Riflessioni sulla Mente
di Luciano Peccarisi - indice articoli
La mente che non si voleva strangolare
Marzo 2010
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Destro e sinistro pari non sono
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Un famoso esperimento
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Conclusione
Un giorno una signora entrò nello studio della clinica del professor Kurt Goldstein che, all’epoca, aveva una fama mondiale, per le sue eccezionali capacità mediche e il suo proverbiale occhio clinico. La donna appariva normale, conversava amabilmente e anzi sembrava non avere alcun problema. Ma era afflitta da un unico bizzarro disturbo: ogni tanto la mano sinistra le scattava in su, l’afferrava per la gola e tentava di strangolarla. La paziente doveva spesso usare la destra per trattenere la sinistra e costringerla a starsene buona. Certe volte le toccava addirittura sedersi sul malefico arto per combattere la furia con cui questo pretendeva di attuare il suo disegno criminoso.
Destro e sinistro pari non sono
Noi abbiamo, come il frutto del noce protetto da una dura scorza, due emisferi cerebrali protetti dal guscio osseo del cranio. Come abbiamo due occhi, due reni o due femori. I due emisferi, sono collegati alla base, come la noce, da una struttura ponte chiamata corpo calloso che permette ai “due cervelli” di rimanere in “sincronia” e non andarsene con i propri pensieri ognuno per conto suo. A differenza di come appaiono dall’esterno, vale a dire due metà speculari, simili alle metà di una noce, sono deputate invece a distinte capacità mentali. Controllano ognuna la parte opposta del corpo. La più evidente differenza riguarda il linguaggio, posto nella stragrande maggioranza dei casi, nell’emisfero sinistro. Il destro invece è meno razionale, ma risponde meglio e con emozioni adeguate alle situazioni che capitano. Per questo quelli a cui gli viene un ictus all’emisfero destro (con conseguente paralisi a sinistra) sono “più fortunati”, non comprendendo appieno la gravità della situazione appaiono beatamente indifferenti, se non addirittura euforici. A differenza degli altri, che in genere sono giustamente piuttosto depressi. La maggior parte delle persone che scrivono con la destra hanno l’emisfero sinistro specializzato nel pensiero astratto, matematico e, come abbiamo detto, il linguaggio. L’emisfero destro si occupa soprattutto di relazioni spaziali, riconoscimento di persone, musica, mimica ed emozioni.
Un famoso esperimento
L’analisi di soggetti con cervello diviso è stata condotta per la prima volta da Roger Sperry in California. In un famoso esperimento un soggetto operato con taglio del corpo calloso, per impedire che la grave epilessia di cui soffriva si propagasse da un emisfero all’altro, fu sottoposto ad un test. Davanti ad uno schermo, progettato in un modo particolare, gli fu fatta vedere una zampa di pollo all’emisfero sinistro e contemporaneamente un’immagine di neve all’altro. Quando gli fu chiesto di scegliere delle carte con l’immagine da accoppiare a quella che vedeva in quel momento, la mano destra scelse un pollo, mentre la sinistra una pala. Alla domanda perché avesse fatto quella scelta disse: la zampa è associata al pollo mentre la pala serve a pulire il pollaio. Naturalmente aveva risposto solo l’emisfero sinistro, l’unico in grado di comprendere il linguaggio, ed aveva inventato una spiegazione logica anche per la pala, poiché nulla sapeva della neve.
Nell’emisfero destro hanno sede processi rapidi, attivi simultaneamente, parallelamente, globali, di sintesi, olistici, percepisce sensazioni, rappresentazioni non verbali, utilizza rappresentazioni “analogiche” e non si pone il problema delle spiegazioni.
Nell’emisfero sinistro accadono processi meno rapidi, lineari, sequenziali, tempo-dipendenti; dà significato alle parole e crea racconti, usa come rappresentazione pacchetti d’informazione monosemantici, utilizza rappresentazioni “digitali”, inventa narrazioni. Questa capacità di inventarsi storie, dare senso, coerenza e spiegazioni anche a partire dai pochi dati che dispone utilizzando la ragione, è stata chiamata da Gazzaniga “interprete” (1).
Conclusione
Kurt Goldstein, dopo aver visitato la signora per metà suicida, sentenziò che la paziente non era pazza, ma aveva i due emisferi non in sincronia fra loro. L’emisfero destro aveva latenti pensieri d’autosoppressione violenta e un genuino progetto di eliminare l’intero corpo. All’inizio quando i due emisferi funzionavano all’unisono, l’impulso era stato tenuto a freno dai messaggi inibitori inviati tramite il corpo calloso dal più razionale emisfero sinistro. Poi in seguito ad un ictus al corpo calloso, suppose Goldstein (a quei tempi non esistevano tecniche per immagini a provarlo), l’inibizione era stata rimossa e ora l’emisfero destro poteva compiere la sua insana impresa utilizzando la mano sinistra. A qualcuno quella diagnosi sembrò fantascienza, ma il caso volle che non molto tempo dopo la donna morì, non per autostrangolamento ma per un ictus. L’autopsia confermò i sospetti del neurologo che qualche tempo prima era stata colpita da un ictus del corpo calloso che aveva interrotto le comunicazioni e il dialogo tra i due cervelli, sicché il destro era sfuggito al consueto controllo del sinistro. Più di sessanta anni fa Goldstein aveva svelato la duplice natura della funzione cerebrale, dimostrando che i due emisferi erano in effetti preposti a compiti diversi (2). Che potrebbero essere persino opposti. Anche se noi di ciò non ne abbiamo la seppur minima consapevolezza.
Luciano Peccarisi
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NOTE
1) Gazzaniga M.S. (1998) The Split Brain revisited, in “Scientific American”, 279, I
2) Rachamandran V.S. Blakeslee S. (1998) Phantoms in the Brain, trad. it. 2003, La donna che morì dal ridere e altre storie incredibili sui misteri della mente umana, Quark, Mondatori, p. 26
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