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Riflessioni sulla Psicosintesi

Riflessioni sulla Psicosintesi

di Fabio Guidi     indice articoli

 

Possiedi te stesso

Settembre 2010

 

Possiedi te stessoSupponiamo che la vostra insoddisfazione vi abbia portato a comprendere l’importanza di un’accurata conoscenza di sé… le mie felicitazioni: fate parte di un’esigua schiera d’individui. Passano però gli anni, e non succede niente. Sì, avete acquisito una maggiore consapevolezza dei meccanismi che vi dominano, siete un po’ più abili e attenti nelle relazioni e, tutto sommato, avete guadagnato un maggiore distacco.
D’altro canto, siete ancora più inclini a riconoscere la necessità di cambiare, accettate meno di prima la presenza in voi di certe tendenze, di certi impulsi. La conoscenza che avete acquisito rimane ancora su un piano troppo mentale e, soprattutto, non riesce ad integrarsi con l’atteggiamento generale attraverso cui vi rapportate alla vita. I fattori d’inerzia della vostra personalità vi inducono a tirare avanti per la vostra vecchia strada, a mantenere i vostri radicati convincimenti e le vostre abitudini che, a dire il vero, riconoscete essere dannose o, quanto meno, inopportune.
È questo lo scoglio duro dell’Ego, così difficile da abbattere. Avete alzato un muro tra voi e il vostro sviluppo interiore. Volete tale sviluppo, ma alle vostre condizioni… accettate il Lavoro, ma solo per quel tanto che si concilia con i vostri pregiudizi.

 

A questo stadio possiamo rimanere ancorati per anni, se non per sempre, ma se riusciamo a superare le sue insidie – e questo è possibile solo con un aiuto esterno – accediamo al secondo livello psicosintetico, quello relativo al «possiedi te stesso».
Possedere se stessi – se vogliamo andare oltre l’autoinganno della semplice inibizione o repressione dei nostri impulsi – richiede la presenza della ‘volontà sapiente’, come la definisce Assagioli, e cioè la conoscenza e l’applicazione nella vita quotidiana delle leggi che governano il nostro psichismo. Non possiamo ignorare le «leggi psicologiche», perché, altrimenti, esse agiscono ugualmente al di fuori del nostro controllo. Qui di seguito ne cito alcune tra le più significative:

  1. Siamo dominati da tutto ciò con cui si è identificati; si può dominare, dirigere e utilizzare tutto ciò da cui siamo disidentificati.

  2. I bisogni, le motivazioni e i complessi psichici spingono per la realizzazione dei loro scopi al di fuori della nostra coscienza, indipendentemente e, perfino, contro la nostra volontà.

  3. Laddove è evidente una polarizzazione psichica, è inevitabile la presenza della polarizzazione opposta, seppure inconscia.

  4. Le emozioni, gl’impulsi e i desideri esigono espressione, direttamente o indirettamente.

  5. I contenuti psichici (pensieri, immagini, emozioni, desideri…) producono condizioni fisiche e atteggiamenti corrispondenti.

  6. Gli atteggiamenti corporei e i gesti provocano contenuti psichici corrispondenti.

  7. L’attenzione, l’affermazione e la ripetizione rafforzano i contenuti psichici corrispondenti.

  8. Fino a quando non è soddisfatto un bisogno, non si consolida un nuovo bisogno ad un livello superiore.

  9. Ciò che insegui ti fugge, ciò che fuggi t’insegue.

  10. Noi non siamo, intersiamo.

La semplice enunciazione di tali leggi – il cui valore è inestimabile - può lasciare indifferenti molti lettori. E va da sé che è inutile possedere una conoscenza intellettuale di tali leggi se non le comprendiamo a fondo e, soprattutto, se non siamo in grado di applicarle a ragion veduta nella nostra vita.
Ecco perché i Maestri affermano che è ingenuo pensare di poter intraprendere da soli questo aspetto del Lavoro. “Ognuno costruisce a sé un mondo e vive in esso, imprigionato dalla propria ignoranza”, dice un maestro indiano. Uscire da questo «mondo», anche se riceviamo un aiuto - è un’impresa complessa e di non breve durata, e tuttavia non impossibile, se davvero vogliamo realizzare il nostro .
Bisogna comprendere che dobbiamo improntare l’intera nostra vita ad una vera e propria «psicoecologia» - per riprendere un’espressione di Assagioli – nutrendo in tal modo la nostra psiche di continue impressioni positive, tali da bilanciare e poi distruggere i fattori inerziali e disgregativi.
La volontà sapiente ci indica come è possibile possederci realmente e raggiungere i nostri obiettivi di crescita in modo coerente ed efficace. Questo è il vero possesso di sé, ma non è ancora lo stadio finale dell’evoluzione della volontà.


     Fabio Guidi

 

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