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Religione Cretese Micenea

 

La cretese micenea è la religione di quella civiltà fiorita nella zona del mar Egeo tra il II e il I millennio a.C. In particolare la religione cretese si affermò come religione egea, cioè predominante (tra il XXVII e il XV secolo a.C.) durante il regno del mitico re Minosse, di cui Omero dice che «aveva con Zeus segreti colloqui», quando Creta era il centro culturale piu importante.
Nel periodo minoico medio (tra il 2000 e il 1500 a.C.) fu edificato probabilmente il più antico palazzo reale, quello di Cnosso, scoperto alla fine del 1800 dall'archeologo Evans, meraviglia dell'arte e dell'architettura cretese (1300 stanze e un' estensione di circa duemila metri quadrati).
In questo periodo i cretesi veneravano divinità femminili, in particolare la dea dei serpenti, madre della terra, signora degli animali. In tale concezione religiosa naturalistica un altro simbolo di forza e potenza generatrice era il toro, animale sacro, ossessivamente riprodotto nelle opere d'arte cretesi.
Il mito ha tramandato la figura dell'uomo-toro (Minotauro), mostro dalla testa di toro e corpo di uomo. Infine il simbolo costante della religione cretese era l'ascia a doppio taglio (labrys), inizialmente strumento utilizzato per uccidere durante i sacrifici, ma poi assunta a simbolo della divinità del sole e del fulmine, 'e identificata con Zeus che, secondo il mito, sarebbe stato allevato sul monte Ida a Creta. Comunque l'ascia era simbolo del potere del re-sacerdote (Minosse). Al tardo periodo minoico risale il secondo palazzo di Cnosso (il Labirinto della mitologia greca).
È importante ricordare che i cretesi credevano nel mondo d'oltretomba, in cui i morti godevano di una felicità eterna, e questo ci è attestato dal culto dei morti e dalle numerose tombe ritrovate: a camera, scavate nella roccia o a cupola.
Intorno al 1425 a.C. Creta fu invasa da un popolo indoeuropeo, gli achei, e la sua civiltà scomparve, o meglio fu assimilata dagli achei che dettero vita alla civiltà micenea, da Micene, centro principale del loro dominio.
Non abbiamo molte notizie di questa civiltà se non dai poemi omerici; sappiamo tuttavia che con gli achei si ha una decisa antropomorfizzazione della divinità: non più totem crudeli o animali, ma dèi simili agli uomini con passioni e sdegni umani, interessati talvolta alle vicende terrene, che non richiedevano più sacrifici cruenti. Molto forte è ancora il culto dei morti (sono state ritrovate maschere funerarie in oro) e la fede nella vita d'oltretomba, come testimoniano i grandiosi sepolcri: il più famoso è quello di Atreo di Micene, costituito da un' ampia sala, adibita a sepoltura e ai sacrifici.
Nel XII secolo a.C. la civiltà micenea ebbe termine, colpita dall'invasione dorica.

 

Tratto da: Dizionario delle Religioni di Francesca Brezzi – Editori Riuniti (1997)

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