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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

Qliphoth

Ottobre 2013
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E’ destino, purtroppo, che la progressiva presa di coscienza dell’umanità delle proprie capacità di trasformare la materia generi caos : malgrado le facilitazioni introdotte nella vita materiale dell’uomo dai frutti del suo ingegno, al mutare dei suoi modelli di vita corrisponde anche un progressivo aumento di ogni sorta di squilibrio.

In questo momento storico, la coscienza collettiva è particolarmente sensibile agli squilibri ecologici (come, qualche decennio prima, ai pericoli generati dalle nuove tecnologie militari) ; ma si tratta, potremmo dire, soltanto della punta di un iceberg antichissimo e colossale - la radice dello squilibrio si generò infatti migliaia di anni fa, quando il genere umano intraprese il cammino dell’evoluzione.

Non affermo ciò perché io creda che ci sia nel nostro evolverci qualcosa di male ;  ma come illustra bene Gurdjieff, la via della consapevolezza umana è contro la natura e contro Dio, in quanto il progetto originario del nostro Universo non prevedeva alcuna forma di partecipazione attiva dell’Uomo. Qualunque scoperta o azione umana volta a emanciparci aggiunge un piccolo tassello al progressivo apprendimento della nostra funzione demiurgica - un compito, quello di creare, che nel nostro Universo dovrebbe essere riservato a Dio.

Parentesi : non mi riferisco al Dio delle religioni - il quale, come noteremo più avanti, è nel percorso dell’umanità un’invenzione piuttosto tardiva - bensì al quid che sta all’origine del processo di manifestazione universale ; o se vogliamo fare a meno anche di quello, mi riferisco al processo di manifestazione stesso.

Quello che voglio dire è che il grande caleidoscopio dal quale riceviamo incessantemente immagini e sensazioni non è governato da noi - il che non contraddice, sia chiaro, all’affermazione (metafisicamente rispettabilissima) che possa essere dentro di noi ; ma comunque la si voglia rigirare, è solo da pochissimo tempo che il genere umano ha cominciato a curiosare nei suoi meccanismi, e a interferire sempre meno timidamente col suo funzionamento.

Quando il nostro processo di appropriazione del caleidoscopio sarà giunto alla fine (per dirla in modo teatrale : quando avremo bevuto fino in fondo l’amaro calice della conoscenza), la nostra funzione sarà di creare un nuovo Universo.

Di tale funzione gli esseri umani più avanzati nel campo dell’esoterismo sono già consapevoli, e lavorano - nelle file dell’organizzazione esoterica che domina il mondo - per accelerarne il compimento.

Invece gli esoteristi tradizionali pensano di poter contrapporre all’idea di una sostanziale continuità dell’evoluzione umana - dalla conquista della posizione eretta da parte dei primi umanoidi fino all’Uomo-demiurgo che darà il la alla prossima creazione - una storia spezzata in due : il percorso umano sarebbe segnato da una prima fase condotta in armonia con l’Assoluto (così per esempio, secondo loro, era ancora nella società medievale) e da una fase successiva caotica e negativa, che avrebbe avuto origine col progresso.

Per quanto io lo critichi, ho sempre avuto molta simpatia verso questo punto di vista, volto a tutelare il diritto dell’umanità a svolgere un ruolo attivo nell’ambito del creato tramite la legittimazione di almeno una parte dei suoi atti, quelli svolti in conformità con le regole tradizionali.  In virtù di questo espediente, la fonte del caos non risiederebbe nell’attività umana in sé stessa, ma solo nell’insorgere di certe particolari condizioni.

Non mancano in verità, nella storia (specie se considerata in modo superficiale) vicende che in apparenza testimoniano in favore del loro punto di vista. E’ vero, per esempio, che nel percorso dell’umanità un’epocale accelerazione del progresso avvenne poco più di trecento anni or sono, con la rivoluzione industriale - basti pensare che, nei (probabili) centottanta milioni di anni della sua precedente esistenza, l’umanità era passata faticosamente dal procedere a quattro zampe all’andare a cavallo, e nel brevissimo arco di quei successivi trecento anni passò in quattro e quattr’otto dall’andare a cavallo ai viaggi spaziali.

Possiamo quindi ben capire che qualcuno abbia trovato questa svolta un po’ troppo traumatica ; ma abbiamo gli elementi per poterla considerare una soluzione di continuità ?

Direi di no. Se per esempio andiamo indietro di tremila anni, scopriamo che era stata preparata da un’altra svolta : il passaggio dell’umanità dal nomadismo al sedentarismo. La scoperta dell’agricoltura, il sorgere delle prime città, lo sviluppo del pensiero lineare avevano rappresentato un’accelerazione di portata paragonabile a quella determinata dal sorgere dell’industria, e modifiche altrettanto importanti nella nostra struttura mentale.

Fu allora che nacque la parola scritta, da cui la capacità umana di padroneggiare concetti astratti : ebbe origine in tal modo - tra le altre - l’idea di Dio, che prima non esisteva affatto, e di lì le religioni tradizionali.

Insomma, in poche parole, anche gli antenati degli esoteristi tradizionali di oggi, tremila anni fa, hanno fatto la rivoluzione ; però ai loro discendenti non è piaciuta la rivoluzione che è venuta dopo.

Ma se il cammello è tuo quando c’è il sole, è tuo anche quando piove : perché la prima non dovrebbe rappresentare una soluzione di continuità nel percorso umano, e la seconda sì ?

In realtà, credo proprio che dobbiamo rassegnarci - è tutta l’evoluzione umana a essere contro la natura e contro Dio : troppo comodo dire che è contro Dio soltanto quel pezzettino che non ci piace. E’ tutta contro Dio fino al punto che dietro a tutte le rivoluzioni, grandi e piccole (non solo le due che ho citato) è facilmente riscontrabile la mano della stessa organizzazione esoterica : quella che ha come obbiettivo finale la sostituzione dell’Uomo a Dio.

In termini sciamanici, i rituali magici da essa utilizzati a questo scopo possono essere definiti non-fare ; ne ho parlato in vari articoli, p. es. Il kula ring.

E’ ora il momento di chiarire che è possibile ricondurre tutti i non-fare alle categorie della magia qlipotica ; ovvero quella particolare forma magica fondata sull’uso delle Dieci Qliphoth.

Si tratta di una forma magica particolare, derivata dalla qabbalah ebraica ; questo però non significa che tutti i membri dell’organizzazione siano Ebrei (anche se alcuni lo sono), né che la sua attività possa essere ricollegata ad alcuna forma di complotto ebraico.

Ancora : il fatto che tutti i non-fare dell’organizzazione possano essere ricondotti alla magia qlipotica non vuol dire che tutti siano stati concepiti, formulati e praticati così - molti probabilmente furono di gran lunga anteriori al momento storico in cui questo particolare corpo magico prese forma. Possiamo essere certi che la magia qlipotica fu usata direttamente in un solo caso - al quale sto per accennare, quando per suo tramite vennero gettate le basi del mondo moderno.

Ma anche gli altri rituali utilizzati precedentemente dall’organizzazione si prestano a essere tradotti (e all’occorrenza riprodotti) nel medesimo linguaggio : perché, come stiamo per vedere, la magia qlipotica era stata espressamente elaborata per scandire le fasi della progressiva divinizzazione dell’Uomo.

Come ho già spiegato in altri articoli, nella qabbalah c’è l’Albero Sephirotico, che descrive il fenomeno della manifestazione del nostro Universo e può essere percorso a ritroso dall’uomo che aspira a reintegrarsi nell’Assoluto.

L’Albero Qliphotico è il suo contrario : mira a fare dell’Uomo un Assoluto. Gli studi su di esso costituiscono una tradizione perlomeno millenaria, che nel corso della storia, si è diramata in numerose scuole.

Un bell’articolo che ho trovato in rete ne cita addirittura dodici ; provo qui ad accennare i tratti che mi sembrano più notevoli in ciascuna di esse, scusandomi con i lettori se la mia insufficiente conoscenza della qabbalah possa essere all’origine di qualche strafalcione.

Scuola zoharica - pone l’accento sul significato delle Qliphoth come separazione da Dio ;

Scuola talmudica - le Qliphoth sono i gusci di antichi poteri divini contenenti ancora isolate scintille di conoscenza ;

Scuola lurianica -  fu, come è noto, la prima importante scuola qabbalista diffusasi in Occidente (tanto che vari studiosi identificano nell’opera di Luria l’origine della qabbalah, essendo scettici riguardo al fatto che le dottrine a lui precedenti possano essere identificate con lo stesso nome).

Egli parlò delle Qliphoth come di cocci dei vasi (Sephiroth)  predisposti da Dio per contenere la Luce della prima Creazione, la quale fallì perché si ruppero per l’immensa potenza della Luce divina ; al secondo tentativo di Dio, i nuovi vasi da lui creati riuscirono invece a contenerla.

Accennò anche alla possibilità di un lavoro di riparazione dei vasi rotti (tikkun) - concetto derivato dall’idea (già presente nel Talmud) che le Qliphoth andassero redente, in quanto contenevano ancora una scintilla di Luce divina.

Si trattava, secondo lui, di un lavoro che l’umanità avrebbe dovuto intraprendere sul piano della materia. Per quanto Luria non scendesse troppo nei dettagli, questa prospettiva fu senza dubbio la prima a delineare un collegamento tra il lavoro sulle Qliphoth e l’azione nel sociale.

Scuola sabbataista - raccolse il frutto che i Luriani avevano preparato ; ho parlato più nei dettagli di loro nell’articolo La genesi del mondo moderno.

Nell’ambiente degli studiosi della qabbalah, i Sabbataisti sono poco considerati. Ma Louis De Maistre, autore del magnifico e documentatissimo libro Réné Guénon et le mystere des Superieurs Inconnus, la pensa diversamente.

Furono loro a inviare in occidente un gran numero di missionari - il più noto e importante dei quali fu Jacob Frank (1726-1791), che si insediò a Londra e lavorò sulla Massoneria - con l’esplicito mandato di introdurre nelle forme esoteriche occidentali tecniche operative fondate sull’espansione mentale : questo fu il grande cambiamento, rispetto alle epoche precedenti, introdotto nell’esoterismo europeo a partire dal Settecento.

L’obbiettivo dei Sabbataisti era espandere le menti degli Occidentali affinché divenissero capaci di accogliere sequenze logiche più complesse, al fine di imprimere un forte sviluppo a scienze come la meccanica, la fisica ecc., e avviare così il progresso ; il loro modo di liberare l’energia delle Qliphoth era quello.

Furono queste informazioni, raccolte da Réné Guénon negli ambienti occultisti francesi del primo Novecento, che lo indussero a dare vita all’esoterismo tradizionale. Il suo intento era quello di rifondare un corpus esoterico occidentale avulso dalle tecniche operanti sulla mente (questo è il motivo, per esempio, della sua avversione nei confronti del Buddismo, via fondata interamente sul lavoro mentale).

Rimane da stabilire se il fine di Guénon fosse di riportare indietro il baricentro della storia a prima dei Sabbataisti, o semplicemente di creare un contrappeso alla loro azione ; in questo secondo caso - molto più in armonia col messaggio generale della sua opera, che esclude nettamente la possibilità di invertire il corso del kali-juga - mi sembra indiscutibile che la sua attività abbia sortito l’effetto più di ACCRESCERE l’espansione mentale (mediante l’accensione del dibattito tra esoteristi tradizionali e progressisti) che non il contrario.

Questo è in linea con l’ipotesi (non espressamente formulata da De Maistre, ma in favore della quale egli porta interessanti indizi) che anche Guénon - a dispetto delle sue requisitorie contro l’esoterismo modernista - lavorasse per l’organizzazione esoterica che domina il mondo

In verità, non è del tutto provato che i Sabbataisti fondassero la loro azione soltanto sul lavoro qlipothico, senza ricorrere anche a quella che è stata definita la Via del Fuoco - ovvero la ritualità magico-qabbalista introdotta, molti secoli prima, da Salomone.

Non è una questione oziosa. Se i rituali sabbataisti erano anche sephirotici/salomonici, questo vorrebbe dire che la genesi del mondo moderno fu il frutto di un non-fare nel quale era coinvolto l’esoterismo ebraico in toto : le implicazioni sarebbero, per esempio, che anche gli studi di Newton sul Tempio di Salomone (che possiamo legittimamente considerare all’origine della Massoneria speculativa) non sarebbero nient’altro che un tassello dello stesso, colossale progetto.

Ma io non credo che sia andata così. La Via del Fuoco, secondo me, non c’entra niente. La genesi del mondo moderno fu frutto semplicemente del lavoro dei Sabbataisti sulle Qliphoth : ovvero di un tipo di lavoro magico particolare, condotto da una piccola organizzazione esoterica (che solo accidentalmente era formata per la maggioranza da Ebrei) delegata a portare avanti gli obbiettivi dell’organizzazione. Non è proprio il caso, quindi, di coinvolgere l’opera dei Sabbataisti in alcuna forma di odiosa speculazione razzista.

Comunque sia, furono senza dubbio loro i primi a fare del lavoro sulle Qliphoth il tema dominante della propria operatività, sviluppando riguardo ad esse una ricca metafisica che le identificava via via nelle forze del Vuoto, del Caos e dell’Abisso, nella dissoluzione dell’ego e nella possibilità di ricostituirlo in una forma nuova : non legata a un percorso individuale, bensì al progetto collettivo (cui è chiamata l’intera umanità, Ebrei o gentili non importa) dell’edificazione di un nuovo, e migliore, Universo.

Questi temi giganteggiano oggi nelle visioni moderne dell’esoterismo, e sono ormai enormemente influenti anche in politica e nella teologia cristiana. E’ mancata davvero, finora, un’analisi dell’influenza dei Sabbataisti non fondata su meschine e interessate speculazioni politiche, e credo che sarà compito dell’umanità di questo secolo portarla a termine, probabilmente quando io non ci sarò più.

Scuola chassidica - anche questa scuola del diciottesimo secolo (posteriore quindi tanto ai Luriani quanto ai Sabbataisti), riprende il concetto delle Qliphoth come residui di precedenti creazioni (potremmo quindi in un certo senso definirle energie aliene compenetrate al nostro Universo) ; si occuparono però soprattutto del rapporto tra Sephiroth e Qliphoth, ponendo le Qliphoth in rapporto con una situazione di squilibrio della Sephirah Geburah - la quale, come magistralmente spiega il mio amico Alessandro Troisi, essendo contemporaneamente marziale e mediana nella colonna dell’intelletto razionale, porta necessariamente ad un impulso verso il progresso, stimolando l’aspetto demiurgico potenziale nell’uomo.

Scuola sionista - il Sionismo è un’invenzione recente, che secondo alcuni ha poco di spirituale ; ma per quanto in esso la visione politica sia prioritaria, implica  pure un attento dibattito riguardo al ruolo della spiritualità ebraica nel mondo contemporaneo. Sto pensando, per esempio, alla prospettiva di Laithman, secondo la quale (se interpreto bene il suo complesso pensiero) Dio crea per soddisfare il desiderio dell’Uomo.

In linea di massima, direi che il tratto più originale da loro apportato all’esegesi delle Qliphoth è il partire da esse per spiegare e giustificare l’asprezza del conflitto tra il Bene e il Male : quindi, in sostanza, tutti gli scontri (anche politici) esistenti nel mondo.

Per i Sionisti, alcune parti “erronee” dell’attuale creazione inquinerebbero la capacità di giudizio obbiettivo da parte degli uomini ; per superare questo problema, l’essere umano è chiamato a identificarsi con la visione del Tutto, con la luce interna dell’anima.

Anche solo da queste frettolose note, si può intuire il contrasto tra la loro visione e quella dei Sabbataisti, quest’ultima interamente volta a incrementare l’azione delle Qliphoth sulla materia.

Sono appunto i contrasti di questo genere a rendermi scettico riguardo alla possibilità di un’azione coordinata delle varie componenti dell’esoterismo ebraico al fine di esercitare un’influenza sulla civiltà occidentale.

Su un piano più squisitamente tecnico : i Sabbataisti erano concentrati nell’azione sui gusci - il loro fine era romperli per fare in modo che le energie così liberate potessero agire sulla mente dei gentili qualificati a riceverle (esempio stupido : i fratelli Wright recepiscono nelle loro menti le energie qliphotiche, e inventano l’aeroplano).

La loro ritualità era quindi tutta volta al fine di rompere i gusci, postulando inoltre un vuoto intorno ad essi che andava colmato al fine di poter fare interagire le Qliphoth col mondo - di lì tutta una serie di geniali e raffinatissime pratiche magiche, anni luce superiori a tutto quanto la magia occidentale ha fino ad oggi insegnato.

Niente di tutto ciò nella prospettiva sionista, rivolta semplicemente a liberare la Luce senza nessuna particolare preoccupazione riguardo al suo uso - se non quella di reintegrarla nella creazione, fidando per ciò nell’opera di Dio.

Abbiamo visto finora sei scuole di interpretazione delle Qliphoth, tutte in ambito ebraico ; le altre sei invece si sono sviluppate nell’ambito dell’esoterismo occidentale, e sono le seguenti.

Golden Dawn - l’origine delle Qliphoth viene fatta risalire agli Antichi Re di Edom. Questa finissima interpretazione, ispirata all’esegesi biblica degli antient degrees massonici, è volta allo scopo di trasferire le Qliphoth nel nostro Universo senza negare la possibilità che si tratti di residui di precedenti creazioni. Possiamo considerarla alla base di tutti i successivi connubi tra Qliphoth e Ermetismo portati avanti nel ventesimo secolo, fondati su presupposti ben diversi dalle antiche combinazioni rinascimentali tra Ermetismo e qabbalah luriana.

Qliphoth demoniache - se pure la tendenza ad associare le Qliphoth con i demoni era sempre esistita, questa scuola è la prima a concentrarsi sul temi come la corrispondenza dell’Albero Qliphotico con l’edenico Albero della Vita, l’associazione delle Qliphoth agli Angeli Ribelli (o agli Angeli Caduti) e più in genere a incorporare la conoscenza qliphotica nella Magia Nera occidentale - operazione che sarei tentato di definire fuorviante se pensiamo al campo d’azione ben più ampio che lo studio delle Qliphoth può offrire, ma che ha propiziato comunque il sorgere di alcune importanti organizzazioni esoteriche oggi assai fortunate.

La prospettiva più corretta per comprendere il collegamento di ogni Qeliphah con il suo demone è intendere quest’ultimo come  una forza operante in senso contrario alla reintegrazione dell’Uomo nell’unità divina. Nell’analisi delle Qliphoth una per una che conclude questo articolo non ho citato tutti i demoni collegati alle Qliphoth, ma solo quelli che ho trovato particolarmente funzionali alla chiarezza del discorso.

Qliphoth inverse - tentativo di integrazione tra le due visioni precedenti, portato avanti soprattutto in ambito crowleyano. Enfatizza il concetto di reciprocità tra gli Alberi Sephirotico e Qliphotico, con buoni risultati operativi ma notevoli complicazioni teoriche.

Qliphoth squilibrate - la grande qabbalista Dion Fortune riprese la teoria chassidica che lega le Qliphoth a uno squilibrio di Geburah, la Sephirah del rigore e del freddo intelletto ; radicalizzandola però fino al punto di affermare che in Geburah (da lei chiamata Din) avessero la loro origine.

Questa prospettiva è biasimata per il fatto - agli occhi dei qabbalisti ebrei, davvero blasfemo - che attribuire esplicitamente l’origine delle Qliphoth alle Sephiroth equivale a affermare che le Sephiroth contengano un’imperfezione.

Qliphoth notturne - prospettiva moderna per eccellenza, collega le Qliphoth al concetto psicoanalitico di repressione. Ha molto pescato dall’insegnamento dei Sabbataisti senza prenderne tuttavia in considerazione il tratto fondamentale, che associa le Qliphoth alla coscienza collettiva.

Qliphoth caotiche - questa visione recupera dai Sabbataisti l’identificazione delle Qliphoth con il modernismo, e colma in parte alle lacune della precedente tendenza guardando alle loro proiezioni nell’inconscio collettivo.

E’ questa, potenzialmente, la direzione giusta per portare il lavoro con le Qliphoth al massimo livello di operatività magica, e per questo la Chaos Magick è forse la scuola moderna (o postmoderna) meritevole di essere seguita con più attenzione. Non sembra però che fino ad oggi sia riuscita nel compito di dare origine a un sistema solido, lasciando forse troppo spazio alla creatività dei suoi seguaci anche quando essa si propone in termini di conoscenza mal digerita o incompresa.

Il progetto di proporre un Albero Qliphotico del tutto sganciato dall’Albero Sephirotico è impegnativo e difficile. Possiamo considerarlo il coronamento di molti secoli di lavoro sulle Qliphoth, e la sua inevitabile meta ; è bene quindi che qualcuno si cimenti in tentativi a tale riguardo, ma finora siamo ben lontani dall’esserci riusciti in modo convincente.

Quest’ultima riflessione introduce bene il concetto che, forse, più di tutti è valso finora a tenere lo studio delle Qliphoth ai margini dell’esoterismo ufficiale : ovvero il loro valore di separazione - la loro implicita suggestione di una prospettiva dualista che, a un’analisi superficiale, parrebbe estranea al tema che più sta a cuore agli esoteristi, quello della trasmutazione interiore.

Ma in realtà, bisognerebbe rendersi conto che, pur senza enfatizzare questo aspetto, quasi tutte le scuole trasmutatorie suggeriscono un’analoga separazione, salvo le poche (in genere, vicine all’esoterismo tradizionale) che parlano esplicitamente di annullamento nell’Assoluto.

Per fare un solo esempio : anche una scuola fortemente intricata con il Cristianesimo (e di origine qabbalista-sephirotica perdipiù) come il Martinezismo, parla di reintegrazione dell’Uomo nelle sue facoltà, e non di altro. E’ vero beninteso che - al contrario della via qliphotica - in essa l’Uomo aspira a riconciliarsi con Dio e non a contrastarlo ; ma è altrettanto indiscutibile che la dualità Dio-Uomo non è affatto trascesa, né si insegna come farlo.

In ultima analisi, quindi, la sola reale differenza tra Martinezisti e Qlipothici è il… tipo di combustibile utilizzato per la trasmutazione (potremmo dire che i Martinezisti vanno a benzina e gli Qliphotici a gasolio) ; nonché il fatto che la via qlipothica dichiara apertamente le proprie intenzioni dualiste, mentre tante altre scuole (per non passare guai con le religioni) preferiscono far passare questo aspetto in cavalleria.

Sonnambolica, poi, è la prospettiva di quegli esoteristi che sembrano provare un perverso piacere  nell’attribuire alle Qliphoth le qualità più repellenti ; come se diffamandole si potesse in qualche modo scongiurare la progressiva incarnazione dell’Uomo nel mondo della materia, o come a volergli impedire - per una sorta di inconfessabile malignità - che il prometeico cammino da lui intrapreso possa trovare compimento.

Ci sarebbe quindi molto da lavorare sulle corrispondenze delle Qliphoth che mi accingo qui di seguito a esporre, per spogliarle definitivamente dal loro alone tenebroso e ricollegarle con maggiore evidenza al cammino evolutivo dell’Uomo.

Ma purtroppo, lo stato dell’arte ora è questo - di più finora non si è fatto, e probabilmente non si poteva fare. Anche il compito di sviluppare sulle Qliphoth una teoria degna di questo nome spetterà, forse, ai futuri esoteristi del ventunesimo secolo.

L’approccio corretto da cui partire sta nel tener presente che l’influenza delle Qliphoth sul progresso non è riscontrabile soltanto nei mutamenti storici di grande portata come le due svolte che ho citato, ma anche in eventi relativamente minori : basta che siano in qualche modo collegati all’idea di progresso, e che in essi sia possibile riscontrare il deterioramento o la cancellazione di modelli di vita precedenti.

Ecco per esempio la Qeliphah Samael nelle parole di Carlo Marx, laddove scrive che a un dato punto del loro sviluppo, le forze produttive materiali della società entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti, cioè con i rapporti di proprietà (che ne sono soltanto l’espressione giuridica) dentro i quali tali forze per l’innanzi si erano mosse. Questi rapporti, da forme di sviluppo delle forze produttive, si convertono in loro catene. E allora subentra un’epoca di rivoluzione sociale.

Esistono varie versioni dei nomi delle Dieci Qliphoth ; per la lista che segue, ho pescato un po’ di qua e un po’ di là.

 

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