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Testi per riflettere

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L'uomo, la felicità e la marcia del mondo

Da: Il Gesuita proibito - Vita ed opere di P.Teilhard de Chardin

Di Giancarlo Vigorelli Casa editrice IL SAGGIATORE
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Intorno a noi la mistica della Ricerca: i mistici sociali, partono con una fede ammirevole alla conquista dell' avvenire. Ma nessuna cima precisa e, cosa più grave, nessun oggetto amabile si presenta alla loro adorazione. Ed ecco perché gli entusiasmi e la devozione che suscitano sono duri, secchi, freddi, tristi, cioè inquietanti, per chi li osservi, e, infine, beatificanti in modo incompleto, per chi si elevi fino a loro. A fianco, e finora in margine a questi mistici umani, la mistica cristiana non cessa, da duemila anni, di portare sempre più avanti (senza che molti ne dubitino) le sue prospettive di un Dio personale, non soltanto creatore, ma animatore e totalizzatore di un Universo che Lui conduce a sé con il gioco di tutte quelle forze che noi raggruppiamo sotto il nome di Evoluzione. Sotto lo sforzo persistente del pensiero cristiano, l'angosciante enormità del Mondo converge poco a poco verso l'alto, fino a trasfigurarsi in un fuoco di energia amante.
Come non vedere, vi chiedo, che questi due flussi potenti, entro cui oggi si divide l'urto delle energie religiose umane, quello del Progresso umano e quello della grande Carità, non chiedono che di unirsi e completarsi? Immaginiamo da un lato, che la fonte giovanile delle aspirazioni umane, prodigiosamente accresciuta dalle nostre nuove concezioni del Tempo, dello Spazio, della Materia e della Vita, scorra nella linfa cristiana per arricchirla e stimolarla. E immaginiamo nello stesso tempo, che la .figura così moderna di un Cristo universale, quale lo fa in questo stesso momento la coscienza cristiana, venga a porsi e appaia. illuminandolo, al vertice dei nostri sogni di Progresso, in modo da precisarli, umanizzarli, personalizzarli. Non vi sarebbe allora una risposta, la risposta completa alle difficoltà davanti a cui si dibatte la nostra azione?
Per la mancata immissione di un sangue materiale nuovo, lo spiritualismo cristiano rischia di debilitarsi e di perdersi nelle nuvole. E per la mancata immissione di qualche principio di amore universale, il senso umano del Progresso minaccia di rivoltarsi con orrore contro la spaventosa macchina cosmica a cui si scopre legato.
Uniamo il corpo alla testa, la base alla cima: improvvisamente scaturisce una pienezza. ln realtà, la soluzione completa al problema della felicità, la vedo nella direzione di un Umanismo Cristiano, o se preferite, in quella di un Cristianesimo super-umano, nel cui seno ogni uomo scoprirà, un giorno, di potere. in ogni momento e in ogni situazione, non soltanto servire (cosa che non basta) ma amare in tutte le cose (le più dolci e le più belle, come le più severe e le più banali) un Universo carico d'amore nella sua Evoluzione."

Ripeto, queste Réflexions sur le bonheur non sono da collocare tra le pagine più ispirate, e più nuove, di Teilhard; tuttavia, per quella illustrazione affabile che dànno delle sue idee, possono servire come una facile introduzione al suo pensiero, al suo linguaggio, è sopra tutto sono la conferma di quella sua idea-madre: che la stessa fede in Dio è incompleta, se non ha dietro di sé la fede nell'uomo; e che credere nell'uomo vuol dire determinarne, in ogni direzione e dimensione, il progresso.

 

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