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Spiritualità del Mondo di Vincenzo Tartaglia

Spiritualità del Mondo

Massoneria teosofica. Simbolismo, Sacralità, Esoterismo, Reminiscenza, Profanità.
di Vincenzo Tartaglia   indice articoli

 

Ricerca dell'armonia e dell'ignoto. Il girotondo

- Settembre 2016

 

Normalmente, un bambino non riflette sul vivere e morire; neppure si domanda se la natura circostante sia vivente oppure morta: benevolmente egli sperimenta entro se stesso le forze vitali, nel modo che si confà al suo istinto e all’innocenza. Riceve quindi dal mondo esterno determinate sensazioni, che produrranno gioia interiore e desiderio di vivere: un’energia sto per dire vibrante ed elettrizzante, affine all’ebbrezza!
Parlare di vibrazione è lo stesso che rappresentarsi la vita come movimento, e il movimento come trasformazione nel corpo, nell’anima e nello spirito.
Attraverso i suoi movimenti la Terra manifesta la sua vitalità: ci ricorda che è un essere vivente, non cosa morta. È vivente in quanto spirito e anima: in questo caso è invisibilmente attratta dallo Spirito e dall’Anima del Fattore Universale, nostro Creatore, Sole incorporeo. E’ parimenti vivente in quanto corpo fisico: allora, attratta dal sole visibile, la Terra gli gira intorno così come noi, con i nostri sentimenti ed in qualche modo fisicamente, giriamo attorno alle persone e alle cose che amiamo.
Chi vede il mondo sensibile come espressione dell’ultrasensibile, e percepisce il Creato come la manifestazione dello SPIRITO, mostra una spiccata affinità con gli Spiriti invisibili della Natura piuttosto che con le cose apparenti. Evidentemente quell’individuo, attratto dall’invisibile e soprattutto dallo Spirito del Sole, reincarnandosi ha sviluppato una spiritualità  che lo distingue dalle persone comuni che invece considerano il sole soltanto dal punto di vista esteriore: queste persone esterioriste, attratte dal corpo del sole, non ne avvertono spiritualmente necessità.
Nel movimento della Terra intorno al sole, gli individui spirituali intuiscono l’amore che essa prova per una entità così bella ed attraente (quale appunto la nostra Stella). Nel girotondo, a loro volta i bambini mostrano la bontà e la saggezza del puro istinto; incoscientemente esternano il loro amore, per l’Artefice dell’universo; esultano, al cospetto di una bellezza che gli occhi non vedono. In verità il girotondo non finisce mai per gli spiritualisti ed i puri che conservano il ricordo dell’esistenza preterrena (oltretomba), quando le nostre divine entità vivevano tra anime e Spiriti in una celeste comunione e fratellanza. Appunto la reminiscenza di quella spirituale condizione fa sì che l’anima si rallegri alla vita, al movimento armonico e collettivo.
Diciamo allora che il girotondo è un’esigenza profonda dell’anima eletta, capace di accogliere la Luce dal passato e la “chiamata” dal futuro. Quanto appena esposto, è nondimeno suscettibile d’essere condiviso da pochissimi: sono coloro che avvertono quell’arcana vibrazione interiore che lega ogni vivente al TUTTO, alla VITA. Non avvertendo quindi questa vibrazione, un individuo neppure è in grado di provare la gioia e l’ebbrezza del vivere: è spiritualmente non vivente! Nel senso spirituale infatti, l’esistenza umana coincide esattamente con la percezione cosciente e profonda del movimento eterno: dipende perciò dalla capacità individuale di comunicare con l’oltretomba.
Ciò permette all’uomo di rivivere in questa esistenza (entro determinati limiti) le condizioni animiche e spirituali che la Terra normalmente non offre, anzi ricopre con il grigiume e l’evanescenza dell’oblio: il terriccio ricopre e soffoca il fuoco; analogamente le condizioni della vita terrena offuscano, nei non eletti, il ricordo del passato lontano…
Durante il girotondo, i bambini sperimentano l’effervescenza e la potenza e le vibrazioni della vita; gustano la felicità nel movimento, che abbatte la noia. La gioia di uno è alimentata dall’altrui gioia, ognuno ricevendo e donando benessere: nelle loro anime le scintille di gioia prendono corpo, risuonano come campane in festa. Il loro girare è un inno all’esistenza; è una simbolica ed incosciente riproduzione della rivoluzione dei pianeti intorno al sole: è una coralità, verso l’Unità.
Si capisce quanto la solitudine interiore di un adulto possa allora contrastare con la spontaneità, l’entusiasmo e la spiritualità dei bambini durante il girotondo: la ruota che questi formano, esprime nella maniera più palpabile e credibile l’attitudine dell’anima a cercare le anime affini; evoca la necessità che questa entità ha di perfezionarsi tramite la compartecipazione degli altri esseri, raggi della Ruota cosmica. Chi al contrario si sente legato ad esseri e cose soltanto corporalmente, neppure avverte il bisogno di conoscerli più a fondo per formare la gioiosa armonia che chiamiamo girotondo e che i bimbi sperimentano nell’anima, alla ricerca dell’invisibile.
Gli occhi di chi si accontenta delle apparenze sono afflitti da pigrizia, poiché pigra è in effetti l’anima che mostra indifferenza verso ciò che è occultato nel visibile. Sicché vi è la catena dei pigri esterioristi, da una parte; dall’altra, è la catena di chi va oltre l’apparenza e le illusioni: e questa è la giusta catena.
Gli occhi di un bimbo cercano l’ignoto; sono avidi, felici, imploranti. Egli si volge al Cielo per manifestargli il desiderio di conoscere, di amare ed essere amato; per offrire al Creatore l’esultanza dell’anima, di fronte agli splendori della Creazione. Un esteriorista chiude invece gli occhi dell’anima proprio di fronte all’inconoscibile, da lui temuto così come il buio è temuto ed evitato da certi individui: l’esteriorista infatti, come preferisse all’immortalità la morte, si lascia attrarre dal visibile, dalla Terra e dal terriccio, dalle illusioni che chiudono la porta dell’immortalità.
… Chi ama ammirare lo splendore del sole, dovrà superare le incognite della notte; chi ama l’eterna Luce del Vero, dovrà superare le tenebre della non conoscenza: questa ha in sé la Conoscenza, come la Luna ha nel suo grembo il nuovo Sole. Cosa succede nel girotondo? Alternativamente, ogni bimbo volge gli occhi o le spalle al sole; e questo è il ciclo della vita, dico il continuo passare dall’ignoranza alla Conoscenza e viceversa, via via su livelli superiori… infinitamente.
Se gli occhi molto rilucenti e mobili del bambino rivelano dunque lo stupore e la vitalità dell’anima che percepisce le perle nascoste della Creazione, devo dire che un esteriorista non ha invece motivo d’essere festoso ed esuberante: nelle cose che lo circondano, non coglie infatti la bellezza spirituale nascosta! Dico che l’innocenza e la purezza proteggono validamente un bambino, preservandolo dal terrore della morte: in tal modo egli gioisce e si sente rinascere di fronte a tutto ciò che invece evoca, ai più, il declino della vita e l’orrore! Forse lo sguardo di un bimbo, come degli adulti particolarmente spirituali, è diretto dall’alto, dagli dèi che si servono della Bellezza per guidarci alla Verità?
Lo spirito del male rende schifose e odiose, le cose ammirevoli  ed amabili: esso infatti, entità astuta e per nulla priva d’intelligenza, poiché ama la menzogna e l’inganno odia il Bello, divino mantello del Vero.

 

La spiritualità risveglia la coscienza e la visione dell’insieme. Nell’uomo “risvegliato” si accende allora il sentimento della fratellanza, intesa nel più largo senso: persino il passato e presente e futuro gli sembrano riuniti, abbracciati in una sola dimensione. Questo sentimento rivive nel bambino, come un primitivo impulso portatore di verità e bellezza: egli ne è inconsapevole, ma tale incoscienza non scaccia le forti sensazioni interiori né spegne il fuoco della fratellanza. Infatti è proprio questo sacro fuoco che anima il girotondo ed accenderà, nello spirito di una persona ormai adulta, la coscienza dell’armonia e dell’unità del Creato: l’uomo che rispetta ordine e leggi fu un esserino innamorato del girotondo, di questo giochetto che riunisce i bambini e trasforma in felicità il loro movimento e l’energia vitale.
Agendo negli adulti, le stesse forze del girotondo suscitano il senso dell’armonia e risvegliano la sacralità: avvicinano così l’anima felicemente a DIO. Per l’individuo che raggiunge simile livello di evoluzione interiore, inizia l’alba della Luce vera, dell’esistenza secondo lo Spirito (l’entità che condurrà l’uomo del futuro nel centro e nell’essenza delle cose).
Sennonché tale visione, che porta nell’uomo armonia e positività, è comunque illudente poiché, per il divino Amore, non vi è centrale, né periferico; né esterno, né interno; né sopra, né sotto; né superiore, né inferiore, né mortale, né immortale… Ogni cosa è eterna, poiché tutto è essenzialmente divino: persino le cose più grezze si rivelano eterne nell’anima di chi, assistito dallo Spirito, le guarda divinamente.

 

Lo scetticismo non ruba alla Terra la sacralità; non spegne, in essa, il divino soffio che la fa vivere nello Spazio infinito. Del resto l’ignoranza degli uomini del passato, circa l’esistenza di certi pianeti, non ha impedito che questi girassero intorno al sole; né i limiti dei ricercatori attuali arrestano quei pianeti, ora sconosciuti, che intanto girano inosservati e forse felicemente!
Coloro che sono (essi stessi) spenti spiritualmente, non percepiscono nella Terra il respiro vitale: la ritengono un corpo morto; nulla più. Ma se essa fosse davvero cosa morta, potrebbe fornirci alimenti per la nostra sopravvivenza, non soltanto fisica? Peraltro il nostro Pianeta, passando ripetutamente dalla notte al nuovo giorno, ben ci ammaestra sul fatto che la morte è un evento illusorio che non arresta la VITA ma  interrompe, soltanto, la corporea vita terrena; ciò affinché l’anima e lo spirito possano continuare la loro evoluzione nell’oltretomba, ad essi più favorevole ed affine. In effetti, il passaggio dalla notte all’alba è l’aspetto astronomico di un grande arcano che molto ci riguarda: si tratta del ritorno appunto dell’entità spirituale-animica dal tenebroso regno dei morti, al fine d’iniziare un’ulteriore esistenza purificatrice sotto la luce del sole. Tale è la visione spirituale delle cose.
Bisogna pur dire che il materialismo è tanto incapace di cogliere la vita, nella morte, quanto agli uomini spirituali è impossibile percepire la morte nelle pietre! Lo Spirito è Vita ed Onnipresenza: dov’è la morte?! E’ forse morta la pietra, solo perché non parla e non si muove umanamente? Il nostro amore è potenza creatrice: dà parola al muto; riporta in vita il defunto; manifesta l’invisibile; disarma gli scettici; uccide e risuscita il raziocinio; dà movimento all’inerte. Chi infatti ama spiritualmente, crea, anzi ricrea la vita nella VITA: egli trasforma il suo amore in energia vitale. Se invece destini alla materia il tuo amore, nel grembo di essa giacerà la morte: sarai padre di corpi inerti; non avrai discendenza; ciò che elabori palpabilmente o invisibilmente, vagherà per il mondo come fantasmi alla ricerca del padre… Le tue conoscenze erette sul visibile non salveranno quei fantasmi, non li vivificheranno.
Al DIO d’AMORE e della VITA non interessano, mi pare, le nostre argomentazioni. EGLI ama il nostro amore, come il fuoco ama la scintilla: la Scintilla del FUOCO è l’anima, divina creatura alla ricerca dello SPIRITO. Dunque la fiamma dimostra l’esistenza del fuoco; analogamente, l’amore spirituale dimostra la presenza di DIO nell’uomo. E dicendo DIO, inneggiamo alla sacralità dell’esistenza: a LUI si addice il donare vita, così come all’uomo deiforme si addice la commozione per questo divino dono. Tramite la profonda e sincera commozione, l’uomo appercepisce e trova il Divino entro se stesso, nell’impalpabilità dello Spirito.
Se l’umana logica potesse dimostrare l’esistenza dell’Altissimo DIO, allora i pensatori raffinati potrebbero con abilità confortare almeno le persone più amate, alleviandone le sofferenze! Sennonché i più tormentati sembrano proprio essi, i rigorosi argomentatori che vedono nella ragione la più elevata capacità umana!

 

La voce della Vita, sempre e ovunque maestra, ha parlato allo spirito di Ermete Trismegisto. Se non gli avesse parlato, mai questa divina Intelligenza avrebbe scritto le seguenti parole:
“ La vita è una, e il mondo intero, questo gran dio, … è pienezza di vita.
E non v’è nulla, … nell’insieme o nelle parti, che non sia vivente. Nulla è stato mai morto nel mondo, e non è e non sarà mai tale. Il padre ha voluto che fosse vivo per tutta la sua esistenza. E’ dunque, necessariamente, un Dio.
E come in Dio, nell’immagine dell’universo, nella pienezza della vita, potrebbero esserci delle cose morte? Cadavere è ciò che si decompone e si distrugge; e come mai una parte dell’incorruttibile potrebbe corrompersi, e come qualche cosa di Dio potrebbe perire?” (“Il Pimandro”).

 

   Vincenzo Tartaglia

 

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