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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 07-06-2005, 09.38.47   #1
arsenio
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Le cose dell'amore

"Le cose dell'amore", U. Galimberti, 04


L'amore, irrazionale e perturbante, è stato sempre guardato con sospetto dalla filosofia, poco indagato dalla psicologia, e la psicoanalisi non ha mai completato il discorso iniziato da Freud; la scienza anche in tempi recenti si è limitata agli aspetti biologici. Il saggio di Galimberti per la ricchezza d'idee non manca di suscitare alcune riflessioni su di un sentimento tanto ambiguo.
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Cosa si cerca nell'amore oltre il piacere carnale? E' chiesto già nel Simposio. In tempi di straniamneto tecnologico, di svincolo ecclesiale e di valori individualistici è l'unica possibile autorealizzazione al di là del pretesto della relazione con l'altro, ma non è sempre assicurato l'accesso a una comunicazione vera che metta di fronte anche ai propri limiti.

E il limiti dell'amore? Non tollera la ruotine, amore e desiderio sono incompatibili e si congiungono solo per brevi attimi. Il desiderio ha bisogno dell'immaginario, del proibito, dell'avventuroso. Amore è la trasfigurazione dell'altro senza riscontro nella realtà, in cui si vede ciò che concede la nostra visione personale, ma così si mette in pericolo la stabilità dell'io abituato a valutare con criteri realistici.
Non si conoscerà mai l'altro com'è veramente essendo ogni personalità imprevedibile e poliedrica.
La gelosia è in realtà un egoistico timore di abbandono anche materiale e il tradimeto un'opportunità per entrambi di ridefinire la relazione e di raggiungere quell'autentica autoconoscenza, unica via alla felicita, che fa uscire dal “noi” limitante la crescita individuale, e dalla noia del solito repertorio di parole già dette.
Il matrimonio è scommessa irriflessa, la fedeltà perpetua è irragionevole per un'autorealizzante libera scelta.
E se l'amore s'avvera? Significa che è già finito perchè esiste solo nel “non ancora”.
L'amore è follia dove l'io non comanda, è ricerca che già reca in sé la sconfitta.
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Concordo con lo scetticismo di Galimberti con qualche precisazione. Nemmeno una passione travolgente garantisce sempre l'autorealizzazione attraverso una comunicazione che riconosca le reciproche potenzialità e diversità da valorizzare così come le lacune da colmare.
E' vero che l'amore, per sua natura chimerico e sognante, esiste solo se sfuggente e incompiuto. Quale fascino ad es. avrebbe una fiction se tutto filasse senza ostacoli fino alla happy end?
Inoltre darei particolare rilievo ad alcuni punti che si possono ampliare anche alla luce di nostre esperienze.

L'erotismo si alimenta di rappresentazioni personali – dove hanno spazio la trasgressione e la bizzarria - piuttosto che di nobili sentimneti verso l'incarnazione dell'amato tradito inconsapevole con inimaginate fantasticherie. Ed è forse più facile il percorso dall''erotismo all'amore che viceversa. La visionarietà amorosa destablizza l'io deviandolo dal suo peculiare compito di valutare correttamente la realtà; si sopravvaluta l'altro ma sia certi suoi lati negativi che apprezzabili qualità non vengono percepiti per condizionamenti soggettivi in prevalenza culturali. Il tradimneto libera dalla staticità di coppia e apre la via a una felice autoconoscenza? Ma, ammettendolo, dubito che tutti siano sempre bramosi di sapere chi sono veramente.
Se il matrimonio, come disse Schopenhauer, è un debito differito, e la fedeltà non concede di realizzarsi tra autoconoscenza e libere scelte, oggi si sa che le unioni durano finchè costi e benefici si pareggiano.
Ma l'amore, allora, cosè? Esperienze deludenti in vista di replicare ulteriori esperienze, ancora deludenti, rincorrendo un mai disperato sogno.
arsenio is offline  
Vecchio 07-06-2005, 12.04.23   #2
Naima
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Sarò ingenua ma io quel libro l'ho trovato illuminante e non mi ha per niente scoraggiata. Ero già disillusa di mio da tempo, il libro mi ha dato una spiegazione a ciò che pensavo e aiutata ad accettare il fatto che l'anima gemella, il mito platonico, sono favole, splendide favole che aiutano a vivere e creano il mito dell'amore e che non necessariamente occorre liberarsene e cadere nella trappola del sano realismo che appiattisce e previene dalle delusioni. In pratica io sono una disillusa che in fondo in fondo spera di sbagliarsi.
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Vecchio 08-06-2005, 14.09.14   #3
Fragola
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Re: Le cose dell'amore

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Messaggio originale inviato da arsenio
"Le cose dell'amore", U. Galimberti, 04


Concordo con lo scetticismo di Galimberti con qualche precisazione. Nemmeno una passione travolgente garantisce sempre l'autorealizzazione

Sinceramente, sto leggendo il libro adesso e non l'ho ancora finito, ma mi pare che Galimberti dica esattamente il contrario di quello che gli attribuisci. Dice che l'amore oggi viene vissuto come ricerca di autorealizzazione di sè e che ciò lo snatura perchè l'amore proprio NON è questo!
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Vecchio 08-06-2005, 23.06.33   #4
Rothbard
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Ritengo che l'amore, quello vero, sia quello che rimane "non consumato"... l'amore platonico... il momento in cui l'immaginazione, il sentimento piu' nobile lascia da parte la soddisfazione del desiderio carnale e la "sperimentazione pratica" dell'unione che si desidera.... laddove questo legame rimane rilegato nel mondo dell'immaginazione e del "non sperimentato" tutto fila liscio ed anzi, aiuta a vivere meglio... quando invece si consuma, finisce il sogno, ci si sveglia e, purtroppo, piu' o meno celermente, finisce l'amore.....


Saluti...
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Vecchio 09-06-2005, 14.34.41   #5
Sirtaki
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Ritengo che l'amore, quello vero, sia quello che rimane "non consumato"... l'amore platonico... il momento in cui l'immaginazione, il sentimento piu' nobile lascia da parte la soddisfazione del desiderio carnale


la penso allo stesso modo: la grandiosità dell'idealizzazione porta a emozioni davvero difficili da contenere e descrivere.
tuttavia lo definirei amore "folle" piuttosto che "vero"
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Vecchio 09-06-2005, 14.50.05   #6
nevealsole
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Ritengo che l'amore, quello vero, sia quello che rimane "non consumato"... l'amore platonico... il momento in cui l'immaginazione, il sentimento piu' nobile lascia da parte la soddisfazione del desiderio carnale e la "sperimentazione pratica" dell'unione che si desidera.... laddove questo legame rimane rilegato nel mondo dell'immaginazione e del "non sperimentato" tutto fila liscio ed anzi, aiuta a vivere meglio... quando invece si consuma, finisce il sogno, ci si sveglia e, purtroppo, piu' o meno celermente, finisce l'amore.....


Saluti...

Io penso invece che quello che tu chiami amore verso l'altro sia, come detto più volte, amore verso se stessi.
Oggi la parola amore è molto usata, o forse molto abusata, e descrive qualsiasi cosa. E' una sorta di contenitore per tutto, anche per quello che amore non è.
Certo spesso si ha l'impressione che il grande amore della nostra vita sia quello che non abbiamo conosciuto, che abbiamo solo desiderato... però tale tipo di amore non ci permette di conoscere realmente l'altra persona, quindi amiamo solo l'idea che ci siamo fatti di lei/lui.
Diverso è il sentimento che nasce conoscendo l'altro fino in fondo, da vicino, non come crediamo sia ma come è. Scoprirne i limiti e le imperfezioni e accettarle, magari accettando anche di amare qualcuno riconoscendo di non poter condividere con lui/lei l'intera esistenza perché si cercano o si vogliono cose diverse.

Però aprirsi all'altro fino in fondo, raccontarsi, mettersi in gioco è l'unico modo per capire se l'altro ci potrà amare, se ci potrà amare restando con noi o se dovremo poi percorrere strade diverse...

Saluti

Neve
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Vecchio 09-06-2005, 15.54.19   #7
Sirtaki
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tale tipo di amore non ci permette di conoscere realmente l'altra persona, quindi amiamo solo l'idea che ci siamo fatti di lei/lui

esatto. infatti, pur essendo un amore estremamente intenso, implica per sua natura un grosso limite!
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Vecchio 11-06-2005, 09.41.35   #8
arsenio
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fragola

Amore...”per essere se stessi fuori dai ruoli...realizzare il proprio sé profondo oltre la società idonea, funzionale, tecnica....” così Galimberti.
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Direi che oggi i l matrimonio ha perso le funzioni economiche e sociali di un tempo e da edonisti si progetta qualche forma di autorealizzazione che può essere di tipo affettivo.

In quanto all'autorealizzarsi nell'amore-eros che si manifesta con costanti inesplicabili come rileggerai io penso sia piuttosto raro.

ps. Complimenti per il raccontino. Conosco Demetrio utile per l'autoracconto.

arsenio is offline  
Vecchio 11-06-2005, 15.43.32   #9
Fragola
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Arsenio, ne riparliamo quando l'avrò finito. (Devo dire che ci sono un sacco, ma proprio un sacco di cose in quel libro con cui non sono assolutamente d'accordo.) Ma per quel che ho letto fina ad ora rimango della mia idea. Secondo me Galimberti dice il contrario di quello che hai riassunto tu. Ma siccome non ho finito...


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Vecchio 11-06-2005, 18.25.02   #10
neman1
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tale tipo di amore non ci permette di conoscere realmente l'altra persona, quindi amiamo solo l'idea che ci siamo fatti di lei/lui


ergo, siamo innamorati dell'amore..ergo, siamo romantici ???

Penso che la visione romantica, a differenza da quella psicologica (della seriosità pretenziosa) non abbia "ucciso" la bellezza dell'espressione amorosa. Quindi e cmq, vada con il romanticismo !!!

Ultima modifica di neman1 : 11-06-2005 alle ore 18.30.45.
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