 Settembre 2025, 16:54:56 PMPerchè voglio dire, qualcuno potrebbe credere che  esistano davvero  diversi tipi di intelligenza, mentre esistono solo individui diversamente intelligenti.
Parafrasando una cosa che è stata discussa in un altro thread, viviamo in un'epoca in cui una parte importante della cultura pop è mutuata dalla cultura informatica, e l'esigenza di creare etichette è "sicuramente" un buon esempio. Catalogare i "tipi" di intelligenza in 7 o più categorie, mi sembra sia una schematizzazione figlia del nostro tempo. Può avere una sua utilità in questa discussione e probabilmente in tante altre, ma secondo me la tua proposta ha un valore più universale e meno legato alla cultura del momento.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: iano il 22 Settembre 2025, 17:41:25 PM
Citazione di: fabriba il 22 Settembre 2025, 17:11:52 PMMa un contributo quantitativo di 1000:1 è solo un contributo quantitativo?
Qui credo entri in gioco un sottilissimo meccanismo psicologico.
Il ragionamento nascosto è il seguente:
per mille il contributo è ancora quantitativo, non c'è dubbio, perchè mille è un numero che so immaginare, e se lo so immaginare è certamente una quantità, ma se dico dieci mila, e poi centomila, fino a non riuscire più a immaginarlo, forse allora non è più un numero....ma una qualità.
Con lo stesso meccanismo psicologico dalla materia spunta fuori la vita, perchè sia abbastanza complessa da non poterla più immaginare, e una materia non più inimmaginabile si presta a fare il salto di qualità immaginativo.
Però la ragione ci dice che tutti i numeri, da zero  a infinito, posseggono tutti le stesse qualità, che però non sono qualità, ma proprietà.

Nessuno vuole essere sostituito dalle macchine, e perciò mettiamo in atto sotterfugi  psico-logici per sfuggire a tale possibilità.
Dal fatto che esistono diversi individui, ognuno con la sua intelligenza, li classifichiamo in base a questa diversità etichettandoli con una diversa intelligenza.
Quindi dall'esistenza di individui diversamente intelligenti passiamo artificiosamente alla esistenza di diverse intelligenze, sperando che almeno una di queste sfugga al potere delle macchine.

La domanda giusta non è se le macchine possono sostituirci, ma se noi possiamo sostituire le macchine, e la risposta è si, ma solo in teoria, perchè  non siamo eterni come loro, o quantomeno, come loro potenzialmente  sono.
Noi non siamo eterni, ma grazie alle macchine riusciamo a fare cose che ci dovremmo reincarnare mille volte per farle.
Con le macchine è come vivere più vite in una, anche se tutte finite.
Se la nostra vita rimane un segmento finito, con la velocità delle macchine sperimentiamo la sua  divisibilità all'aumentare della velocità.

Ora, quello che dirò in conclusione, forse c'entra e forse no, ma è un elemento di riflessione che forse c'è sfuggito.: ''I numeri che riusciamo a padroneggiare con l'immaginazione si sono fatti sempre più grandi con la nostra evoluzione, e con l'evoluzione tutto non casualmente sembra esser diventato sempre più numero, spostandosi sempre più in la il confine fra quantità e qualità.''
Di fatto è aumentata la qualità della nostra immaginazione quantitativa.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: Koba il 22 Settembre 2025, 18:03:40 PM
Nella realizzazione dei nostri progetti non è mai soltanto una questione di tempo, ma anche di motivazioni, di ostacoli complessi che oggettivamente impediscono di continuare, che bloccano il proprio slancio, ecc.
Alla fine non ha alcun valore dire: se avessi più tempo, se avessi altri dieci anni, forse...
O l'hai fatto oppure no. Conta solo questo.

Un esempio. Diciamo che una persona ha questo sogno: scrivere un romanzo. Ci sono persone che di fronte alla domanda "cosa vuoi fare prima di morire?" ti dicono: costruire una casa con le mie mani. Lui invece "un romanzo!". Bene. Se alla fine riuscisse a realizzarlo sul serio, proprio grazie alla AI usata come assistente (correzione, fornitura di espressioni alternative, giudizi "incoraggianti ma realistici" –  esattamente come un assistente in carne e ossa), come dovremmo interpretare questo fatto, questo nuovo oggetto venuto al mondo? (ovviamente al di là della qualità letteraria del romanzo, che magari resta banale).
Da una parte la IA ha fornito al nostro scrittore dei contributi che possiamo anche considerare solo quantitativi: le espressioni alternative consigliate sono un po' l'evoluzione del vocabolario dei sinonimi e contrari, nulla più, tra le 5 o 6 che ti fornisce è lo scrittore che sceglie, esattamente come la consultazione di un vocabolario. Le correzioni poi velocizzano un po' il lavoro di revisione della prima stesura, ecc.
Ma quello che alla fine resta è il risultato del lavoro umano + IA: qualcosa di nuovo, un prodotto creativo che non sarebbe mai venuto alla luce senza tale connubio.

Non voglio insistere più di quel tanto, e non ci ritornerò: per me la vera questione filosofica è questa.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: fabriba il 22 Settembre 2025, 18:25:40 PM
Citazione di: Kob il 22 Settembre 2025, 18:03:40 PMMa quello che alla fine resta è il risultato del lavoro umano + IA: qualcosa di nuovo, un prodotto creativo che non sarebbe mai venuto alla luce senza tale connubio.
Ma questo, non è già qualitativo?
Non è per contraddirti, e che se non lo è fatico a seguirti e ti chiedo delucidazioni (non ci sarà bisogno di insistere).

Per me è un prodotto che c'è e che senza AI non ci sarebbe stato: non possiamo ridurlo alle quantità di 1 romanzo o 0 romanzi scritti con quelle esatte parole, quindi è qualitativo.

Citazione di: iano il 22 Settembre 2025, 17:41:25 PMIl ragionamento nascosto è il seguente:
per mille il contributo è ancora quantitativo, non c'è dubbio, perchè mille è un numero che so immaginare, e se lo so immaginare è certamente una quantità, ma se dico dieci mila, e poi centomila, fino a non riuscire più a immaginarlo, forse allora non è più un numero....ma una qualità.
Penso tu mi abbia frainteso:
a 1/1000x della velocità della luce l'umanità non può raggiungere alfa centauri (e non può raggiungerla mai, per questioni biologiche, radiazioni, tempi, blabla... morirebbero tutti molto prima di arrivarci), ma
a 1x della velocità della luce arriviamo ad alfa centauri in 4 anni,
allora la differenza non è più quantitativa, la quantità di km/h che percorro non è il punto della questione, e il punto è qualitativo, sul risultato che posso o non posso raggiungere (toccare le stelle, in questo caso).
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: iano il 22 Settembre 2025, 20:49:46 PM
Citazione di: Kob il 22 Settembre 2025, 18:03:40 PMMa quello che alla fine resta è il risultato del lavoro umano + IA: qualcosa di nuovo, un prodotto creativo che non sarebbe mai venuto alla luce senza tale connubio.
Non vuoi tornare sul tema, ok.
Perché?
Le critiche che ti vengono fatte ti sembrano un ostacolo insuperabile? Devono essere invece uno sprone. Quando non ci sono devi sentirne la mancanza. E' così che funziona.

Poi io non ti critico nemmeno,  sono d'accordo con te, ma provo a dire la stessa cosa in modo diverso, per vedere l'effetto che fa, seguendo l'insegnamento del maestro Jannacci.
 Quindi dico che in effetti abbiamo solo il frutto del lavoro umano, perchè l'IA è parte di quel frutto.
Certo, se qualcuno l'ha già inventata tu ti limiterai ad usarla.
Cioè l'ostacolo, diversamente da quel che dici, non ci ha bloccati, ma ci ha ancor più motivati, fino ad inventarci qualcosa di inimmaginabile, l'AI.
La nostra sopravvivenza è stata, fra le scommesse evolutive vinte, la più improbabile.
In conseguenza di ciò noi siamo fatti per risolvere problemi difficili, ed è quindi nelle difficoltà che ci esaltiamo.
Diversamente perchè, da filosofi qual ci diciamo, ci accaniremmo nel cercare risposte a domande che a priori dichiariamo noi stessi non aver soluzione?


''Faceva il palo nella banda dell'ortica, faceva il palo perchè l'è il so mester.''
E' la nostra condanna fare il mestiere di uomini, perchè poi lo stipendio comunque ce lo danno a cento lire, e così non si finisce mai. Ma in effetti non è per denaro che lo facciamo, ma perchè siamo uomini.



Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: fabriba il 23 Settembre 2025, 07:57:07 AM
Citazione di: Kob il 22 Settembre 2025, 14:50:19 PMForse il termine "inflattivo" è un po' ambiguo.
Non ti ho mai risposto a questo, ma credo di averlo disambiguato all'apertura di questo thread (post #1 e #9 più di altri). 
Riassumo: 
Questo ha valore solo di riassunto per agevolare, se pensi di volermi contraddire, per favore riguarda prima le formulazioni originali, sennò andiamo in cerchio  :)
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: Koba il 23 Settembre 2025, 09:21:13 AM
Citazione di: fabriba il 23 Settembre 2025, 07:57:07 AMNon ti ho mai risposto a questo, ma credo di averlo disambiguato all'apertura di questo thread (post #1 e #9 più di altri).
Riassumo:
  • l'intelligenza come valore (morale, etico, culturale, ecc), nasce dal fatto che l'intelligenza ha un valore (economico)
  • l'AI come forza lavoro potenzialmente infinita ed a bassissimo costo, causa inflazione al valore economico dell'intelligenza
  • come conseguenza, anche il valore moraleticulturale dell'intelligenza umana, col passare del tempo verrà meno (in #19 mi chiedo però se questo vale solo per "alcune" intelligenze)
Questo ha valore solo di riassunto per agevolare, se pensi di volermi contraddire, per favore riguarda prima le formulazioni originali, sennò andiamo in cerchio  :)

Ovviamente avevo capito.
Ma "Inflazionare" è ambiguo perché volendo esprimere una perdita di valore economico non lo fa in modo diretto, come farebbe il termine "svalutare", ma lo fa rimandando ad un ragionamento inutilmente tortuoso.
"Inflazione" infatti indica un aumento dei prezzi. Processo di aumento, non di diminuzione. Solo in modo indiretto rimanda ad una diminuzione (quella del potere d'acquisto reale).
Quindi usando tale termine per l'intelligenza umana di fronte alla concorrenza della IA, per capirne il senso si deve percorrere questo ragionamento non diretto.
In pratica la tua discutibile infatuazione per il termine "inflazionare" rende meno fluida e chiara l'esposizione del ragionamento.
Ragionamento che io non ho alcun interesse a contraddire perché, secondo me, come ho già espresso nei miei post precedenti, non coglie l'aspetto filosofico più rilevante.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: fabriba il 23 Settembre 2025, 10:44:20 AM
Citazione di: Kob il 23 Settembre 2025, 09:21:13 AMIn pratica la tua discutibile infatuazione per il termine "inflazionare" rende meno fluida e chiara l'esposizione del ragionamento.
Ragionamento che io non ho alcun interesse a contraddire perché, secondo me, come ho già espresso nei miei post precedenti, non coglie l'aspetto filosofico più rilevante.
al tuo ragionamento ho risposto (commento #25), e se in quel commento non ho colto di nuovo un punto che consideri importante, me lo rispieghi? il tema chiaramente mi interessa

Sul termine inflazione: capisco cosa intendi e con le dovute nuances mi pare che hai ragione, ma è il migliore che mi è venuto in mente.
"Svalutazione" mi piace meno (sono meno infatuato) ma sembra più accurato, vedo di usare quello da qui in avanti.
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: Koba il 23 Settembre 2025, 11:46:14 AM
Faccio un altro esempio (l'ultimo perché non ho più molto da dire sulla questione).
La filosofia nasce in Grecia come dialogo (saltiamo la sua fase sapienziale e andiamo direttamente a Socrate). Fare filosofia significa fin dall'inizio prendere un'ipotesi e metterla sotto torchio. Anche oggi, con le nostre biblioteche sterminate, fare filosofia non significa studiare e capire i testi della tradizione, ma, dopo averlo fatto, prenderli uno ad uno e "brutalizzarli" senza pietà.
Questa specie di indagine funziona bene quando si è almeno in due.
E qui arriviamo al problema perché di fatto è quasi impossibile trovare un compagno/a che abbia veramente voglia di mettere da parte la propria presunzione di sapere qualcosa per affrontare libero e leggero l'avventura.
Così i filosofi (quelli che poi nella vita insegnano la materia o quelli che per campare fanno altro) sono tutti, dal primo all'ultimo, dei solitari e degli autodidatta.
Tentativi di rompere questa condizione solipsistica se ne sono sempre fatti. Chi ha fondato comunità filosofiche (poi inesorabilmente annientate dal carisma del maestro), chi forum digitali (annientati dal narcisismo degli utenti). Tentativi tutti falliti.
Ora, per i Greci il problema del libro, della scrittura, era il fatto che il testo è la cristallizzazione di un ragionamento. Fisso. Immobile. Non sa difendersi, né adattarsi all'interlocutore che lo consulta.
L'IA potrebbe essere una soluzione. Non offre quello che offre il filosofo di successo, cioè originalità di visione, ma è capace di collaborare in modo dinamico e naturale a quell'indagine brutale che è l'essenza della prassi filosofica.
E' questo l'aspetto più rilevante della IA per l'uomo della conoscenza, non la sua capacità di trovare risposte iper-specialistiche quasi fosse un super motore di ricerca, tantomeno un produttore di testi (siamo già pieni di libri!).
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: fabriba il 23 Settembre 2025, 12:18:22 PM
Quindi se rileggo il tuo primo commento  "non sono d'accordo > l'AI è uno strumento di potenziamento delle capacità cognitive" e lo metto in relazione all'ultimo, mi pare di capire che per te la questione più importante dal punto di vista delle tematiche culturali e sociali (il punto in cui "le cose si fanno veramente interessanti") è questo potenziamento.

Io non contraddico quello che dici sull'utilizzo non banale della AI, ma secondo me in ambito di conseguenze culturali e sociali, non è la componente più rilevante, e non mi hai convinto.

Sono un po' di messaggi che cerchi di tagliare corto, quindi ti lascio andare, però se altri pensano che il tuo pensiero vada approfondito sono aperto a cambiare idea, altrimenti secondo me la questione aperta rimane:

come si muove un mondo in cui c'è stata una svalutazione dell'intelligenza e dobbiamo trovare altri valori su cui incardinare la società*?

(* cerco di spiegarla meglio questa: la civiltà odierna si fonda sull'idea che l'economia cresca, per fare questo serve sviluppare soluzioni nuove a problemi vecchi, o trovare bisogni nuovi da soddisfare, ma in generale: serve R&D e all'R&D serve intelligenza. Quindi l'intelligenza è un valore cardine (perché è un motore fondamentale per generare valore economico))
Titolo: Re: Inflazione sull'intelligenza
Inserito da: iano il 23 Settembre 2025, 12:54:32 PM
Citazione di: Kob il 23 Settembre 2025, 11:46:14 AMFaccio un altro esempio (l'ultimo perché non ho più molto da dire sulla questione).
La filosofia nasce in Grecia come dialogo (saltiamo la sua fase sapienziale e andiamo direttamente a Socrate). Fare filosofia significa fin dall'inizio prendere un'ipotesi e metterla sotto torchio. Anche oggi, con le nostre biblioteche sterminate, fare filosofia non significa studiare e capire i testi della tradizione, ma, dopo averlo fatto, prenderli uno ad uno e "brutalizzarli" senza pietà.
Questa specie di indagine funziona bene quando si è almeno in due.
E qui arriviamo al problema perché di fatto è quasi impossibile trovare un compagno/a che abbia veramente voglia di mettere da parte la propria presunzione di sapere qualcosa per affrontare libero e leggero l'avventura.
Così i filosofi (quelli che poi nella vita insegnano la materia o quelli che per campare fanno altro) sono tutti, dal primo all'ultimo, dei solitari e degli autodidatta.
Tentativi di rompere questa condizione solipsistica se ne sono sempre fatti. Chi ha fondato comunità filosofiche (poi inesorabilmente annientate dal carisma del maestro), chi forum digitali (annientati dal narcisismo degli utenti). Tentativi tutti falliti.
Ora, per i Greci il problema del libro, della scrittura, era il fatto che il testo è la cristallizzazione di un ragionamento. Fisso. Immobile. Non sa difendersi, né adattarsi all'interlocutore che lo consulta.
L'IA potrebbe essere una soluzione. Non offre quello che offre il filosofo di successo, cioè originalità di visione, ma è capace di collaborare in modo dinamico e naturale a quell'indagine brutale che è l'essenza della prassi filosofica.
E' questo l'aspetto più rilevante della IA per l'uomo della conoscenza, non la sua capacità di trovare risposte iper-specialistiche quasi fosse un super motore di ricerca, tantomeno un produttore di testi (siamo già pieni di libri!).
Al di la dei motivi per cui hai fatto la tua premessa, complimenti per la lucida esposizione.
E' sicuramente un uso intelligente della intelligenza artificiale quello che proponi.
Io però la vedo, insieme ad ogni altra tecnologia, più come una protesi che abbia tutta la dignità di un arto naturale, magari solo ipertrofico, piuttosto che come un amico immaginario che mi affianchi.
Però sicuramente del tuo suggerimento farò tesoro, perchè certo, possiamo vederla come un libro che scorre , nella cui stessa lettura non puoi immergerti per due volte di seguito.