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Vecchio 19-07-2002, 10.31.14   #41
bataki
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Un libro o può dirsi capolavoro quando si imprime in maniera indelebile nella tua memoria, quando riesce a graffiarti l’anima e a farti provare l’ebbrezza dell’infinito. Sono davvero poche le opere che non ho dimenticato il giorno appresso e che ancora oggi mi suscitano emozioni se immagino di riviverli con lo spirito di quando li lessi.

Vi lascio qualche titolo

-L’uomo senza qualità – Robert Musil (1880-1942)
Si avverte la ricerca ossessiva per il tempo perduto, fuori dal quale il protagonista,certamente antieroico, è incapace di vivere; ma egli non si sforza tanto di fissare il passato,quanto di trovarvi un centro, un senso. Ulrich Anders non è però, come il titolo sembra voler suggerire, quell’uomo della strada di cui la letteratura ha dato molti esemplari tra le due guerre.Egli ha moltissime qualità, tutte di prim’ordine,rarissime e invidiabili a cui però non corisponde alcuna capacità d’agire. L’uomo senza qualità è piuttosto un insieme di qualità senza uomo. Ma Anders non è un abulico. Quando deve agire lo fa con istinto sicuro e non sbaglia;è che non sa per quale scopo debba agire, cosi’ continua a coltivarsi e ad osservare gli altri nella perenne attesa di un’esperienza che davvero degna di essere vissuta.

-Senilità- Italo Svevo (1861-1928)
Il felicissimo titolo del romanzo allude a una condizione psicologica di abulia e di rinuncia del gusto giovanile della vita. Il protagonista, Emilio Brentani, ha i tratti del tipico inetto sveviano: contorto e contraddittorio, diffidente, cauteloso, un debole che si ritiene superiore(tipico complesso del superuomo di provincia), un risibile Pigmalione irretito nei lacci spirituali della procace Angiolina. La quale è davvero doppia: la silfide “Ange” per l’Emilio esaltato idealista e la carnosa “Giolona” per il concreto Balli, intimo amico del nostro. Non a caso quando Emilio giungerà a possederla ,da buon sognatore e angelista ne rimarrà disgustato, nonché deluso, per lui ci sarà soltanto un risarcimento onirico di un chimerico tempo perduto, che egli sa,pero’, di non aver mai posseduto ma soltanto sognato, sperato.

-Ossi di seppia- Eugenio Montale (1896-1981)
Anche Montale come Svevo propone il ritratto di un antieroe perplesso, in crisi d’identità, ferito dalla disarmonia del reale, diviso fra la stoica prostrazione ell’”indifferenza” e l’illusoria aspettativa di un “miracolo” che spezzi il cerchio oppressivo della necessità cosmica. La crisi gnoseologica che sta dietro agli Ossi vieta ogni confortante certezza (“non chiederci la parola che squadri da ogni lato\ l’animo nostro informe a lettere di fuoco….”) ed è preludio al “male di vivere”,ad un pessimismo cosmico analogo a quello leopardiano e sartriano: avvertirsi come ombre, chiuse sul limitare del contingente è accettazione della negatività radicale del vivere che è anche ma non solo il fascismo.

Guido Piovene (1907- 1974)
Piovene è una delle personalità piu’ complesse per non dire oscure del Novecento. La sua narrativa nasconde spesso un’inclinazione saggistica e riflessiva in stretta unità con una serie di elementi fissi, recuperati dal mondo infantile e domestico: il Veneto(piu’ di rado, Vicenza città) dove i conti Piovene vivevano in una villa in campagna; il dolce paesaggio collinare trasfigurato sentimentalmente; l’aristocratica vita di villa coi famigliari e il seguito di servitori (il tutto ritratto con la morbidezza di un Fogazzaro commista a giocosità goldoniana); il rapporto tortuoso con una madre giovane e capricciosa. Infine domina su tutto la cultura cattolica e gesuitica che genera un’ambigua diplomazia sentimentale. Alla verità netta si preferisce la tecnica ipocrita della “dissimulazione onesta” che regge le relazioni umane sui cardini della restrizione mentale, della reticenza e di una contorta e morbosa “pietà”: si mente per non causare contrasti o sofferenze,pervenendo ad una complicatissima distorsione di ogni legame sentimentale.
Temi questi che pervadono tutta la sua produzione ma soprattutto i primi romanzi (come lettere di una novizia), mentre successivamente con “le Furie” e le “stelle fredde” indulgerà anche ad una tematica storica-ideologica che si dipana in atmosfere oniriche in chiave metafisica e visonaria.

- Etica- Baruch Spinoza (1632-1677)
Molto stuzzicante, ma solo per pochi, pochissimi...
bataki is offline  
Vecchio 19-07-2002, 11.33.33   #42
Gigi
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Illusioni di Richard Bach

E' l'ultimo che ho letto
In ognuno di noi c'è un Messia, solo che spesso, purtroppo, nn ce ne rendiamo conto.
Ci poniamo dei limiti che ci impediscono di farlo emergere, e anziché affidarci a lui (comunque lo si voglia chiamare), deleghiamo ad altri il compito di renderci felici.
Illusioni. Tutto è, ciò che vogliamo vedere. Come lo vogliamo vedere.
Una bella spolveratina dell’anima per liberarla dalle catene della nostra mente. Questo è Illusioni.
Gigi is offline  
Vecchio 21-07-2002, 23.40.12   #43
visechi
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L’uomo senza qualità – Robert Musil (1880-1942)
Si avverte la ricerca ossessiva per il tempo perduto, fuori dal quale il protagonista,certamente antieroico, è incapace di vivere; ma egli non si sforza tanto di fissare il passato,quanto di trovarvi un centro, un senso. Ulrich Anders non è però, come il titolo sembra voler suggerire, quell’uomo della strada di cui la letteratura ha dato molti esemplari tra le due guerre.Egli ha moltissime qualità, tutte di prim’ordine,rarissime e invidiabili a cui però non corisponde alcuna capacità d’agire. L’uomo senza qualità è piuttosto un insieme di qualità senza uomo. Ma Anders non è un abulico. Quando deve agire lo fa con istinto sicuro e non sbaglia;è che non sa per quale scopo debba agire, cosi’ continua a coltivarsi e ad osservare gli altri nella perenne attesa di un’esperienza che davvero degna di essere vissuta.


Finalmente... Di questo fantastico libro (uno dei più belli in assoluto) ho letto il primo volume dell'edizione Einaudi... dimmi, Bataki, il secondo è altrettanto bello???

Grazie
visechi is offline  
Vecchio 22-07-2002, 09.14.08   #44
bataki
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Bè, nella seconda parte si accentua il carattere saggistico dell'opera tanto che la divagazione intellettuale si sostituisce gradualmente alla vicenda. Sfilano i ritratti ,perlopiu' caricaturali, dei simulacri di un impero,l'Asburgico, ormai in crisi.
Un' analisi limpida e sferzante sempre accompagnata da una dolorosa tensione per le sorti di una società ormai avviata alla frantumazione. La polarità dell'intelaiatura narrativa mi ricorda molto quella dei coevi Buddenbrook di Mann e penso che se hai letto con piacere quest'ultimi farai lo stesso con Musil.

ciao
bataki is offline  
Vecchio 27-07-2002, 20.22.54   #45
Armonia
 
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"Se una notte d'inverno un viaggiatore"
di
I. Calvino

"Ci sono giorni in cui ogni cosa che vedo mi sembra carica di significati: messaggi che mi sarebbe difficile comunicare ad altri, definire, tradurre in parole, ma che appunto perciò mi si presentano come decisivi. Sono annunci o presagi che riguardano me e il mondo insieme: e di me non gli avvenimenti esteriori dell'esistenza ma ciò che accade dentro, nel fondo; e del mondo non qualche fatto particolare ma il modo d'essere generale di tutto. Comprenderete dunque la mia difficoltà a parlarne, se non per accenni"



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Vecchio 28-07-2002, 06.50.24   #46
Hop-Frog
 
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Ciao, le cose che ho letto e che mi sono piaciute di più sono state i racconti di E.A.Poe, di Lovecraft, di Maupassant, e le 120 giornate di Sodoma di Sade.
Ciao!
 
Vecchio 07-08-2002, 18.19.16   #47
ely
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l'ultimo libro che è veramente piaciuto è "il castello dei sogni" di Susanna Tamaro una raccolta di storie educative lo consiglio a cui a figli secondo me è piacevole ed educativo
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Vecchio 07-08-2002, 23.59.52   #48
visechi
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Antologia di Spoon River

Gran bella lettura... mi è piaciuta... Grazie per il consiglio...

Ho inserito come file le impressioni a caldo... chi fosse interessato vada a leggerle, poi, però, mi faccia sapere cosa ne pensa....



Grazie.... Ciao
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Vecchio 09-08-2002, 09.26.38   #49
firenze
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per vanlag

Anche "Il gabbiano Jonhatan Livingstone" e "L'alchimista" a parer mio possono essere aggiunti per argomento agli stupendi libri da te citati.
Salve
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Vecchio 18-08-2002, 12.55.35   #50
Ygramul
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Son tre giorni che cerco di inserire il mio messaggio! Faccio evidentemente qualcosa che impedisce al server di accettarlo, ma non conosco l'inglese e non so cos'è...
Ci riprovo: oltre a complimentarmi per aver aperto una area di recensione sui libri, volevo proporne alcuni letti da me:
1) TIZIANO TERZANI "Lettere contro la guerra":
si tratta di una raccolta di articoli e riflessioni nate in seguito all'evento di cui sta per cadere il primo anniversario: l'attentato terroristico dell'11 Settembre 2001. Terzani cerca faticosamente di percorrete le ragioni degli "altri", animato dal desiderio di conoscere, di comprendere. Il suo è un discorso lucido, doloroso, mai scontato, ottenuto da una testimonianza diretta raccolta in luoghi dimenticati dall'Occidente opulento. Emerge un caleidoscopio di umanità che chiede principalmente di non essere annullata da una società che ci vuole tutti uguali, tutti al servizio del consumismo, e che sceglie spesso delle strade integrali e violente. Ma siamo proprio sicuri di essere, noi, immuni dal Male?
2) RAY BRADBURY "Fahrenheit 451":
scritto nel 1953, oggi appare un libro veramente profetico. Una società caratterizzata dalla presenza supinamente accettata di una televisione "a 4 pareti", chiassosa e ciarliera, rifiuta e persegue i libri, chi li legge e li raccoglie. Per far ciò si serve dell'operato dei pompieri, i quali non spengono più fuochi, ma li accendono, per bruciare ogni libro che trovano. Uno di loro, però, per circostanze fortuite, comincia a vedere le cose sotto un punto di vista differente, comincia a leggere, a nascondere libri. Perseguitato a sua volta perderà tutto conquistando in cambio la libertà del pensiero. François Truffaut ne fece un film, ma leggere il libro è un'esperienza destinata comunque a sorprendere: il finale, diverso nel libro, accenna ad una "strana" guerra e ad aerei che puntano sulla città...
3) MICHAEL ENDE "La storia infinita":
libro a cui debbo i nik che uso su internet... Spesso scambiato per una favola, è in realtà un difficile viaggio all'interno dell'inconscio collettivo prima, individuale poi. Il tutto abilmente trattato sotto le mentite spoglie di un linguaggio che sembrava perso: la metafora. La quale si serve di immagini dantesche, di ricordi della mitologia greca e di quella nordica, del ciclo cavalleresco bretone, di ricordi celtici, di immagini pittoriche quali quelle dell'Arcimboldo e dei più recenti Surrealisti (il padre dell'autore era uno di questi ultimi). La storia Infinita mantiene la sua promessa: si potrebbe leggerlo 10000 volte e lo si troverebbe sempre diverso, nel turbinìo di caleidoscopiche immagini ogni volta si trova un messaggio nuovo.

Ultima modifica di Ygramul : 18-08-2002 alle ore 12.57.54.
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