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Sul Sentiero I Dalla “divina inquietudine” alla Gioia

Sul Sentiero I
Dalla “divina inquietudine” alla Gioia

di Bianca Varelli
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Il Desiderio e il Cuore

 

La Legge inerente alla Manifestazione, e che dà senso al tutto, è l'evoluzione da forme inferiori a forme superiori; ciò è valido per i regni di natura e per gli esseri umani, per il microcosmo e per il macrocosmo. L’evoluzione dell’uomo avviene per lungo tempo in modo “automatico”; l’individuo non risvegliato è trasportato dalle forze della vita e dai suoi più immediati bisogni e desideri. Ma, pervenuto ad uno stadio più avanzato, l’uomo comincia a guidare il proprio destino, a ragionare, a discriminare e a scegliere; in questa capacità di autodeterminarsi sono la nostra responsabilità e la nostra dignità.
In ciò è anche il valore e il significato delle nostre esistenze.
Chi inizia il Sentiero ha camminato a lungo, inseguendo i desideri, uno dopo l’altro; nei primi stadi dell’evoluzione ha ricercato la soddisfazione di bisogni legati alla sfera fisica: sicurezza, cibo, sesso…; poi l’esaudimento di desideri  riguardanti il piano emotivo: comprensione, calore, simpatia…; infine, l’appagamento di aspirazioni di ordine più elevato: filosofiche, intellettuali, estetiche…


Esso (il desiderio) si trova a metà strada e, partendo da questo punto, la via conduce da un lato verso l’alto, da quello opposto verso il basso. Esso è la base dell’azione ed è ciò che muove il volere. Come dicevano gli antichi ermetici “Dietro il volere sta il desiderio”. Infatti, tanto se vogliamo fare del bene quanto del male, è necessario che destiamo in noi il desiderio di simili azioni.
L’uomo retto il quale diventa pure saggio, dovette pure una volta, nel corso delle sue molte vite, bramare la compagnia di santi uomini e dovette tener vivo in sé il desiderio verso il progresso allo scopo di continuare per quella via…
Così egualmente dall’altro lato l’uomo malvagio si creò in molte vite successive desideri bassi, egoisti e scellerati, degradando questo principio invece di purificarlo.
(William Q. Judge, L’Oceano della Teosofia)


Dopo tali peregrinazioni nei vari giri della spirale evolutiva, il Desiderio scopre il suo vero volto di agente al servizio dell’evoluzione; il suo “obiettivo”  è stato quello di:

  • insegnare l’azione e la persistenza;

  • potenziare capacità;

  • rafforzare doti e inclinazioni;

  • raffinare l’uomo, elevandone gradualmente le aspirazioni;

  • temprare la volontà, elemento necessario per tutti i conseguimenti, e, in misura maggiore, per quelli spirituali.

Il gioco è stato scoperto, la maya è divenuta manifesta, e l’uomo è “vuoto”.
All’aspirante-ricercatore numerose attività in cui gli uomini usano applicarsi per buona parte della loro vita appaiono fatue e, talvolta, insane.
La vita, così come finora egli l’ha intesa - e gli sembrava l’unica e ovvia maniera d’intenderla - gli appare priva di senso.
La sua aspirazione si fa più intensa e profonda ed egli si rivolge infine al suo Sé, del quale ricerca la voce, spesso sommersa dal vano rumore del “mondo”:


Colui che lascia questo mondo senza conoscere il suo Sé interiore ha condotto una vita senza significato. Non ha vissuto affatto la sua vita.
(Brihad Aranyaka Upanishad).


Infine l’unico desiderio che gli appare degno di essere perseguito è quello di espandere il Cuore, affinché diventi sempre più includente, onnicomprensivo, condividente ed operativo.
Gli appaiono vane ed egoiche le infinite teorizzazioni sul Cuore che non trovino pronto e generoso riscontro nell’agire quotidiano; che non si esplicitino nella chiarezza delle relazioni; che non risplendano in una amorevole Cooperazione; che non si manifestino empaticamente ed integralmente al servizio dell’Uomo.
Che il nostro desiderio, elevando sempre più le sue vibrazioni, diventi aspirazione all’ampliamento del Cuore, che palpiti nell’atmosfera carica di freschi sensi della Nuova Era:


Vedere con gli occhi del cuore; udire con le orecchie del cuore il fragore del mondo; penetrare il futuro con la comprensione del cuore; ricordare gli accumuli del passato mediante il cuore; così bisogna avanzare, con impeto, sulla via dell’ascesa. La capacità creativa ha in sé una potenzialità ignea, ed è intrisa del sacro fuoco del cuore. Pertanto sulla via della Gerarchia, del grande Servizio e della Comunione, la sintesi è la via luminosa del cuore.
(Agni Yoga, Cuore, 1)


   Bianca Varelli


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