Riflessioni sull'Esoterismo
di Daniele Mansuino indice articoli
I Signori della Pietra Nera
di Daniele Mansuino e Paolo Del Casale
Settembre 2024
Ci parlano dei Signori della Pietra Nera Ralf Ettl e Norbert Jurgen-Ratthofer: due scrittori neonazisti - autori, nel 1992, di Das Vril Projekt - dai quali abbiamo già attinto per i tre articoli su Gli UFO nazisti.
Ralf Ettl non era soltanto uno scrittore, ma anche il rifondatore della Tempelhofgesellschaft, associazione ispirata alla dottrina gnostica del Marcionismo, che aveva già conosciuto una breve stagione prima che lui se ne occupasse: secondo Wikipedia, la vecchia Tempelhofgesellschaft (THG) era stata costituita negli anni 80 da alcuni membri della "Erbengemeinschaft der Tempelritter" nazista. Il capo di questo gruppo era stato l’ex ufficiale di polizia Hans-Günter Fröhlich che risiedeva in Germania/Homburg. Il gruppo aveva stretti legami con la rete di estrema destra di lingua tedesca. La sua prima pubblicazione fu “Einblick in die magische Weltsicht und die magischen Prozesse” (1987).
Gli antichi Marcioniti identificavano in Jahvè il principio del male, e sostenevano che l’insegnamento di Gesù fosse stato falsificato dagli Ebrei; a ciò, quelli moderni aggiungono che Gesù era tedesco, e che quindi i Tedeschi possono godere di un carisma speciale che gli consentirà di stabilire sulla Terra il suo Regno di Luce.
Già da questa annotazione ci sembra che sia possibile cogliere quella che consideriamo una delle caratteristiche più intriganti del neonazismo in versione Ettl, ovvero lo sviluppo di un tema che - nel nazismo originario - era quasi del tutto assente: il confronto culturale con la tradizione giudeocristiana, condotto addirittura su esegesi alternative delle Sacre Scritture.
A prescindere dall’attendibilità e dalla qualità di queste esegesi (che non giudichiamo eccelse), ci pare comunque un tentativo furbo e preveggente, se si considera l’ampiezza del bacino elettorale che, nel caso di un’eventuale crescita futura del movimento neonazista, potrebbe risultare coinvolto da questi temi.
Non si poteva fare una cosa del genere prima della guerra, se è vero che perfino il più importante dei teorici del razzismo ariano, Alfred Rosenberg (1893-1946), si dichiarava favorevole al protestantesimo.
Dopo la fine della Tempelhofgesellschaft, Ralf Ettl creò la Freundeskreis (Cerchia di Amici). Quest’ultimo gruppo, trasformatosi nel 2005 in Causa Nostra, è a quanto ne sappiamo la sola organizzazione neonazista che ponga al centro della sua dottrina la scienza dell’energia primordiale (il vril), ed il libro Das Vril Projekt ne rispecchia l’ideologia.
Con una simile impostazione, va da sé che il neonazismo di Ettl e Jurgen-Ratthofer non poteva vantare agganci di rilievo con il nazismo storico, che a queste cose non aveva mai pensato o quasi; se li creò, tuttavia, assimilando il personaggio di Rudolf Von Sebottendorff (1875-1945), che, per molti versi, per una operazione del genere era perfetto - un esoterista di grande valore, un nazista della prima ora, un personaggio storico minore sul quale non si hanno molte notizie, e che quindi può essere rielaborato come meglio si crede.
Abbiamo già visto ne Gli UFO nazisti le linee più importanti della resurrezione di Von Sebottendorff nel campo del neonazismo; ma a queste, Ettl aggiunse un Von Sebottendorff profeta dell’Età dell’Acquario e del Reich della Luce Eterna - insomma, di un nazismo in versione cosmologica del quale, in verità, nelle sue opere pubblicate in Italia non c’è traccia; Ettl e Jurgen-Ratthofer affermano, però, che dei suoi scritti ci sarebbe ancora molto di inedito.
Abbiamo anche visto, sempre nella serie di articoli citata, la riunione al Caffè Schopenhauer di Vienna alla quale avrebbero preso parte, oltre a Von Sebottendorff e a Maria Orsic, anche il prelato Gernot; ebbene, secondo Ettl questo personaggio si sarebbe trovato lì in rappresentanza dell’Ordine dei Signori della Pietra Nera (DHVSS - Die Herren vom Schwarzen Stein), una filiazione templare legata strettamente al Marcionismo.
Questo Ordine, del quale anche Von Sebottendorff avrebbe fatto parte, sarebbe stato fondato - nel 1221 o nel 1226 - dal Templare Hubertus Koch, e negli anni immediatamente posteriori alla sua fondazione si sarebbe diffuso in tutta Europa; però la persecuzione ai danni dei Templari lo aveva poi ristretto nella sua terra d’origine, la Baviera.
Qui era ancora presente (sia pure con un numero ridottissimo di seguaci) alla fine del diciannovesimo secolo, quando il crescere del pubblico interesse verso le tradizioni templari aveva indotto i Signori della Pietra Nera a dare vita - a Monaco di Baviera - ad un’organizzazione di facciata: la Società Panbabilonica (trasformatasi poi, nel 1919, in Società Tedesca per la Metafisica).
La dottrina segreta da loro tramandata aveva preso le mosse da una visione ricevuta dal fondatore: a Hubertus Koch era apparsa la Dea Isais, figlia di Iside e di Seth, che gli aveva ordinato di erigerle una dimora a Berchtesgaden, sul massiccio dell’Untersberg (non molto distante dalla futura residenza estiva di Hitler, che secondo la leggenda sarebbe stata collegata al Tempio di Isais da una galleria).
A Berchtesgaden, Koch avrebbe ricevuto le Rivelazioni di Isais: un testo basato sull’enfatizzazione dell’aspetto duale del mondo, le cui vicende sarebbero comprensibili solo attraverso l’immagine della lotta tra Luce e Tenebre.
Soltanto gli spiriti più forti possono impugnare la Lancia di Marduk e partecipare attivamente alla battaglia. I deboli possono sostenerli mediante la purezza dei pensieri e delle azioni, e gli intellettuali propagando la consapevolezza che il confine tra i due mondi è vicino a noi: tutti gli esseri umani hanno infatti la possibilità di attraversare lo Specchio di Ishtar ed accedere al mondo della Luce, del quale il mondo in cui viviamo è solo un riflesso.
Il mondo della Luce, il Reich eterno, è un immenso paese tutto verde, al quale i meritevoli possono accedere attraverso la morte, per rinascervi come immortali; è insomma il vril-energia primordiale come era prima della scomposizione (vedi l’articolo Opinioni su Saturno), non transitata per l’Ouroboros e pervasa da una vibrazione unica, benefica e perenne.
Il colore verde - sul quale tanto D. M. e L. D. C. hanno scritto negli articoli su L’iniziazione di Elia - viene associato, nelle Rivelazioni di Isais, anche al Santo Graal, considerato nella sua accezione non di gradale ma di occultus lapis, ovvero di Pietra Filosofale; la concatenazione simbolica inaugurata da questo misterioso testo è dunque pietra filosofale-Graal-vril, il che spalanca le porte alla possibile compilazione di un corpus mitologico di dimensioni sterminate (decisamente Ralf Ettl aveva un talento nell’inserire, nella propria visione ideologica, dettagli suscettibili di ampi sviluppi futuri).
La leggenda prosegue affermando che, in virtù delle rivelazioni di Isais, Koch sarebbe pervenuto all’ottenimento della Pietra (che però non era verde bensì di colore nero-violetto, da cui il nome dell’Ordine), fonte dell’energia che in passato aveva consentito agli Atlantidi l’annullamento della forza di gravità ed i viaggi interdimensionali.
La Pietra era stata avvolta da Isais nei suoi capelli. Da lei, Koch apprese il segreto che i lunghi capelli delle giovani donne possono essere usati come apparato trasmittente-ricevente delle radiazioni provenienti da altri pianeti (discorso mediante il quale Ettl e Jurgen-Ratthofer aprono le porte ad un colpo di scena in linea con i precedenti: il collegamento del mito nazista agli extraterrestri).
Da Isais, oltre alla Pietra Nera, Koch ottenne anche la Lancia di Marduk e lo Specchio di Marduk (o di Odino): la Lancia gli consentì di aprire un varco tra i due mondi, lo Specchio la possibilità di scrutarli.
I tre oggetti sacri dei Signori della Pietra Nera - Pietra, Lancia e Specchio - formano una triade in cui qualcuno ha visto un collegamento con i tre Sacri Tesori dello Shintoismo (Gemma, Spada e Specchio).
L’allusione a Marduk è motivata dal fatto che i Signori della Pietra Nera si proclamavano eredi degli Accadi; in particolare, la loro Dea Isais corrisponderebbe alla divinità mesopotamica Jesse, a sua volta imparentata con Ishtar.
Gli Accadi passarono alla storia soprattutto per il loro leggendario Impero di Luce, esistito all’incirca da 2350 al 2200 avanti Cristo. Era stato fondato da un mitico personaggio la cui memoria giganteggiò a lungo nell’antichità: Sargon di Akkad, formidabile guerriero in grado di vincere trentaquattro battaglie consecutive. L’impero da lui creato si estendeva dalla Mesopotamia verso ovest, raggiungendo addirittura le sponde del Mediterraneo.
È usanza, nelle associazioni fondate da Ettl, contare gli anni dopo Sargon; l’anno dopo Sargon si ottiene aggiungendo 3900 all’anno cristiano (p. es., al 2024 corrisponde il 5924).
Dopo le sue vittorie, Sargon si era avocato il titolo di Signore delle quattro parti, che nel linguaggio di allora significava di tutto il mondo: un titolo che fino ad allora era stato appannaggio soltanto degli dei - tanto che, secondo qualche storico, sarebbe stato proprio lui il primo nella storia ad avere l’idea di radunare il potere monarchico e quello religioso in una sola persona.
Sargon ebbe un successore che, sebbene si chiamasse come lui, non era un suo parente. Ora, secondo una profezia babilonese, mentre il primo Sargon aveva fondato l’Impero Accadico ed il secondo lo aveva restaurato, il terzo Sargon sarebbe sorto dalla mezzanotte con la missione di abbattere il tenebroso ed illusorio governo mondiale, salvare il genere umano dal male e ristabilire l’Età dell’Oro.
Se si vuole dar retta a Ettl, pare che sia stato Rudolf Von Sebottendorff ad identificare - sulla base di un’antica forma di denominazione dei punti cardinali - la mezzanotte di cui si parla nella profezia con il Nord, identificando Hitler nel terzo Sargon venuto a ristabilire l’Impero di Luce.
Tra le molte e bellissime illustrazioni contenute in Das Vril Projekt, merita un cenno il disegno di un fulmine argenteo su sfondo nero e viola, chiamato dai due scrittori Saetta Ilua (con la parola saetta in italiano - è probabile che l’avessero scambiata per una parola latina, ma in latino si dice sagitta).
La Saetta Ilua sarebbe stato il simbolo del vril presso gli Accadi: infatti, la sua più antica raffigurazione si troverebbe su una punta di lancia risalente a Sargon II (tra parentesi, secondo i due autori, il termine vril non sarebbe una contrazione dell’alchemico VITRIOL, bensì verrebbe dalla locuzione accadica vri-il, simili agli dei).
Il fulmine rappresenta il lampo della divina luce Ilu, legato al simbolismo di Ishtar (argento, nero e viola sono i suoi colori) ed il colore viola la divina luce delle Nuova Età, Ilu o Pralada; il nero, infine, simboleggia l’età tenebrosa che l’umanità starebbe attualmente attraversando.
Nella cosmogenesi accadica nota come l’Insegnamento di Ilu, dalla collisione del principio maschile con quello femminile - avvenuta alle origini del mondo - sarebbero sprizzate innumerevoli scintille; la più luminosa delle quali era il Dio/Dea Il-Anu (corrispondente ad Odino), che contiene i semi di ogni cosa, al di fuori dal tempo e dallo spazio.
Mummu, lo spaziotempo, fu la prima delle creazioni di Il-Anu; seguirono poi i Mondi di Luce Eterna, il Regno di Dio, nel quale egli infuse i semi delle cose per animarli, secondo i princìpi della triade Spirito, Anima e Vita.
Ma anche qui si verificò la ribellione di un Angelo, che fu cacciato e si rifugiò in un mondo tenebroso e infernale (davvero non esiste una cosmologia in cui non succeda).
Sarebbe lui a corrispondere, nello stesso tempo, alle figure a noi note come Satana e Jahvè (davvero non esiste una cosmologia da cui, a posteriori, non sia possibile tirare fuori le idee più surreali).
Molti altri Angeli lo seguirono e lo raggiunsero; ma al prezzo di perdere, per sempre, i loro Corpi di Luce.
Il-Anu allora creò un altro mondo, quello in cui viviamo, che è composto da una molteplicità di Universi disposti a scala, per consentire la progressiva reintegrazione degli Angeli Caduti; ma l’Angelo Ribelle, lo Schaddain, si oppone a questo processo, ed è da allora che infuria la cosmica battaglia, tra le forze della Luce e quelle delle Tenebre.
Tutte le religioni della Terra sarebbero adattamenti, più o meno fedeli, di questo Insegnamento; in particolare la Bibbia, nella quale le figure di Satana e Jahvè sembrano contrapposte, ma da vari versetti è possibile intuire la verità (Ettl e Jurgen-Ratthofer ne citano alcuni, tra i quali ad esempio Giovanni 8: 44 - Voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere gli insegnamenti del padre vostro …).
Gli esseri umani discendono direttamente dagli Angeli Caduti Igigi ed El, e soltanto indirettamente dalla Divina Luce Ilu, che è uscita dal mondo. Il nostro Universo è unatemporaneaplacenta,unacosa intermedia tra Ilu e le tenebre, governato dagli Angeli Caduti, nel quale le persone vagano angosciate e smarrite, cercando invano la Verità.
La lotta tra Luce e Tenebre infuria tanto qui come nell’aldilà. La vittoria è vicina, e sarà segnata dall’avvento del Reich millenario (o Quarto Reich).
Come il Demonio è una persona (o, più correttamente: una comunità religiosa, la Chiesa, simboleggiata nella persona del Papa), così è Dio. Il dio Il-Anu viene ogni tanto sulla Terra a selezionare le persone meritevoli di entrare nella Luce, riconoscibili dalla frequenza della loro vibrazione e dalla purezza dei loro discorsi.
Così egli venne presso i Sumeri, i Babilonesi, gli Assiri; e, sotto il nome Gesù, venne anche presso gli Ebrei, che però se ne dimostrarono indegni.
Allora annunciò che il suo Secondo Avvento sarebbe avvenuto nel popolo tedesco (perciò io vi dico che il Regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato ad una gente che ne faccia i frutti - Matteo, 21: 43).
Ogni cosa inadatta alla nuova Età della Luce deve perire. Un ordine completamente nuovo è destinato ad espandersi su tutto lo spazio terrestre. Noi siamo ora sul palcoscenico dello scontro finale del grande torneo mondiale …
Dall’antica saggezza mesopotamica ci viene la nozione ultraterrena dei “passi di Marduk”, della durata di 28 anni, 56 anni per ogni doppio passo. Tre doppi passi, ovvero 168 anni, sarà la durata del passaggio dal vecchio al nuovo …
I passi di Marduk seguono la progressione 1934-1962-1990-2018, eccetera; uno di essi conteneva quindi la data identificata dai Teosofi per l’avvento dell’Era d’Acquario, il 5 febbraio 1962.
A questo proposito, troviamo sorprendente che i Signori della Pietra Nera, con la loro scienza sconfinata, si siano dimostrati piuttosto incerti nel fissarla, ipotizzando che potesse essere anche il 3 o il 4 febbraio: sarebbe bastato dare un’occhiata ad un qualsiasi libro di effemeridi astrologiche per accertarsi che la data dello stellium in Acquario era il 5, e non un altro giorno.
Ma in ogni caso, la teoria dei passi di Marduk riduce quella fatidica data ad un semplice momento di transizione, consentendo di spiegare come mai in quel giorno non sia accaduto niente di speciale, e prorogando il periodo utile per l’avvento della Nuova Era fino all’anno 2100.
La presenza, nel pantheon accadico-templare, di numerose divinità femminili, riveste un ruolo determinante nel sancire il ruolo di primo piano delle donne nella genesi della Nuova Era, la teorizzazione della quale da parte di Ettl e Jurgen-Ratthofer è senza dubbio una delle parti più interessanti del loro libro.
La trascorsa Età dei Pesci, segno zodiacale doppio, era caratterizzata da una separazione tra i sessi foriera di incomprensione ed ostilità nei confronti delle donne; la femminilità era sempre sconfitta, l’unico modo a disposizione delle donne per farsi valere socialmente era mascolinizzarsi.
La nota immagine religiosa della Vergine Maria che calpesta il Serpente simboleggia il rinnegamento della vitalità pagana che era implicita nel rapporto diretto dell’Uomo con il vril (analisi che troviamo superficiale, ma che ha - secondo noi - il merito di aprire un campo di speculazioni da sempre inesplorato, a causa dei tabù che circondano i simboli religiosi).
Di fatto, la contrapposizione segnalata da Ettl tra il ruolo della donna nella società contemporanea e l’antico legame tra femminilità e vitalità, addita una sorta di via alternativa al femminismo sulla quale non è necessario essere nazisti per trovarsi d’accordo (tant’è vero che noi, non essendo purtroppo giovanissimi, possiamo ben ricordare quanto questa argomentazione svolgesse un ruolo importante nell’ideologia femminista fin quasi a mezzo secolo fa, e come sia stata poi cancellata dal prevalere delle problematiche legate all’inserimento della donna nel mondo del lavoro); così, ad esempio, apre il discorso sul legame tra antifemminismo e castrazione psicologica, tra antifemminismo e autoritarismo, e così via.
Notevoli sono anche le riflessioni in cui Ettl accosta il disprezzo nei confronti della donna alle tragedie del ventesimo secolo; ed ancora più notevole - da un punto di vista strettamente esoterico - è il suo illustrare come il legame tra queste realtà apparentemente così lontane possa essere riscontrato nella sistematica frustrazione, da parte della società, della libera irradiazione delle energie femminili sul mondo.
Quest’ultima non è soltanto una boutade, bensì un tema che sviluppa nei dettagli con grande competenza; tanto da far sospettare che forse, dietro alle sue riflessioni, potrebbe davvero celarsi un corpo di insegnamenti esoterici autorevole ed antico.
La prende piuttosto alla lontana, partendo dalla dichiarazione che gli esseri umani non fanno parte del creato: essi si trovano già potenzialmente in prossimità dell’Eterno Essere, glie ne manca solo la coscienza, che può essere raggiunta compiendo il breve passo per sottrarsi all’illusione dello spaziotempo.
Il distacco dalle forme di avidità terrene è senza dubbio un buon mezzo per compierlo; ma più ancora vale il rigetto delle forme meccaniche di immaginazione suggerite dai media, alle quali va sostituita la visione corretta del mondo al di là, in modo da poter comprendere quanto sia facile e vicino da raggiungere per chi lo voglia davvero.
Soltanto così si può toccare con mano che la morte non è che il passaggio dalla gravità materiale del corpo fisico alla purezza del corpo astrale, senza estinzione della coscienza individuale né alcuna forma di oblio: il ritorno ad un mondo ultraterreno che è, in realtà, la nostra terra d’origine.
Ora, qual è il legame del femminismo con tutto ciò? Che questa possibilità di ritorno a casa ci deriva dall’essere l’Uomo il frutto dell’incrocio tra gli Angeli Caduti e le donne terrestri (e non, come mendacemente afferma la tradizione giudeocristiana, una creatura da essi distinta); quindi, proprio come per gli Angeli emanati da Dio e non creati, anche per noi è libero l’accesso alla riscoperta della nostra parte di divinità.
Di conseguenza, il rapporto sessuale tra Uomo e Donna è il modo in cui ci è concesso di rientrare in contatto col mistero della nostra origine: tutto sta nel recuperarne la consapevolezza.
Senza voler spaccare il capello in quattro, ci troviamo qui molto vicini all’ortodossia ermetica della trasmutazione interiore - con in più alcuni approfondimenti originali, come l’idea che non sarebbe possibile riprodurre idealmente il congiungimento tra le Donne e gli Angeli Caduti, se il corpo astrale della Donna e quello dell’Uomo non fossero radicalmente diversi tra loro.
Non nel senso, sia chiaro, delle diversità fisiologiche, ma sul piano sottile - a differenza dei pesanti corpi materiali, formati da carne e sangue dello stesso tipo, ilcorpo astraledell’uomoe quello della donnaconsistono didiverse sostanze, (entrambe) di Luce, caratterizzate peraltro da una forte affinità …
Invece, sul piano fisico, la differenza sarebbe riscontrabile negli apparati respiratori, fatti in modo da assorbire correnti diverse: quello dell’Uomo trae energie dal Cielo, quello della Donna dalla Terra.
Per questo è importante che i due sessi fondano insieme le proprio correnti nel coito; e la pratica di quest’ultimo secondo le regole apporterà il rafforzamento e lo sviluppo di entrambi i corpi astrali dei partecipanti a livelli sovrumani.
Soltanto con la vibrazione dell’amore è possibile una vera compenetrazione tra loro, in modo che ciascuno possa prendere dall’altro ciò che gli manca: l’Uomo trasmettere alla Donna un po’ della sua angelicità, la Donna all’Uomo un po’ della sua umanità.
La caratteristica femminile della ricettività genera nel corpo della Donna un campo energetico di intensità superiore a quello dell’Uomo, potenzialmente in grado di un’emissione di radiazioni superiore qualora le energie vengano movimentate tramite il coito; non solo, ma in presenza delle condizioni opportune lo stesso esubero energetico può essere investito nel processo della maternità, o rivolto all’uso magico (annota Ettl: la magia è stata sempre una questione di donne).
La cosa più importante nell’accoppiamento è generare un campo di pure radiazioni di Ilu, il che può avvenire evitando di indulgere a pensieri lussuriosi.
Notevole è qui il richiamo in versione neonazista (ovvero fondata su di un’esasperata selezione qualitativa da applicare a qualunque cosa) alle norme che possiamo ritrovare in varie discipline della magia sessuale, ma espresse in modi diversi: per esempio la norma tantrica di trattenere o controllare l’emissione dello sperma, o quella magica di concentrarsi sull’obbiettivo che si desidera ottenere all’atto dell’eiaculazione, o quelle napoletane relative alla costituzione del Corpo di Gloria e così via - ed anche la disciplina ettliana è volta alla costituzione di qualcosa di analogo al Corpo di Gloria: un Corpo Astrale di Spirito, ovvero di propria volontà, suscettibile di conferire al praticante un’estensione di vitalità in questo mondo, e nel futuro una Via di Luce al di là del mondo, dopo la vita terrena.
Qualora il congiungimento rituale venga attuato secondo le regole, genera due tipi di vibrazione: la prima è all’origine del piacere sessuale e dell’eventuale concepimento, la seconda - più elevata - pone gli amanti in relazione con il battito dei loro cuori astrali, creando fra loro un meraviglioso sentimento di comunanza e spalancando loro la percezione dell’eternità.
Si ritrova in questo punto della dottrina la tecnica delle Vrildamen, da noi citata ne Gli UFO nazisti, fondata sul fare dei propri capelli un’antenna ricetrasmittente. La naturale lunghezza dei capelli delle donne riproduce, sul piano fisico, la possibilità dei loro corpi astrali di assorbire un’ampia gamma di correnti che agli uomini sono precluse; anzi, per la precisione, l’assorbimento avverrebbe attraverso i canali midollari dei capelli femminili, dettaglio riguardo al quale vengono fornite varie spiegazioni.
Di conseguenza, viene ribadito quanto barbare e nocive siano le usanze che impongono alle donne di tagliarsi i capelli o di nasconderli: ogni taglio, bruciatura, tinta, danno ai capelli delle donne costituisce un immediato danno per il loro corpo astrale, riducendo di conseguenza anche il contributo insostituibile che la ricettività femminile potrebbe apportare alla società. Ben lo sapevano i Sumeri, presso i quali la lunghezza dei capelli delle donne era di almeno ottanta centimetri.
La funzione della respirazione astrale femminile inizia con una lunghezza dei capelli sui 50 cm., ma una maggiore lunghezza è naturalmente molto meglio. Una misura dai 75 agli 80 cm. è quella naturale per la donna; lunghezze maggiori danno risultati ancora migliori.
Naturalmente, non siamo in grado di sapere se ci troviamo di fronte ad una ben riuscita sequenza di invenzioni letterarie, o se davvero le cognizioni di Ettl sui capelli femminili venissero dal mondo antico; ma per quella che è la nostra opinione, senza scomodare canali midollari o altro, i capelli lunghi potrebbero più semplicemente svolgere la funzione di un dispositivo di messa a terra per l’energia primordiale, che condivide varie proprietà fisiche con l’elettricità.
Questo non perché le spiegazioni da lui fornite non siano belle, suggestive e attendibili; ma perché … sono complicate, il che ci sembra faccia un po’ a pugni con il principio di quella cristallina semplicità dalla quale la scienza dell’energia primordiale (che la si voglia chiamare vril, prana, ki, orgone o in altri modi) non si scosta mai, anche qualora la si voglia applicare alle tecnologie più avanzate - e dalla quale anche i Signori della Pietra Nera, senza dubbio, traevano ispirazione.
Daniele Mansuino e Paolo Del Casale
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