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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 01-01-2005, 23.24.50   #11
giovanni
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Messaggi: 464
necessità

Ecco, Antonio, un degno spunto.
Ci sono già tanti partiti, che farcene di un altro?
Rispondo con una domanda al forum: vi sentite rappresentati da qualcuno degli attuali partiti?
Inoltre, aggiungo, che l'idea di fondare un nuovo partito è, adesso, più che altro una provocazione, intesa a far emergere la mole di opinioni politiche che i politici di professione riescono a tenere sommerse, facendo vergognare quasi chiunque non sia della loro schiera di fare ragionamenti politici, come se la politica fosse una prerogativa degli eletti o degli apparati di partito.
Basta inveire contro chi si azzardi urlando un: "questo è un giudizio politico!", e così tacciando di interferenza illecita il malcapitato, oltre ad affibbiargli indirettamente l'etichetta di persona di parte, dunque non obiettiva, dunque intrisa di pregiudizi, ergo non credibile né degna di considerazione. In tal modo la società civile si continua a ritrarre dal giudizio politico, permettendo a chi ha le mani in pasta di continuare a sguazzare nel malaffare a danno della comunità.
Tornando al suddetto spunto: i partiti presenti, alla meglio, rappresentano ideali (o ideologie) legati alla cultura dei primi del Novecento; alla peggio, sono infiltrati da cinici individui che scelgono la casacca d'appartenenza solo sulla base del miglior ritorno personale (e preferisco non calcare oltre la mano, anche se sarebbe facile e raccoglierebbe applausi).
Un eventuale nuovo partito (o movimento, o associazione, o confraternita o come preferite chiamarlo che tanto è lo stesso dal punto di vista pratico) deve invece rispettare come minimo due requisiti:
- un sistema di regole interne che vincolino al rispetto, all'interno ed all'esterno del partito stesso, dei fondamentali principi della democrazia (anche se io preferirei parlare di stato di diritto);
- il rifiuto totale del personalismo, dunque criteri di selezione ed avvicendamento dei suoi iscritti che vincolino gli stessi a cedere il passo irrevocabilmente dopo un periodo prefissato.
E con questo la griglia straborda. Prima di mettervi altro sopra, preferirei che qualcuno assaggi e mi dica se ha gradito la cottura.
Disincantati saluti
Giovanni
giovanni is offline  
Vecchio 01-01-2005, 23.35.13   #12
VanLag
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Re: Facciamoci Partito!

Citazione:
Messaggio originale inviato da giovanni
Perché non creare un partito politico che spiazzi questi quaqquaracquà di politicanti arraffoni per sostituirli con gente più affidabile?
Purché si ispiri a – libertà, fraternità ed uguaglianza – e non a – Dio patria e famiglia –

Ma personalmente credo che ...............

non potrò mai diventare
direttore generale
Delle poste e delle ferrovie,
non potrò mai far carriera
nel giornale della sera
anche perché finirei in galera.

Come diceva Bennato.

Comunque partito magari no ma movimento di opinione potremmo diventarlo con internet, il problema è che non siamo mai d’accordo su niente.....

VanLag is offline  
Vecchio 02-01-2005, 01.13.45   #13
giovanni
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ragioni

Ha ragione VanLag, sarebbe certamente più facile creare un movimento d'opinione che un partito, se almeno trovassimo qualcosa su cui essere d'accordo.
Il movimento richiede l'accordo su ciò che non ci piace della politica, il partito su ciò che ci piacerebbe fosse la politica. Il fatto stesso che ciò che non piace è solitamente più di quel che piace rende semplice trovare persone che condividano almeno qualcosa di ciò che non gradiamo, piuttosto che persone che abbiano i nostri stessi gusti. Diciamo che il nostro è un problema negoziale: dobbiamo decidere insieme (negoziare) la strada da seguire, il linguaggio da usare, i modi d'agire.
Problemi simili sono risolti con successo in molti contesti quotidiani, qui la grande differenza la fa la dimensione dell'ipotetico risultato finale: finisce che ci si preoccupi così tanto della distanza da compiere da non risolversi a muovere neppure un passo. Dunque dovremmo cercare di individuare obiettivi minimi di semplice raggiungimento, senza smarrire lo sguardo all'orizzonte.
L'idea del movimento d'opinione va in questa direzione, dunque l'abbraccio volentieri.
Ne approfitto per aggiungere altro.
" il problema è che non siamo mai d’accordo su niente..." diceva VanLag. Sotto un certo punto di vista ha ragione, e le ragioni sono secondo me in parte legate al tipo di medium che utilizziamo.
Questo permette anonimato, tra le altre cose. E chi si fiderebbe di chi nasconde la sua identità? Che legame è possibile?
Ammetto che Giancarlo de Angelis, forse nel suo primo post, aveva ragioni da vendere sui motivi che lo spingevano a presentarsi con nome, cognome e foto.
Con questo non dico che dovremmo pubblicare ognuno indirizzo e telefono e numero di carta di credito per sviluppare maggiore fiducia reciproca, ma solo intendo indicare quello che potrebbe risultare un ulteriore problema.
In proposito, di me potete scoprire parecchio ai link presentati nel secondo mio intervento qui. Adesso, prima che la carne bruci, tolgo la brace, che è pure tardi.
Buona notte ed ancora auguri.
PS: se qualcuno avesse già visitato i detti link, gradirei commenti utili al loro sviluppo, grazie
Ancora auguri, Giovanni
giovanni is offline  
Vecchio 02-01-2005, 11.32.38   #14
VanLag
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Qualche altro pensiero

Un punto secondo me imprescindibile è la necessità di un progetto laico, perché diversa è “l’amministrazione della cosa pubblica” e diversa “è l’amministrazione delle coscienze ed il monopolio del valore etico e morale”.
La politica italiana ha sempre sofferto di questa commistione tra stato e chiesa, tra valori etici e valori morali e questo spiega, sempre a mio avviso, il degrado che ha portato tanto mal costume all’interno della nostra politica.
La pulizia intellettuale dei compiti della politica corrisponderebbe anche ad uno snellimento della stessa con tutto profitto dell’efficacia/efficienza e quindi a vantaggio dei cittadini.

Sull’anonimato in internet da abbastanza fastidio anche a me soprattutto quando vedo certe iscrizioni dove guai mettere un’indicazione su se stessi, (almeno la data di nascita si potrebbe mettere), e mi da l’idea di qualche cosa di sporco e furtivo, quasi fossimo una setta che ha qualche cosa da nascondere.

Però sul nome e cognome ci potrebbero esserci altre considerazioni, ad esempio se io sono famoso, farmi riconoscere qui, potrebbe compromettere la base di parità con la quale vorrei relazionarmi.

Per ora mi fermo.

VanLag is offline  
Vecchio 02-01-2005, 12.01.53   #15
antonio greco
L' Emigrato
 
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moltissime osservazioni sopra sono condivisibili. Soprattutto come requirements.

Purtroppo bisogna tenere conto della realtà esistente. La realtà esistente si vede da questo:
- la divaricazione dalla mentalità europea media (quella che permette di gestire un Paese) di quella ormai troppo diffusa in Italia, é enorme e crescente; ci avviamo, come mentalità, verso l' America Latina...
- la mentalità ormai troppo diffusa in Italia e le capacità che abbiamo perse come popolo (sono tante, ma abbiamo perso anche i VALORI) non permette una gestione del Paese soddisfacente per tutti, ma solo per quelli che prendono, coll' inganno, il potere.

Per spiegarmi con argomenti sostanziosi (ho lavorato dieci anni su questo argomento), vi propongo di leggere le seguenti Lettere dall' Europa:
- Cullarsi nelle fatue illusioni;
- Divaricazione dall' Europa;
- Italia Desnuda;
- Flessibilità e evoluzioni del Bel Paese; e eventualm. altro.

Troverete tali lettere su:


http://angrema.blogspot.com
www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito, argomento “società”)


Se leggete tali lettere forse potreste convenire che non é un partito che serve ma il cambiamentop della
antonio greco is offline  
Vecchio 02-01-2005, 15.10.35   #16
giovanni
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Messaggi: 464
dove si risponde e si propone

Purtroppo la parte finale del messaggio di Antonio manca, ma credo si riferisse alla mentalità (correggimi se sbaglio). Quale che sia l'esito di questa discussione, se un progetto concreto o la reiterata esposizione di opinioni dissonanti, la mentalità dei partecipanti dovrà necessariamente tenerne conto: vuoi razionalizzando le parti con cui non si concorda per sterilizzarle funzionalmente al mantenimento della precedente opinione, vuoi accogliendole in una visione del mondo rimodellata sulla base delle nuove informazioni scambiate.
Pregherei dunque Antonio di prendere questo progetto di un nuovo partito come un pretesto per offrire agli altri la sua esperienza, magari usando il suo pessimismo in proposito per frenare eventuali slanci d'entusiasmo che possono far perdere il senso della realtà.
Riguardo al problema dell'anonimato, concordo con VanLag, e per adesso sorvolerei, lasciando al singolo se e come farsi conoscere magari con messaggi privati rivolti selettivamente agli individui di cui ha più fiducia o con cui ha acquistato più familiarità. Rimane comunque un problema da tenere sullo sfondo, sicuramente secondario a quella che potrebbe diventare un ben più pressante esigenza: contarci! Sapere di non essere i soli a credere e perseguire certi obiettivi è di non poco effetto sulla motivazione ad andare avanti. Ma anche su questo ora è meglio sorvolare (sperando di non cader vittima della sindrome da alta quota...).
La necessità di un progetto laico mi trova, ancora una volta concorde, per quanto toccherà di sicuro stare attenti al modo in cui usare la parola per evitare di mettere sula difensiva quanti tengono alla sfera religiosa.
Forse sarebbe il caso di dichiarare ideali e scopi del nostro discorso politico, ognuno dal suo punto di vista, per cominciare ad elaborare qualcosa a partire dai punti in comune, ma usare pure quelli di discordia per verificarne le possibilità di comporli o di tralasciarli.
Bye. Giovanni
giovanni is offline  
Vecchio 02-01-2005, 17.59.13   #17
antonio greco
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UN BREVE TESTO SOLO INDICATIVO

Caro Giovanni,

il mio messaggio era troncato da una falsa manovra, per cui é partito troppo presto. Ma tu hai capito lo stesso cosa intendevo.

Spiego la situazione come io la ho valutata in almeno dieci anni.

1. Il modo di avere contatti sociali e di lavorare in Italia ha subito negli ultimi due lustri una deriva negativa accelerata. La quale é dovuta a tanti fattori (sarebbe troppo lungo descriverli qui, ma ho l' elenco).
2. I cambiamenti hanno portato in tanti settori aumenti di inefficienze. Gia il solo fatto che in Italia non c' é conoscenza della organizzazione , del pensiero e della azione strutturati ed organizzati (che é necessario in molti casi) ci teneva un po' al bando della U.E. Ora l' aumento delle inefficienze ci ha dato il colpo di grazia.
3. Non dovete credermi, ma fare prove campioni. Prendete un corpo sociale in Italia ed uno simile in altro Paese europeo a Nord delle Alpi. Ad esempio il parlamento, oppure la posta o le Ferrovie, etc... Paragonate per un po' risultati ed inefficienze nei rispêttivi Paesi. Scoprirete che in troppi casi stiamo messi male. Quando arriverete a tali conclusioni, mi contattate. Io ho studiato a fondo la cosa e so quali sono le interazioni, non di tutti i fattori , ma almeno di quelli importanti.
4. Quello che pôtreste scoprire: che in questo Paese o eliminiamo subito il parlamento, per sostituirlo con tecnici documentati e seri, non di parte (via i partiti). Oppure andate al III MOndo...Io sono emigrato (ho avuto qualche sospetto nel ' 82 e me ne sono andato)

E per questo approccoio, per quanto difficilissimo, che io vedo la necessità di un' alleanza di movimenti seri. Ma per organizzare un' alleanza di movimenti ci vorrebbero capacità organizzative e chiarificatrici, di analisi, che sono pressoché sconosciute in Italia.....

Vi ho detto quello che per me é l ' AMARA VERITA, che non si puo' ignorare più.........


Antonio Greco
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Vecchio 03-01-2005, 02.12.29   #18
giovanni
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Proprio il degrado della società italiana, soprattutto nella sfera politica, che sta al centro di quasi tutto, generando essa le regole in base alle quali giocare in società, mi ha spinto a cercare tramite questa discussione di far emergere capacità organizzative e chiarificatrici, di analisi, chi non credo siano estinte in Italia.
Antonio propone, mi pare, la cosiddetta tecnocrazia. Non ho ben compreso, però, se l'eliminazione del parlamento di cui parla è relativa alla sostituzione dei suoi membri con altri più capaci ed onesti o se è relativa alla soppressione dell'istituzione, magari da sostituire con altri tipi di organi legislativi.
La proposta non risolve il problema della selezione della classe governante, che è un altro dei punti cardine per poter modificare l'assetto politico attuale.
Giovanni
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Vecchio 03-01-2005, 09.59.14   #19
antonio greco
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COMPLETAMENTE D' ACCORDO

Ciao Giovanni,


completam. d' accordo coi tuoi ultimi punti. Cerco di espandere.

1. Non si puo' dire che la classe politica, da sola, abbia rovinato l' Italia. Ma essa, specie nell' ultimo lustro, ha dato la mazzata finale. Perché ha diffuso la corruzione in tutta l' economia......Che poteva fare di peggio ? ? ?
2. Ogni poplo ha la classe politica che merita. Quando fu scoperta Tangentopoli, TIME scrisse: "Gli Italiani arrabbiati perché scoprono che il quadriparito ha gestito affari loschi e fondi nascosti. Sono molto sorpresi e nauseauti. Li vorrebbero buttar fuori tutti.......... Non sanno che quella classe politica che ha gestito fondi neri é LA MIGLIORE ESPRESSIONE DELLE MENNTATITA' ITALIANA DI OGGI". Lo cito perché é sempre valido, specie oggi.
3.Ho due testi dimostrativi e molto concisi (uno schema) che si applicano all' Italia e all' America latina. Non li posso infilare qui, non vi entrano per problemi di formato. Si chiamano "Mazzi e Padrini". Chi li vuole me li chieda, sono interssanti per capire, su una figura, le differenze abissali fra Italia e U.E.
4 La mentalità e la società italiane di oggi sono tali da:
a) scoraggiare le persone serie e metterle da parte;
b) far prendere il potere ai peggiori.
c) stendere tappetini rossi davanti alle mafie in aumento.
d) scoraggiare le iniziative buone.

Quali i motivi ? Tantissimi.. il primo é: la mancanza di regole e di VALORI.

I politici che abbiamo li abbiamo meritati, come società; sono trenta anni che i politici che vanno al potere sono reclutati coll' omertà e la cooptazione...In Paesi seri,con mentalità seria, il politico é reclutato in genere sulla base delle sue capacità professionali. Che nel parlamento italiano non servono, poiché li si fanno le chiacchiere, si risolvono i problemi della persona che sta al potere, e si fa anche..... tanta demagogia.....

Guardare l' Italia dall' Europa fa capire questo e altro.

La mia raccomandazione. Per essere efficienti nelle discussioni (arrivare a risulatati validi), non potreste essere più concisi e fare uno sforzo di choiarezza ? Basta eliminare le infioriture...

Antonio Greco
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Vecchio 03-01-2005, 15.51.25   #20
antonio greco
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Wink RIPARTIRE COL BUON PASSO

Vedo negli interventi una gran voglia di ripartire, ma seriamente.

Allora, pensando a voce alta, immagino due strade:

- un’ aggregazione di persone che si dichiarano serie e che vogliono una società migliore, che fanno un programma, trovano gli strumenti (e finanziamenti) necessari e iniziano l’ avventura politica. Supponendo che siano bene organizzati e strutturati come compiti, obiettivi e strategie. Si rirovano dove ? in un’ arena politica dove impera la menzogna , il secondo fine non dichiarato, il voltafaccia, le scorrettezze, i colpi bassi, etc. Cioé quei comportamenti che abbiamo ora. E un tipo di società ove gli scorretti (e i senza scrupoli) fanno strada, e le persone serie e corrette vengono messe in un angolo. Oppure si fanno ricattare e divengono, anche loro, scorretti.

Per tale avventura, do’ un soldo di scommessa.


- Si fa un’ analisi portata avanti da un gruppo di persone determinate, si portano le conclusioni a conoscenza di quelli che chiedono da anni la competitività (imprenditori e esercenti). Si forma un’ alleanza fra le forze migliori del Paese.. per dichiarare al Paese le conclusioni dell’ analisi.. Che potrebbero anche essere, ad esempio: “se restiamo cosi, colla società attuale, entro pochi anni, saremo l’ Argentina della U.E.. Cioé lo Stivale fallisce”.

Quali che siano le conclusioni da dare al Pâese, non saranno bellissime. Ma saranno tali da giustificare un cambiamento totale, di: obiettivi, strumenti per gestire un Paese (un patto sociale), introduzione dei VALORI e delle stesse capacità di gestione che sono normali nel resto dell’ Europa.. Si tratta cioé, lo avete capito, di europeizzare la società e i comportamenti. Di conseguenza, dopo qualche tempo, anche le efficienze.

Per questo approccio, io direi: é difficile, ma l’ unico che puo’ funzionare. Perché é la presenza della catarsi che puo’ giustificareil cambiamento delle basi della società (ora non ce ne sono di basi chiare e accettate). Allora sarei disposto, dopo aver travasato l’ esperienza di società civile che ho fatto in Europa, dopo essermi assicurato che i quadri dirigenti hanno idee chiare, determinazione e metodi adeguati, a scommettere una certa somma.

Antonio Greco
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