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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

 

Gli UFO nazisti

- Prima parte
di Daniele Mansuino e Paolo Del Casale

Maggio 2024


In termini generali, la parola channeling definisce qualsiasi metodo di comunicazione tra un essere umano e un’entità di un’altra dimensione, che può qualificarsi come un angelo, un maestro vissuto nel passato, uno spirito, un dio, eccetera.
Il channeling ufologico è il suo ramo specificamente consacrato alle comunicazioni con gli extraterrestri, che nel corso del tempo - complice anche l’ausilio dei media elettronici - sta tendendo sempre più ad assumere il carattere di un corpo di nozioni omogenee e coerenti.
Secondo l’opinione più accreditata, le sue origini vanno ricercate in California; e più precisamente a Pasadena, dove agli inizi del 1946 tre esoteristi di scuola crowleyana - il cosmista e mago Jack Parsons (1914-1952), il futuro fondatore di Scientology Ron Hubbard (1911-1986) e l’attrice Marjorie Cameron (1922-1995) - realizzarono il lavoro magico passato alla storia come Babalon Working, con Aleister Crowley che si mantenne in contatto con loro per tutta la durata del lavoro (vedi i due articoli di questa rubrica Operazione Babalon).
Per quanto il fine dichiarato del Working fosse l’evocazione della Dea Babalon, si ha ragione di pensare che il suo obbiettivo esoterico fosse un altro. Infatti Babalon non è - come molti credono - un sinonimo di Babylon, Babilonia, ma secondo una leggenda è il nome di una stirpe aliena proveniente dalla stella Sirio, che viveva in Sumeria ed i cui membri avevano corpi di gatto o di leone.
È notevole osservare come nel corpus del channeling ufologico (formatosi dopo il Working, e perlopiù indipendentemente dai crowleyani) sia contemplata l’esistenza di una razza di alieni proveniente da Sirio detta Felinoide, il cui aspetto ricorda quello dei Babalon da vicino.
Da Ufopedia: I Felinoidi o Felini sono una delle due razze primarie del nostro Universo. Sono arrivati qui su invito dei Fondatori dopo aver completato con successo il loro Gioco Universale e lo scopo del loro Universo.
Un gruppo di 45 volontari felini arrivò in questo Universo con lo scopo di aiutare questa nuova Creazione, la sua manifestazione e il suo scopo finale.
I Felini sono una razza bipede con individui alti da 3,60 metri fino quasi a 5 metri. La loro pelle è coperta da una sorta di peluria morbida, e sebbene non abbiano pelliccia, essi hanno una criniera, sia i maschi che le femmine hanno infatti capelli lunghi.
Il loro colore degli occhi varia dal blu all'oro e può cambiare man mano che essi invecchiano. Varia anche da un colore dorato scuro al bianco.
Il loro temperamento è cordiale, sanguigno e intellettuale. Maturando assumono una natura più cupa, introspettiva e gentile. Gli anziani sono venerati per la saggezza, compassione e intuizione.
Come razza sono estremamente vicini fra loro e hanno un grande senso di lealtà. Le femmine sono venerate e onorate a parità dei maschi. Sono tutti molto curiosi e indagatori.
In tempi remotissimi, i Felinoidi si sarebbero accoppiati con gli animali preistorici terrestri, dando origine ai mammiferi: le loro vicende sono quindi da collegare ad un’epoca preumana, e da questo punto di vista il loro mito può essere considerato analogo a quello di Adamo ed Eva.
A un dato punto della loro storia, i Babalon si stabilirono in Egitto - più precisamente, nella zona occupata oggi dal Cairo - che dichiararono consacrata al culto del leone: lì avevano deciso di edificare un potente serbatoio energetico che racchiudesse e fissasse nel tempo la loro forza magica collettiva, e sarebbe stata questa l’origine del complesso architettonico costituito dalle Piramidi e dalla Sfinge.
La Sfinge (ovvero la dea Bast, che per i Latini sarebbe diventata Isis) raccoglie e concentra la forza magica di Sirio per ritrasmetterla alla Grande Piramide ed alle sue due piramidi satelliti, le quali la sincronizzano col movimento della Terra e dei pianeti per irradiarla a loro volta.
Il resoconto della Caverna degli Antichi di Lobsang Rampa (pseud. di Cyril Henry Hoskin, 1910-1981) sembra sfiorare a più riprese questo mito:

Contro la parete opposta era appoggiata una grande statua, che mi faceva venire i brividi solo a guardarla. Rappresentava il corpo di un gatto rannicchiato ma con la testa e le spalle di donna. Gli occhi sembravano vivi; la faccia aveva un’espressione a metà beffarda e a metà interrogatoria che mi spaventava alquanto. Uno dei lama era inginocchiato per terra e guardava molto attentamente dei segni strani.
“Guardate!”, chiamò, “questa scrittura ideografica mostra uomini e gatti che parlano, indica evidentemente un’anima che lascia il corpo e vaga per gli inferi”
Un grido improvviso attirò a nostra attenzione causando un certo allarme. Il lama alto e magro che si trovava vicino alla parete opposta e sembrava che non riuscisse a staccare la faccia da una scatola di metallo opaco vidi all’interno di quella scatola degli uomini, e le macchine che si trovavano nella sala. Gli uomini facevano funzionare le macchine vedemmo (poi) altre macchine, strane macchine. Qui vi erano delle statue, e delle immagini scolpite sul metallo. Prima che potessimo vedere di più, la luce si raccolse formando un globo ardente nel centro della sala. Dei colori guizzarono senza una meta precisa, e dei fasci di luce che non avevano un significato evidente vorticarono intorno al globo. Si formarono delle immagini, all’inizio indistinte, poi sempre più nitide e con un effetto tridimensionale. Guardammo attentamente
Quello era il mondo di Tanto Tempo Fa. Quando il mondo era molto giovane. Dove adesso c’è il mare, allora esistevano le montagne, e i piacevoli luoghi di villeggiatura sul mare erano allora cime di montagne. La temperatura era più elevata e strane creature percorrevano la terra. Era un mondo di progresso scientifico. Strane macchine volanti viaggiavano a pochi centimetri dalla superficie terrestre, o volavano nell’aria a un’altezza di chilometri. Templi grandissimi ergevano le loro guglie verso il cielo, come se sfidassero le nuvole. Animali e Uomini comunicavano telepaticamente
Non è certo quella dei Babalon la sola leggenda che attribuisce a manufatti umani il compito di raccogliere e diffondere le influenze delle stelle fisse. Negli articoli su Le Sette Torri del Diavolo, Daniele Mansuino ha trattato di come tali edifici fossero collegabili all’Orsa Maggiore; ed ancora, i nuraghi sardi riprodurrebbero la mappa delle Pleiadi, ed innumerevoli sono le teorie che associano alle piramidi precolombiane determinate costellazioni (si può addirittura trovare in rete una teoria secondo cui la disposizione complessiva di tutti gli antichi monumenti della Terra celerebbe un messaggio rivolto all’Uomo dall’Universo).
Dal punto di vista astrologico, l’irradiazione proveniente dalle stelle fisse adempie - in due parole - alla funzione di modificare il valore dei gradi zodiacali che le ospitano (o meglio, ai quali può essere ricondotta la loro proiezione sull’eclittica): per esempio, se una persona ha un pianeta di nascita in rapporto con uno di questi gradi glie ne deriveranno fortuna, sfortuna o particolari ordini di avvenimenti che l’influsso proveniente dalla stella superimpone a quello del pianeta.
Va precisato che l’influsso delle stelle fisse può anche non essere preso alla lettera, ma considerato un’allegoria, operazione che è sempre consentita per tutte le applicazioni delle leggi ermetiche: ovvero come un’illustrazione del fatto che, nel normale svolgersi degli eventi sul piano della realtà oggettiva, possono interferire in qualunque momento e luogo influenze provenienti da altrove, indipendentemente dal fatto che questo altrove sia spaziale o meno - ed è questa un’altra legge generale su cui è fondata l’operatività, in mille forme diverse, di una miriade di associazioni esoteriche operanti sul nostro pianeta.
Tutto questo per dire che il channeling ufologico non è per niente quella buffonata che può sembrare a prima vista. Certo, lo diventa se ce lo figuriamo nei termini del credulone che scruta dalla finestra cercando in cielo i dischi volanti; ma parecchio a monte di lui troviamo operatori magici competentissimi, che - molto aiutati, in tempi recenti, dall’apporto dei nuovi mezzi di informazione - movimentano sulla Terra grandi masse di energie sottili specializzate, il cui effetto sugli avvenimenti del nostro pianeta cresce a grande velocità.
Aleister Crowley fu, a suo tempo, uno dei primi esoteristi europei ad addentrarsi in quest’arte, ed un effetto imprevisto dei rituali da lui creati (originato, a nostro parere, proprio dalla sovraesposizione agli influssi delle stelle fisse) era stato di mettere molti dei suoi seguaci in contatto con entità che si dichiaravano extraterrestri.
Avevano poi cominciato a circolare notizie su medium e sensitivi indipendenti che, pur non essendo in alcun modo collegati alla ritualità crowleyana, stavano ricevendo comunicazioni analoghe; ed era stato allo scopo di rafforzare gli eggregori che si andavano formando in seguito a questi primi contatti che Crowley aveva commissionato a Parsons e ai suoi compagni l’esecuzione del Working (il cui successo fu sbalorditivo, perché un vero e proprio boom di avvistamenti e contatti alieni sarebbe cominciato subito dopo).
Parecchio prima di questi fatti, nella Germania nazista, la pioniera e la somma sacerdotessa del channeling ufologico era stata una splendida donna, il cui personaggio oscilla tra storia e leggenda: Maria Orsic, nata a Zagabria il 31 ottobre 1895.
Alta e slanciata, i lineamenti del viso finemente disegnati ed i grandi occhi cerulei, la bellezza di Maria Orsic era in grado di mettere in ombra tutte le più acclamate dive del ventesimo secolo. Il suo impareggiabile punto di forza erano i capelli, foltissimi e biondi, che scendevano come un’abbagliante cortina d’oro ad avvolgerle i fianchi.
Dalla vicenda sua e delle sue amiche - le Vrildamen - sarebbe nato un racconto sbalorditivo, che oggi buona parte della galassia neonazista considera reale.
Noi, invece, lo collochiamo senz’altro nel campo del realismo fantastico, ovvero al di fuori del piano della realtà oggettiva; ma vale la pena di raccontarlo come se fosse vero, ed è ciò che proveremo a fare in questa serie di tre articoli.
Il padre di Maria era il discendente di un’antica famiglia di proprietari terrieri croati; la madre era una nobildonna viennese, da cui la figlia aveva ereditato l’ideale pangermanista.
Tutti pensavano che questa fanciulla, che tutto aveva ricevuto dalla vita inclusa una grande intelligenza, fosse destinata ad andare in sposa a qualche alto papavero della corte imperiale; ma proprio negli anni in cui l’Impero austroungarico stava cominciando a dissolversi, il destino dispose per lei piani diversi.
Secondo alcuni siti neonazisti della rete, il primo sintomo di stranezza che Maria avrebbe manifestato sarebbe stata una smodata passione per l’esoterismo, che la spinse a frequentare - valendosi delle buone entrature della sua famiglia - varie cerchie esclusive, tanto a Monaco quanto a Berlino.
Tra queste ci sarebbe stata, già fin da allora, la Società Panbabilonica, nonché addirittura la filiale tedesca della Golden Dawn; ma, per quanto una buona preparazione di Maria in campo esoterico fosse più che probabile, non siamo riusciti a trovare, per queste affermazioni, fonti convincenti.
Ora, il 10 febbraio 1917 (ben 29 anni prima che il Babalon Working fosse attuato), Maria Orsic cadde in coma; e dopo essersi risvegliata, disse a sua madre di avere incontrato esseri di luce.
Il giorno dopo l’esperienza si ripeté, e i misteriosi personaggi la avvertirono che presto avrebbe ricevuto messaggi da loro; infatti, otto giorni dopo, le si presentarono come messaggeri provenienti da Aldebaran.
Aldebaran, una delle quattro cosiddette stelle regali, è l’occhio destro della costellazione del Toro (il sinistro è chiamato Ayin, come la lettera ebraica che significa appunto occhio, o sorgente).
Uno dei  tratti caratteristici della Ayin è che viene tradizionalmente associata alla primavera (non è forse per caso che tanto sorgente quanto primavera sono significate in inglese dalla stessa parola, spring) - ed è da notare come, secondo il sistema della Golden Dawn, la primavera risulti essere sotto l’influenza della Principessa di Denari, Terra di Terra: la volontà di manifestare qualcosa di elevato nel punto più basso e degradato della Creazione, come un seme cresce nel suolo in virtù dei nutrienti resti della decomposizione di altre creature viventi.
Incominciò così la lunga stagione delle comunicazioni ricevute da Maria, delle quali poche sono note, ed è impossibile essere certi che non siano apocrife. Per esempio, i suoi interlocutori le avrebbero anticipato che Aldebaran è una stella doppia, caratteristica rilevata dagli astronomi solo nel 1997.
Comunque sia, la popolazione del sistema di Aldebaran sarebbe divisa tra il Divino Popolo della Luce dei Sumi (alieni-ariani alti, biondi e con gli occhi azzurri) e varie altre razze geneticamente degenerate.
Poiché Aldebaran è una stella in forte espansione, il che rischia di rendere presto inabitabile il suo sistema, mezzo milione di anni fa i Sumi avrebbero cominciato ad esplorare l’Universo alla ricerca di nuove possibili sistemazioni.
Nel nostro sistema solare avrebbero colonizzato il pianeta Mallona (o Prometeo, o Marduk), che a quei tempi si trovava tra Marte e Giove, e sarebbe poi esploso dando origine alla Fascia degli Asteroidi.
Di lì progressivamente sarebbero passati a Marte, a Venere e alla Terra, dove dapprima avrebbero creato la civiltà di Atlantide (piuttosto sfortunati nella scelta dei posti) e più avanti l’Impero Accadico; e riguardo al tempo presente, sempre più spesso giungevano a Maria confuse comunicazioni sull’avvento del Terzo Sargon, che avrebbe restituito alla razza atlantidea il suo antico splendore.
Può essere interessante l’accostare a queste comunicazioni almeno qualcosa di quanto sugli Aldebarani è andato pian piano depositandosi nel corso del successivo secolo di channeling ufologico.
Ai nostri giorni, gli extraterrestri originari del sistema di Aldebaran vengono considerati appartenenti alla famiglia dei Nordici o Pleiadiani (che è una delle popolazioni aliene più diffuse, insieme ai Grigi e ai Rettiliani).
I Pleiadiani ci assomigliano fino al punto da essere indistinguibili dagli umani. Sono alti da 1.75 a 1.90 ed hanno occhi azzurri e capelli biondi. Tra di loro comunicano telepaticamente, ma con gli umani riescono a parlare grazie all’ausilio di un convertitore vocale.
Il loro metabolismo è diverso dal nostro: non hanno bisogno di nutrirsi ogni giorno, e le loro cellule sono immortali.
Nei loro incontri con gli umani avvenuti in passato sono spesso stati scambiati per dei, angeli o messaggeri. È possibile che Gesù fosse un pleiadiano, e che il messaggio da lui portato all’umanità sia stato un channeling ufologico ante litteram; è possibile che flotte di UFO pleiadiani abbiano aiutato i Cristiani nelle loro guerre di religione.
Se si esclude il caso di Maria (e, come vedremo, delle sue amiche), l’esistenza dei Pleiadiani venne riscontrata per la prima volta nel 1952, dal pioniere dell’ufologia George Adamski (1891-1965), al quale svelarono di vivere sulla Terra mescolati alle popolazioni nordeuropee.
Dopo che il ghiaccio fu rotto, i loro contatti coi Terrestri si fecero più intimi e frequenti; per esempio, una signora pleiadiana ebbe un affaire extramatrimoniale con l’agricoltore brasiliano Antonio Villas Boas nel 1957.
Politicamente, i Pleiadiani sono comunisti, avendo abolito da tempo immemorabile la proprietà privata; ed è questa la ragione per cui, sebbene il loro contatto con Adamski sia avvenuto in Arizona, non nutrono molta simpatia nei confronti degli Americani - infatti, la loro presenza nell’immaginario ufologico made in USA è relativamente scarsa.
Essi dichiarano di essere ventidue milioni di anni più avanti dei Terrestri dal punto di vista evolutivo, e quattro milioni e mezzo sul piano tecnologico.
Non hanno alcuna religione, perché la perfetta consapevolezza oggettiva delle loro menti li pone in contatto con la fonte della verità assoluta.
Nello specifico dei Pleiadiani di Aldebaran (che, generalmente, non vengono più chiamati Sumi, salvo da alcuni contattisti neonazisti), il primo incontro del dopoguerra avvenne con Richard Miller, nel 1958: piuttosto sorprendentemente, un aldebarano di nome Kla-la rivendicò al suo popolo il merito di aver edificato la Grande Piramide, che svolge le funzioni di faro interplanetario.
In una caverna sotto la Piramide sono presenti apparecchi atti al riequilibrio dell’asse gravitazionale terrestre, disposti dagli Aldebarani sulla Terra per produrvi un clima a loro favorevole.
Questa curiosa confutazione del mito babaloniano di Crowley è forse riconducibile all’inimicizia tra i Pleiadiani e quella parte degli Anunnaki (un’altra razza aliena) che si è alleata con i loro arcinemici, i Grigi: infatti, queste due etnie fanno a gara nell’inviare canalizzazioni di segno opposto, perché ciascuna vuole avocarsi il merito degli eventi che gli umani considerano importanti.
L’odio insanabile che le divide è nato dal fatto che, in epoche remote, una parte dei Pleiadiani venne sottomessa e schiavizzata dai Grigi; così Pleiadiani, Siriani ed un’ulteriore razza aliena, i Bellatrixiani, stipularono un’alleanza contro i Grigi - il Patto di Ferro - e cominciarono a combatterli ferocemente (nel terzo articolo di questa serie, avremo occasione di vedere come un amico di Maria, il signor Kunkel, abbia parlato con Adolf Hitler di questo scontro, che ha per teatro l’intero Universo).
Parentesi: in tempi remotissimi, l’ibridazione Terrestri-Anunnaki diede origine alla razza nera; quella con i Pleiadiani alla razza bianca; quella con i Siriani alle popolazioni mediorientali, e quella con gli Andromediani ai Cinesi.
Questo profluvio di notizie - che è solo una piccola parte di quanto il nostro lettore potrà trovare in rete - ci aiuta a capire come, in breve tempo, Maria si trovò ad essere depositaria di un bagaglio di cognizioniassai impegnativo, che alle fatiche collegate al riceverle aggiungeva l’urgenza di condividerle con chi potesse metterle a frutto.
Fu forse allora, e non prima, che ella si rivolse alla Società Panbabilonica, dalla quale fu organizzata - nell’agosto del 1917 - una riunione, al Caffè Schopenhauer di Vienna, nella quale Maria venne presentata a quattro importanti Nazisti.
I primi due di loro, Karl Haushofer e Rudolf Von Sebottendorff, non necessitano di presentazione; il terzo era l’asso dell’aviazione Lothar Waiz, ed il quarto - il prelato Gernot - era lì in rappresentanza dell’Ordine dei Signori della Pietra Nera (DHVSS - Die Herren vom Schwarzen Stein) - una filiazione templare germanica, storicamente legata anche al Marcionismo, sulla quale stiamo preparando un articolo.
Secondo autori come Ralf Ettl e Norbert Jurgen-Ratthofer, sarebbe nata da questa riunione la Società del Vril. Noi, però, abbiamo svolto ricerche sulle sue origini, e ci risulta che le cose siano andate in modo diverso. Dalla riunione al Caffè Schopenhauer nacquero invece le Vrildamen (o Vrilerinnen), il cui motto era Non tutto il bene viene da lassù e lo stemma il profilo di una ragazza con la coda di cavallo; anche loro dedite allo studio del vril, ovvero dell’energia primordiale, sulla base delle rivelazioni che Maria aveva ricevuto.
La prima Vrildame sarebbe stata un’altra signorina austriaca di buona famiglia: Traute Anton. Di lei è detto che frequentava la facoltà di matematica e fisica all’Università di Monaco, dove era l’allieva prediletta dell’ingegner Winfried Otto Schumann (1888-1974), uno dei futuri leader del programma degli UFO nazisti (nonché, nel dopoguerra, scopritore della risonanza Schumann - vedi l’articolo Great Reset cosmico - parte prima).
Pochi mesi dopo, alle prime due sarebbero venute ad aggiungersi altre tre ragazze: Sigrun Von Enstetten (aviatrice dilettante e futura pilota militare), la studentessa diciottenne Gudrun Reinhardt e la sedicenne Heike Lehmann, precoce esperta di magia sessuale. La presenza di quest’ultima sarebbe giustificata dal fatto che le Vrildamen praticavano la tecnica yoga del vajroli mudra, consistente nel controllare gli orgasmi allo scopo di migliorare il proprio livello energetico.
Mediante tecniche yoga, imparavano anche a destare negli uomini l’eccitazione a distanza, per assorbire la loro energia; forse a questo è legato il fatto che di loro ci sono giunte solo foto in costume da bagno, o in analoghe tenute che a quell’epoca dovevano apparire molto più che audaci.
Fa lavorare la fantasia anche l’abitudine delle Vrildamen di esporsi nude alla luce delle stelle, che era un modo per riceverne al meglio gli influssi.
Altre forme di ritualità da loro esercitate, di cui purtroppo non conosciamo i dettagli, erano fondate sul quaternario degli Elementi; con una ragazza non identificata che impersonava l’Aria, Traute l’Acqua, Heike la Terra e Sigrun il Fuoco.
Negli anni successivi, al massimo del suo splendore, il gruppo delle Vrildamen avrebbe raggiunto il numero di quaranta ragazze, e sarebbe entrato nella leggenda per la straordinaria bellezza di tutte le sue componenti. Erano tutte ragazze di buona famiglia, molto colte ed altrettanto esperte di esoterismo quanto di politica; e tutte quante si sforzavano di farsi crescere i capelli fino ad una lunghezza paragonabile a quella di Maria, perché - spiegavano - nelle comunicazioni coi Sumi svolgevano la funzione di apparato ricevente.
Una coincidenza che non ci risulta sia mai stata rilevata è che il nome Al-Dabarān significa Ciò che sta dietro, sottintendendo le Sette Sorelle: era questo infatti il nome mitologico dell’ammasso delle Pleiadi, che nei cieli segue Aldebaran molto da vicino. Questa forse è la spiegazione del perché i Sumi avessero deciso di manifestarsi attraverso un’associazione di ragazze.
Nel novembre del 1924, Maria sarebbe stata portata a far visita a Rudolf Hess. La più diffusa versione di questo incontro dice che ad accompagnarla sarebbe stato Von Sebottendorff; il quale, almeno se si guarda alle pagine su questa vicenda che si trovano in rete, sembra non facesse altro che scorrazzare con Maria da tutte le parti, beato lui.
Per dimostrare a Hess la realtà dei poteri medianici di Maria, Von Sebottendorff propose un’evocazione dello spirito di uno dei fondatori del nazismo, Dietrich Eckart (1868-1923). Questa scelta è sorprendente, perché negli ultimi anni della vita di Eckart i due non si parlavano più, avendo Von Sebottendorff rifiutato di finanziare la sua rivista Il Buon Tedesco.
Comunque, tutti i presenti sedettero intorno ad un tavolo rotondo drappeggiato di nero ed unirono le mani; poi, nell’arco di pochi secondi, Maria sembrò come percorsa da una scossa elettrica e si appoggiò allo schienale, roteando i bulbi oculari all’indietro.
Ancora un attimo, e tanto Von Sebottendorff quanto Hess ebbero un sorriso nel sentire la voce del loro antico camerata sgorgare, col suo inconfondibile accento di Neumarkt, dalla delicata gola di quella splendida ragazza bionda; ma Eckart, dopo aver salutato sbrigativamente i presenti, aggiunse subito di dover lasciare il posto ad un’altra entità, che era incaricata di trasmettere loro un messaggio importante.
Allora la voce di Maria divenne afona, metallica e gutturale, e la nuova entità sopraggiunta informò ai presenti di essere un Sumi. Narrò di come la sua gente avesse colonizzato la Terra cinquecento milioni di anni fa, e di come le città mesopotamiche di Larsa e Nippur-Shurrupak fossero state edificate da loro; e di come quelli di loro che erano sopravvissuti al Diluvio fossero diventati i capostipiti della razza ariana.
A quel punto - come spesso risulta dai resoconti delle sedute spiritiche - uno dei presenti (naturalmente Von Sebottendorff) accolse le dichiarazioni del Sumi con scetticismo, e pretese una prova. Per tutta risposta, Maria chiese che le venissero portati un foglio e una penna, e scrisse qualche riga in accadico (non è stato riportato che cosa).
Non molto tempo dopo questo episodio, la Società del Vril avrebbe informato Hess che Maria, Sigrun, Traute, Gudrun ed Heike avevano cominciato a ricevere dai Sumi dei progetti per la costruzione di dischi volanti, e sulla base di questi la Società era fiduciosa di realizzare, in breve tempo, una macchina in grado di raggiungere qualsiasi destinazione nell’Universo.
Il seguito alla prossima puntata.

 

Seconda parte


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