
Errori di Pensiero
di Ivo Nardi - indice articoli
Bias della lettura della mente
Dicembre 2025
Questo è uno degli errori di pensiero più comuni.
Sei in coda al supermercato. La cassiera ti guarda per un secondo di troppo e tu, in un millisecondo, hai già deciso: “Mi trova ridicolo con questa spesa da single, lo pensa di sicuro.” Oppure entri in ascensore con un vicino, lui non dice niente e tu esci al tuo piano convinto: “Mi odia, si sente che non mi sopporta.”
Ecco, in entrambi i casi stai cadendo nel bias della lettura della mente, uno dei più diffusi errori cognitivi che commettiamo ogni giorno.
È la tendenza automatica a credere di sapere con certezza cosa pensano gli altri di noi, cosa provano o quali siano le loro intenzioni… senza nessuna prova concreta e, soprattutto, senza averglielo chiesto.
In pratica, la nostra mente riempie i “vuoti” di informazione con le nostre supposizioni, quasi sempre negative o autocritiche. Non stiamo leggendo davvero nella testa delle persone (purtroppo o per fortuna non abbiamo questo superpotere), ma ci comportiamo come se lo avessimo.
Lo facciamo per diverse ragioni psicologiche:
- Risparmio cognitivo – Il cervello odia l’incertezza. È più “comodo” inventarsi una spiegazione (anche se sbagliata) che restare nel dubbio.
- Autostima fragile o esperienze passate – Chi ha avuto critiche ripetute, abbandoni o rifiuto tende a interpretare i comportamenti altrui come conferme delle proprie paure.
- Cultura e social media – Viviamo in un’epoca in cui tutto deve essere immediato. Un “visto” su WhatsApp senza risposta diventa automaticamente “mi sta ignorando”.
- Effetto spotlight – Tendiamo a sovrastimare quanto gli altri ci notino e ci giudichino (anche questo è un bias correlato).
Esempi quotidiani:
- In amore: “Non mi ha chiamato, significa che non gli interesso più.”
- Sul lavoro: “Il capo non mi ha salutato stamattina, ho fatto qualcosa di sbagliato.”
- Tra amici: “Hanno riso dopo che sono uscito dalla stanza, stavano parlando male di me.”
- Sui social: “Nessuno ha messo like alla mia storia, pensano che sia noioso/a.”
Nella stragrande maggioranza dei casi, la realtà è molto più banale: il capo aveva mal di testa, gli amici ridevano per un meme.
Questo errore di pensiero può creare danni notevoli:
- Ansia e depressione – Convincersi continuamente che gli altri ci giudichino negativamente alimenta un circolo vizioso di pensieri tossici.
- Conflitti inutili – Quante litigate sono nate da un “Ti ho visto, eri arrabbiato con me!” quando l’altra persona nemmeno se n’era accorta?
- Isolamento sociale – Se pensi che tutti ti critichino o ti rifiutino, finisci per allontanarti per primo (“Tanto non gli importa di me”).
- Autostima danneggiata – Ogni interpretazione negativa diventa una “prova” che rafforza l’idea di non essere abbastanza.
- Perdita di opportunità – Quante volte non abbiamo chiesto un favore, un appuntamento o un aumento perché “tanto diranno di no, si vede che non mi vogliono”?
Fortunatamente il bias della lettura della mente è un errore che si può correggere con un po’ di allenamento.
Ecco i passaggi più efficaci:
- Riconoscilo nel momento in cui accade: quando ti accorgi di pensare “Lui/lei pensa che…”, fermati e chiediti: “Ho prove concrete o sto solo immaginando?”
- Chiediti:
- Ci sono almeno tre spiegazioni alternative altrettanto plausibili?
- Se un amico mi raccontasse la stessa situazione, gli direi che è sicuro al 100% di cosa pensa l’altra persona?
- Verifica direttamente (quando è possibile e sensato). Invece di stare ore a rimuginare, prova a chiedere con calma e curiosità:
- “Ho notato che eri silenzioso stasera, tutto ok?”
- “Ti ho scritto prima e ho pensato magari ti avessi disturbato, è così?” Spesso la risposta è un liberatorio “No, ero solo stanco / sovrappensiero”.
- Tieni un “diario dei falsi positivi”. Scrivi le volte in cui eri sicuro/a che qualcuno pensasse male di te… e poi hai scoperto che non era vero. Col tempo vedrai quante volte la tua “lettura della mente” era completamente sbagliata.
Ricordati che il 90% delle volte il comportamento degli altri riguarda loro (stanchezza, problemi personali, distrazione) e solo il 10% ha davvero a che fare con te.
Il bias della lettura della mente è un piccolo sceneggiatore iperattivo che vive dentro la nostra testa e trasforma ogni silenzio, sguardo o ritardo in un dramma con noi come cattivo della storia. Il trucco è smettere di credere ciecamente ai suoi copioni.
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