
Riflessioni sull'Esoterismo
di Daniele Mansuino indice articoli
Pietra Angolare, Chiave di Volta e Pietra di Fondazione
di Daniele Mansuino e Giovanni Domma
Luglio 2025
L’uscita dei nostri ultimi due articoli sulla Massoneria del Marchio nel sottosuolo e sui Templari in America ha accompagnato un momento particolare della storia del Marchio in Italia: il suo ingresso nel mondo degli Ordini massonici misti, voluto da Giovanni Domma perché anche le Sorelle potessero trarre vantaggio da questo fondamentale perfezionamento.
Della neonata Gran Loggia del Marchio in Italia, Giovanni Domma è ora il Gran Maestro; ma, se guardiamo alla preparazione massonica delle già numerose Sorelle che ne fanno parte, vaticiniamo che non dovrà trascorrere molto prima che sia una di loro a rivestire la carica, in osservanza dell’articolo 10 del Poema Regius:
Nell’Arte, in alto come in basso,
che non ci sia Maestro che soppianti l’altro;
ma stiano insieme come Fratello e Sorella
in questa zelante Arte, tutti e ciascuno…
Insomma ci ritroviamo immersi in una piccola svolta storica (per l’Italia ma non per l’Inghilterra, dove - come abbiamo accennato nel nostro articolo Il Gran Maestro Eileen Gray - la Massoneria del Marchio mista esiste già da più di un secolo), e per il Fratello Giovanni, che ha 84 anni, è un periodo di grande affaticamento e grandi emozioni; anche perché, non è certo il tipo di Massone che si limita agli adempimenti burocratici - considera suo compito anche l’insegnare l’esecuzione del grado nei dettagli, che le Sorelle e i Fratelli lo comprendano e sappiano eseguirlo a memoria, eccetera.
Non sempre, nelle Logge del Marchio legate ai grandi Ordini, l’importanza di queste cose viene riconosciuta. Ad una maggiore rigidità in questo senso fa da contrappeso, nella Gran Loggia del Marchio in Italia, l’apertura più totale verso le opinioni di Sorelle e Fratelli, e nei confronti della loro volontà di apportare contributi.
Accade sempre a Giovanni, in periodi di questo genere … che il suo sé fuoriesca dal Tempio interiore un po’ troppo, e serva qualcosa per farlo rientrare alla base; ed ecco allora, puntuale ai limiti dell’inesorabile, arrivare una mail che ci ha colto nel vivo come accade di rado.
Il suo estensore faceva riferimento alla leggenda del Tempio di Enoch, da noi citata in Massoni del Marchio nel sottosuolo: ai tempi remoti della Genesi, il patriarca Enoch - ottemperando a una visione - avviò la costruzione di un Tempio nei sotterranei del monte Moriah (sul quale, molti secoli dopo, Salomone avrebbe a sua volta edificato il suo Tempio).
Dai tempi più remoti, i Massoni a conoscenza di questo episodio hanno considerato il Tempio di Enoch figura del Tempio di Salomone e del Tempio massonico; e viene considerato di buon auspicio per la durata della nostra Istituzione il fatto che, dopo la morte di Enoch, l’edificazione sia stata portata a termine da suo figlio Matusalemme.
Il Tempio di Enoch consisteva di Nove Volte, situate perpendicolarmente l’una sotto l’altra, e comunicanti tramite aperture lasciate in ognuna.
In esso era conservata una Piastra Triangolare d’Oro, ogni lato della quale era lungo un cubito; Enoch l’aveva arricchita con le pietre più preziose, e l’aveva incastonata su una Pietra di Agata della stessa forma.
Su quella piastra era inciso il vero Nome di Dio, o tetragramma. Venne posizionata su una pietra cubica denominata la Pietra di Fondazione, collocata sotto la Volta più profonda; ed a nessuno, inclusi gli stessi costruttori, era consentito di entrare a contemplarla più di una volta all’anno.
Ora, il lettore ci ha scritto compiacendosi per l’articolo e per la citazione, ma anche rimproverandoci di non aver colto l’occasione per dire qualcosa sulla Pietra di Fondazione, che è a suo avviso un simbolo tanto sconosciuto quanto fondamentale, perché consente di stabilire un rapporto tra tutte le più fondamentali pietre-simbolo della Massoneria, tra le quali suggerisce rapporti non di subordine, ma di equivalenza.
E non solo, egli ha aggiunto: Quello che è la Pietra è il Tempio, nel nome dell’ermetico “Come in alto, così in basso”; che, in questo caso, può essere anche letto in termini di: “Come è la Chiave di Volta, così è la Pietra Angolare” … (difatti, vi suggerisco), visto che siete Maestri del Marchio, di valutare la Pietra di Fondazione non in termini di Pietra Angolare ma di Chiave di Volta, e vi accorgerete che tutto quadra perfettamente.
Ed ecco allora che siamo … tornati a casa in noi stessi, buttandoci come un solo uomo nelle ricerche sulla Pietra di Fondazione.
Dopo Enoch, se ne parla in Genesi 28: 10-22:
Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo.
Fece un sogno: una Scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa.
Ed ecco, il Signore gli stava davanti e disse: “Io sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco. La terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza. La tua discendenza sarà come la polvere della terra, e ti estenderai a occidente e ad oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E saranno benedette, per te e per la tua discendenza, tutte le nazioni della terra. Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questo paese, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che t’ho detto”.
Allora Giacobbe si svegliò dal sonno, e disse: “Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo”. Ebbe timore, e disse: “Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo”.
Alla mattina presto Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz.
Giacobbe fece questo voto: “Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. Questa pietra, che io ho eretta come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai io ti offrirò la decima”.
Dobbiamo qui resistere alla tentazione di inoltrarci in un territorio segreto, come avverrebbe se incentrassimo il discorso sulla Scala di Giacobbe, tanto cara ai Fratelli che praticano certi perfezionamenti; ma non c’è bisogno, del resto, di sottolineare come la Pietra di Fondazione venga qui considerata il punto di partenza del perfezionamento interiore.
Nota: va osservato che la contrapposizione gradi azzurri-perfezionamenti è un tema piuttosto raro nell’ambito del simbolismo massonico - vuoi perché le origini dei gradi azzurri e dei perfezionamenti sono ben diverse (i primi prevalentemente di origine artigiana, i secondi di ispirazione templare), vuoi perché le polemiche tra Antients e Moderns trasformarono, a suo tempo, quella che era una piacevole dissertazione speculativa in un tema di dissenso scottante, del quale si preferisce non parlare.
Ma può essere ugualmente interessante rilevare il rapporto della Pietra di Fondazione con quel Simbolismo dei Due Templi - di Salomone e di Zorobabele - al quale in passato abbiamo accennato in vari articoli (Massoneria: Riti magici per cambiare il mondo, e altrove), considerandolo però soprattutto in chiave macrocosmica; mentre, al livello del microcosmo-uomo, il Primo Tempio può essere collegato ai gradi azzurri, e il Secondo ai perfezionamenti.
Infatti, nel Primo, la parte del Massone ancora immersa nella realtà profana, deve essere distrutta; invece nel Secondo il Massone ritrova la Parola Perduta, analogamente a come il Maestro del Marchio ritrova la Chiave di Volta tra i detriti.
Il fatto che la Pietra di Fondazione-Luz venga considerata il nocciolo del perfezionamento interiore viene anche rilevato, in modo veramente lapidario, da René Guénon nel Re del Mondo:
La parola Luz, nelle sue varie accezioni, pare derivi da una radice designante tutto quello che è nascosto, coperto, avviluppato, silenzioso e segreto … Luz è chiamata la Città Celeste, e questo colore celeste è quello dello zaffiro … Luz, essendo imperitura, è nell’essere umano il nocciolo di immortalità.
È controversa la leggenda, riportata da Adam Clarke (1762-1832), secondo la quale, dopo la distruzione del Tempio, la Pietra di Fondazione venne trafugata e portata in Spagna, e di lì in Irlanda, e di lì alla Scozia, dove fu usata come il seggio su cui i re di Scozia sedevano per essere incoronati.
Si tratta della stessa Pietra che, come è abbastanza noto, venne portata dal re Edoardo I dalla Scozia in Inghilterra; è oggi conservata nell’Abbazia di Westminster, e viene usata per l’incoronazione dei monarchi inglesi.
È una leggenda che non piace agli Scozzesi, e anche gli Inglesi non la pubblicizzano molto; ma parecchi la amano, perché ricorda l’opera svolta da entrambi i popoli per la genesi e lo sviluppo della nostra Istituzione.
Si dice che il Grande Architetto abbia posto la Pietra di Fondazione al centro del mondo, per creare una consistenza stabile su cui la Terra potesse poggiare; ovvero è la Prima Materia, dalla quale tutti gli esseri visibili sono stati scolpiti e portati alla luce.
La Pietra di Fondazione si trovava nel Giardino dell’Eden, dove Adamo la usava come Altare. Quando venne cacciato dal Paradiso la portò con sé, ed in questo modo essa divenne il simbolo del lavoro purificatore dell’uomo.
Da Adamo passò a Set e da Set a Noè, che la portò sull’Arca. Dopo la fine del Diluvio, fu su di essa che Mosè porse le offerte di ringraziamento.
La lasciò sul monte Ararat, e fu lì che venne ritrovata da Abramo; e fu sempre su di essa che egli rischiò di sacrificare suo figlio, prima che Dio lo fermasse (leggiamo in queste vicende delle allegorie sui nostri giorni piuttosto inquietanti …).
Esistono molte leggende legate al fatto che sulla Pietra di Fondazione era inciso il tetragramma (in alcune versioni, racchiuso nel Delta).
Al di là che si sia Massoni deisti o teisti, o Massoni laici diffidenti verso tutto ciò che c’è di biblico (come noi), si concorderà tuttavia che il tetragramma - nelle intenzioni di chi lo ha formulato - reca in sé l’idea della perfezione; e che il confinare questa idea entro i sei lati di una pietra lavorata implica il concetto che la perfezione sia raggiungibile attraverso il lavoro di un singolo, umile artigiano, sempre che egli sia rispettoso delle regole del suo percorso.
Per questo George Oliver (1782-1867) - uno dei più profondi studiosi del simbolismo della Massoneria - scrisse che la posa della Pietra di Fondazione fu il momento in cui la Casa di Dio (ovvero il Tempio) divenne degna: scrisse che fu quello il momento, e non il momento in cui il Tempio venne ultimato.
Recita una leggenda che chiunque avesse imparato la Parola incisa sulla Pietra sarebbe stato in grado di dominare il mondo. Quindi, due Cani di Ferro vennero piazzati sulle Due Colonne di accesso al Santuario - e succedeva ogni tanto che qualcuno eludesse la loro sorveglianza, e imparasse abusivamente la Parola; ma se i Cani lo scorgevano mentre si allontanava, abbaiavano così forte che, per lo spavento, dimenticava ciò che aveva imparato.
Un’altra interpretazione della Parola incisa nella Pietra è che nell’Uomo è inciso il Marchio di Dio - e può essere anche il Marchio di Caino, come era nei rituali dell’estinto Cain’s Mark (vedi il nostro libro sulla Massoneria del Marchio), ma è il Marchio di Dio sempre - e può essere conferito attraverso la ritualità massonica; sottolineiamo il può, perché la ritualità massonica non è l’unica via - Nella Casa del Padre mio, dice il Vangelo di Giovanni, ci sono molte dimore, e di conseguenza ci sono anche strade diverse per arrivarci.
Parentesi - Chi è Dio? Tra i molti nomi che i Massoni gli danno, il Grande Architetto è quello più universalmente noto. L’idea predominante della Divinità, nel sistema massonico, la collega al suo potere creativo e formativo.
Per dirla in breve: il Dio del vero Massone non è quello della Chiesa - e tantomeno quel signore antipatico e … sionista nel modo sbagliato che vorrebbero attribuire alla Massoneria i complottisti di oggi; ma, diremmo, è quella forza che ci portiamo dentro allo stato latente, e che però si risveglia nella Donna e nell’Uomo che cercano, portando loro il magico potere di rendersi migliori.
Ora sulla Pietra di Fondazione, ci dice Oliver, il Nome Sacro era misticamente inciso, con cerimonie solenni, in quel sacro deposito sul Monte Moriah, insieme alle fondamenta di Dan e Asher, il centro del Luogo Santissimo, dove l’Arca era adombrata dalla Grazia di Dio.
Chi sono Dan e Asher? Sono due delle tribù perdute (vedi articolo Le Dieci Tribù Perdute d'Israele). Insieme alla gente noi viviamo, ed in mezzo alla gente noi lavoriamo; nella speranza di portare il più possibile dei nostri compagni di viaggio a ricordare sé stessi, attraverso la magia della Massoneria (e senza nessuna forma di proselitismo - sarebbe davvero un errore andare a cercare le persone - se vogliono, ci trovano loro).
E cos’è il centro del Luogo Santissimo? È il nostro cuore; e sappiamo tutti cos’è l’Arca - oggi se ne dicono di tutte, era un’antica pila elettrica, era un raccoglitore di energia orgonica, eccetera; ma qualunque cosa fosse non infirma la potenza del simbolo - l’Arca rimane quanto di meglio abbiamo nel cuore, la Grazia di Dio che apre gli occhi di tutti, e che ci fa camminare sicuri lungo il cammino (pieno di sorprese) dell’evoluzione interiore.
Chi ne fissò le dimensioni, poiché tu lo sai? Chi prese le misure su di essa? Su che cosa vennero fissate le sue fondamenta? Chi pose la Pietra Angolare quando le stelle del mattino cantavano, e le creature gridavano di gioia? (Giobbe 38: 5-7).
Il simbolo della Pietra di Fondazione collega strettamente la sua opera creativa all’erezione del Tempio interiore dell’uomo; però basta riflettere un poco per comprendere che l’edificazione di un Tempio non può essere un obiettivo finale, anzi è solo un punto di partenza per il lavoro cultuale che verrà svolto al suo interno.
Passando ora dalla Pietra di Fondazione alla Pietra Angolare, va detto che questo concetto ha almeno tre accezioni diverse.
La prima delle quali si riferisce alle quattro Pietre d’Angolo che stanno nel sottosuolo, ed include anche la Pietra di Fondazione stessa, che la prima delle quattro ad essere deposta (a nord-est).
Il lavoro di scavo delle fondamenta era, un tempo, agevolato dal Sisero: uno strumento che ruotava su un perno, dal quale veniva tesa una cordicella per indicare con accuratezza i punti da scavare.
Nella muratoria operativa, era considerato il simbolo della supremazia del lavoro interiore sul lavoro sociale, e consentiva la posa delle Pietre d’Angolo in modo che potessero resistere ai piccoli cedimenti tellurici, all’umidità, alla secchezza, al freddo e al caldo, e così via.
Il ricordo del Sisero è rimasto nell’usanza di squadrare la Loggia, ovvero percorrerla secondo le forme dovute: è proprio ciò che consente di tracciare le fondazioni a regola d’Arte.
In un secondo significato, vengono chiamate Pietre d’Angolo le pietre che nell’arco reggono le due semi-arcate, e le portano alla posizione dove vengono unite e fortificate dalla Chiave di Volta; esse creano anche un vero e proprio ponte di collegamento tra il simbolismo dei gradi azzurri e quello dei loro due principali perfezionamenti, il Marchio e l’Arco Reale.
È lecito affermare che la Pietra d’Angolo e il lavoro interiore tengono su la Chiave di Volta-lavoro sociale; perché, ovviamente, non avrebbe senso scavare le fondamenta se non si vuole portare a termine l’edificio, e dunque la priorità delle Pietre d’Angolo non cancella in nessun modo l’assoluta ineluttabilità della Chiave di Volta.
Infine, in una terza accezione, la Pietra d’Angolo è la Chiave di Volta stessa, che veniva definita caput anguli in latino; questo perché definisce la posizione dell’angolo (svolgendo, nei confronti dell’Arco, un ruolo analogo a quello della Pietra di Fondazione nella definizione dell’edificio), e perciò può essere simbolicamente associata alla fede di ognuno di noi.
La prima, grande attrattiva della Chiave di Volta è la sua Bellezza: il modo in cui riesce a tradurre in un delicato disegno quello che è, in realtà, un poderoso dispiego di forze occulte, capace di sfidare lo spaziotempo per migliaia di anni. E questo non si può vedere: è facile che chi non sa di architettura ne ammiri la grazia, ma senz’altro non saprà cogliere la sua primaria importanza nel sostegno dell’edificio … non a caso, perfino tre persone competentissime come i Maestri Sovrintendenti, la prima volta che la videro la gettarono via!
Come la Pietra Angolare è la Squadra, così la Chiave di Volta è il Compasso; come la Pietra d’Angolo è stata la prima dell’edificio, così la Chiave di Volta è l’ultima dell’Arco (dopodiché, si possono rimuovere le impalcature).
Come la Pietra d’ Angolo è l’Alfa, la Chiave di Volta è l’Omega; e come la Pietra d’Angolo scarica su di sé le forze verticali, la Chiave di Volta neutralizza le forze laterali delle sue semi-arcate.
La Pietra Angolare sostiene gli angoli della Terra, come ci dice il Libro di Enoch; invece la Chiave di Volta sostiene l’Arco del nostro passaggio dalla dualità all’Unità, come il Brahma indù sospeso tra il Purusha e il Prakriti della materia.
Daniele Mansuino e Giovanni Domma
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