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Riflessioni sull'Alchimia

Riflessioni sull'Alchimia

di Elena Frasca Odorizzi   indice articoli

 

Il trattato sul Picatrix e i suoi rapporti con la magia

di Roberto Taioli - Giugno 2009
Capitolo 3) La cosmogonia del Picatrix. La teoria del cielo
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       La scienza misterica è per antonomasia esoterica e occulta, ma ha al suo interno, sedimentata e metabolizzata, la sua parte palese, i cui contenuti stanno in superficie e oltre i quali occorre andare. La scienza profonda non prescinde da questi ma li nasconde, li mimetizza come inessenziali, ininfluenti alla conoscenza del tutto, perché essi sono parte di  totalità entro la quale scompaiono.
         Chi si mette in questa dispositio (il saggio, il mago, il negromante) potrà risalire dalla conoscenza imperfetta e superficiale a quella completa e ciò che è  occulto gli diverrà palese, nel senso che avrà guadagnato un livello di coscienza e di penetrazione del mistero.
       Quali sono allora le strade da percorrere per raggiungere il sacro scopo?

 

       «Molti sono i sentieri e le strade che conducono a questo: alcuni consistono nel rovesciamento della prova da palese a occulta, cioè nel mettere insieme i rami alle radici affinché assieme si congiungano, oppure nel mettere insieme il loro intendimento con pensieri e detti credibili di uomini venerabili o dell’uomo santo: in questo modo otterrai ciò che ti manca e la perfezione e attingerai a ciò che vorrai. Ti verrà così rivelato l’intendimento segreto e nascosto di quelle parole. Prendi pure la strada che preferisci delle suddette per essere in grado di cogliere la conoscenza e giungere a scoprire anche la via segreta tra quelle sopra ricordate, giacchè con questa conoscenza potrai ottenere ciò che vorrai e capire tutto e di tutte le ragioni».(30)

 

       Il saggio diventa destinatario di una rivelazione; egli non sceglie ma è scelto, raccoglie e custodisce in sé la chiamata che gli viene rivolta e la asseconda lungo i sentieri che conducono alla verità. Di per sé questa via è una via mistica, elitaria, sacrale, cosicché chi la intraprende diventa come la fiaccola vivente, la luce di una sovrarealtà e di una dismisura.
       Il Picatrix contiene pagine esemplari per complessità e profondità ove la teoria cosmogonica viene declinata e l’ordine gerarchico scandito more geometrico, così come fece Platone nel già menzionato Timeo.  Vedremo quindi che l’intero impasto del cosmo, dai cieli alla terra, passa attraverso una narrazione quasi epica, un racconto della origine e della formazione dell’ordine dal caos, in un movimento discendente, per gradazioni:

 

       «Tutte le cose di questo mondo sono ordinate secondo le loro regole, in modo che possiamo aggiungere: la prima di tutte le cose di questo mondo, la più nobile, alta e più completa delle cose che troviamo nel mondo è Dio stesso, che è il facitore e il creatore di tutto. Dopo viene l’intendimento ovvero l’intelletto, dopo l’intendimento, lo spirito, poi la materia: questi due sono immobili, inalterabili e immutabili da luogo a luogo. Dopo viene il cielo naturale, che viene detto primo mobile in movimento, ed à il principio primo di generazione e corruzione di tutto ciò che accade nel mondo. Segue poi il cielo delle stelle fisse con tutti gli altri cieli nel loro rispettivo ordine, fino al cielo della Luna».(31)

 

       La scala discendente presenta alcune interessanti posizioni; dopo Dio, il facitore e creatore (il più nobile tra gli enti), e le altre forme superiori, sono i cieli (anch’essi tra di loro gerarchizzati) a costituire il principio attivo di generazione e corruzione che si riverbera nel  mondo.  
       Soffermiamoci dunque un attimo  per conoscere più da vicino la  teoria del cielo del Picatrix e le forme con le quali essa si presenta.
       La forma del cielo è sferica, rotonda e uniforme nella superficie, e le cose partecipano di questa sua natura. Il cielo è l’archetipo, il modello della perfezione, e si ispira allo spirito che è anch’esso completo, compiuto, plasmato. Per questo, il cielo è incorruttibile, le cose partecipano in lui ma non il cielo nelle cose, giacché esse sono sottoposte al ciclo del  deteriorarsi, corrompersi, perire. Le cose sono legate al cielo ma paradossalmente il cielo è slegato dalle cose, non patendone in alcun modo la precarietà:

 

       «… la forma e la figura perfetta è il cerchio che, contenendo una sola linea, è la prima di tutte le figure. E nessuna corruzione o generazione di corpi terrestri può avvenire in cielo, e, viceversa, nessuna parte del cielo può essere in qualsivoglia modo coinvolta come essenza nelle corruzioni e generazioni mondane; e questo nemmeno  con la forza e la trascendenza. Infatti il cielo, come si è detto, è una sfera perfetta e assolutamente uniforme in tutte le sue parti ed è contenuto in una circonferenza dotata di un punto medio che gode di tale proprietà: che tutte le linee condotte da esso alla circonferenza sono di lunghezza uguale. Questo punto è detto Centro. Dicono che queste linee siano i raggi  che le stelle proiettano verso il centro del mondo: questo è l’operato e il potere dei talismani e questo è il modo in cui agiscono».(32)

 

       Non solo il cielo è radicalmente estraneo alla natura mondana, volubile e deperibile, ma esso, assorbendo in sé la figura perfetta del cerchio, contiene la forma della perfezione che non può essere contaminata dall’imperfezione del mondo terrestre. Esso si manifesta alla terra attraverso i suoi raggi stellari, su cui operano i talismani per intercettarne gli influssi. Attraverso di questi - come vedremo - il cielo agisce sugli uomini, per derivazione:

 

       «Questa sfera [scil: del cielo]  non ha  né irregolarità né luoghi privilegiati ed è una figura immutevole in se stessa. Da esso ascendono tutte le potenze degli spiriti e il cielo delle stelle fisse sta al suo interno con il centro separato da quello, essendo coincidente con il centro terrestre. La sostanza del cielo è unica sostanza sostanza, e tutti i moti, sia dei corpi che delle sostanze, seguono il moto del cielo. Ogni calore emana da esso;  e per questo possiamo comprendere come tutto ciò che accade nel mondo accada per mezzo suo».(33)

 

       Il cielo non è un elemento qualsivoglia dell’universo ma il vero catalizzatore delle energie e delle forze vitali che attraverso di questo passano, vengono filtrate, organizzate e indirizzate. Non c’è evento che accada che non abbia avuto nel cielo la sua causa efficiente:

 

       «I gradi della prima partizione del cielo sono 360 e altrettante le raffigurazioni. Da questa suddivisione discendono tutti i criteri astrologici, giacchè questi corrispondono a immagini celesti e, inversamente, il cielo è la causa di tute le operazioni[negromantiche] inferiori. Infatti, allo stesso modo agiscono le operazioni [negromantiche] e le costellazioni (quando i pianeti sono in esse), gli aspetti e le congiunzioni (che si influenzano reciprocamente secondo lo schema delle  congiunzioni) e le influenze dei pianeti sulle cose del mondo terrestre; perciò se si tratta di Saturno,  saranno  influenzate le cose fredde, se si tratta di Giove, quelle umide e calde; se si tratta di Marte, quelle calde e secche; se invece è venere, saranno influenzate le cose tiepide e molto umide; se è Mercurio, quelle di debole calore e molto secche; se si tratta della Luna, allora saranno influenzate le cose fredde e umide, mentre le stelle fisse vengono influenzate dalle loro costellazioni, così come se fossero sotto l’influsso della Luna».(34)

 

       Le innumerevoli forme di influenza del cielo sono all’origine delle operazioni negromantiche che cercano di intercettarne gli influssi. E’ opportuno notare come all’autore del Picatrix non interessi la conoscenza della teoria del cielo in sé, ma ai fini di operazioni negromantiche che per mezzo del cielo diventano possibili.
Così cominciamo ad arguire che il trattato, nella sua stratificazione profonda, non si occupa solo di astrologia e di filosofia, ma il suo baricentro culturale verte sempre di più sul rapporto cielo/magia come luogo non di erudita conoscenza, bensì di operatività. Dal cielo e per il cielo si possono infatti trasformare le cose del mondo. Il  cielo già opera attraverso le sue influenze cui si uniscono e collegano quelle del mago che interpella il cielo con i suoi strumenti e le sue  pratiche.(35)
La dottrina delle influenze è quindi sia astrologica sia negromantica, fisica e sacrale:

 

       «Allorché un pianeta sarà in un certo grado del cielo in cui possa arrivare e questo pianeta sia manifestamente caldo e scarso di umidità e siccità mentre il Sole avvicina i suoi poteri a quella posizione astrale, dobbiamo congetturare che aumenterà la sua influenza e sarà rafforzato. Allo stesso modo, se vedremo che il pianeta influenza qualcosa aumentandola in sostanza o in principio attivo, questa cosa sarà più forte e potente nella sua efficacia; e se, invece, il pianeta avrà un’influenza contraria, ne diminuirà l’ efficacia in proporzione alla propria forza in quel periodo. E’ in questo modo che devi interpretare le influenze dei pianeti e non sbaglierai. Tutto ciò  devi impararlo sui libri di astronomia».

 

       Non sarà questa la direzione principale del Picatrix, e all’autore non basterà la visione astronomica e astrologica del mondo, se non affiancandola a quella negromantica:

 

       «Ma ritorniamo  ancora alla struttura gerarchica del mondo cui si è già fatto cenno parlando del cielo. L’orizzonte del mondo si popola di una moltitudine sterminata di elementi, è popolata da multiformi presenze. Come  dicevamo, tutto ha un ordine, una necessità, una ratio, un logos.  A partire dalla materia, per amplificazioni successive e allargamenti di visuale, tutto viene compreso, circoscritto, registrato».

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NOTE

30) Picatrix, cit., pp. 55-56.

31) Ibidem, p. 56.

32) Picatrix, p. 34.

33) Picatrix, cit., p. 34.

34) Ivi.

35) Picatrix, cit., p. 35.


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