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Spiritualità del Mondo di Vincenzo Tartaglia

Spiritualità del Mondo

Massoneria teosofica. Simbolismo, Sacralità, Esoterismo, Reminiscenza, Profanità.
di Vincenzo Tartaglia   indice articoli

 

Passaggio dal mondo della Luna al mondo del Sole: l'evoluzione del Compagno d'Arte

- Agosto 2015

 

"Dedico queste pagine al mio futuro amico, Ivo Nardi."

 

Nel Compagno d’Arte che lavora nella Camera di Apprendista dobbiamo vedere l’iniziato che ha raggiunto la Sapienza “lunare”, astrale, accessibile all’anima di un individuo in virtù dell’affinità che essa ha con il mondo della Luna (Anima dell’Umanità tutta).

Possiamo con altri termini affermare che il Grande Architetto si rivela al Compagno tramite la Sapienza lunare, legata a tutto ciò che l’anima, per il suo bene e sviluppo, grazie alla facoltà immaginativa ed intuitiva è capace di produrre: sentimenti, immagini, sogni, simboli, ricordi…

Drammaticamente vivendo tra il mondo della Luce (Camera di Maestro) e quello delle tenebre (Camera di Apprendista), l’anima deve lottare al fine di meritare (“salario”) l’Illuminazione superiore che dona l’immortalità. A questa, essa perviene trasformando la Sapienza lunare in Sapienza solare, e tale trasformazione corrisponde, secondo la Scienza Muratoria, all’elevazione del Compagno a Maestro.

La qualcosa pure significa: il desiderio che l’anima ha di elevarsi ed illuminarsi, si armonizza con il desiderio del Grande Architetto di rivelarsi ad essa, venendole incontro ed oscurando (apparentemente) la Sua Sapienza in se stessa inalterabile.

…conquisterai l’immortalità via via che il Sole si rivelerà a te ad ogni alba, in successione, mostrandoti la realtà che la Luna ti lasciava soltanto sognare, immaginare, intuire affinché l’anima tua non soccombesse nella pericolosa caoticità delle tenebre.

La realtà del Sole è lo Spirito, essenza e potenza e certezza d’immortalità: lo Spirito è il Fuoco che rende simile a sé, le anime che lo avvicinano. Sicché l’uomo, già potenzialmente immortale in quanto divina Scintilla (anima: Compagno), è destinato a percorrere la via dell’immortalità in quanto Fiamma (Spirito mobile: Maestro), e sarà finalmente immortale in quanto FUOCO (SPIRITO Centrale, Immobile, Puro, Perfetto: Venerabilissimo nella Camera di Maestro).

 

Che il Compagno d’Arte sviluppi durante il Lavoro massonico la capacità d’intuire e di creare immagini, non è troppo difficile da afferrare: dobbiamo a tal proposito ricordare che nella sua natura più grezza ed imperfetta, il Compagno vive una condizione che lo congiunge (3° anno muratorio) al limitato, illusorio ed oscuro mondo dell’Apprendista. Sicché l’Immaginazione e l’Intuizione rappresentano, per un Compagno, i sentieri attraverso i quali la sua anima ha la possibilità, se assai forte ed illuminata, di sfuggire alla signoria dell’ignoranza derivata dal materialismo, dallo scetticismo, dai pregiudizi, da tutto ciò che respinge l’Iniziazione interponendosi tra l’uomo mortale e la Luce Eterna.

La domanda è: una volta incarnata sulla Terra, cosa fa l’anima umana per non essere risucchiata e come cancellata dal potere delle tenebre, essa che ardentemente anela a costruire l’individualità, ossia se stessa?

In termini massonici: in che modo un Compagno, lavorando in “catena” con gli Apprendisti (nella Camera di Apprendista), sfugge all’influenza della loro oscura e grezza natura, alla condizione incosciente e caotica che affligge l’anima di questi esseri “senza testa” ancora incapaci di pensare autonomamente e coscientemente? E’ insomma un Compagno talmente debole interiormente, da lasciarsi attrarre ed oscurare dagli Apprendisti? Oppure ha in sé la Forza per illuminarsi ed emergere, aprirsi alla divinizzante Iniziazione che condurrà l’anima sua verso lo Spirito-Maestro (Ego), che la guiderà verso il finale abbraccio con lo SPIRITO?

Allo scopo di aumentare il “salario” ed allargare l’interiore visione, il Compagno dovrà avvicinarsi sempre più ai Maestri, alla loro Sapienza solare, gradualmente assumendo nello Spirito la loro immagine deiforme. A tal fine egli è non soltanto chiamato a vincere le oscure ed avverse forze che lo attirano dal mondo inferiore, ma, confidando soprattutto nella sua umiltà, eccellente base per ogni efficace operazione ed elevazione, in nessun momento dovrà cedere alla tentazione di voler conquistare la Sapienza dei Maestri immeritatamente, ad ogni costo, eludendo le leggi dell’Armonia e del “salario”!

Né è pensabile, d’altra parte, che un Compagno ami restare troppo a lungo nella sua condizione d’incertezza, vibrante ed insicuro tra le colonne oltremodo ravvicinate del bene e del male: ora vincitore, ora vinto…eternamente in lotta!

Al fine di avere una relativa pace terrena prima di assaporare l’Eterna Pace, il Compagno dovrà abbandonare l’oscuro mondo lunare che lo riavvicina agli Apprendisti, per avviarsi sul cammino regale del Sole. La visione progressiva del Sole consentirà alla sua anima di realizzare quanto invece, tramite l’influenza della Luna, poteva solo coltivare nell’immaginazione: la Luna dona in immagini, simboli, visioni, la Sapienza e l’Amore che il Sole darà invece concretamente e con generosità.

Sicché è giusto affermare che il Sole trasforma in vivibile realtà, le utopie che l’Anima della Luna alimenta nell’anima umana: questa sogna durante la notte, quando è immersa nel sonno; realizza e concretizza invece durante il giorno, quando coscientemente si sente chiamata al “Lavoro” ed alla “Costruzione”.

…la notte: per sognare e restare come racchiusi in noi stessi, nell’impenetrabilità della nostra anima ed al riparo dai giudizi degli uomini;…il giorno: per operare ed aprirci, esponendoci all’altrui giudizio e dovendo affrontare avversità e sofferenze…

E come giorno e notte si alternano, così è necessario che sogno e realtà si alternino in armonia, per il bene dell’individuo e poi di tutti possibilmente.

 

Il Compagno non deve accontentarsi di ciò che ha acquisito tramite il percorso iniziatico, quasi piegandosi al giubilo superficiale e scriteriato, all’autoesaltazione distruttiva. Dovrà anzi continuare a sognare poiché, appunto nel sogno e nel mondo della Luna (2° Sorvegliante), l’anima trova il nutrimento ed il vigore per avanzare. In breve al Compagno necessitano sia l’audacia che l’umiltà: deve imparare a conoscere i suoi limiti e, con rettitudine, adattare ad essi i tempi dell’evoluzione iniziatica.
Il potere che la Luna ha di nascondere e confondere le cose, come legandole indiscriminatamente, costituisce invero per l’iniziando Fratello una prova non meno che una trappola. Se infatti il Compagno mostra di avere fretta, significa che nella sua effervescenza è annidata la superbia e che non è ancora pronto per vedere e sopportare l’alba, il manifestarsi del Sole dell’Iniziazione: quel Compagno frettoloso ed imprudente, al sopraggiungere della vera Alba della rinascita, potrebbe essere ancora “bendato”, immaturo, nell’incapacità di sopportare la Luce! Se fosse più umile, capace di adattarsi alle circostanze, darebbe ai Maestri Liberi Muratori il tempo necessario per sciogliere l’oscura benda che evidentemente permane sui suoi occhi!

…chi ha mai affermato, che la fretta è saggia e “vedente”?

Il Compagno mostra di essere pronto per la prima Iniziazione terrena, se manifesta audacia e tranquillità nel contempo, la capacità di afferrare il lato nascosto e positivo delle cose anche più brutte ed ostili. E’ la prova che la benda sta liberando i suoi occhi, e che nell’anima va accendendosi la giusta visione: l’umiltà ed il coraggio di “vedere” ed affrontare il temibile ignoto.

In tale condizione il Compagno coglie la necessità del “sognare”; è consapevole che il sogno è un momento del cammino iniziatico, poiché ha analogie con la morte: vede nel sognare l’attività che sviluppa le capacità intuitive ed immaginative, e che offre all’anima la possibilità di purificarsi, acquistare leggerezza ed involarsi verso l’incontro con lo Spirito.

Nondimeno tale volo non dev’essere fine a se stesso, anzi dovrà produrre palpabilmente ottimi frutti già sulla Terra. Non è pensabile che un Compagno, dopo avere sviluppato l’Immaginazione e l’Intuizione grazie alla Sapienza del 2° Sorvegliante (Luna), resti inattivo al sopraggiungere dell’alba, quando si manifesta il 1° Sorvegliante tramite la Luce della Scienza Muratoria (Gnosi) tenuta invece nascosta doverosamente dal 2° Sorvegliante. Con questo dico che il cammino iniziatico non finisce con la Conoscenza immaginativa, legata alla Luna: è necessario che il Compagno superi questa Conoscenza “lunare”, al fine di perfezionarsi ulteriormente tramite la Conoscenza “solare”.

…Glorifichiamo la Luna, poiché nella notte alleggerisce e risolleva l’anima umana, concedendole il benefico e vivificante sognare…Glorifichiamo parimenti il Sole che concede, all’anima, la possibilità di realizzare i sogni notturni. Sicché il Sole ha bisogno della Luna, e viceversa; ed un’analoga reciprocità sussiste tra i due Sorveglianti, nonché tra lo Spirito e l’anima.

 

Il Compagno deve far sì che la pallida, fredda, avara Luna diventi il vitale e caldo e generoso Sole che si manifesta affinché gli esseri, imitandolo, imparino ad amare secondo la Fratellanza. E’ peraltro auspicabile che ogni Fratello imiti prima o poi il Sole nella virtù, sorvolando invece sulla terribile capacità che esso comunque ha di addormentare, stordire, indebolire gli esseri prima di bruciarli a morte! Infatti il Sole, Unità in alto, arriva a noi sotto le innumerevoli ed illusorie vesti della Dualità (Scacchiera: bene e male, come usiamo ripetere), imperatrice del movimento e dei mutamenti.

Sicché il Sole potrebbe rivelarsi a te, dicendo:

“Guardami…osservami…Cosa vuoi da me: la vita o la morte? E volendo la morte, sei sicuro di avere rifiutato la vita? o di avere solo la vita, avendo evitato la morte?”

Fino a quando il “salario” t’impone di perfezionarti tramite l’attività ed il movimento, sempre dovrai sottostare alla dualità, non importa su quale sfera. Ciò che infatti sulla Terra è la Scacchiera, nel Cielo è il Compasso; e tra questi due simboli altri ve ne sono, dato che i livelli di esistenza sono essi stessi innumerevoli. Quando la Scacchiera sarà unitaria e senza contrasti; quando il Compasso sarà richiuso nella quiete, solo allora raggiungerai l’eterna Pace: quella concessa all’architetto Hiram, dopo che il suo corpo fu ricondotto nella reggia di Salomone.

… Meraviglia ed onnipotenza della Vita! Meraviglia ed onnipotenza dell’anima quando si lascia trasformare, intuendo i benefìci della trasformazione…

Riconosciamo alla femminile Luna (Anima) la capacità d’immaginare e di suscitare l’Immaginazione…Riconosciamo al maschio Sole (SPIRITO) la capacità di accendere nei pensieri qualcosa di eterno, affinché l’uomo possa tramite l’Eternità gustare la finale Beatitudine. Un’immagine può essere più o meno sfuggente e transitoria: concediamo ad essa, tale carattere per così dire mortale. Ma il pensiero è votato all’Eternità: ha in un certo senso i caratteri di una pietra. Come tale esso va quindi lavorato…sgrezzato…geometrizzato…configurato secondo le divine proprietà del Padre Sole, Origine di ogni pensiero vicino alla Verità.

Ricordati che sei una umile pietra, e considera che il Sole, nella sua Saggezza imprevedibile e multiforme, potrebbe innamorarsi delle tue imperfezioni: la tua speranza consisterà dunque nel piacergli in ogni momento, per attrarlo entro di te e copiarne il più fedelmente le forme spirituali, le virtù maestre!

Il Grande Architetto, nostro Sole, non smette di rivelarsi: tramite la Rivelazione mostra l’Amore, trasmettendone l’Arte alle creature predisposte. E poiché la Rivelazione è continua, in ogni momento il Compagno deve a sua volta essere preparato a riceverla: dunque non cederà alla spossatezza, nell’anima; oppure alla necessità di sostare, oziando. Certamente ogni iniziando dovrà volta a volta riposare, ma al solo scopo di raccogliere più energie e fissare più chiaramente il Punto da inseguire: un simile sostare è di per sé un Lavoro; né potrebbe essere altrimenti, dato che la sosta non distrugge la vita ma la fortifica e rilancia.

 

Bisogna riconoscere al Compagno tanto coraggio; inoltre, una saggia freddezza: arrivato infatti il momento (Elevazione a Maestro), dovrà abbandonare gli altri Fratelli, suoi affini, con i quali pur lavora e convive secondo i princìpi soprattutto della Tolleranza. Ma perché il coraggio? Poiché l’illuminato Compagno intuisce che, per elevarsi, dovrà sopportare una Luce più forte e misteriosa, mortale, senza la quale non potrà accendere nell’anima la Fratellanza. Come non bastasse, presagisce che sul suo cammino incontrerà entità per certi versi terrificanti: sono i Maestri Liberi Muratori, gli elevati esseri “solari” preposti a proteggere il Sole.

… Eppure il Compagno è spinto, dal Cuore, a questo mortale volo! Intuisce che, per raggiungere la Sorgente della Luce e del Fuoco, il Sole della vita e della morte, dovrà superare ogni paura ed ogni prova!

Ma non aspira forse al Sole, il Compagno profondamente innamorato dell’Arte, e che per questa vive? Amare l’Arte è amare l’Eternità, l’Armonia. Significa riconoscere in ogni cosa il segno concreto dell’AMORE, che scende fino alla Terra affinché le creature siano estasiate, conquistate e ricondotte all’Origine, Unità. Se sei un degno Compagno d’Arte, non puoi dunque amare la dispersione: allontanandoti dall’Unità, perderesti la tua Arte, te stesso.

 

Se la Luce fosse riservata anche ai fannulloni che dormicchiano nelle tenebre dell’anonimato e dell’ignoranza, mai Hiram avrebbe ammonito con queste eloquenti parole il Compagno “traditore”, impugnante il Maglietto:

“Lavora, persevera, impara. Solo così avrai diritto alla maggior ricompensa!”

…e mai (aggiungiamo) i veri eletti Fratelli avrebbero accolto il leggendario architetto Hiram nella Mente, nel Cuore… nel Ventre! In nessuna parte del Rituale è del resto scritto che la via della Luce è priva di rischi, percorribile senza sacrificio e tribolazioni!

 

Quale condizione vive il Compagno che è sul punto di spiccare il volo verso il mondo dei Maestri, ed a quale simbolo assimiliamo questo volo? Al Pentalfa, volgente la punta verso l’alto: quel Compagno, più evoluto spiritualmente rispetto agli altri Fratelli Compagni, è esattamente assimilabile a quella punta.

Significa che ad una determinata fase del cammino iniziatico, il Compagno eletto, pronto per l’Elevazione al 3° Grado, è chiamato ad isolarsi e cercare il dialogo con se stesso; dovrà prepararsi per poter degnamente convivere con i Maestri nella loro sfera. Sicché il Compagno si allontana dall’ignoranza e si avvicina alla Conoscenza, capovolgendo il 3 nel 5: il 3 lo lega agli Apprendisti; il 5 lo innalza e purifica, legandolo ai Maestri Liberi Muratori.

Il Compagno è dunque pronto a morire, pur di avere la Sapienza. Tramite l’Illuminazione, scoprirà tuttavia che non per la Sapienza sta morendo bensì per Amore: Amore per l’AMORE. Questa sarà la tua più grandiosa e commovente conquista: avvertire in te stesso, che l’unica Entità veramente degna di Amore è l’AMORE; e che, avendo tu da Esso ricevuto la Vita, ad Esso dovrai restituirla e per  Esso morire…

Quando scoprirai tutto questo, Fratello, ti accorgerai che la tua invisibile immagine interiore non è più la stessa, e che nella tua vera entità sei un essere divino ad immagine del Grande Architetto. Ma diventerai allora superbo, e stupido? No! La tua umiltà infatti, elevandoti, ha rafforzato parimenti se stessa: l’umiltà è Spirito, in quanto tale è inesauribile e sempre ti sarà vicina e compagna.

 

L’Elevazione a Maestro necessita di una fase introduttiva, di una preparazione che potrebbe apparire come una pre-morte. D’altra parte, nessun evento si concretizza e si manifesta improvvisamente: il Sole stesso, prima di concedersi in tutto lo splendore alla nostra ammirazione, si lascia precedere (per suo stesso volere) da un misterioso albeggiare. E’ peraltro vero che le fasi più misteriose sono proprio quelle in cui l’esistenza, nel suo ondeggiare, passa da una condizione ad un’altra; nondimeno queste fasi sussistono e vengono percepite da chi, dotato dei sensi immateriali appropriati, è in grado di entrare nell’invisibile.

Possiamo normalmente percepire, per esempio, il passaggio di un individuo dalla gioia alla tristezza. Ignoriamo tuttavia l’istante preciso, in cui il tramontare della gioia coincide con l’albeggiare della tristezza: l’entità che vive tale duplice condizione è l’anima, la quale deve quindi sopportare i pesi del dubbio e soffrirne, almeno fino a quando si sarà indissolubilmente unita allo Spirito e alla Conoscenza.

Ciò che constatiamo visibilmente attraverso i corpi e la materia, ha quindi la sua preparazione proprio nell’anima: quando ravvisiamo un velo di tristezza sul volto di un individuo, è dunque perché un mutamento si è già invisibilmente prodotto nell’anima sua. Possiamo pertanto dire che non già nel corpo e nello Spirito, bensì nell’anima umana convivono la vita e la morte: l’albeggiare e il tramontare del sole.

Il passaggio dell’anima dalla vita alla morte ha similitudine con il passaggio del Compagno dai Lavori architettonici, nella Camera di 1° Grado, ai Lavori geometrici nella Camera di 2° Grado: in questa Camera il Compagno ritroverà non l’Apprendista (corpo), bensì i Compagni (anime) ed i Maestri (Spiriti) con i quali dovrà perfezionare l’attività immaginativa e creativa per poter, successivamente, elevarsi alla contemplazione dell’Eterna Luce. Sicché il Compagno, ai primi bagliori dell’Alba iniziatica, allorché lo Spirito comincia a rivelarsi, deve lasciar parlare il Libro della Vita e del Creato: a questo divino ascolto è ormai egli chiamato.

Significa che l’uomo non deve sempre e soltanto “rincorrere” la Luce: un tale desiderio, fin troppo determinato e piuttosto simile ad un’ossessione, di certo non si accende in un’anima eletta ed umile! Dico che la determinazione non deve mai sfociare nell’esaltazione, poiché la Luce ama rivelarsi ai semplici istruiti dall’umiltà.

Se realmente eletto, il Compagno d’Arte deve pertanto afferrare e distinguere quando occorre muoversi incontro al Sole, e quando è invece necessario riposarsi, in un’apparente passività, lasciandosi compenetrare dalla sua Luce e dal suo Calore.

 

   Vincenzo Tartaglia

 

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