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Messaggio per un'aquila che si crede un pollo

Di Anthony De Mello

Da Messaggio per un'aquila che si crede un pollo, PIEMME Editore

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Sapete, il bene assume il suo valore più alto in quelle occasioni in cui non ci si rende conto che si sta facendo del bene
[...] 
Ho spiegato che esistono due tipi di egoismo; forse avrei dovuto dire tre [...] c’è il terzo tipo, il peggiore: quando si fa qualcosa di buono per non sentirsi in colpa. Fare del bene non vi fa sentire bene; anzi, vi fa sentire male. E’ una cosa che odiate. Compite dei sacrifici in nome dell’amore ma vi lamentate. Ah, quanto poco sapete di voi stessi se credete di non fare le cose in questo modo! 
[...] 
Quando si fa qualcosa in modo da non sentirsi in colpa si compie il peggior tipo di carità. Non si ha il coraggio di dire che si vuole essere lasciati in pace. 
[...] 
Non credo a chi mi dice che non gli piace far del male alle persone. Tutti noi adoriamo ferire le persone. Ci piace da morire. e quando è qualcun altro a far del male, ne godiamo. Però, non vogliamo essere noi a far del male, perché noi stessi ne usciremo feriti! 
Ecco il punto. Se siamo noi a fare del male, altri avranno di noi una cattiva opinione. Non ci apprezzeranno, parleranno contro di noi, e questo non ci piace! 
[...] 
C’è una bella storiella che racconta di alcune persone a bordo di una zattera al largo della costa brasiliana, che stavano per morire di sete. Non avevano idea che l’acqua su cui galleggiavano era dolce. Il fiume si riversava in mare con una forza tale da coprire un paio di miglia, e quindi, nel punto in cui si trovavano, l’acqua era dolce. Solo che non lo sapevano. 
Allo stesso modo, noi siamo circondati di gioia, di felicità, di amore. La maggior parte della gente non ne ha la più pallida idea. Il motivo? E’ stata sottoposta a un lavaggio del cervello. Il motivo? E’ ipnotizzata, addormentata. 
[...] 
Cambiate atteggiamento. Provate a guardare le cose da un punto di vista nuovo! Perché il regno è qui! E’ il vero cristiano che prende sul serio tutto ciò. 
Vi ho detto che la prima cosa da fare è svegliarsi, ammettere che non vi piace essere svegliati. Preferireste avere tutte le cose che, attraverso l’ipnosi, siete stati portati a credere siano tanto preziose e importanti per voi, per la vostra vita e sopravvivenza. 
La seconda cosa è capire. Capire che forse avete delle idee sbagliate e che sono queste idee che stanno influenzando la vostra vita rendendola caotica, e che vi tengono addormentati. Le idee riguardo all’amore, alla libertà, alla felicità e così via. E non è facile ascoltare uno che mette in discussione queste vostre idee che sono per voi diventate tanto preziose. 
[...] 
La cosa più difficile del mondo è ascoltare, vedere. Noi non vogliamo vedere. Pensate che un capitalista voglia capire cosa c’è di buono e sano nel sistema comunista? Pensate che un uomo ricco voglia guardare la gente povera? 
Non vogliamo guardare, perché se lo facciamo potremmo cambiare. Non vogliamo guardare. Se si guarda, si perde il controllo di quella vita che riusciamo a tenere insieme in modo tanto precario. E dunque, per potervi svegliare, la cosa di cui avete più bisogno non è l’energia, la forza, la giovinezza, e nemmeno una grande intelligenza. La cosa di cui avete più bisogno in assoluto è la disponibilità ad imparare qualcosa di nuovo. Le possibilità di svegliarvi sono direttamente proporzionali alla quantità di verità che saprete accogliere senza scappare. Fino a che punto siete disposti a farlo? Quanto, di ciò che avete di più caro, siete pronti a far crollare, senza fuggire? Fino a che punto siete disposti a pensare a qualcosa che non vi è familiare?
La prima reazione è di paura. Non che temiamo l’ignoto. Non si può temere qualcosa che non si conosce. Nessuno ha paura dell’ignoto. Quel che si teme è davvero la perdita di ciò che è noto. Ecco di cosa si ha paura.
……
Illuminazione! Illuminazione! Svegliatevi! Quando sarete pronti a barattare le vostre illusioni con la realtà, i vostri sogni con i fatti, allora ci arriverete.
Solo allora la vita assumerà un significato, e diventerà splendida. 
[...]
Autosservazione: L’unico modo attraverso il quale qualcuno può esservi d’aiuto è mettendo in discussione le vostre idee. Se siete pronti ad ascoltare e se siete pronti ad essere messi in discussione , qualcosa potete fare, ma nessuno può aiutarvi. 
Qual è la cosa più importante in assoluto? Si chiama autosservazione. Nessuno può darvi una mano, in questo. Nessuno può fornirvi un metodo. Nessuno può mostrarvi una tecnica. Nel momento in cui si apprende una tecnica , si diventa nuovamente programmati. Ma l’autosservazione – cioè il guardare se stessi – è importante.
Non significa essere assorti nei propri problemi, essere preoccupati di sé. Non è di questo che sto parlando: parlo dell’autosservazione. E cosa sarebbe?
Significa osservare tutto ciò che è all’interno di noi stessi e intorno a noi, fino al punto estremo, e osservarlo come se stesse accadendo ad un altro.

 

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