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La storia dei tre setacci

Novembre 2018

 

La storia dei tre setacci è un aneddoto in cui il filosofo Socrate utilizza una metafora per insegnare un importante principio di discernimento e giudizio critico. È attribuita a Socrate, ma egli non ha scritto opere, ed è noto principalmente attraverso i dialoghi di Platone, uno dei suoi discepoli. Non esiste quindi una fonte specifica o un autore noto per questa storia, in quanto è stata tramandata oralmente e attraverso vari scritti nel corso dei secoli. Può essere trovata in varie raccolte di aneddoti, dialoghi e citazioni legate agli insegnamenti di filosofi antichi.

 

La storia dei tre setacci


L'aneddoto racconta che un giorno, un amico di Socrate andò da lui per parlare di qualcuno che aveva diffamato un'altra persona. L'amico raccontò con entusiasmo tutti i dettagli del pettegolezzo, ma Socrate lo interruppe chiedendo se avesse filtrato attentamente ciò che stava per dirgli. Di fronte alla confusione dell'amico, Socrate spiegò la sua idea attraverso l'allegoria dei tre setacci.

Socrate disse che, prima di diffamare qualcuno o trasmettere notizie, è essenziale passare attraverso tre setacci.

Il primo setaccio è quello della verità:
Socrate chiese se ciò che l'amico stava per dirgli era assolutamente vero. L'amico ammise che non era sicuro, poiché aveva sentito il racconto da terze persone.

Il secondo setaccio è quello della bontà:
Socrate chiese se ciò che stava per dirgli era almeno qualcosa di buono o costruttivo. L'amico rispose di no, poiché il racconto era diffamatorio e dannoso.

Infine, il terzo setaccio è quello dell'utilità:
Socrate chiese se la notizia che l'amico stava per dirgli fosse utile in qualche modo. L'amico rispose negativamente anche a questa domanda.

Socrate concluse che, poiché la storia non era né vera, né buona, né utile, era meglio non diffonderla affatto.

Con questa allegoria, Socrate insegna l'importanza di valutare attentamente ciò che diciamo prima di condividerlo con gli altri, ponendo l'accento sulla verità, la bontà e l'utilità delle informazioni che si condividono.


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