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La guerra di Piero - Fabrizio De Andrè
Testo di Fabrizio De André; musica di Vittorio Centanaro, depositata in Siae a nome De André - Karim 1964
La guerra di Piero
Dormi sepolto in un campo di grano, non e' la rosa,
non e' il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille
papaveri rossi.
"Lungo le sponde del mio torrente voglio che
scendano i lucci argentati, non più i cadaveri dei soldati portati in
braccio dalla corrente".
Così dicevi ed era d'Inverno e come gli altri, verso
l'inferno te ne vai triste come chi deve ed il vento ti sputa in faccia
la neve.
Fermati Piero, fermati adesso, lascia che il vento ti
passi un po' addosso, dei morti in battaglia ti porti la voce, chi diede
la vita ebbe in cambio una croce.
Ma tu non lo udisti ed il tempo passava con le
stagioni a passo di "java" ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di Primavera.
E mentre marciavi con l'anima in spalle vedesti un
uomo in fondo alla valle che aveva il tuo stesso identico umore ma la
divisa di un altro colore.
Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli
ancora, fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il
suo sangue.
"E se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto
il tempo avrà per morire, ma il tempo a me resterà per vedere, vedere
gli occhi d'un uomo che muore".
E mentre gli usi questa premura quello si volta, ti
vede, ha paura ed imbracciata l'artiglieria non ti ricambia la cortesia.
Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti in
un solo momento che il tempo non ti sarebbe bastato a chieder perdono per ogni peccato.
Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti in
un solo momento che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe
stato ritorno.
"Ninetta mia, crepare di Maggio ci vuole tanto,
troppo coraggio.
Ninetta bella diritto all'Inferno avrei preferito andarci in
Inverno".
E mentre il grano ti stava a sentire dentro le mani
stringevi il fucile, dentro la bocca stringevi parole troppo gelate per
sciogliersi al sole.
Dormi sepolto in un campo di grano, non e' la rosa,
non e' il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille
papaveri rossi.
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