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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 19-05-2008, 09.57.35   #11
senzanome
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Data registrazione: 17-04-2006
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Riferimento: Le diverse vie per combattere la solitudine.

Quel che penso io della solitudine.

La solitudine è una delle grandi paure dell'essere umano.
Nella nostra società modi per sfuggire alla solitudine ce ne sono parecchi.

Ma la solitudine è un tratto umano. La nostra solitudine è direttamente collegata all'angoscia esistenziale, al nostro essere finiti pur avendo dentro di noi l'idea dell'infinito.
Siamo esseri soli pur essendo animali sociali.
La solitudine dovrebbe tornare ad essere un valore.
La solitudine è necessaria per riuscire ad ascoltare se stessi, andrebbe coltivata, ricercata.
La società così come è strutturata non solo rifugge la solitudine ma addirittura addita come non sane quelle persone che la cercano.
La famiglia in questo senso non fa eccezione.

Io sola posso sapere quando il mio essere un animale sociale si fa preponderante, quando il mio bisogno di socializzazione diviene forte.
E io sola posso sapere quando il mio bisogno di stare da sola si fa preponderante, quindi quando e come appagarlo.
Siamo fatti di opposti. I problemi nascono quando si privilegia uno solo dei termini che anziché contrapposti dovrebbero essere dialettici.
E' un discorso molto interessante questo.

In questo senso il mio bisogno di solitudine è uguale a quello dell'altro. Riconosco in me questo bisogno e riconosco nell'altro lo stesso bisogno e in quanto tale lo rispetto.
senzanome is offline  
Vecchio 19-05-2008, 12.11.08   #12
hava
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Messaggi: 542
Riferimento: Le diverse vie per combattere la solitudine.

La nostra solitudine è direttamente collegata all'angoscia esistenziale, al nostro essere finiti pur avendo dentro di noi l'idea dell'infinito [quote]

Conosco la sensazione, ma finora non ho trovato modo di esprimerla. Penso che l'idea dell'infinito ci sia innata perche' dall'infinito proveniamo. E per essere finiti ci necessita un lungo processo che non sempre portiamo a termine. Ed e' questo che provoca le nostre ansie.
Il tuo bisogno di solitudine non e' uguale a quello dell'altro. Conosco tanta gente che ha paura di star sola, e preferisce la soluzione di confondersi nella folla qualunque essa sia.
hava is offline  
Vecchio 19-05-2008, 15.04.50   #13
donella
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Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
Riferimento: Le diverse vie per combattere la solitudine.

Citazione:
Originalmente inviato da hava
Penso che l'idea dell'infinito ci sia innata perche' dall'infinito proveniamo. E per essere finiti ci necessita un lungo processo che non sempre portiamo a termine. Ed e' questo che provoca le nostre ansie.


Carissima Hava,
che nel nucleo della tua prima affermazione debba trovarsi qualche chiave importante, sono anch'io convinta.
Però, ed è soltanto una domanda accompagnata da tutta l'umiltà possibile, cosa ti fa ritenere "che l'idea di infinito ci sia innata" , e , perdipiù, in così veloce e indimostrato collegamento con l'altra e apparentemente necessaria che "dall'infinito proveniamo"?

Svolgo solo un primo dubbio volutamente elementare: cosa ci autorizza a ritenere innata l'idea d'infinito.... se è esattamente quella che più di ogni altra ci sevizia e ci turba?
Ossia: non credi che ciò che è innato dovrebbe (statisticamente, quanto meno) sorriderci e consolarci anzichè terrorizzarci?
Non credi che a terrorizzarci sia sempre e soltanto ciò che NON conosciamo e NON sentiamo come nostro?
E' solo il mio piccolissimo punto di vista qui e ora, ma il fatto stesso che sia generalizzata la furia di bypassare la domanda (perchè solitudine?) per trincerarsi compulsivamente dietro OGNI possibile risposta estemporanea-fortunosa-calmierante.... non ti fa dubitare che ...non solo l'idea di infinito... ma anche quella ...infinitamente... più modesta della semplice "normalità" di condivisione della condizione umana.... sia da ciascuno così lontana ... che spesso non basta una vita intera per averne appagante coscienza?
In parole mie, che so perfettamente odiose ad alcuni e che però sono le mie autentiche e sincere,..........a volte (spesso) mi sembra che ci dopiamo di "sentita" appartenenza all'infinito innato.... e poi c'è così estraneo che muoriamo di terrore... perchè NON SENTIAMO che il terrore dell'Altro è proprio lo stesso nostro.....

(Se mi dici che ho preso un granchio giuro che sono contenta)



P.s. : concordo in toto che i bisogni di solitudine siano tutti diversi l'uno dall'altro; però mi sembrano assolutamente identici i bisogni di vincerla, QUALI CHE SIANO LE AFFRETTATE "RISPOTE" A CUI PERVENGONO.

--------------------

Volevo ringraziare particolarmente Noor.
Perchè ho sentito perfettamente "inteso" quel che ho cercato di dire, e soprattutto perchè.... (spero di aver io correttamente inteso).... Noor ed io non abbiamo "risposte" somiglianti alle nostre "solitudini".... ossia credo che non ci troveremmo mai nelle "risposte"..... però credo meraviglioso che ci siamo trovati (guarda caso) nella considerazione del Ruolo della Domanda....
Grazie Noor.
donella is offline  
Vecchio 19-05-2008, 19.00.05   #14
senzanome
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Data registrazione: 17-04-2006
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Riferimento: Le diverse vie per combattere la solitudine.

non eisste uomo che non abbia bisogno di stare da solo, da solo con se stessa.
La maggioranza delle persone però ha paura della solitudine. Perché?
Perché saper stare bene con se stessi, ascoltare se stessi, dialogare con se stessi, sentire nella carne il dispiegamento dei propri pensieri, saper ascoltarsi non è cosa facile. Uomini e donne spesso hanno paura di ascoltare se stessi.
La paura è quella di perdersi se si è soli, quella di non riuscire a tollerare la profondità del prorio sentire.
Più si ha paura più si rifugge da una condizione che invece è umana, connaturata alla natura umana. L'essere umano ha necessità di riflettere, pensare, ascoltarsi, pensare. Quel che varia è l'intensità di questo bisogno.
Certo è che se non lo si riconosce si cercano modi fintamente sociali, non genuini, di stare in compagnia, di cercare l'incontro con l'altro.
Una socialità che è solo fuga dalla propria solitudine diventa allora anche negazione di un altro bisogno, quello di appartenenza. Con il risultato che sono frustrati entrambi i bisogni e con conseguente sofferenza della persona.

La domanda da porsi è il perché non si riesce a tollerare se stessi, infatti stare da soli significa sapersi amare, curarsi di sè, conoscersi, sapere chi si è, cosa si desidera, cosa no.
E l'incontro con l'altro da te allora diventa anche esso necessità, bisogno di scambiare e condividere con altri che sono diversi da te, non fuga da se stessi.
Ci ritornerò. L'argomento mi interessa molto.
soprattutto sull'idea di infinito. spiegherò meglio.
senzanome is offline  
Vecchio 19-05-2008, 19.49.51   #15
hava
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Riferimento: Le diverse vie per combattere la solitudine.

Citazione:
Originalmente inviato da donella
Carissima Hava,
che nel nucleo della tua prima affermazione debba trovarsi qualche chiave importante, sono anch'io convinta.
Però, ed è soltanto una domanda accompagnata da tutta l'umiltà possibile, cosa ti fa ritenere "che l'idea di infinito ci sia innata" , e , perdipiù, in così veloce e indimostrato collegamento con l'altra e apparentemente necessaria che "dall'infinito proveniamo"?

Svolgo solo un primo dubbio volutamente elementare: cosa ci autorizza a ritenere innata l'idea d'infinito.... se è esattamente quella che più di ogni altra ci sevizia e ci turba?
Ossia: non credi che ciò che è innato dovrebbe (statisticamente, quanto meno) sorriderci e consolarci anzichè terrorizzarci?
Non credi che a terrorizzarci sia sempre e soltanto ciò che NON conosciamo e NON sentiamo come nostro?
E' solo il mio piccolissimo punto di vista qui e ora, ma il fatto stesso che sia generalizzata la furia di bypassare la domanda (perchè solitudine?) per trincerarsi compulsivamente dietro OGNI possibile risposta estemporanea-fortunosa-calmierante.... non ti fa dubitare che ...non solo l'idea di infinito... ma anche quella ...infinitamente... più modesta della semplice "normalità" di condivisione della condizione umana.... sia da ciascuno così lontana ... che spesso non basta una vita intera per averne appagante coscienza?
In parole mie, che so perfettamente odiose ad alcuni e che però sono le mie autentiche e sincere,..........a volte (spesso) mi sembra che ci dopiamo di "sentita" appartenenza all'infinito innato.... e poi c'è così estraneo che muoriamo di terrore... perchè NON SENTIAMO che il terrore dell'Altro è proprio lo stesso nostro.....

(Se mi dici che ho preso un granchio giuro che sono contenta)



P.s. : concordo in toto che i bisogni di solitudine siano tutti diversi l'uno dall'altro; però mi sembrano assolutamente identici i bisogni di vincerla, QUALI CHE SIANO LE AFFRETTATE "RISPOTE" A CUI PERVENGONO.

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Volevo ringraziare particolarmente Noor.
Perchè ho sentito perfettamente "inteso" quel che ho cercato di dire, e soprattutto perchè.... (spero di aver io correttamente inteso).... Noor ed io non abbiamo "risposte" somiglianti alle nostre "solitudini".... ossia credo che non ci troveremmo mai nelle "risposte"..... però credo meraviglioso che ci siamo trovati (guarda caso) nella considerazione del Ruolo della Domanda....
Grazie Noor.



Buona sera Donella,
l'idea dell'infinito--- da dove ci deriva dal momento che e' estranea ai nostri sensi e non verificabile scientificamente?

L'idea dell'infinito ci terrorizza? Non credo che necessariamente cio' che non conosciamo ci terrorizzi, anzi per molte persone e' fonte di appoggio e di speranza.
Donella, questo e' un argomento nel quale non si dovrebbe cercare d'aver ragione perche' siamo guidati da sensazioni piuttosto che da razionalita'. Personalmente do' grande valore alle sensazioni.

Ti devo risposta alla frase "dall'infinito proveniamo".
Si collega ad un'esperienza personale che forse non e' qui al suo posto, e percio' comprendo la tua irritazione.

Un abbraccio .
hava is offline  
Vecchio 20-05-2008, 13.50.32   #16
donella
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Riferimento: Le diverse vie per combattere la solitudine.

Citazione:
Originalmente inviato da hava
L'idea dell'infinito ci terrorizza? Non credo che necessariamente cio' che non conosciamo ci terrorizzi, anzi per molte persone e' fonte di appoggio e di speranza.
Donella, questo e' un argomento nel quale non si dovrebbe cercare d'aver ragione perche' siamo guidati da sensazioni piuttosto che da razionalita'. Personalmente do' grande valore alle sensazioni.

Ti devo risposta alla frase "dall'infinito proveniamo".
Si collega ad un'esperienza personale che forse non e' qui al suo posto, e percio' comprendo la tua irritazione.

Un abbraccio .

Se ho (del tutto inconsapevolmente) evocato l'idea di "irritazione" me ne dispiace davvero molto: non solo perchè non "sentivo" alcuna irritazione, ma ancor più perchè, anche riflettendoci a posteriori, non riesco tuttora a cogliere di cosa (chiunque, non solo io) avrebbe potuto irritarsi.

Mentre ci si interrogava sulle "risposte" alla solitudine.... io ero dichiaratamente (e forse persino spasticamente) ferma sulla "domanda:solitudine".... e nella semplice o semplicistica posizione di chi, per il momento, osservava ...solo che la domanda può unire tanti che dalle risposte, invece, sembrano divisi e perciò condannati al cronicizzarsi del meccanismo domanda-tentativo di risposta.

Sono pienamente d'accordo sul valore delle sensazioni.
Fino a questo momento della mia vita sono queste, appunto, le mie fallibilissime sensazioni sull'argomento, e resto profondamente interessata alle altre....

Il riferimento all'infinito.......... : se ascolto le mie sensazioni scegliendo al contempo d'essere sincera.... il concetto di "infinito" lo ritrovo innestato-indotto nella mia vita esclusivamente per via culturale (filosofia, religione, matematica), e non mi riesce di sentirlo "innato". Tutto questo può essere rivelatore del peggio del peggio del peggio al riguardo di me stessa e della mia immagine, ma resta quel che posso dire se voglio essere spietatamente sincera.
Mi consola temporaneamente il fatto che lo stesso concetto risulta innestato e non onnipresente e sempiterno anche in filosofia, religione e matematica....

Non è , ma soprattutto NON VUOLE essere "polemica" l'umile CHIEDERE "cosa vi fa ritenere che il senso d'infinito sia innato e, ancor prima, cosa vi fa ritenere che dall'infinito si provenga?

Potrà suonare confessione di mia turpe ottusaggine, e mi consolerà che comunque fosse il mio sentire sincero in un dialogo sperato e gradito, ma io.... l'infinito non riesco neanche a pensarlo..............
donella is offline  
Vecchio 20-05-2008, 14.46.26   #17
Noor
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Riferimento: Le diverse vie per combattere la solitudine.

Citazione:
Originalmente inviato da donella
Il riferimento all'infinito.......... : se ascolto le mie sensazioni scegliendo al contempo d'essere sincera.... il concetto di "infinito" lo ritrovo innestato-indotto nella mia vita esclusivamente per via culturale (filosofia, religione, matematica), e non mi riesce di sentirlo "innato". Tutto questo può essere rivelatore del peggio del peggio del peggio al riguardo di me stessa e della mia immagine, ma resta quel che posso dire se voglio essere spietatamente sincera.
Oh sì donella..essere onesti verso se stessi,innanzitutto,ed affidarsi alle sensazioni piuttosto che ai concetti inculcati,qual'è quello d'infinito...mero prodotto intellettuale,a parer mio.
Tutto nasce dalla fiducia verso il proprio sentire..il corpo..qui,adesso..
Nel chiedermi quali energie mi sommuovono,quali emozioni mi trasportano prima ancora che diventino pensieri: pure astrattezze da acchiappare con la mente..
Rimanendo ancorati a quella "domanda" senza fuggire a cercare risposte se ne possono scoprire delle belle..
ma senza fiducia e onestà verso se stessi,innanzitutto, non si va da nessuna parte..
Noor is offline  
Vecchio 20-05-2008, 14.48.52   #18
senzanome
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se il senso dell'infinito non fosse innato non avremmo paura della morte, che è la nostra finitezza, non avremmo trascorso secoli a cercare risposte al problema della morte.
Le religioni sono un esempio di ciò che intendo.
Altra cosa, ben diversa, è dire che dall'infinito proveniamo.
Io non lo credo affatto. Non ricorro all'idea di infinito per accettare la mia finitezza.
Quel che sostengo io è che la solitudine ci mette a tu per tu con noi stessi, con quello che siamo, che siamo stati e saremo. Ci vuole coraggio per non scappare, ci vuole consapevolezza di sè, ci vuole anche l'umiltà di guardarsi e di dirsi che forse non lo sappiamo anche noi.
E' interessante per me comprendere il perché la solitudine è vista molto spesso come qualcosa di negativo sia da chi la vive sia da chi la giudica.
Siamo tutti pronti a condannare la superficiliatà dei rapporti umani nati solo per farsi compagnia e niente altro, ma allo stesso tempo abbiamo paura che qualcuno dica di noi che siamo soli e giardiamo a chi riteniamo sia solo con uno sguardo giudicante, e sempre negativo.
Siamo fatti di opposti. Siamo soli ma non possiamo stare sempre da soli.
Non possiamo aspirare nè alla completa soclialità nè alla totale solitudine.
Un opposto ci rimanda incessantemente all'altro.
Bisgogna imparare a godere sia dell'uno che dell'altro, ciascuno provilegiando quel per cui è naturalmente portato.
senzanome is offline  
Vecchio 21-05-2008, 14.50.42   #19
donella
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Citazione:
Originalmente inviato da senzanome
se il senso dell'infinito non fosse innato non avremmo paura della morte, che è la nostra finitezza, non avremmo trascorso secoli a cercare risposte al problema della morte.


Ma siamo sicuri che la "paura" più diffusa sia quella della morte (=finitezza)?

La morte è , alla fin fine, ricercato oblio per tanti (e non solo per i suicidi). E....ha persino la peculiarità di accomunare nel "sentire positivo" tanto l'ateo che il credente: per il primo comincia La Vita Vera (e finiscono le "prove").... per il secondo... finiscono "le prove" e basta!

Sarebbe interessante una seria statitistica in merito.
Se c'è non la conosco.
Ma quando parli con tanti che incontri..... ti dicono la stessa cosa che ha detto Vasco Rossi in TV poche sere fa: "non ho paura della morte, che è l'unica cosa di cui non potrò avere consapevolezza; ho paura del dolore e della sofferenza".
donella is offline  
Vecchio 22-05-2008, 13.20.49   #20
Monica 3
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Riferimento: Le diverse vie per combattere la solitudine.

Citazione:
Originalmente inviato da senzanome
Quel che penso io della solitudine.

La solitudine è una delle grandi paure dell'essere umano.
Nella nostra società modi per sfuggire alla solitudine ce ne sono parecchi.

Ma la solitudine è un tratto umano. La nostra solitudine è direttamente collegata all'angoscia esistenziale, al nostro essere finiti pur avendo dentro di noi l'idea dell'infinito.
Siamo esseri soli pur essendo animali sociali.
La solitudine dovrebbe tornare ad essere un valore.
La solitudine è necessaria per riuscire ad ascoltare se stessi, andrebbe coltivata, ricercata.
La società così come è strutturata non solo rifugge la solitudine ma addirittura addita come non sane quelle persone che la cercano.
La famiglia in questo senso non fa eccezione.

Io sola posso sapere quando il mio essere un animale sociale si fa preponderante, quando il mio bisogno di socializzazione diviene forte.
E io sola posso sapere quando il mio bisogno di stare da sola si fa preponderante, quindi quando e come appagarlo.
Siamo fatti di opposti. I problemi nascono quando si privilegia uno solo dei termini che anziché contrapposti dovrebbero essere dialettici.
E' un discorso molto interessante questo.

In questo senso il mio bisogno di solitudine è uguale a quello dell'altro. Riconosco in me questo bisogno e riconosco nell'altro lo stesso bisogno e in quanto tale lo rispetto.


Anch'io la penso così.

La solitudine che ci permette di sentire il vuoto è secondo me uno stato di grazia. Accettata l'angoscia esistenziale ed aperti i sensi all'ascolto di quanto ci circonda è più facile stare con gli altri e con essi comunicare e creare nei progetti che ci stanno a cuore.


Monica 3 is offline  

 



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