Sul Sentiero I
Dalla “divina inquietudine” alla Gioia
di Bianca Varelli
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Il Pianeta-Scuola
Il nostro soggiorno sulla Terra viene spesso paragonato ad una scuola:
La felicità è uno stato di coscienza che dipende dalla nostra buona comprensione delle cose. Non bisogna immaginare che siamo venuti sulla terra per vedere tutti i nostri desideri realizzarsi. Siamo venuti sulla terra per imparare e per perfezionarci. Ora, come perfezionarsi se non incontrando ogni giorno nuovi problemi da risolvere? Ecco, bisogna che sia ben chiaro: la terra è una scuola e, come in tutte le scuole, soltanto coloro che imparano e progrediscono possono essere felici.
(Omraam Mikhaël Aïvanhov, Pensieri quotidiani)
In questo percorso, l’uomo passa attraverso alcune fasi, talvolta definite “aule di apprendimento”:
Nell’ Aula dei giochi, l’uomo sente che “tutto gli spetta”; chiede di avere “tutto, subito, e senza sforzo”. E’ concentrato sul senso di mancanza e sulla conseguente tendenza all’accaparramento a tutti i livelli:
-
a livello fisico: beni, denaro, sesso…
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a livello emotivo e mentale: affetti “esclusivi”, gelosie, crudeltà, vendette, ripicche, vanità, egocentrismo, ricerca del potere…
Dirà:
-
voglio “essere superiore”;
-
prendo ciò che voglio;
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voglio “il successo” (a qualunque costo);
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ognuno pensi a sé;
-
non sono responsabile.
Nell’Aula dell’Apprendimento, l’uomo comincia a sentire talvolta scontento per ciò che è “solo per sé”. Inizia a condividere, a cooperare, ad empatizzare (cioè a condividere sentimenti); comprende, in parte, il valore dell’Inclusività.
Egli è però ancora dipendente dalla pigrizia, dall’incostanza, dalla centratura sul piccolo sé; in sintesi, dal dominio dell’ego.
Dirà:
-
quando mi è possibile, do una mano agli altri;
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è mio diritto;
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devo pensare a me (o: alla mia famiglia);
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mi piace/non mi piace;
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voglio “essere felice”;
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desidero “più tempo per me stesso”;
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voglio “essere libero”;
-
se non prenderò per me la tal cosa, un altro ne approfitterà.
Il suo interesse per l’umanità è ancora vago e di tipo sentimentale ed episodico, non sempre si manifesta in atti concreti.
E’ ancora concentrato sul “diritto” e sull’“avere” anziché sul Dovere e sul Dare; sulla giustizia degli uomini e non sull’Amore divino.
Nell’Aula della Saggezza, l’uomo si sente parte attiva e consapevole di un Tutto più grande.
A questo stadio egli:
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sa che la sua “felicità” è collegata a quella degli altri;
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considera il Potere e l’avere come occasioni per operare di più e con maggiore ampiezza;
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sa che la Legge dell’Amore governa l’Universo;
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sente fortemente il Dovere, per il quale è pronto a sacri-ficarsi, cioè ad anteporre il Bene più ampio al suo piccolo vantaggio personale.
Dirà: “Sia fatta la Tua Volontà”.
Egli si avvia all’iniziazione, cioè ad entrare nel Mondo di Coloro che sanno.
Terrà presente che ogni miglioramento della vita passa non attraverso le parole - spesso banalizzate dall’uso superficiale o appesantite da intellettualizzazioni egoiche - ma avviene necessariamente attraverso la realizzazione pratica di ciò che si afferma.
Praticherà pertanto la nobile Coerenza, seguendo l’antico assioma “Così sia detto e così sia fatto!”
Ci viene detto infatti che nessun aspirante, che segua qualsivoglia scuola o pratica “spirituale”, ha credibilità se non dimostra nella prassi costante tensione alla Condivisione e alla Cooperazione.
Le più elevate teorie e insegnamenti appaiono vuoti intellettualismi e sterili “esercizi della mente” se non animati dal Fuoco del Cuore.
E’ davvero triste assistere a tentativi di perseguire il proprio avanzamento che non siano vivificati dall’attenzione amorevole a chi ci accompagna sulla Via.
Persino nel caso in cui la “scelta apparente” sia tra il nostro e l’altrui avanzamento, il nostro Cuore ci suggerirà di posporre ogni personale raggiungimento alla Cura assidua dei fratelli sul Sentiero. Il Cammino o è sempre, contemporaneamente e nella sua essenza, Servizio, o è illusione narcisistica della mente.
Così, su piani immensamente più elevati, pur avendo terminato il loro percorso sulla Terra, i Bodhisattva, in un supremo atto di autoofferta, rinunciano ad ogni evoluzione personale in mondi più avanzati per rimanere tra i loro “fratelli minori” finché anche questi non avranno perseguito la loro evoluzione.
Che le nostre scelte di vita e di relazioni siano in concordanza con il nostro più alto Compito.
Bianca Varelli
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