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Lev Nikolaevic Tolstoj

 

Biografia

Lev Nikolaevic Tolstoj (1828 - 1910) considerato il maggiore scrittore della letteratura russa è una delle più grandi figure artistiche e morali del mondo moderno. Nacque da una famiglia di antica nobiltà, nel 1844 si iscrisse alla facoltà di lingue orientali dell’università di Kazan’, passando poi alla facoltà di legge, ma senza conseguire la laurea. La vita studentesca di Tolstoj fu un periodo torbido e sregolato, trascorso in compagnie allegre e spregiudicate e alternato da profonde crisi spirituali di cui ha lasciato testimonianze nel Diario. Il servizio militare nel Caucaso e la partecipazione alla difesa di Sebastopoli (1854-55) ampliarono il suo orizzonte umano fornendogli il materiale per i famosi Sebastopol’skie rasskazy (1855-56, I racconti di Sebastopoli) e Kazaki (1863, I cosacchi), in cui già compaiono temi e caratteristiche delle sue opere maggiori. Questi racconti, oltre ai primi romanzi autobiografici: Detstvo (1851, Infanzia), Otrocestvo (1852-54, Adolescenza), Junost’ (1855-56, Giovinezza), lo imposero all’attenzione dei circoli letterari. Dopo alcuni anni trascorsi tra l’attività letteraria, un breve viaggio all’estero e l’insegnamento ai figli dei contadini, per i quali aveva aperto una scuola a Jasnaja Poljana, Tolstoj sposò nel 1862 la giovane Sofia Andreevna Bers. Nel 1865 comparve la prima parte del romanzo Vojna i mir (Guerra e pace) condotto a termine nel 1869. Sullo sfondo delle campagne napoleoniche, Lev Nikolaevic Tolstoj ricostruisce la vita, gli ideali, le speranze della nobiltà russa dell’Ottocento, in uno dei più potenti affreschi della letteratura mondiale. Il secondo grande romanzo di Tolstoj, Anna Karenina, iniziato nel 1873 e concluso dopo una laboriosa stesura nel 1878, lascia trasparire già i segni di una crisi morale e religiosa. Dopo qualche anno si concluse nella cosiddetta conversione la crisi a lungo maturata. Nel 1882 uscì Ispoved’ (Confessione), una sorta di profondo esame di coscienza e di enunciazione programmatica del suo nuovo credo filosofico e religioso. Al problema religioso, risolto in una sorta di misticismo eretico che condanna i dogmi e le leggi della Chiesa, sono dedicati i saggi: V cem moja vera? (1884, In che consiste la mia fede), O zizni (1887, Sulla vita), Tak cto ze nam delat’? (1885, Che cosa dunque dobbiamo fare?), in cui viene enunciato il principio della non resistenza al male. Sul piano umano e sociale, Tolstoj condannava la proprietà privata e predicava la comunanza dei beni, avvicinandosi, sia pure sul piano teorico, ai movimenti rivoluzionari russi contemporanei. La vita familiare dello scrittore risentì gravemente della crisi. Anche la sua attività artistica subì una svolta radicale. Condannando l’arte come fine a se stessa in alcuni scritti, Cto takoe iskusstvo? (1897, Che cos’è l’arte?) e Shakespeare (1900) Tolstoj rinnegava tutta la sua opera precedente. Le ultime sue composizioni: il romanzo Voskresenie (1899, Resurrezione), i racconti popolari del 1885 e i racconti scritti per il lettore colto, Smerl’ Ivana Il’ica (1886, La morte di Ivan Ilic), Krejcerova sonata (1889, La sonata a Kreutzer) e Chozjain i rabotnik (1895, Padrone e servitore), costituiscono il tentativo, non sempre a livello d’arte, di adattare le sue idee religiose all’opera letteraria. Il dissidio sempre più forte maturato tra Tolstoj e la famiglia e l’incapacità di modellare la realtà ai principî etici e religiosi che predicava, lo spinsero a una fuga drammatica alla quale probabilmente pensava già da alcuni anni, da quando cioè aveva scritto il dramma Zivoi trup (1900, Il cadavere vivente), che prospettava una situazione analoga. La fuga si concluse tragicamente con la morte dello scrittore nella squallida stazione di Ostapovo.

Fonte: www.mandragola.com

 

Guerra e pace

Sette anni occorsero a Tolstoj (dal 1863 al 1869) per comporre uno dei capolavori della letteratura ottocentesca. L'ossatura del romanzo, sullo sfondo delle guerre napoleoniche - dal 1805 alla travolgente insurrezione di tutto il popolo russo nel 1812 - è data dalle vicende di due grandi famiglie dell'alta nobiltà, i Rostov e i Bolkonskij, depositari dei valori autentici e genuini, intrecciate a quelle dei corrotti e dissoluti Kuragin. Spiccano, nella moltitudine di personaggi, le figure di Natasa, fanciulla e poi donna di straordinaria purezza e d'indole forte e impetuosa; del principe Andrei, che porta il suo orgoglio nella guerra, nella prigionia e nell'infelice amore per Natasa; dell'enigmatico e complesso Pierre Bezuchov, capace di autentica adesione al "dolore del mondo". Grandiosa epopea, toccante esplorazione dei lati oscuri e luminosi dell'animo umano, "Guerra e pace" si ripropone, di generazione in generazione, con immutata immediatezza e rara capacità di avvincere nel profondo.

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