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Testi per riflettere

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Il Discorso della verità contro i cristiani

Tratto da: Celso. Contro i cristiani
Traduzione, premessa al testo e note di Salvatore Rizzo.
Biblioteca Universale Rizzoli - Milano, 1989.
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E se, mentre così parlano, vedono comparire o un maestro o una persona intelligente o anche il padre di quei ragazzi, allora i più prudenti se la squagliano impauriti, gli sfrontati invece incitano i fanciulli a ribellarsi sussurrando loro cose del genere: non se la sentiranno e non potranno spiegare niente di buono ai fanciulli alla presenza del padre e dei maestri, perché vogliono evitare la stoltezza e la rozzezza; quella e' gente completamente corrotta, giunta al limite della cattiveria e pronta a punirli.

Ma, se son disposti, bisogna che lascino perdere il padre ed i maestri e vengano con le donnette e coi ragazzini compagni di giochi nella bottega del cardatore [12] o in quelle del ciabattino o del lavandaio, perché possano ricevere l'istruzione completa. E con queste chiacchiere li convertono.

(I, 28) T'inventasti la nascita da una vergine: in realtà tu sei originario da un villaggio della Giudea e figlio di una donna di quel villaggio, che viveva in povertà filando a giornata. Inoltre costei, convinta di adulterio, [13] fu scacciata dallo sposo, falegname di mestiere. Ripudiata dal marito e vergognosamente randagia, essa ti generò quale figlio furtivo. [14] Spinto dalla povertà andasti a lavorare a mercede in Egitto, dove venisti a conoscenza di certe facoltà per le quali gli egiziani vanno famosi. Quindi ritornasti, orgoglioso di quelle facoltà e grazie ad esse ti proclamasti Dio. Tua madre, dunque, fu scacciata dal falegname, che l'aveva chiesta in moglie, perché convinta di adulterio e fu resa incinta da un soldato di nome Pantera.[15] Ma l'invenzione della nascita da una vergine e' simile alle favole di Danae, di Melanippe, di Auge e di Antiope.[16] Ma era forse una bella donna tua madre e, appunto perché bella, a lei si unì Dio, che pur non e' naturalmente portato ad amare un corpo corruttibile? Non sarebbe stato neppure verosimile che Dio si fosse innamorato di lei. Ella non era donna di condizione ricca o regale, dal momento che nessuno la conosceva, nemmeno i vicini, e, una volta venuta in odio al falegname e ripudiata, non la salvò né la divina provvidenza ne' il Verbo della Persuasione.[17] Tutto questo, dunque, non ha nulla a che vedere col regno di Dio.

(V, 14) Altra loro stolta credenza e' che, quando Dio, quasi fosse un cuoco, avrà acceso il fuoco, tutto il resto dell'umana stirpe sarà abbrustolita, e loro soli resteranno, e non solo i vivi, ma anche, risorti con quelle loro stesse carni dalla terra, quelli che nei tempi andati, quando che fu, morirono. Solo i vermi potrebbero nutrire tale speranza! Infatti quale anima umana potrebbe desiderare ancora un corpo putrefatto? Del resto questa dottrina non e' accolta nemmeno da alcuni di voi ne' da certi Cristiani:[18] la grande empietà ad essa connessa non solo infatti e' ripugnante, ma e' anche impossibile a dimostrarsi. Non e' in effetti possibile che un corpo completamente corrotto ritorni alla natura originaria e proprio a quella primitiva costituzione dalla quale si e' dissolto. Non potendo dare alcuna risposta, essi ricorrono all'assurdo sotterfugio che, cioè, a Dio tutto e' possibile. Ma la turpitudine, almeno, non e' possibile a Dio, né Dio può volere ciò che e' contrario alla natura. E se tu bramassi, data la tua malvagità, qualche nefandezza, non per questo Dio potrà attuarla, ne' per questo si deve credere che senz'altro si verificherà. Perché Dio e' causa prima della retta e giusta natura, non del desiderio sconveniente, ne' della traviata licenza. Egli potrebbe sì fornire all'anima una vita eterna, ma "i cadaveri" dice Eraclito "son da buttar via più che lo sterco". Ma rendere irragionevolmente eterna la carne, piena di cose che il tacere e' bello, Dio certo né lo vorrà, né lo potrà. Egli e' infatti la ragione di tutti gli esseri e quindi non e' in grado di operare contro la ragione e contro se stesso.

Brano inviato da Alfio

 

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[12] La bottega del cardatore era tanto frequentata dalle donne da essere indicata con lo stesso termine con il quale si indicava il gineceo (gynaikonitis). Le botteghe qui ricordate erano centri di propaganda cristiana.
[13] L'accusa e' di origine giudaica e si trova forse testimoniata nei testi rabbinici (nei quali spesso Gesù e' indicato con l'espressione "un tale"), v. per es. Bonsirven: "R. Simeoni ben Azzai dice: ho trovato un registro genealogico a Gerusalemme ove era scritto: Un tale, bastardo, proviene da un matrimonio adultero (con la donna di un altro)". C'e' anche chi vede un'allusione a questa accusa in J. 8,41 dove alcuni Ebrei dicono a Gesù: "Noi non fummo generati da fornicazione, abbiamo un solo padre: Dio". La diffusione e la persistenza di tale accusa durante i primi secoli d.C. e' dimostrata anche dagli Atti di Pilato, secondo i quali, in occasione del processo, gli Ebrei rinfacciarono a Gesù la sua nascita da "fornicazione".
[14] L'espressione e' omerica ed e' riferita al frutto di un amore segreto.
[15] Così la tradizione rabbinica dalla quale Gesù e' chiamato Ben Pandera o Panthera (figlio di P.), confutata dagli apologisti cristiani, i quali sostenevano che Ben Pandera era nonno di Gesù o antenato comune di Giuseppe e di Maria (ma si tenga presente che nelle polemiche antiche un falso veniva più spesso confutato con un altro falso).
[16] Il paragone con altre nascite da vergine era già stato attribuito da Giustino a trifone, che cita appunto l'esempio di Danae, la madre di Perseo.
[17] Nel sarcasmo e' implicito il paragone con le eroine sopra citate, che furono difese o salvate dai loro figli divini.
[18] Tra i cristiani non credevano nella resurrezione gli gnostici, e probabilmente, agli inizi, alcuni gruppi di cultura greca.


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