Spiritualità del Mondo
Massoneria teosofica. Simbolismo, Sacralità, Esoterismo, Reminiscenza, Profanità.
di Vincenzo Tartaglia indice articoli
Le forme visibili ingannano e confondono l’uomo. Capacità dell’anima di superare l’illusorio, tramite la Bellezza invisibile e la divina Geometria
Seconda parte - Dicembre 2016
Negli individui spirituali e creativi, un’espressiva ed artistica alba non vive per il solo tempo della visione; né culmina in un sentimento di benessere riservato all’anima, come se questa potesse decidere e disporre egoisticamente di quanto la Terra e l’intero Creato producono per il beneficio di tutti! I sentimenti accesi nell’anima non sono focherelli, destinati a spegnersi di lì a poco: una volta acceso, un sentimento vive e si muove; assume determinate forme, colorate; appartiene agli instabili spazi dell’anima, prima di entrare in quelli eterni dello Spirito. Dunque l’anima deve saper trasformare e purificare ogni sentimento affinché lo Spirito, che la ricondurrà all’Origine, ne estragga la parte eterna e reale destinata al celeste Mondo dei Modelli e della divina Geometria.
Se l’anima non purificasse se stessa, mai lascerebbe il Purgatorio: proprio tramite la purificazione essa acquista infatti leggerezza e luminosità per ascendere al Paradiso, tra gli Spiriti. L’anima impura ha l’impurità nei sentimenti, ed è nell’ordine delle cose che essa provi sentimenti; non è invece armonico se trattiene indifferentemente quelli buoni e quelli cattivi, come se le mancassero lucidità e discernimento. Del resto un uomo che accusa malessere nel corpo quando assume irragionevolmente determinati alimenti e bevande, nel contempo soffre nell’anima per essersi piegato all’istinto: è necessario che l’uomo si dedichi ad attività spirituali e consulti di tanto in tanto lo spirito, suo istruttore e sua guida, per l’analogo motivo che spinge l’ammalato verso il medico.
L’attività dello Spirito sull’anima, consiste essenzialmente nel sottrarla al tempo e alla morte: a tale scopo essa deve per così dire velocizzarsi. Quando l’anima raggiunge la massima velocità, il suo movimento non trova più spazio e, come contraendosi e tornando in sé, diventa immanenza: è la sublime condizione in cui l’anima e il divino Spirito di un individuo si riuniscono. Cosa è accaduto? Il Cerchio è rientrato nel Sacro Quadrato, e questo nel Punto: significa che il movimento si è spento nell’eterna Quiete; l’illusorio si è trasformato in Reale; la falsa morte corporea è rientrata nel grembo della vera Vita.
… oltre però la Vita, il Reale, la Quiete, il Punto, è pur sempre la NOTTE MADRE. Dico il NON: CIO’ che per l’uomo ancora non è stato, ma sarà…
La Terra ci mostra un albero rinsecchito: in una comune persona, l’anima trasforma la visione in una sgradevole sensazione che potrebbe evocare la vita che si spegne. Ma cosa intuisce ed immagina in quell’albero, lo spirito geometrizzante di coloro che sono interiormente più evoluti? Ravvisa ciò che non appare: un triangolo isoscele volgente la punta, alternativamente, verso il basso e verso l’alto. Quegli eletti individui percepiscono sulla Terra ciò che terreno non è, dico la misteriosa reciprocità tra gli opposti: la vita nella morte, la morte nella vita.
Solo materialmente i fiori appartengono alla Terra. La loro bellezza ed il profumo invece trascendono; hanno sacralità; sono meraviglia celeste: torneranno al cielo, così come al Cielo incorporeo tornerà la nostra impalpabile entità. Del resto la bellezza ed il profumo hanno affinità con la parte incorporea dell’individuo: in virtù di tale affinità, il fiore e l’uomo si attraggono. Meglio direi, che il fiore attrae l’anima nostra: i sensi infatti, non sono che il ponte di questa attrazione!
Quando la bellezza ed il profumo di un fiore raggiungono persone particolarmente sensibili, le trasformano positivamente; le avvicinano alle cose celesti, allo Spirito; suscitano nelle loro anime la capacità di produrre gesti, pensieri e sentimenti d’Amore. Tale metamorfosi conferisce, alla parte invisibile ed incorporea dell’uomo, una figura piramidale.
Ogni cosa sulla Terra (parimenti questa stessa nell’insieme) ha un ruolo, una missione: aiutare l’uomo a ritornare nella Celeste Culla (Origine), dove l’anima eletta troverà l’amore che sognava durante la vita. Nel ritorno al Cielo, l’anima imparerà a vedere come ai ciechi è possibile già sulla Terra. Essendo privo dell’organo della vista, il cieco non viene ingannato dall’illusorietà delle cose che lo circondano. Può quindi sviluppare la capacità di muoversi geometricamente, di vedere ed ammirare la vera Bellezza incorporea avvalendosi dell’anima e dello spirito: la Bellezza spingerà l’anima verso la divina Sapienza, che governa l’universo.
Sicché la condizione che l’anima e lo spirito di una comune persona esperiscono nell’oltretomba, e che pochi eletti raggiungono sulla Terra dovendo superare le terribili prove dell’Iniziazione, i non vedenti ottengono invece grazie (è il caso di dirlo!) alla loro condizione apparentemente manchevole e triste! Dico che la cecità, se considerata spiritualmente nei suoi aspetti misteriosi, si rivela il più grande e prezioso dono: permette di appercepire addirittura l’Oscurità, la NOTTE che precede ogni forma ed ogni bellezza. Di fronte al cieco si apre dunque, pagina dopo pagina, il LIBRO CHIUSO che ha in sé il Vero; invece i vedenti, influenzati dall’illusorio mondo terreno, sono condannati ad imparare da un libro aperto, ma menzognero…
Sicché il Cielo accoglie i Veggenti, che più di ogni altra cosa amarono il BUIO; lo scrutarono; lo interrogarono. Quali vantaggi traggono d’altronde gli uomini dall’osservare le cose illusorie che ingannano gli occhi, i quali non esitano a coinvolgere l’anima nell’inganno? I vedenti che per le nostre strade assistono e guidano fisicamente un cieco, saranno da lui immaterialmente guidati ed assistiti per le vie dell’oltretomba: sulla Terra, il non vedente già infatti percorse e conobbe quelle vie; il suo camminare fu un volo incorporeo, invisibile...
L’Amore spirituale e fecondo che offriamo quaggiù, lo ritroveremo nelle alte sfere: esso ascende, come il fuoco. L’odio preferisce invece oscurarsi; s’inabissa senza tentennamenti… attende sottoterra: è pesante e sta bene in basso, tra le anime che hanno addosso tanta zavorra (vizi, difetti e colpe).
Le foglie che ammiriamo spiritualmente e con benevolenza non restano indifferenti, improduttive: aiuteranno le nostre anime nell’ascesa al Creatore. Innalzandosi oltre la materia e le illusioni, l’anima avverte allora piacevolmente la particolare sua affinità con l’acqua; si sente evaporare; vola: è simile al vapore e all’uccello in volo. Quanto più un uccello prova gioia nel volo, tanto meno ha necessità e desiderio delle zampe; analogamente l’anima è felice quando si sente non rigida ma elastica, più affine all’aria che alla terra.
Sicché tutto ciò che tende a lasciare la Terra per il Cielo acquisisce una forma sempre più slanciata, simile al triangolo isoscele che via via perde la base. In questa figura infatti, la base rappresenta la parte più pesante e “terrosa”: quella che, similmente al corpo umano, resta alla Terra. In verità già il desiderio di allontanarsi da questo mondo materiale e di assomigliare agli dèi, conferisce all’anima le sembianze di un triangolo isoscele tendente a perdere la base. Allo sguardo spirituale pure la Terra assume una simile figura, quando offre doni in abbondanza e produce forme ammirevoli ed elevanti: in breve quando manifesta a noi l’amore, la volontà e il desiderio di ricondurci all’UNO, PUNTO originario dell’universo. Spiritualizzando ancor più la visione interiore, l’uomo vedrà la Terra come un triangolo equilatero: la Trinità incorruttibile.
Ma la condizione più perfetta e più pura e più sacra, è quella espressa dal Quadrato poggiante: tale è lo stato dello Spirito che riposa nella Beatitudine, ricevendo nella maniera più veritiera ed efficace la Sapienza e l’Amore dell’ALTISSIMO.
La Geometria è certamente la via più breve e sicura, per conseguire l’immortalità: nasce nell’anima, prendendo le forme dalle sensazioni; si sviluppa tramite lo Spirito, il pensiero. Le sensazioni sono simili a puntini sparsi, informi-onniformi. Purificandosi e prendendo sempre più gli attributi dello spirito, l’anima acquista la capacità di percepire le sublimi figure spirituali che più fedelmente esprimono il Vero. In questa fase l’anima dà alle sensazioni un carattere continuo, ordinato (qualcosa assimilabile alla “stirpe” umana): percepisce Linee, che però sono disunite e sparse come lo erano stati i puntini… Le Linee si uniranno per formare coppie e angoli, e successivamente per formare ternari e triangoli: è la fase in cui l’anima inizia a conoscersi nella sua natura corporea, animica e spirituale.
… Avanzando ulteriormente nella conoscenza e spiritualizzando ancor più la visione, l’anima percepirà se stessa come una figura quadrangolare: è la forma geometrica che essa assume, quando trova interiormente equilibrio e pace.
Il Creatore Dio vuole stupirci: desidera essere amato follemente secondo la Sua follia, che non ha i caratteri umani! Divina follia è celestiale ebbrezza; genialità scomposta, ma abbracciata alla più elevata saggezza; euforia che non degenera, non tradisce il Divino; audacia, che non osa sfidare il Cielo; Paradosso sublime, che pone l’uomo mortale di fronte all’entità immortale: la fragilità contro l’Onnipotenza!
Il divino folle si rivede nella Croce, espressione dell’amore reciproco tra vita e morte, Terra e Cielo: condizioni distanti, diverse; altrettanto unite ed affini! Offriamo l’ascolto agli ammaestramenti della Croce, sulla sublimità del Paradosso:
… soffrire ed accettare serenamente la morte, per gustare la Vita!
… sacro è il vivere; ancor più il morire!
… nella solitudine e nell’abbandono, innalzarsi all’abbraccio dello Spirito!
… dolorosamente lasciare sulla Terra i fratelli carnali, per incontrare il Padre Luminoso emerso dalla NOTTE!
… abbracciare il Padre: scoprire che è nostro fratello…
Vincenzo Tartaglia
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