Riflessioni sulla Mente
di Luciano Peccarisi - indice articoli
Dalla materia alla coscienza
febbraio 2012
-
L'organizzazione
-
Cervello sempre in azione
-
Cervello che comunica con altri cervelli
Per secoli si è discusso sulla mente basandosi solo su ciò che la mente stessa dice. Come discutere sull’acqua senza sapere che era composta di idrogeno e ossigeno o del lampo nel cielo senza sapere nulla di elettricità. Se pensiamo a noi stessi e alla coscienza, non ci appare certo il cervello e i suoi neuroni mentre sono al lavoro. Avvertiamo un flusso più o meno caotico di pensieri, immagini, emozioni e voglie. Solo attraverso la scienza sappiamo che quel ‘noi’ è costituito da tessuto cerebrale. Usiamo l’introspezione per guardarci dentro, ma essa è una facoltà della mente stessa. E questo non vale, non possiamo osservare la mente usando una sua stessa proprietà. Ci sembra così che cervello e mente siamo due cose sostanzialmente differenti; mentre il primo, tramite la scienza, riusciamo a esaminarlo e a descriverlo dettagliatamente, la coscienza appare un’entità misteriosa.
L'organizzazione
La materia non è più quella cosa abbastanza semplice che un tempo si credeva. Agli atomi ritenuti base degli oggetti sono subentrati i quanti, con una concezione quantistica dell’intera materia. Fisica e chimica sono in costante cambiamento ed enigmi e misteri si infittiscono, ciò non toglie che l’interesse della scienza alla coscienza sia infondato. In fin dei conti il cervello è costituito dagli stessi elementi della materia inorganica assemblati in modo da formare materia organica. A questo livello però non abbiamo indizi sulle origini del pensiero. Forse dobbiamo rivolgerci a quella particolare organizzazione e architettura della materia che costituisce il cervello, che si sviluppa nel corso dell’evoluzione della specie e durante la formazione del singolo individuo. Il neurone è la cellula del cervello ed ha la prerogativa di potersi collegare, sia elettricamente che chimicamente, tramite un punto di comunicazione detto sinapsi, con gli altri neuroni sia più vicini che più lontani, formando un reticolo fittissimo. Sono di diversi tipi ma nell’insieme sono gli stessi dal topo all’uomo. I tempi della comunicazione biologica, i tempi della psicologica, dei pensieri, sembrano velocissimi ma in realtà sono molto lenti. Se si pensa ad esempio che Internet o i computer, che dovrebbero esserne una brutta copia, hanno in realtà prestazioni molto superiori. Il nostro cervello non sfrutta le forze fisiche del mondo ma si accontenta delle componenti ereditate da organismi primitivi, tuttavia questa potrebbe rappresentare in fondo la sua forza. Il cervello è costituito da parti con funzioni diverse e con una relativa autonomia, tuttavia ben collegate sia con quelle più vicine che con quelle lontane, con circuiti riverberanti o ad anello, connessioni orizzontali e verticali. Nella corteccia visiva della scimmia ad esempio sono stabilite tra le 32 aree visive, circa 305 vie di connessione, e poi ci sono quelle che vanno agli occhi ed altre parti più lontane del cervello stesso.
Cervello sempre in azione
Il cervello non risponde solamente ad uno stimolo, la teoria stimolo-risposta è infatti risultata ingenua e troppo semplicistica. Si comporta invece come un sistema autonomo, con attività intrinseca, che è rivolta e proietta in permanenza verso l’esterno. Non riceve pertanto solo passivamente gli influssi dal fuori, come ad esempio ai tempi di Pavlov qualcuno riteneva. Già l’embrione dell’uomo da segni di questa attività; e si osserva dopo tre giorni e mezzo di incubazione nel pollo. Nel feto umano il cuore comincia a battere tre o quattro settimane dopo la fecondazione. Intorno alla decima settimana il feto comincia a muoversi, ma la madre percepisce i movimenti solo sei settimane dopo. L’attività elettrica può essere registrata nel feto prima del secondo mese. Nell’adulto la si registra con l’elettroencefalogramma. Nei documentari animali vediamo che quando partorisce un erbivoro subito il cucciolo cerca di mettersi in piedi, esplorare, stare sempre vicino alla madre, trovare i capezzoli per allattare: il suo cervello nasce pronto per passare all’azione. Ma il cervello non è nemmeno rigido e, durante lo sviluppo, grazie alla plasticità neuronale, cambia spesso. E' proprio l’attività spontanea che conferisce ai neuroni capacità plastiche di flessibilità, di accumulo e di autorganizzazione. Il cervello è infatti sempre impegnato a scambiare energia e informazione col mondo esterno, tramite gli organi di senso e le azioni motorie.
Cervello che comunica con altri cervelli
Io sono una sintesi variabile di tutto ciò che ho ereditato geneticamente, delle situazioni che ho vissuto, delle letture, degli incontri, delle esperienze, delle memorie. Mi vivo come un sottofondo musicale, un tono vitale che a volte è più alto e a volte più basso. Su questo spartito di fondo ogni tanto un elemento vien fuori più forte e occupa la scena in quel momento, poi passa, al sopraggiungere di un altro. Da una parte ho una sensazione di estrema libertà e dall’altra di essere confinato dentro limiti ineludibili. Nonostante la singolarità del mondo interiore di ogni persona, il cervello produce conoscenze, elabora un pensiero universale che si comunica a livello della società attraverso il linguaggio. Le funzioni cerebrali consacrate alla sopravvivenza dell’individuo, si estendono anche al gruppo sociale, con una accuratezza e una precisione che va continuamente crescendo. L’evoluzione culturale, che ha dato il cambio a quella biologica, genera finalmente al suo interno il pensiero scientifico e la ricerca delle verità, divenuta cruciale per le società contemporanee. A questo punto il mistero delle capacità che ha il cervello di capire il mondo va cercato non a livello di qualsiasi istanza superiore e trascendentale ma a quello molto concreto delle sue origini, della sua evoluzione e della sua attività esplorativa, con gli errori ma anche con i successi che conosciamo. Quando il mondo interiore, le disposizioni, gli umori, i desideri, le pulsioni, le paure, gli istinti, le motivazioni e tutte le altre ‘parole’ inventate dall’uomo per averne una sempre sommaria e superficiale descrizione diventa presente, consapevole, si ha il passaggio dall’essere al mondo senza tempo, senza spazio, luogo, passato, futuro, senza vita e senza morte; all’essere al mondo sapendo semplicemente di essere uno del mondo: e nasce così quella cosa chiamata coscienza individuale.
Luciano Peccarisi
Altri articoli di Luciano Peccarisi
Libri pubblicati da Riflessioni.it
365 MOTIVI PER VIVERE RIFLESSIONI SUL SENSO DELLA VITA |
|