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Auguste Comte

 

Auguste Comte è stato il fondatore del positivismo francese. Nacque nel 1798 a Montpellier da una famiglia modesta, “eminentemente cattolica e monarchica”, fu discepolo e segretario (e in seguito deciso antagonista) di Saint-Simon, allievo della famosa École Polytechnique. Ebbe sufficiente dimestichezza con la matematica; fu il padre ufficiale della sociologia, e l’esponente, per certi aspetti, più rappresentativo dell’indirizzo di pensiero positivistico nel suo complesso. Morì a Parigi nel 1857.

Questo scrive Comte del suo itinerario morale ed intellettuale:
“Avevo già compiuto i quattordici anni che già provavo il bisogno fondamentale di una rigenerazione universale, a un tempo politica e filosofica, sotto l’attivo impulso della salutare crisi rivoluzionaria la cui fase principale aveva preceduto la mia nascita. La luminosa influenza di una iniziazione matematica avuta in famiglia, felicemente sviluppata all’École Polytechnique, mi fece istintivamente presentire la sola via intellettuale che poteva realmente condurre a questo grande rinnovamento”. E aggiunge che fu nel 1822 che egli ebbe chiaro il suo progetto filosofico “sotto la costante ispirazione della mia grande legge relativa all’insieme dell’evoluzione umana, individuale e collettiva”: la legge dei tre stadi.

Si tratta della legge secondo la quale l’umanità, al pari della psiche dei singoli uomini, passa attraverso tre stadi:
a) quello teologico;
b) quello metafisico;
c) quello positivo.

Scrisse Comte nel Corso di filosofia positiva: “Studiando lo sviluppo dell’intelligenza umana […] dal suo primo manifestarsi ad oggi, io credo di aver scoperto una grande legge fondamentale […]. Questa legge consiste in ciò: che ciascuna delle nostre concezioni principali, ciascun ramo delle nostre conoscenze passa necessariamente per tre stadi teorici differenti: lo stadio teologico, o fittizio; lo stadio metafisico, o astratto; lo stadio scientifico, o positivo […]. Di qui tre tipi di filosofia, o di sistemi concettuali generali, sull’insieme dei fenomeni, che si escludono reciprocamente. Il primo è un punto di partenza necessario dell’intelligenza umana; il terzo è il suo stato fisso e definitivo; il secondo è unicamente destinato a servire come tappa di transizione”.
a) Nello stadio teologico i fenomeni vengono visti come “prodotti dell’azione diretta e continua di agenti soprannaturali, più o meno numerosi”; la spiegazione di eventi è affidata alla divinità e il periodo in cui rimase in vigore questo tipo di stadio è quello del medioevo;
b) nello stadio metafisico essi vengono spiegati ad opera di essenze, idee o forze astratte (i corpi si unirebbero grazie alla “simpatia”; le piante crescerebbero a causa della presenza dell’”anima vegetativa”; l’oppio- come ironizzava Molière - addormenta perché possiede la “virtù soporifera”);
la spiegazione degli eventi è quindi affidata alla ricerca di un principio esterno (l’assoluto, la volontà) e si riferiscono al periodo dell’Illuminismo e del Romanticismo;
c) è soltanto “nello stadio positivo, che lo spirito umano, riconoscendo l’impossibilità di ottenere conoscenze assolute, rinuncia a domandarsi qual sia l’origine e il destino dell’universo, quali siano le cause intime dei fenomeni, per cercare soltanto di scoprire, con l’uso ben combinato del ragionamento e dell’osservazione, le loro leggi effettive, cioè le loro relazioni invariabili di successione e di somiglianza”; quello che più interessa nel periodo del Positivismo non è il vero metafisico, bensì è la verificabilità dei fenomeni: bisogna ricercare una legge che verifichi i fatti, perché se il fenomeno è ripetitivo significa che è anche vero. La verificabilità non va confusa con la veridicità, che si rifà alla verità, tenendo presente sempre che la verità assoluta non esiste se non come utopia.

Tale, dunque, è la legge dei tre stadi, il concetto chiave della filosofia di Comte. Legge che troverebbe conferma sia nello sviluppo dei singoli (ogni uomo è teologo nella sua infanzia, è metafisico nella giovinezza; è fisico nella sua maturità), sia nella storia degli uomini.

Molla Veronica
fonte: www.atuttascuola.it

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