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Vecchio 01-02-2008, 12.41.27   #381
tarachiara
Ospite
 
Data registrazione: 28-01-2008
Messaggi: 9
Riferimento: La chiave di tutto

Per rispondere a Daniele Tolu, quando mi chiede ''Che sensazione provi ad essere un tutt'uno,il tuo ego non ne risente di non poter esistere?
sei sicura che non sia lui che si é creato un alibi per essere il numero uno?''

ho sempre un grande timore a parlare di ego, del mio ego. Perche' e' proprio pensando a lui che gli do' potere, il potere di distrarmi..
L'ego bisogna viverlo appieno per poterlo dominare, o meglio stargli sopra..potendolo guardare, usandolo, ma senza far si' che ci annebbi!
ma mai dimenticare l'importanza che ha ..sembra sempre si debba umiliare per abbatterlo..ma per me non e' la via giusta.
quando vivo il tutt'uno il mio ego non ne risente affatto, in quel momento e' l'uno, ne fa' parte..compreso..dopo si'! dopo si sente grande e mi fa' morir dal ridere..io mi faccio morir dal ridere
Siamo cosi' piccoli nel nostro capire, ma possiamo essere cosi' grandi nel nostro comprendere..
C'e' un momento in cui si vede chiaramente dove inizia e finisce l'ego, dove inizia e finisce il pensiero, dove inizia e finisce il corpo..
ma non e' col domandarsi continuo che si riesce a star sopra l'io, piu' o meno conosciuto, piuttosto con il Sentire continuo..facile a dirsi , lo so'!
Mi hanno fatto crescere con l'idea del mio ego come fosse la tentazione, nel senso piu' ampio del termine, in egual modo mi e' stato insegnato che puo' essere un valido termometro, o metro, per noi stessi..
Anche se solo per un momento si riesce a distinguere cio' che proviene dall'ego significa che in quell'istante se ne puo' fare strumento..
analogia:Se la nostra mira e' quella di arrivare ad aprire il settimo chakra dobbiamo partire dal primo, o dal settimo al primo, ma e' nella contemporaneita' che si raggiunge la meta..
l'ego e' una parte fondamentale di noi stessi, bisogna viverlo e poi sentirlo per superarlo!

un abbraccio
tarachiara is offline  
Vecchio 01-02-2008, 22.53.52   #382
tmusa
Ospite abituale
 
Data registrazione: 29-09-2007
Messaggi: 212
Riferimento: La chiave di tutto

Citazione:
Originalmente inviato da tarachiara

Il corpo e' un grande strumento di realizzazione. Tutto cio' che si Sente attraverso il corpo, che sia gioia o dolore , si puo' trasformare in Porta..
La conoscenza e la consapevolezza, della mia fisicità, per me e' stata la chiave non di tutto, ma di molto!
Qui' mi ricollego alla ''sofferenza umana che discende dalla condizione caduta''.. non so' se siamo caduti forse si'.. ma il termine sofferenza (che non esisterebbe in un mondo di illuminati, sempre, forse!) mi piacerebbe cambiarla in passione.. e non credo discenda dalla condizione caduta, ma sia una grande possibilita' di ascesa!

Procediamo con ordine. Riprendo l'intuizione relativa alla, chiamiamola così , dissoluzione identitaria. Si perché non cambio registro, nel senso che ritengo che la magnificenza dell'Illuminazione discenda dal fatto che essa si presenta con contenuti sempre nuovi, sempre profondi, sempre stupefacenti. E questi contenuti io li chiamo "intuizioni". Tornando alla dissoluzione identitaria essa è quell'intuizione che si palesa con la rottura dei confini dell'identità corporea.

Ora nel vivere ordinario, non c'è relazione più stretta ed ovvia di quella che lega un io psicologico ad un senso corporeo. Il mio corpo, questo corpo che porto di qua e di là, lo sento talmente e fatalmente mio che è quasi impossibile immaginare il mio essere persona senza la struttura corporea.
L'ego sussume un corpo in modo talmente scontato e naturale che posso senz'altro dire che la mia individualità è un unicum formato da un io psicologico ed una struttura corporea.

Che cosa accade invece quando si è centrati nel Tao?
Le cose cambiano radicalmente. Cerco di descrivere un cambiamento proprio di quel nesso così ovvio da essere quasi banale senso comune, cioè io-corpo. Esso diventa quella che ho definito "dissoluzione identitaria", ecco come:
Essendo uno stato di Illuminazione do per assunto l'abbattimento dell'ego psicologico.
In precedenza ho detto che sorge un "pensiero totale", mi piace rimanere con questa terminologia, della quale rivendico la paternità ( con questo sto dando un osso all'ego, ogni tanto non fa male), dicevo sorge questo pensiero totale il quale è connotato da un susseguirsi di pensieri-visioni o intuizioni universali, una sorta di flash che illuminano la realtà nel profondo, da qui il senso del termine Illuminazione, tale forma di pensiero che non so dire se sia interna o esterna alla mente, ha, come ho detto, la caratteristica dell'infinitezza e dell'atemporalità, in sostanza si ragiona per universali.
Ora appare ovvio che un tale pensiero non si limita a considerare il nostro corpo come suo confine naturale. Per questo pensiero illuminato o pensiero totale come vogliamo chiamarlo, tutto ciò di cui Esso ha coscienza è il suo corpo.
Appare chiaro allora cosa intendo quando dico ad Atisha tu sei il mio corpo e a Noor, quando parli con me stai parlando con te stesso.
Perchè, se la mia coscienza sta illuminando Atisha Ella è parte di me, ma neanche parte, è me tout court.
Allo stesso modo dico a chi uccide una mosca, perchè mi stai uccidendo?

Sia chiaro che qui non sto facendo letteratura dell'assurdo, sono cose vissute spiritualmente.
Ora uno potrebbe dire, si ma a che servono questi giochi di prestigio, cosa importa nell'economia della mia esistenza realizzare queste "intuizioni"?.
Qui si innesta il discorso del superamento di quei tre nodi esistenziali che ho citato; dolore, malattia, morte.
Questa particolare intuizione, dissolvendo l'identità nel tutto produce proprio il superamento di quelle intossicazioni. Ma di questo ho già parlato.

Ora tu mi parli di "passione", vita vissuta con passione come possibilità di ascesa. Perfetto.
Sono d'accordo con te che la passione è un requisito per avviarsi nel cammino.
Anch'io ho iniziato il percorso perché avevo una revulsione della mia condizione umana, l'inacettabilità dell'esistere era totale. Tedium vitae, pene psicologiche, depressione, malinconia tutto quello che vuoi aggiungere c'era in me.
Ora non più. Cessata la tirannia dei sensi, cessate le scorribande delle emozioni, cessati i desideri, cessati i pensieri maligni, non c'è più agitazione in me, sono calmo, calma piatta, pace profonda. E se una tempesta si annuncia all'orizzone la osservo, poi osservo me che la osserva, poi osservo me, che osserva me che la osserva, e così via sempre più lontano, sempre più lontano fino a quando la tempesta scompare e lascia il mare, pardon l'oceano immenso e silenzioso.
ciao
tmusa is offline  
Vecchio 02-02-2008, 09.43.02   #383
Mirror
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Originalmente inviato da tmusa
Anch'io ho iniziato il percorso perché avevo una revulsione della mia condizione umana, l'inacettabilità dell'esistere era totale. Tedium vitae, pene psicologiche, depressione, malinconia tutto quello che vuoi aggiungere c'era in me.
Ora non più. Cessata la tirannia dei sensi, cessate le scorribande delle emozioni, cessati i desideri, cessati i pensieri maligni, non c'è più agitazione in me, sono calmo, calma piatta, pace profonda. E se una tempesta si annuncia all'orizzone la osservo, poi osservo me che la osserva, poi osservo me, che osserva me che la osserva, e così via sempre più lontano, sempre più lontano fino a quando la tempesta scompare e lascia il mare, pardon l'oceano immenso e silenzioso.
ciao

Caro Tmusa...
questa tua nuova condizione però è atarassia, mortificazione. Ad essa manca ancora la riconnessione, è ancora un modo d'essere dualistico.
Non è vero Risveglio.
La Vita dov'è?
Non basta staccarsi dalla tirannia dei dei sensi, far cessare le scorribande delle emozioni, dei desideri e dei pensieri maligni.
Anche se non c'è più agitazione, non basta la calma piatta.
La Vita dov'é?
Non basta osservarsi, osservare l'osservatore e così via... perchè alla fine l'osservatore e l'osservato va realizzato che sono Uno.
Il Risveglio deve riportare all'integrazione con la corporeità, con l'identità personale, con i sensi, con i pensieri, con i desideri...
Soltanto che ora tutto ciò accade fluidamente senza più nessuna identificazione con tutto ciò.
Allora sì che è Compreso realmente che il Samsara è lo Stesso Nirvana. Allora sì che il cerchio è chiuso,
che il centro e la circonferenza sono tutt'Uno.
Quando questa profonda Comprensione è accaduta, ricorrendo ad una metafora Zen:
le montagne sono ritornate ad essere montagne e i fiumi sono di nuovo fiumi.

Mirror is offline  
Vecchio 02-02-2008, 10.40.10   #384
crepuscolo
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Originalmente inviato da tmusa
Procediamo con ordine. Riprendo l'intuizione relativa alla, chiamiamola così , dissoluzione identitaria. Si perché non cambio registro, nel senso che ritengo che la magnificenza dell'Illuminazione discenda dal fatto che essa si presenta con contenuti sempre nuovi, sempre profondi, sempre stupefacenti. E questi contenuti io li chiamo "intuizioni". Tornando alla dissoluzione identitaria essa è quell'intuizione che si palesa con la rottura dei confini dell'identità corporea.

Ora nel vivere ordinario, non c'è relazione più stretta ed ovvia di quella che lega un io psicologico ad un senso corporeo. Il mio corpo, questo corpo che porto di qua e di là, lo sento talmente e fatalmente mio che è quasi impossibile immaginare il mio essere persona senza la struttura corporea.
L'ego sussume un corpo in modo talmente scontato e naturale che posso senz'altro dire che la mia individualità è un unicum formato da un io psicologico ed una struttura corporea.

Che cosa accade invece quando si è centrati nel Tao?
Le cose cambiano radicalmente. Cerco di descrivere un cambiamento proprio di quel nesso così ovvio da essere quasi banale senso comune, cioè io-corpo. Esso diventa quella che ho definito "dissoluzione identitaria", ecco come:
Essendo uno stato di Illuminazione do per assunto l'abbattimento dell'ego psicologico.
In precedenza ho detto che sorge un "pensiero totale", mi piace rimanere con questa terminologia, della quale rivendico la paternità ( con questo sto dando un osso all'ego, ogni tanto non fa male), dicevo sorge questo pensiero totale il quale è connotato da un susseguirsi di pensieri-visioni o intuizioni universali, una sorta di flash che illuminano la realtà nel profondo, da qui il senso del termine Illuminazione, tale forma di pensiero che non so dire se sia interna o esterna alla mente, ha, come ho detto, la caratteristica dell'infinitezza e dell'atemporalità, in sostanza si ragiona per universali.
Ora appare ovvio che un tale pensiero non si limita a considerare il nostro corpo come suo confine naturale. Per questo pensiero illuminato o pensiero totale come vogliamo chiamarlo, tutto ciò di cui Esso ha coscienza è il suo corpo.
Appare chiaro allora cosa intendo quando dico ad Atisha tu sei il mio corpo e a Noor, quando parli con me stai parlando con te stesso.
Perchè, se la mia coscienza sta illuminando Atisha Ella è parte di me, ma neanche parte, è me tout court.
Allo stesso modo dico a chi uccide una mosca, perchè mi stai uccidendo?

Sia chiaro che qui non sto facendo letteratura dell'assurdo, sono cose vissute spiritualmente.
Ora uno potrebbe dire, si ma a che servono questi giochi di prestigio, cosa importa nell'economia della mia esistenza realizzare queste "intuizioni"?.
Qui si innesta il discorso del superamento di quei tre nodi esistenziali che ho citato; dolore, malattia, morte.
Questa particolare intuizione, dissolvendo l'identità nel tutto produce proprio il superamento di quelle intossicazioni. Ma di questo ho già parlato.

Ora tu mi parli di "passione", vita vissuta con passione come possibilità di ascesa. Perfetto.
Sono d'accordo con te che la passione è un requisito per avviarsi nel cammino.
Anch'io ho iniziato il percorso perché avevo una revulsione della mia condizione umana, l'inacettabilità dell'esistere era totale. Tedium vitae, pene psicologiche, depressione, malinconia tutto quello che vuoi aggiungere c'era in me.
Ora non più. Cessata la tirannia dei sensi, cessate le scorribande delle emozioni, cessati i desideri, cessati i pensieri maligni, non c'è più agitazione in me, sono calmo, calma piatta, pace profonda. E se una tempesta si annuncia all'orizzone la osservo, poi osservo me che la osserva, poi osservo me, che osserva me che la osserva, e così via sempre più lontano, sempre più lontano fino a quando la tempesta scompare e lascia il mare, pardon l'oceano immenso e silenzioso.
ciao

scusa se mi permetto: un ego drogato della sua intelligenza, questo a me sembra. Si dimentica una cosa l'abisso a cui si dovrà sottostare una volta messo a tacere l'ego. Le tempeste, la loro dissoluzione sono fasi elaborate cinicamente e in modo raffinato dall'ego...tu non metti mai in evidenza quello spazio vuoto e poi il nulla. Osservi, giochi, modelli, plasmi ma sei sempre tu...tu artefice del movimento. Altri qui sono solo movimento e si percepisce nel profondo
crepuscolo is offline  
Vecchio 02-02-2008, 12.53.29   #385
daniele75
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La consapevolezza non può arrichire l'ego.L'ego stesso,l'identificazione perde valore con la consapevolezza,l'ego stesso scopre il suo stesso inganno.La sua sopravivenza potrà continuare anche dopo l'intuizione profonda ma sarà ben smussato con delle nuove concezioni,mi sembra già un ottimo risultato in occidente.Non ucciderlo ma renderlo consapevole,deve essere lui stesso a cadere....Tmusa per me stà faccendo tale percorso,la sua intuizione é fine,l'ego esiste ma stà comprendendo sempre più,é un ottimo risultato.
La scomparsa dell'ego in occidente per un lavoratore inserito nella nostra società é pura illusione.
daniele75 is offline  
Vecchio 02-02-2008, 14.16.53   #386
crepuscolo
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Originalmente inviato da daniele tolu
La consapevolezza non può arrichire l'ego.L'ego stesso,l'identificazione perde valore con la consapevolezza,l'ego stesso scopre il suo stesso inganno.La sua sopravivenza potrà continuare anche dopo l'intuizione profonda ma sarà ben smussato con delle nuove concezioni,mi sembra già un ottimo risultato in occidente.Non ucciderlo ma renderlo consapevole,deve essere lui stesso a cadere....Tmusa per me stà faccendo tale percorso,la sua intuizione é fine,l'ego esiste ma stà comprendendo sempre più,é un ottimo risultato.
La scomparsa dell'ego in occidente per un lavoratore inserito nella nostra società é pura illusione.


non è piuttosto che stiamo dando una giustificazione al nostro fallimento? Dovremmo gridare forte "Ho fallito!" questa sarebbe la giusta strada. No invece diciamo siccome abbiamo una società viziosa e noi siamo viziati, accontentiamoci di guardare la spiritualità dal finestrino del treno che non abbiamo mai preso...questa si che è pura illusione
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Vecchio 02-02-2008, 16.29.30   #387
Noor
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Da:
LA PRATICA DZOGCHEN NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI
di Sua Santità DILGO KHYENTSE RIMPOCHE



Quando meditiamo non dobbiamo creare un divisorio fra percezione e
campo di percezione, non dobbiamo diventare come il gatto che osserva
il topo. Dobbiamo capire che lo scopo della meditazione non è di
andare "profondamente dentro di noi" né di ritirarci dal mondo. La
pratica dev'essere libera e non concettuale, svincolata
dall'introspezione e dalla concentrazione.
Lo spazio della vasta saggezza, non originata e di luminosità
propria, è il fondamento dell'essere, l'inizio e la fine della
confusione. La presenza della consapevolezza nello stato primordiale
non ha pregiudizi riguardo all'illuminazione o alla non
illuminazione. Questo fondamento dell'essere, conosciuto come mente
pura e originale, è la sorgente da cui sorgono tutti i fenomeni. È
conosciuto come "grande madre", utero di tutte le potenzialità, in
cui tutto il creato nasce e si dissolve, in modo naturalmente
autoperfezionato e assolutamente spontaneo.

Tutti gli aspetti dei fenomeni sono completamente chiari e lucidi.
L'intero universo è aperto, senz'ostruzione e tutte le cose
s'interpenetrano vicendevolmente.

Vedendo tutto in modo nudo, chiaro e libero da oscuramenti, nulla va
più raggiunto o realizzato. La natura dei fenomeni appare
naturalmente ed è naturalmente presente nella consapevolezza che trascende il tempo. Tutto è naturalmente perfetto così com'è. I fenomeni appaiono nella loro unicità, come parte di modelli continuamente cangianti. Tali modelli sono vibranti di motivo e di significato in ogni momento; tuttavia non c'è ragione di attaccarsi a
loro se non nell'attimo in cui si presentano.
Quando facciamo pratica di meditazione dobbiamo sentirla come quando
mangiamo, respiriamo e defechiamo. Non deve diventare un evento
speciale e formale, gonfiato di serietà e solennità. Dobbiamo
comprendere che la meditazione trascende lo sforzo, la pratica, le
mire, gli scopi e il dualismo fra liberazione e non liberazione. La
meditazione è sempre ideale; non c'è bisogno di correggere alcunché.
Essendo tutto ciò che sorge semplicemente il gioco della mente in
quanto tale, non esiste una meditazione insoddisfacente né esiste il né esiste il bisogno di giudicare buoni o cattivi i nostri pensieri.

Il flusso continuo di nuove scoperte, di rivelazioni e d'ispirazione,
che sorge in ogni momento, è la manifestazione della nostra
chiarezza. Dobbiamo imparare a vedere la vita d'ogni giorno come un
mandala, frange luminose d'esperienza che s'irradiano spontaneamente
dalla natu-ra vuota del nostro essere. Gli oggetti che giorno dopo
giorno si manifestano nella nostra e-sperienza quotidiana, muovendosi
nella danza e nel gioco dell'universo, sono aspetti del nostro mandala.
Tramite questo simbolismo il maestro interiore rivela il significato profondo e finale dell'essere. Dobbiamo quindi essere naturali e spontanei, accettando ed imparando da tutto.
Ciò ci permette di cogliere il lato ironico e divertente di quegli eventi
che solitamente ci irritano.

La semplice, diretta immersione nella meditazione dell'attimo
presente, con tutto il nostro essere, liberi da esitazioni, noia o
eccitazione, è l'illuminazione.





http://www.mahayana.it/index1.html
Noor is offline  
Vecchio 02-02-2008, 18.37.40   #388
Mary
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Originalmente inviato da daniele tolu
La consapevolezza non può arrichire l'ego.L'ego stesso,l'identificazione perde valore con la consapevolezza,l'ego stesso scopre il suo stesso inganno.La sua sopravivenza potrà continuare anche dopo l'intuizione profonda ma sarà ben smussato con delle nuove concezioni,mi sembra già un ottimo risultato in occidente.Non ucciderlo ma renderlo consapevole,deve essere lui stesso a cadere....Tmusa per me stà faccendo tale percorso,la sua intuizione é fine,l'ego esiste ma stà comprendendo sempre più,é un ottimo risultato.
La scomparsa dell'ego in occidente per un lavoratore inserito nella nostra società é pura illusione.

A volte temo che un lavore sia in occidente ma oggi anche in oriente non abbia più niente, neppure l'ego.
Sapere di avere un ego è già qualcosa, è un primo passo. Sapere di esistere è già una immensa e stupenda vittoria.

No, sono in troppi a restare aggrappati a qualcosa che è meno del nulla. Se fosse il nulla sarebbe già qualcosa.

Sono troppo dura e pessimista? lo spero tantissimo.

Prendiamo un qualsiasi lavoratore occidentale, meglio se italiano che ci capiamo di più, che lavora dalla mattina alla sera per poter sopravvivere. E' stato trasformato in un pezzo anonimo di una gigantesca macchina, parte di un ingranaggio della follia che serve a Tizio o Caio per sentirsi "arrivato", per sentirsi "realizzato" con un conto in banca che lievita sempre di più.

Sempre più stanco ed avvilito, sempre più privato non solo del proprio ego ma dello spirito vitale che dovrebbe portarlo a divenire parte e partecipe di questo mondo che ci ospita.

Quest'uomo e questa donna cercheranno solo quel che riesce ad annebbiare vista e sensi, cercheranno droghe di ogni genere pur di non pensare, pur di non comprendere che si ritrovano schiavi. NOn vogliono vedere le catene, non vogliono inorridire davanti alle loro vite da zombi.

Se riuscissero a ritrovare, riscoprire l'ego che dorme potrebbero cominciare a porsi delle domande sulle loro vite, e la prima domanda equivale ad un primo passo sulla strada e si può andare ovunque.

La chiave di tutto esiste, siamo noi stessi, è la consapevolezza di noi stessi.

Vorrei essere io stessa una artigiana di chiavi e poterle offrire a chiunque le desidera. Ma nessuno può offrire nulla se non ci sono mani aperte pronte a ricevere.

L'ego è nostro servo fedele fino a quando siamo in grado di vederlo e riconoscerlo. Quando non lo vediamo più diventa nostro padrone assoluto.
Mary is offline  
Vecchio 02-02-2008, 20.34.40   #389
daniele75
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Originalmente inviato da Mary
A volte temo che un lavore sia in occidente ma oggi anche in oriente non abbia più niente, neppure l'ego.
Sapere di avere un ego è già qualcosa, è un primo passo. Sapere di esistere è già una immensa e stupenda vittoria.

No, sono in troppi a restare aggrappati a qualcosa che è meno del nulla. Se fosse il nulla sarebbe già qualcosa.

Sono troppo dura e pessimista? lo spero tantissimo.

Prendiamo un qualsiasi lavoratore occidentale, meglio se italiano che ci capiamo di più, che lavora dalla mattina alla sera per poter sopravvivere. E' stato trasformato in un pezzo anonimo di una gigantesca macchina, parte di un ingranaggio della follia che serve a Tizio o Caio per sentirsi "arrivato", per sentirsi "realizzato" con un conto in banca che lievita sempre di più.

Sempre più stanco ed avvilito, sempre più privato non solo del proprio ego ma dello spirito vitale che dovrebbe portarlo a divenire parte e partecipe di questo mondo che ci ospita.

Quest'uomo e questa donna cercheranno solo quel che riesce ad annebbiare vista e sensi, cercheranno droghe di ogni genere pur di non pensare, pur di non comprendere che si ritrovano schiavi. NOn vogliono vedere le catene, non vogliono inorridire davanti alle loro vite da zombi.

Se riuscissero a ritrovare, riscoprire l'ego che dorme potrebbero cominciare a porsi delle domande sulle loro vite, e la prima domanda equivale ad un primo passo sulla strada e si può andare ovunque.

La chiave di tutto esiste, siamo noi stessi, è la consapevolezza di noi stessi.

Vorrei essere io stessa una artigiana di chiavi e poterle offrire a chiunque le desidera. Ma nessuno può offrire nulla se non ci sono mani aperte pronte a ricevere.

L'ego è nostro servo fedele fino a quando siamo in grado di vederlo e riconoscerlo. Quando non lo vediamo più diventa nostro padrone assoluto.

Molto bello quello che hai scritto,concludo dicendo che comprendere l'ego é già un traguardo,aumentare la propria consapevolezza é importantissimo,l'ego compreso e riprogrammato tramite la consapevolezza é un ottimo traguardo....
se poi incredibilmente l'ego cade e si raggiunge l'intuizione ultima che genera il tutt'uno,trascende i termini nascita/morte,individualità etc etc,ben venga!
se qualkuno a perso l'ego per strada,li faccio i miei complimenti
il mio(ego) é sempre in mezzo ai piedi!
daniele75 is offline  
Vecchio 02-02-2008, 21.31.29   #390
tmusa
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Originalmente inviato da crepuscolo
scusa se mi permetto: un ego drogato della sua intelligenza, questo a me sembra. Si dimentica una cosa l'abisso a cui si dovrà sottostare una volta messo a tacere l'ego. Le tempeste, la loro dissoluzione sono fasi elaborate cinicamente e in modo raffinato dall'ego...tu non metti mai in evidenza quello spazio vuoto e poi il nulla. Osservi, giochi, modelli, plasmi ma sei sempre tu...tu artefice del movimento. Altri qui sono solo movimento e si percepisce nel profondo

Non c'è niente di cui scusarti, questa è una libera discussione e sei benvenuta, qualunque cosa tu voglia dire.
Mi piace molto l'espressione "ego drogato della sua intelligenza", c'è qualcosa di vero in queste parole, non nel senso riduzionistico che forse volevi dare, ma in questo senso: quell'intelligenza che droga "che tu riconosci al mio ego, in realtà non mi appartiene; essa è dono dell'Illuminazione, ed appartiene a chiunque attinga all'Illuminazine anzi, è proprio lei la prova provata che il fatto c'è. L'Intelligenza o come si dice la "gnosi" accompagna chi realizza l'Illuminazione.

Poi parli "di abisso a cui si dovrà sottostare, una volta messo a tacere l'ego"; non mi sembra; la disattivazione dell'ego non produce nulla di negativo, non c'è un abisso, ma uno stato di grazia semmai.

Le tempeste, la loro dissoluzione sono frasi elaborate cinicamente e in modo raffinato dall'ego.
Perché parli di cinismo? Cosa c'è di cinico nel dire che le tempeste delle passioni, qualsiasi esse siano sono controllabili. Cosa c'è di cinico nell'affermare che qui c'è qualcuno che è riuscito ad estinguerle, se quella stessa persona sta scrivendo a tutti indicando come fare.
La parola cinismo non mi appartiene.
Ciao e ti ringrazio del tuo contributo
tmusa is offline  

 



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