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Riflessioni Teosofiche

Riflessioni Teosofiche

di Patrizia Moschin Calvi  - indice articoli

 

Poteri psichici e spirituali  

Di Herminie Sabetay

Tratto da Rivista Italiana di Teosofia, luglio 1978

Agosto 2015

 

Secondo Helena Petrovna Blavatsky “il più importante di tutti i soggetti di studio umano è la psicologia” (C.W. IV, 132). Questa è una vasta scienza che include numerosi domini specializzati, trattando principalmente delle relazioni fra la mente e il corpo. Ma la parapsicologia, come il suo nome dimostra, va “al di là” (para) delle ricerche psichiche, cerca di esplorare i poteri latenti nell’uomo e così si avvicina al Terzo Scopo della Società Teosofica. In questo campo di studi si osserva un gran numero di fenomeni strani, di cui molti erano già ricordati nel folklore e nelle tradizioni dei popoli; e non mancano gli esempi storici di persone che hanno avuto o hanno esperienze eccezionali. Un numero considerevole di scienziati eminenti si è seriamente ed attivamente interessato a tali ricerche. Nondimeno ancora oggi i rappresentanti della scienza ufficiale non vogliono accettare la realtà dei fenomeni metapisichici e negano la possibilità di azioni mentali senza il sostegno del cervello, essendo ancora dominati dal pregiudizio materialistico. E in mezzo alle due posizioni troviamo pensatori come il celebre filosofo e scrittore Arthur Koestler (autore di un libro interessantissimo intitolato Le Radici della Coincidenza) che esclamò: “Preferirei che la parapsicologia non esistesse, ma essa esiste!”.

Lo scienziato e fertile inventore nel campo dell’elettricità, Nikola Tesla, disse che, quando la scienza (ufficiale) comincerà a studiare fenomeni non-fisici, essa farà più progressi in una decade che in tutti i secoli precedenti della sua esistenza. Intanto la parapsicologia è divenuta un complesso vastissimo, comprendente diversi aspetti particolari. In Francia si pubblica una grande enciclopedia di quattordici volumi, di cui sei già disponibili. I temi trattati in questi libri sono tanto numerosi che sarebbe troppo lungo enumerarli. Molti dei soggetti sono più o meno in relazione con la Teosofia che, sola, può offrire valide spiegazioni degli strani fenomeni.

Le diverse facoltà paranormali si dividono in due gruppi, l’uno concernente la percezione, l’altro l’azione. Il primo gruppo, designato con le lettere ESP (dall’inglese: extrasensory perception) comprende la telepatia, la chiaroveggenza o conoscenza diretta di qualche scena o avvenimento a distanza sia nello spazio sia nel tempo, includendo la conoscenza del futuro e del passato, quest’ultima spesso ottenuta per mezzo della psicometria. C’è anche una chiaroveggenza detta extrasomatica, che è l’esperienza di essere separato dal proprio corpo, di fluttuare nello spazio, di recarsi in luoghi lontani e di riportarne i ricordi alla coscienza di veglia normale. Tali eventi sono denominati con lettere OOBE (out of body experiences). Il dominio parapsicologico intero è chiamato brevemente psi. Nel secondo gruppo si tratta di psicocinesi (chiamata brevemente PK) che include gli effetti dell’influenza del pensiero sulla materia, per esempio nel gioco di dadi, quando un certo numero può risultare più frequentemente di quanto non ammettano le leggi della probabilità. Un altro fenomeno di PK si osserva nella circostanza in cui certe persone sono associate con movimenti di oggetti, come mobili, o di cascate di pietre; tali eventi, forse provocati incoscientemente, sono attribuiti ad esseri invisibili maliziosi, chiamati poltergeist in tedesco, nome anche usato in altre lingue e che si può tradurre con “spiriti burloni”. Ma, non essendo al corrente delle vaste ricerche nel dominio della parapsicologia, non posso parlare di questi argomenti con autorità. D’altro canto l’argomento proposto per questo Congresso riguarda Teosofia e Parapsicologia.

Quest’ultima può considerarsi come appartenente al nostro terzo scopo. Ora sappiamo che la Teosofia non attribuisce una grande importanza ai poteri psichici; essa si interessa molto di più alle facoltà spirituali dell’uomo. Alludendo ai siddhi o poteri occulti, La Voce del Silenzio dice “Vi sono due generi di siddhi; un gruppo che contiene le energie psichiche e mentali inferiori e grossolane, ed un altro che esige il più alto sviluppo dei poteri spirituali”. Nello stesso ordine di idee leggiamo ne La Dottrina Segreta: “La visione psichica non è da desiderare, perché la psiche appartiene ai piani inferiori. Lo psichismo non ha niente di spirituale; non si vedono che fenomeni su un piano di densità differente” (V. 515).
Queste asserzioni di H.P.B. sono chiare e precise. Tuttavia vi sono studiosi delle scienze occulte che commettono l’errore di credere che i poteri psichici siano segni di uno sviluppo spirituale e molti cercano di acquisirli. Ma questi poteri sono pericolosi e risultano spesso come ostacoli sul sentiero della vera spiritualità. Parlando de “la regione astrale, il mondo psichico delle percezioni soprasensibili e delle visioni illusorie”, La Voce del Silenzio ci avverte: “L’Anima tua vi troverà i fiori della vita, ma un serpente attorcigliato sotto ogni fiore”. Se tali esperienze si presentano spontaneamente all’aspirante, egli dovrebbe scartarle e non prestarvi attenzione, per non essere distolto dal suo scopo” (v. 26). “I Saggi non curano le voci seduttrici dell’illusione” (Ibid., v. 30).

Possiamo ricordare anche l’osservazione di H.P.B.: “Molti sono quelli che si sono associati alla nostra Società per l’unico scopo di curiosità, cercando fenomeni psicologici senza essere disposti ad abbandonare la minima parte dei propri piaceri ed abitudini. Questi presto se ne vanno con le mani vuote” (C.W. XI, 165). La Società Teosofica non offre soddisfazioni all’avidità per poteri egoistici.

In un altro contesto H.P.B. dice: “C’era un tempo quando tutto ciò che nella nostra epoca è visto come eccezionale, per esempio il trasferimento del pensiero (o telepatia), la chiaroveggenza, la chiaro-udienza, e tutto ciò che è chiamato meraviglioso ed anormale, apparteneva ai sensi ed alle facoltà comuni a tutta l’umanità” (D.S. II, 260). “Questi poteri riappariranno nella Sesta Razza ed anche alla fine della nostra Quinta, quando la chiaroveggenza diverrà un’acquisizione generale” (D.S. V, 339).

Si tratta qui della chiaroveggenza spirituale che, secondo la D.S., è “la facoltà dell’intuizione che procura la conoscenza diretta e certa”. “Questa facoltà è intimamente collegata col ‘terzo occhio’ che la tradizione mitologica attribuisce a certe razze umane” (D.S. I, 118). L’“occhio di Shiva”, come è chiamato in India, era in un’epoca molto remota un organo attivo che, più tardi, in conseguenza della sparizione della spiritualità, divenne atrofizzato (D.S. III, 297). Secondo l’insegnamento esoterico, adesso “il Terzo Occhio è morto e non funziona più, ma ha lasciato una testimone della sua esistenza, che è la ghiandola pineale” (D.S. III, 296). “Nel corso dell’evoluzione fisica, l’occhio spirituale fu sostituito dai due occhi, e fu conservato e messo da parte dalla Natura per un uso in future età” (D.S. III, 301). Il meraviglioso organo era la lente in grado di concentrare i raggi della sublime chiaroveggenza spirituale che, secondo H.P.B., deriva dal Sole, mentre tutti gli stati psichici provengono dalla Luna (D.S. V, 155). Questa dichiarazione ci fa ricordare un’altra simile: “Manas è doppio, Lunare nella parte inferiore, Solare nella superiore” (D.S. IV, 64). Questo significa che la mente, per la sua associazione con i principi inferiori, produce tendenze verso la materialità mentre, quando è attratta alla vita dello Spirito, è influenzata dall’ispirazione superiore di Atma-Buddhi. Dunque le manifestazioni psichiche sono funzioni della personalità, le facoltà spirituali sono espressioni della parte divina dell’essere umano.

Così la chiaroveggenza superiore è un aspetto dell’intuizione, che vede subito la verità in ogni evento, in ogni situazione; essa proviene dal piano buddhico, al quale dobbiamo aprirci, secondo il Grande Piano dell’evoluzione, per introdurre l’avvento della razza futura. Sappiamo che la misteriosa potenzialità dell’intuizione è latente dentro la nostra coscienza, pronta a svegliarsi qualche volta ed a rivelarsi in lampi d’ispirazione. Tale è la sorgente delle scoperte ed invenzioni, in tutti i domini dell’arte e della scienza, ed anche si manifesta nella vita dei grandi mistici che si sono uniti alla Realtà Divina. Gli scienziati sono spesso ispirati dall’intuizione, ma non si fidano finché la nuova idea non sia giustificata dalla sperimentazione e da una paziente ricerca. Tali casi sono molto frequenti e dimostrano ciò che dice H.P.B. del “contrasto fra la conoscenza laboriosamente acquistata dei sensi o della mente e l’onniscienza intuitiva dell’Anima Spirituale Divina o Buddhi” (D.S. I, 322). “L’intuizione aleggia altamente al di sopra dei lenti processi del ragionamento” (D.S. I, 69).

Benché la facoltà dell’intuizione spirituale sia poco sviluppata nella razza umana attuale, possiamo fare qualche sforzo per aprire la via che permetta alla luce del Sé Superiore di illuminare la nostra mente. Ci riusciremo progressivamente se proseguiremo sul sentiero della spiritualità; contemporaneamente, poteri che ancora sembrano straordinari si manifesteranno in noi. Numerose facoltà meravigliose (siddhi) si trovano descritte negli Yoga Sutra di Patanjali, dove leggiamo (III, 34) che la conoscenza di ogni cosa risulta dall’intuizione, la quale apre la percezione diretta senza l’uso della mente e dei sensi. Lo Yogi avanzato ottiene così la conoscenza del passato e del futuro; egli comprende i suoni emessi da esseri viventi, sia le lingue straniere sia le voci degli animali. Egli può conoscere le proprie vite passate e rendersi invisibile ed impercettibile; può aiutare e guarire gli esseri sofferenti ed acquisire una gran forza fisica; è dotato anche di una chiaroveggenza vasta e penetrante, estendentesi agli spazi cosmici. Ci sono ancora altri poteri prodigiosi, come l’onniscienza e l’onnipotenza, ma lo Yogi che ha raggiunto la somma saggezza vi rinuncia e così diviene un Iniziato liberato da ogni illusione.

Non è stata ancora menzionata la potenza creatrice dell’uomo, che è in relazione con la scienza metapsichica nei fenomeni di psicocinesi o PK. Questa facoltà, chiamata kriyashakti nella letteratura teosofica, è così definita: “Kriyashakti: la misteriosa potenza del pensiero che produce risultati esterni, fenomenici, percettibili, per la propria energia inerente. Gli antichi ritenevano che ogni idea si manifesterà esteriormente, se la propria attenzione vi è profondamente concentrata. Lo Yogi generalmente compie i suoi prodigi per mezzo di Ishashakti e di Kriyashakti”. (D.S. I, 333). La parola Ishashakti significa “potenza della volontà”. Così il pensiero sostenuto dalla volontà è il principale fattore per la produzione di fenomeni psichici ed anche fisici. (D.S. III, 70). Noi tutti possiamo osservare che il mondo esteriore riflette i nostri pensieri e sentimenti, talvolta in una maniera sorprendente. Si tratta di una forza divina nell’uomo, che è altamente sviluppata presso gli Adepti Iniziati.
La Dottrina Segreta insegna che gli Esseri Spirituali, che scesero da sfere superiori sulla terra nel corso della Terza Razza, crearono per mezzo di kriyashakti uomini quasi divini, i quali divennero re ed istruttori dell’umanità nella sua infanzia; questi esseri sono chiamati “Figli della Volontà e dello Yoga”. Nei tempi posteriori la grande facoltà creatrice rimase il retaggio solamente di alcuni eletti di ogni epoca.

Ma c’è una promessa: questo potere sarà nostro in una razza umana futura, quando avremo rigettato i nostri vestiti di materia e saremo divenuti puri Spiriti.

Ora scendiamo dalle altitudini celesti alla nostra umanità attuale e riconosciamo che la parapsicologia riveste una importante missione nel piano dell’evoluzione, quella di scuotere il materialismo ancora dilagante e di preparare la gente all’accettazione del sublime insegnamento della Teosofia. Infatti il nostro messaggio, se fosse conosciuto e generalmente diffuso, porterebbe rimedio a tutti i mali di cui soffre l’umanità.

 

Herminie Sabetay

Tratto da Rivista Italiana di Teosofia, luglio 1978.
Tesi esposta al 64° Congresso della S.T.I.

 


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