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Riflessioni sul Senso della Vita

Riflessioni sul Senso della Vita

di Ivo Nardi

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Riflessioni sul Senso della Vita
Intervista a Stanley Krippner

Agosto 2010

 

Stanley Krippner PhD, è professore di psicologia alla Saybrook Graduate School and Research Center di San Francisco. Membro, e presidente di due divisioni, dell'American Psychological Association (APA). Consigliere editoriale del Journal of Indian Psychology, della Revista Argentina de Psicologia Paranormale e dell'International School of Psychotherapy, Counseling and Group Leadership di San Pietroburgo. È stato direttore del Kent State University Child Study Center in Ohio e del Maimonides Medical Dream Center Research Laboratory di New York.
Krippner ha condotto workshop e seminari sui sogni e/o l'ipnosi in tutto il mondo ed ha diretto i 4 congressi dell'Associazione Psicologica Inter-Americana. È uno dei leader del movimento della psicologia transpersonale e membro sostenitore del movimento Redeline God, autore e coautore di vari libri sugli stati alterati di coscienza, stati di sogno, e parapsicologia. È inoltre editore e coautore di oltre 900 articoli, capitoli, e recensioni che sono apparse su riviste specializzate. In Italia, con Astrolabio Ubaldini Edizioni, Stanley Krippner ha pubblicato nel 2009 insieme a Fariba Bogzaran e Andrè Percia De Carvalho “Sogni Straordinari. Cambiare se stessi”.


1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità?

Per me la felicità è essere presente al momento. Se sono troppo attaccato al passato, o troppo preoccupato per il futuro, la mia partecipazione e gioia nel presente diminuiscono. Alcuni momenti sono più felici di altri; ma essere attenti e coscienti di quanto succede fa parte del “fluire” che mi permette di vivere ogni momento come se fosse l’ultimo.

 

2) Professore Krippner cos’è per lei l’amore?

Vi sono varie forme di amore che includono quello per la famiglia, per gli amici, amore per altri che hanno importanza per me, l’amore per la natura, l’amore per gli ideali ed anche l’amore per se stessi. Ma tutti comprendono passione e/o impegno e /o intimità; alcuni tipi di amore comprendono tutti e tre mentre altri si focalizzano su uno o due di questi tre. Ma ogni forma di amore significa porre il benessere di un altro sullo stesso piano del nostro ed estendersi oltre la propria identità per includere quella dell’amato/a. L’amore è psicologia transpersonale in azione, perché questa è caratterizzata dalla trascendenza, che sia attraverso il lavoro, il gioco, il sesso, le attività spirituali, politiche o semplicemente godendo della presenza dell’amato/a, che questi sia un animale, una persona, la Natura, Dio o se stesso. L’accettazione dell’amato è una manifestazione di amore che include l’amore per sé.

 

3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma?

La sofferenza fa parte della vita. La sofferenza non è punizione divina, una sfida divina, un test divino o simili sciocchezze. La vita non è fatta per i codardi. Saggi come il Buddha hanno insegnato all’umanità attività e atteggiamenti specifici per far fronte alla sofferenza. Seguire questo consiglio permette di servirsi della sofferenza per diventare più saggi e forti.

 

4) Cos’è per lei la morte?

La morte fa parte del ciclo della vita. Vivere il momento presente ci prepara alla morte che può avvenire ad ogni istante, in un mondo in cui la violenza, il terrorismo e le catastrofi naturali fanno parte del quotidiano. Se c’è vita dopo la morte, come nella reincarnazione o raggiungendo il nirvana o la salvezza, questo sarebbe la continuità del ciclo.

 

5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli?

Gli obbiettivi della mia vita sono di vivere consapevolmente, con attenzione, di imparare dai miei errori e cercando di estendere la compassione e liberazione a tutti gli esseri viventi che incontro sulla mia strada. Cerco di realizzarli attraverso il mio insegnamento, i miei scritti, e le mie attività politiche.

 

6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere?

L’esistenzialismo assume la posizione che non creiamo la nostra realtà, ma che la costruiamo. Non siamo forse capaci di controllare ciò che ci accade, ma siamo capaci di dare un significato alle esperienze della vita e di vivere la mia vita in un modo che sia compassionevole e liberatorio…

 

7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa?

Vi è un equilibrio tra la concentrazione sulla comunità e quella sull’individuo. In molte parti del mondo l’individualismo estremo ha squilibrato la vita. Negli Stati Uniti per esempio, soffriamo economicamente (e spiritualmente) poiché questo individualismo estremo  ha esaltato l’avidità, il potere e l’accumulo della ricchezza al di là di quanto possa essere di beneficio alla comunità in senso largo. Vi sono altre parti del mondo in cui l’individuo è ignorato poiché i leader politici credono in tal modo di migliorare i traguardi nazionali. In entrambi i casi il fluire della vita è stato bloccato nella sua fluidità e liberazione.

 

8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli?

Non è sempre facile parlare del bene e del male, soprattutto se si parla ad un fondamentalista religioso che crede di avere tutte le risposte. Vedo il “male” come separazione da Dio, come azioni dettate dall’ignoranza invece che da saggezza, come mancanza di attenzione alle forze che uniscono la gente, alla Natura, alla Divinità. Il “bene” invece è riflesso dal comportamento umano che rispetta gli altri, la Natura, il divino, comunque questo si possa esprimere. Gli umani non sono abbastanza intelligenti per far questo e le religioni che proclamano di poterlo fare mancano di umiltà e di saggezza.

 

9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei?

Ho avuto la fortuna di avere dei genitori amorevoli. Erano poveri, ma hanno usato il loro denaro per essere di utilità a me e a mia sorella. Ci mandavano alla scuola domenicale ogni settimana, dove avevamo istruttori religiosi intelligenti e di idee larghe (almeno per dei presbiteriani). I miei genitori si sono occupati della mia istruzione ed ho avuto istruttori eccellenti in tutte le scuole superiori, soprattutto in filosofia. All’università ho partecipato ai riti della Chiesa Unitaria che mi ha aperto strade verso le tradizioni orientali, indigene e sciamaniche. I miei corsi favoriti all’università enfatizzavano lo scetticismo, gli studi di culture diverse e quello che potremmo chiamare psicologia transpersonale.

 

10) Qual è per lei il senso della vita?

Non c’è significato nella vita tranne quello che le diamo noi. Costruiamo la vita con ogni atteggiamento e azione. Gran parte della gente lo fa inconsciamente, ma potremmo goderci meglio la vita se queste decisioni fossero fatte con maggior consapevolezza. Quando faccio un errore, il che avviene spesso, realizzo che non ero consapevole dei miei atti né vi avevo riflettuto. Vi è un costante gioco tra il vivere pienamente il momento presente e l’essere attenti a quello che facciamo; la maggior sfida della vita è di mantenere questi due processi, danzando dall’uno all’altre e senza tralasciarne nessuno.

Intervista originale: Interview with Stanley Krippner


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