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Testi per riflettere

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La scuola di Summerhill

Un’esperienza educativa Rivoluzionaria

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Nell’educazione progressista impiegano gli stessi artifici. Il fanciullo è costretto ad inghiottire la pillola, ma stavolta ricoperta da un sottile strato di zucchero. 
I genitori e gli educatori hanno confuso l’autentica educazione non autoritaria con l’educazione mediante la persuasione e la coercizione occulta. L’educazione progressista viene così svuotata di significato. Fallisce nel suo scopo, non essendo mai riuscita a diventare quel che voleva essere e non essendo mai giunta al punto dove voleva giungere.
Il metodo di Alexander Neill affronta il problema alla radice. A mio avviso il suo libro riveste la massima importanza perché esso teorizza il vero principio di una educazione che non ha bisogno di ricorrere alla paura. A Summerhill l’autorità non maschera una forma sistematica di manipolazione.
Summerhill non espone una teoria ma riporta almeno quaranta anni di esperienza.
L’autore dimostra che la libertà funziona i principi che caratterizzano i metodi di Neill vengono presentati in maniera piana ed inequivocabile in questo libro e sono qui sotto elencati. 

1. Neill nutre una sicura fiducia “nella bontà del fanciullo”. Egli crede che il ragazzo medio non nasca codardo, automa senza anima bensì provvisto di un atteggiamento potenzialmente ricco di amore e di interesse per la vita. 

2. Lo scopo dell’educatore - lo scopo della vita - è quello di lavorare con gioia e di trovare la felicità.
La felicità secondo Neill significa provare interesse per la vita; o, con parole mie il rispondere alla vita non solo con il cervello, ma con l’intera personalità.
Nell’educazione non è sufficiente promuovere lo sviluppo intellettuale. L’educazione deve rivolgersi sia alla sfera emotiva che quella intellettuale. Nella società moderna riscontriamo una sempre maggiore distanza fra intelletto e sentimento. 
Le esperienze dell’uomo odierno sono in gran parte mediate dal pensiero e non riflettono una percezione di ciò che il cuore sente l’occhio vede, l’orecchio ascolta. In effetti questa separazione fra intelletto e sentimenti ha condotto l’uomo di oggi ad uno stato mentale pressoché schizoide che lo ha reso quasi incapace di percepire alcunché in maniera autentica, immediata.

3. L’educazione deve adattarsi alle capacità e alle necessità psicologiche del fanciullo. Il fanciullo non è altruista. L’amore per lui non è il sentimento maturo dell’adulto. E’ un errore attendersi dal fanciullo una cosa che egli potrebbe dimostrare solo in maniera ipocrita.
L’altruismo si sviluppa solo successivamente all’infanzia.

4. La disciplina imposta dogmaticamente e le punizioni provocano la paura; dalla paura nasce l’ostilità. Questa può anche non essere aperta e consapevole, ma in ogni caso paralizza la spontaneità e l’autenticità dei sentimenti. L’indottrinamento disciplinare continuo è nocivo per i fanciulli e ne blocca lo sviluppo psichico.

5. Libertà non significa licenza. Questo importantissimo principio, sottolineato da Neill, significa che il rispetto per l’individuo deve essere reciproco. Se un insegnante non ha il diritto di usare la forza nei confronti del fanciullo, questi da parte sua, non ha il diritto di usarla nei confronti dell’insegnante. Un bambino non deve imporsi ad un adulto solo perché è un bambino, ne deve usare i molti mezzi di pressione a sua disposizione. 

6. Strettamente congiunta a questo principio è la necessità di una sincerità assoluta da parte dell’insegnante.
L’autore dica di non aver mai mentito ad un bambino in quaranta anni di attività.
Chiunque legga questo libro si potrà rendere conto che, lungi dal costituire una spacconata, questa affermazione non è altro che la verità.

7. L’equilibrato sviluppo delle qualità umane rende necessario, alla fine, che il bambino tagli i legami primari che lo uniscono ai genitori, o ai successivi sostituti che la società gli offre, e che divenga completamente indipendente. Egli dovrà imparare il mondo da individuo. Dovrà imparare ad affrontare il mondo da individuo. Dovrà imparare a trovare la sua sicurezza non in un attaccamento simbolico, ma nella sua capacità di affrontare il mondo da individuo. Dovrà imparare a trovare la sua sicurezza non in un attaccamento simbolico, ma nella sua capacità di afferrare il mondo intellettualmente, emozionalmente, artisticamente. Deve servirsi di ogni sua capacità per trovare un rapporto con il mondo, più che per trovare la sicurezza nella sottomissione o nel dominio.


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