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Riflessioni sulla Tecnosophia di Walter J. Mendizza

Riflessioni sulla Tecnosophia

di Walter J. Mendizza - indice articoli

 

Fusione fredda: Una fonte di energia pulita e illimitata

Maggio 2011

 

Qualche settimana fa il Corriere.it ha pubblicato un articolo dove si evince che gli italiani si scoprono anti-rinnovabili. Gli impianti ad energia pulita (centrali a biomasse)  sono al centro delle contestazioni. Vedi www.corriere.it/economia/.../
A rivelarlo è l’Osservatorio Nimby (acronimo di Not in my back yard, una sindrome che miete vittime tra gli italiani di tutte le età e tutte le latitudini, che significa letteralmente “non nel mio giardino”). L’osservatorio Nimby rileva la nascita di fenomeni spontanei, la creazione di comitati in seno alla società civile, spesso sponda dei partiti politici. Di anno in anno stanno aumentando le contestazioni in materia ambientale (con provenienza del 58% dal settore elettrico, 32,5% dai rifiuti 5,3% dalle infrastrutture e 4,1% dagli impianti industriali). Incredibilmente le contestazioni minori corrispondono a un maggiore impatto ambientale. Segnale di quanto ideologiche siano le battaglie degli ambientalisti del pensiero unico.

 

Ad ogni modo questo scritto non vuole essere polemico, anzi, tende una mano a tutti gli ambientalisti in buona fede. La crescente fame energetica della società umana pone problemi concreti allo sviluppo quali l’inquinamento atmosferico, l’immissione di CO2, ecc. Il bruciare gas e petrolio (come facciamo noi italiani) per fare elettricità sta trovando il suo limite con l’entrata di nuove potenze emergenti quali la Cina, l’India o il Brasile, che ormai di emergenti non hanno nulla dato che son ben che emerse. Peraltro cinesi e indiani sono solo all'inizio. Il più fervido entusiasta ambientalista in occidente consuma probabilmente fra 5 e 10 volte un abitante cinese e il ministro indiano per l’ambiente fece tempo fa una battuta raccapricciante ma significativa: “L’atmosfera è satura dei gas serra dei Paesi economicamente sviluppati. E’  venuta l’ora che essi facciano spazio ai gas serra dei Paesi poveri”.

 

Di fronte a questa situazione e dato che la nostra associazione Tecnosophia si era espressa a favore del nucleare, con una serie di argomentazioni che finora non sono state confutate razionalmente ma solo con generiche dichiarazioni fideistiche contrarie (ma la fede non è un efficace strumento di conoscenza, visto che convalida qualsiasi cosa si voglia credere o si voglia rifiutare), ritengo che sia giunto il momento di fare un passo avanti verso un’altra fonte di energia “nucleare”, ancora molto meno conosciuta, inspiegabilmente ignorata e sicuramente assai controversa: quella della fusione fredda. Innanzitutto diciamo subito una cosa: la fusione fredda è un tabù: E’ un divieto sacrale accompagnato da una interdizione misteriosa. Ed è tanto più incomprensibile questa interdizione quanto più si scoprono le presunte straordinarie proprietà della fusione fredda: si tratta di una fonte pulita, praticamente illimitata, a basso costo, senza emissione di CO2 e senza radiazioni. Si intuisce subito che da questo punto di vista è un tema “pericoloso”, perché va a toccare gli interessi di tutte le altre lobbies dell’energia, rinnovabili e no: combustibili fossili (petrolio e gas) per le non rinnovabili, ed energia idroelettrica, geotermica, eolica, solare (fotovoltaico), oceanica, per quelle rinnovabili.

 

Scopo di questo articolo è pubblicizzare la fusione fredda che è stata incomprensibilmente bistrattata e occultata all’opinione pubblica. Il fenomeno della Fusione Fredda fa parte di quelle scoperte che per noti motivi viene regolarmente strozzata sul nascere e annegata in culla ogni volta che rinasce da qualche parte. Quando l’idea superò la fase neonatale e non la si riusciva ad affossare, allora venne schernita o ridimensionata a mera curiosità scientifica. La storia ci mostra e ci dimostra che le nuove scoperte modificano il paradigma dominante e perciò tendono ad essere rifiutate, negate e posticipate di anni, decadi e a volte persino secoli. Alle volte si va addirittura indietro, si regredisce e si perdono le conoscenze che si avevano. Ad esempio i Greci sapevano benissimo che la terra era tonda ed erano riusciti a misurare perfino il raggio terrestre sbagliando di pochi km! Eppure questa, assieme a tante altre scoperte andarono perse e fu necessario attendere Cristoforo Colombo quasi due millenni dopo, affinché all’idea fosse giunto il suo tempo.

 

In ogni caso la Verità si realizza al di là della volontà degli esseri umani proprio per la sua natura “scientifica”, cioè per il fatto di poter essere falsificabile. Allora perché la fusione fredda non è ancora accettata ufficialmente a livello scientifico? Perché in Italia dove è stata dimostrata, è stata relegata al concetto di “bufala”? Non dimentichiamo che siamo il Paese che diede alla luce grandissimi geni, quasi sempre incompresi. Avevamo bollato come una buffonata l’invenzione di Marconi, forse la più grande del secolo scorso, figurarsi se non timbriamo semplicemente come “bufala” questa che potrebbe rivelarsi la più importante scoperta scientifica di questo secolo. Se fosse così, è un segnale dello sfascio sociale e del grado di sfiducia raggiunto dagli italiani verso il proprio Paese. Sfiducia in parte giustificata dalla scarsa qualità della classe politica di ogni livello e dalla frantumazione istituzionale che abbiamo provocato.

 

Ma al di là dello sfascio istituzionale e del grado di sfiducia nel nostro Paese, c’è una realtà che si sta sviluppando e sta lavorando proprio qui in Italia ed è in procinto di realizzare il primo co-generatore a fusione fredda della storia. Ancora una volta stiamo facendo la storia, nonostante tutto. Ancora una volta nell’indifferenza più totale e senza la consapevolezza di quanto sta accadendo. Abbiamo realizzato in laboratorio la fusione fredda, una fonte energetica che non emetterà inquinamento, non brucerà risorse, non utilizzerà fonti fossili, non sarà radioattiva, non produrrà scorie. E avrà la durata di molti anni ad un costo pressoché irrisorio. Sarà la prima “pila nucleare” a fusione fredda di cui il mondo potrà godere. Questa sorta di “big bang” sta accadendo davanti a noi, sotto i nostri occhi; e pazienza per i media di regime che non la fanno conoscere, per la tv di Stato che non informa, pazienza per i giornali che non scrivono su questo, ma il popolo di internet dove sta? Che fine ha fatto? Uno dei vari link su Youtube (Energy Catalyzer Bologna University Test) è passato dalle poche decine di persone che l’avevamo visto a metà gennaio quando fu messo, ai 130 mila di aprile. Troppo poco. Lontano da una massa critica che mette in moto la conoscenza. Tale numero è stato raggiunto dalla partita Barcellona Real Madrid a poche ore dal termine; eppure a nessuno sfugge l’importanza relativa delle due cose. Perché allora non clicchiamo? Cosa aspettiamo?

 

Il libroFusione Fredda, cos’è e come funziona” di Roy Virgilio non solo non è in vetta alle classifiche, ma il poveretto non ha trovato neppure un editore, tanto che ha dovuto auto-pubblicarlo come e-book. Ma che razza di popolo siamo? Pronti a dir di “no” a tutto, a fare comitati contro i rigassificatori, contro il nucleare, contro l’eolico, contro la TAV, ma non siamo capaci di informarci, di conoscere per deliberare. Amiamo solo le notizie negative, quelle che ci fanno comprare i giornali. Quelle positive non sono notizie, perché non pulsano, non vibrano, non toccano il cuore, non arrivano alla pancia e quindi non ci interessano, neppure se ci va di mezzo il nostro futuro. Come empirista sostenitore di Locke, Berkeley, Hume che effettuarono una rivoluzione filosofica affermando che l'essenza dell'oggetto non sta nella cosa in sé, ma nella percezione di colui che percepisce, credo che la fusione fredda ci sia davvero ma per farla arrivare definitivamente non basta l’esperimento di laboratorio, dobbiamo percepirla, dobbiamo crederci, dobbiamo parlarne, dobbiamo stanare i suoi avversari, dobbiamo presentare interrogazioni parlamentari. Se non se ne parla, la fusione fredda non esisterà come non esiste il rumore dell’albero che cade nella foresta se non c’è l’orecchio che ascolta o una tv che registra.

 

   Walter J. Mendizza

 

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