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Primo Levi

Torino 31 luglio 1919 - 11 aprile 1987

 

Il padre, Cesare, nato nel 1878, sposò nel 1917 Ester Luzzati.

Primo Levi nacque a Torino il 31 luglio del 1919, nella casa che abitò per tutta la vita. I suoi antenati erano degli ebrei provenienti dalla Spagna e dalla Provenza.
Nel 1934 si iscrisse al Ginnasio-Liceo D’Azeglio, fu uno studente timido e diligente, interessato alla chimica e alla biologia, meno alla storia e all’italiano. Nel 1937, alla licenza liceale fu rimandato a ottobre in italiano. Si iscrisse al corso di chimica presso la facoltà di Scienze dell’Università di Torino.
Nel 1938 il governo fascista emanò le prime leggi razziali. Primo Levi frequentò circoli di studenti antifascisti, ebrei e non; strinse amicizia con i fratelli Artom. Lesse Thomas Mann, Aldous Huxley, Sterne, Werfel, Darwin, Tolstoj. Si laureò nel 1941, con pieni voti e lode. Il suo diploma recava la menzione «di razza ebraica». Primo Levi cercò affannosamente un lavoro, perché la famiglia era a corto di mezzi e il padre morente per un tumore. Trovò un impiego semilegale in una cava d’amianto lavorando in un laboratorio chimico. Nel 1942 trovò una sistemazione economicamente migliore a Milano in una fabbrica svizzera di medicinali.

Nel novembre, gli alleati sbarcarono in Nord Africa. A dicembre, i russi difesero vittoriosamente Stalingrado. Levi e i suoi amici presero contatto con alcuni esponenti dell’antifascismo militante e compirono la loro rapida maturazione politica. Primo Levi entrò nel Partito d’Azione clandestino. Il 25 luglio del 1943 cadde il governo fascista e Mussolini venne arrestato. Levi era attivo nella rete di contatti fra i partiti del futuro Cln. L’8 settembre il governo Badoglio annunciò l’armistizio, ma «la guerra continua». Le forze armate tedesche occuparono il nord e centro Italia. Levi si unì ad un gruppo partigiano operante in Val d’Aosta, ma all’alba 13 dicembre fu arrestato presso Brusson e venne avviato nel campo di concentramento di Carpi-Fossoli. Nel febbraio del 1944 il campo venne preso in gestione dai tedeschi e Levi trasferito ad Auschwitz.

Primo Levi attribuì la sua sopravvivenza ad una serie di circostanze fortunate. Per tutta la durata della permanenza nel Lager, Levi riuscì a non ammalarsi, ma contrasse la scarlattina proprio quando nel gennaio 1945 i tedeschi, sotto l’avvicinarsi delle truppe russe, evacuarono il campo, abbandonando gli ammalati al loro destino. Gli altri prigionieri vennero rideportati verso Buchenwald e Mauthausen e morirono quasi tutti.

«Devo dire che l’esperienza di Auschwitz è stata tale per me da spazzare qualsiasi resto di educazione religiosa che pure ho avuto... C’e Auschwitz, quindi non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo».

Nel giugno iniziò il viaggio di rimpatrio, che si protrarrà fino all’ottobre. Levi e i suoi compagni percorsero un itinerario labirintico, che li condusse dapprima in Russia Bianca e poi finalmente in patria attraverso l’Ucraina, la Romania, l’Ungheria, l’Austria. Fu questa l’esperienza che Levi racconterà ne La tregua.

Il reinserimento nell’Italia disastrata del dopoguerra fu difficile. Levi trovò lavoro presso una fabbrica di vernici nei pressi di Torino. Era ossessionato dalle traversie subite e scrisse febbrilmente Se questo è un uomo.

 

«In Se questo è un uomo ho cercato di scrivere le cose più grosse, più pesanti, e più importanti. Mi sembrava che il tema dell’indignazione dovesse prevalere: era una testimonianza di taglio quasi giuridico, nella mia intenzione doveva essere un atto d’accusa – non a scopo di provocare una rappresaglia, una vendetta, una punizione –, ma sempre una testimonianza. Perciò certi argomenti mi sembravano un po’ marginali, allora, un’ottava più in basso; e li ho poi scritti molto tempo dopo».

 

Nel settembre del 1947 sposò Lucia Morpurgo, da cui ebbe due figli. Levi presentò il dattiloscritto alla casa editrice Einaudi, ma la proposta venne declinata con una formulazione generica. Per intervento di Franco Antonicelli, il libro venne pubblicato dall’editore De Silva in 2500 esemplari. Buone accoglienze critiche, ma scarso successo di vendita. Primo Levi ritenne concluso il suo compito di scrittore-testimone e si dedicò per intero alla professione di chimico. Accettò un posto di chimico in laboratorio presso una piccola fabbrica di vernici tra Torino e Settimo Torinese. In pochi anni ne divenne il direttore. Nel 1956, a Torino, in una mostra sulla deportazione che incontrò uno straordinario successo, Primo Levi fu assediato da giovani che lo interrogarono sulle sue esperienze di deportato. Ritrovò la fiducia nei suoi mezzi espressivi, e ripropose Se questo è un uomo all’editore Einaudi, che decise di pubblicarlo nella collana «Saggi» da allora non cesserà di essere ristampato e tradotto.

Nel 1963 Einaudi pubblicò La tregua, che ottenne accoglienze critiche molto favorevoli. Il «risvolto» di copertina era redatto da Italo Calvino. La tregua vinse a Venezia la prima edizione del Premio Campiello. Nel 1978 Levi pubblicò La chiave a stella che vinse il Premio Strega. Nell'aprile del 1982 uscì Se non ora, quando? immediato fu il successo e il romanzo vinse il Premio Viareggio e il Premio Campiello. Nel 1986 pubblicò I sommersi e i salvati, che rappresentò la summa delle sue riflessioni suggerite dall’esperienza del Lager.

Primo Levi morì l'11 aprile del 1987, cadendo nella tromba delle scale di casa.

 

- Consigliamo la lettura della recensione di Matilde Perriera al libro di Primo Levi Se questo è un uomo:
Primo Levi - Se questo è un uomo - Le prigioni interiori

 

Bibliografia di Primo Levi

 

Libri pubblicati presso Einaudi, Torino
Se questo è un uomo (1956 - prima pubblicazione, edizioni da Silva, 1947)
La tregua (1963)
Storie naturali (1966, prima pubblicaz. con lo pseudonimo Daminiano Malabaila)
Vizio di forma (1971)
Lilit e altri racconti (1971)
Il sistema periodico (1975)
La chiave a stella (1978)
La ricerca delle radici (1981, antologia personale)
Se non ora quando (1982)
L'altrui mestiere (1985)
I sommersi e i salvati (1986)
L'ultimo natale di guerra (2000)
Libri pubblicati presso altri editori
Racconti e saggi, Ed. La Stampa, Torino, (1986)

Libri di poesie
L'osteria di Brema, Ed. Scheiwiller (1975)
Ad ora incerta, Ed. Garzanti (1984)

 

Libri scritti da Primo Levi in collaborazione con altri autori
Ferdinando Camon, Conversazioni con Primo Levi, Ed. Garzanti 1987
Tullio Regge e Primo Levi, Dialogo, Einaudi 1884
P. Levi e P. Marché (riduzione teatrale) Se questo e' un uomo, Einaudi 1966

 

Alcuni studi su Primo Levi
Giuseppe Grassano, Primo Levi, Ed. La Nuova Italia 1981
F. Vicenti, Invito alla lettura di Primo Levi, Ed. Mursia 1973
G. Poli e G.Calcagno, Echi di una voce perduta, Ed. Mursia 1992
M. Dini e S. Jesurum, Primo Levi, le opere e i giorni, Ed. Rizzoli 1992
a cura di A. Cavaglion, Primo Levi il presente del passato, Consiglio reg. Piemonte e ANED, Ed. Franco Angeli 1991
A. Cavaglion, Primo Levi e Se questo e' un uomo, Ed. Loescher 1993
a cura di M.Belpoliti, Primo Levi, Conversazioni e interviste 1963-1987, Ed. Einaudi 1997
a cura di M.Belpoliti, Primo Levi, Ed. Marcos y Marcos (Riga 13) 1997

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