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Filosofia Quantistica e Spiritualità di Ulrich Warnke

FILOSOFIA QUANTISTICA e Spiritualità

La chiave per accedere ai segreti e all’essenza dell’essere. Di Ulrich Warnke
Traduzione a cura di Corrado S. Magro
In esclusiva assoluta per l'Italia, per gentile concessione dell’autore e dell’editrice Scorpio la traduzione del libro di Ulrich Warnke: Quantenphilosophie und Spiritualität.

 

 

Capitolo 5 - Febbraio 2015

Realtà e Informazione: Cosa sono per noi?

 

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5.8 Informazione e “Oceano delle infinite possibilità”

 

Ma dove si nasconde l’informazione che dà forma all’essenza della vita da cui dipende sia l’anima e sia l’intelletto? Nel capitolo precedente avevamo già esposto che la nostra consapevolezza si serve delle informazioni virtuali presenti nel vuoto privo di massa, “Oceano delle infinite possibilità”, sinonimo di “campo punto zero” e di campo Psi. Avevamo anche accennato che in questo campo d’informazione spazio e tempo sono assenti. Ciò vuol dire: tutte le nostre esperienze di spirito/intelletto sono memorizzate in un campo presente ovunque, sempre dentro di noi e nello stesso tempo presente in tutto l’universo. Già i fisici quantistici Wheeler e Feynmann e più tardi anche Jaynes constatarono che questo campo non ha un’esistenza spazio-temporale, bensì rappresenta una unità di memorizzazione dell’informazione. (Wheeler/Feynmann 1949, Jaynes 1990)

Tutto quello dunque che è memorizzato nel vuoto, esente dai limiti di velocità della luce che come tale è legata per definizione a componenti di forze che non esistono nel vuoto, con il denominatore della formula che può essere considerato zero (c=1/√ɛu, con c = 1/0, c diventa ∞ o infinito), si espande (quasi) istantaneamente in tutto l’universo.

E mentre impulsi misurati, energia misurata e cariche elettriche misurate sono grandezze locali, le funzioni di onda sono non locali in questo campo e descrivono connessioni che esistono indipendentemente da spazio e tempo. Esse sono quindi globali anzi, meglio detto, universali.

Con ogni cambiamento del divenire energetico assieme a quello che viene modificato dall’uomo e dalla natura, viene introdotta tacitamente informazione ora e adesso in questo campo (in sintesi quindi attraverso tutto quello che succede). Siamo in tal caso in presenza di modifiche del modello spazio-temporale. La testimonianza del passato partecipa ad ogni istante e in ogni singola parte alla gestione del presente di questo mondo. Ci sono individui che stesi sul divano si rilassano e ricevono frammenti di quello che è accaduto in passato. Uno di questi fu il famoso Edgar Cayce del Kentucky (il profeta dormiente o il profeta dell’inconscio) che descrisse la storia degli Esseni di Qumran indicando i luoghi ben undici anni prima che i rotoli degli scritti venissero scoperti nelle grotte di Qumran sul Mar Morto. La decifrazione del loro contenuto confermò l’esattezza della sua versione. (Kittler 1970)

A noi comunque non serve andare alla ricerca di eventi spettacolari. Il totale delle nostre sensazioni congenite che in precisi momenti ci raggiungono, in ultima analisi non sono altro che esperienze che i nostri antenati ci tramandano. Memorizzazione dell’informazione è identica a memorizzazione dell’esperienza. Queste esperienze si sono impresse nell’Oceano delle infinite possibilità e nel frattempo possono per così dire venire richiamate quali archivio di documentazione, ovunque e da tutti gli individui come anche da animali. Principio questo che nella natura ha stabilito l’evoluzione.

L’Oceano delle infinite possibilità, sulla base della propria struttura permette che tutto può comunicare con tutto fin nel profondo delle strutture microscopiche dove ha luogo la guida della vita. La tesi nel frattempo diffusa sotto il nome di Epigenetica è da collocare in questo contesto. La cellula riceve informazione e con essa pilota il proprio gene. Il gene produce su richiesta molecola di proteina. Questa proteina, che diventa anche enzimi, pilota infine l’intero organismo e perfino i discendenti. Tutto questo avviene alla fine sulla base dell’informazione richiamata dall’Oceano delle infinite possibilità.

Nella vita di tutti i giorni noi tutti facciamo continuamente uso di questo speciale strumento di memorizzazione. Realtà e virtualità, un continuo prendere e dare da e nell’Oceano delle infinite le possibilità. Qui e adesso vengono universalmente memorizzate costellazioni di energie vissute e le loro informazioni. La rinnovata selezione di questo modello è possibile ovunque e in ogni momento attraverso risonanza e associazione. “Risonanza” assieme ad energia virtuale codificata e informazione memorizzata che noi facciamo rivivere, assegnandovi senso e valore, genera forma/struttura/configurazione della materia.

Questo principio della messa in memoria era già evidente nelle culture antiche per esempio in India. Nel Lankavatara Sutra, un testo buddista, radicato nel quarto e quinto secolo, si parla di Citta, consapevolezza di baseal posto di Oceano delle infinite possibilità. Il vissuto è designato quale: semi di “Karma(n)”, che migrano nella consapevolezza di base, una sorta di campo base, e possono essere riutilizzati per costruire il mondo materiale.

 

«Il Karman viene collezionato da Citta (consapevolezza di base), concentrato dal pensare (a individuo) e reso consapevole dalla consapevolezza (pensante). Attraverso i cinque (tipi di consapevolezza sensoriale) viene (poi) immaginato il mondo visibile (degli oggetti)». (Lankavatara-Sutra 2)

 

Guarderemo questo processo con più esattezza nei capitoli 6 e 7.

Nella fisica esistono modelli con i quali ci si può rappresentare concretamente la messa in memoria di informazioni nel vuoto (identico con Oceano delle infinite possibilità). Per cui il vuoto è gremito di particelle di Higgs. Queste particelle fino ad ora non trovate (quando Warnke scrisse questo trattato, il collaudo dell’acceleratore del CERN per tale applicazione non era stato ancora chiuso), hanno preso il nome di un fisico inglese che le ha postulate per la prima volta. Ci si può ora rappresentare quest’agglomerato di particelle che viene sempre più strutturato da ogni informazione che è anche sempre collegata ad energia. Queste strutture formano poi unità di informazione, che possono venire nuovamente richiamate. Quanto più spesso informazioni identiche viaggiano avanti e indietro, tanto più stabile diventa la struttura e tanto più facile gli organismi vi hanno accesso. Ma chi ha accesso a queste strutture e chi le genera?

Per chiarire questi interrogativi, non ci resta che speculare e orientarci verso dati di fatto. Senza alcun dubbio noi sappiamo che la nostra consapevolezza quotidiana dipende dall’attività dei neuroni nel cervello. Se i neuroni sono iper-polarizzati, quindi con una carica elettrica sopraelevata verso le loro membrane cellulari, o se viene modificato il trasporto di ossigeno e monossido di azoto, come nella narcosi, sparisce la nostra consapevolezza quotidiana. Noi sappiamo ancora che la nostra consapevolezza pilota l’informazione. Se si accetta la teoria presentata prima, i neuroni sono i traduttori dell’informazione proveniente dal vuoto: Oceano delle infinite possibilità.

In alcuni centri cerebrali, per esempio nel sistema limbico, noi possediamo dei componenti organici molto speciali: i ganglioni. I ganglioni sono composti da intrecci di neuroni, spesse volte con elementi a spirale. Quando questi neuroni diventano attivi elettricamente, dalle onde elettromagnetiche sorgono dei campioni d’interferenza, vortici e potenziali. Ogni campione specifico è accoppiato con attività periferiche ben definite come anche con le attività del sensorio. L’energia di base, attraverso la quale si trasformano in informazione i diversi vortici, può entrare nel vuoto in interazione con le particelle di Higgs.

Di conseguenza i neuroni, attraverso il loro tipico campo di vortice elettromagnetico che sgorga dalle strutture dei dipoli, servono da trasformatori e campione d’informazione e agiscono in questo modo dentro il campo d’informazione universale (campo dello spirito, dell’intelletto) e dentro il campo di forza, tipico della materia, nel rispettivo meccanismo riverso, partendo dal campo dell’informazione.

Già nel 1980 si fece viva l’idea che i conglomerati dei neuroni possedessero la capacità di oscillare in risonanza con una informazione specifica. (Gibson 1980)

Se i neuroni descritti, insieme in “formazione”, liberano energia elettromagnetica, si sviluppa una radiazione con proprietà omogenee, che è quindi coerente. Questa coerenza è un presupposto affinché dalla sovrapposizione di oscillazioni elettromagnetiche si possano sviluppare ologrammi. Gli ologrammi hanno la proprietà di immagazzinare una enorme quantità di informazione che può essere prelevata nello stesso modo da ogni singolo punto dell’ologramma.

Questa formazione dell’ologramma è un’attività di ogni singolo cervello. Per comporre per esempio dai segnali luminosi una immagine, il cervello effettua un’analisi di Fourier e stabilisce, frequenza, elongazione e rapporto di fase di una oscillazione in relazione con altre onde luminose.

Karl Pribram sviluppò per il cervello la teoria olonome di campo quantistico (con holos si contrassegna il campo dello spettro e con nomos la generalizzazione della sua teoria), per cui tutte le impressioni apprese, sono presenti in quasi tutte le parti del cervello. Secondo Pribram, il cervello con le sue funzioni olografiche è armonizzato all’ordine olografico dell’universo.

Anche David Bohm (1917-1992) suppose: «Probabilmente, l’universo non è altro che un gigantesco ologramma creato dallo spirito».

Chi dunque reagisce quale risonanza sotto l’influsso di questi campi di vortici olografici che si propagano sia nel cervello e sia  nel vuoto universale (il nostro Oceano delle infinite possibilità)? Non sono altro che gli Spin dei nuclei degli atomi e degli elettroni. Questi Spin sono essi stessi delle strutture di vortici e per la loro  capacità inerente di particelle di comunicazione che descriveremo nel capitolo sette, posseggono la necessaria capacità di risonanza. Spin modificati, modificano anche le coesioni molecolari e ogni cambiamento di coesione all’interno della materia del nostro corpo è memorizzato nel vuoto come informazione. Nello stesso tempo, noi individui siamo una precisa ed esatta costruzione e connessione di atomi e molecole e come tali rappresentiamo una particolare struttura spazio-temporale. Ognuno di noi quindi, quali singoli individui, siamo raffigurati anche nell’Oceano delle infinite possibilità. Viceversa, ogni individuo e ogni struttura, per microscopica che sia, può attingere alle immagini nell’Oceano delle infinite possibilità. Il termine impiegato da Puthoff è “Cosmologia dell’autoregolazione”. (Puthoff 1989-1990).

Riassumiamo: Tutti le vicende di cui facciamo esperienza nel nostro mondo si “imprimono” per sempre come una sorta di struttura di onde, nell’Oceano delle infinite possibilità universalmente diffuso. Ne sorgono campioni d’interferenza, molto simili agli ologrammi. Da questo “Oceano”, nuovamente e in ogni momento, tali campioni possono essere scelti e trasportati negli eventi energetici proprio attraverso altrettanti campioni risonanti simili agli ologrammi, come essi vengono consumati dal nostro cervello e dalle nostre cellule. Questo ricorda l’inconscio collettivo. Una parte di tutto il processo viene guidato dalla consapevolezza verso la ragione o verso l’emozione.

Abbiamo prima ricordato che ogni frammento di ologramma per piccolo che sia, contiene il totale delle informazioni dell’intero ologramma.

Questo ologramma è tra l’altro descritto nel Buddha-Avatamsaka-Sutra, un famoso testo sanscrito che intorno al 420 fu tradotto in cinese e che si divulgò ampiamente anche nell’Asia orientale.

«Tutte le immagini dell’universo spirituale (Dharmadhātu= lett. "ambito della realtà assoluta" o "campo del reale") sono visibili in un singolo granello di polvere».

«Il totale dell’universo si rispecchia nuovamente in ogni cosa fin nell’intimo del più piccolo granello di polvere. Tutte le cose che sembrano diverse si compenetrano totalmente: l’una è parte di tutte e tutte sono parte dell’una senza alcun limite. Uccelli, fiori, montagne non sono più separati bensì fusi gli uni con gli altri, senza con ciò perdere la loro appartenenza a fiori, uccelli, montagne; uno stato dell’essere diverso, trasparente e lucente».

In questa sezione abbiamo trattato tante singolarità che vale la pena ricapitolare i punti salienti e metterli in rapporto con gli enunciati del capitolo precedente. Da quanto detto si traggono le conclusioni seguenti: sensazioni, quali principi intellettuali sono gerarchicamente superiori alla materia. Esse modulano la materia, per esempio con i neuro-trasmettitori. La materia modulata ricrea nuove costellazioni, affinché possano sorgere sensazioni nuove e ulteriore informazione emessa, sganciata dal campo spirituale/intellettuale. In tal modo l’uno condiziona l’altro e tutto è solo possibile con l’aiuto della costruzione materiale: individuo.

Noi come esseri viventi siamo il risultato degli irremovibili, “in itinere”, collassi di potenzialità del vuoto sotto l’azione di energie in risonanza. L’energia potenziale di un volume scrutato nello spazio, come più avanti verrà spiegato, viene dunque trasportata nella realtà del vicino ambiente attraverso l’influsso elettromagnetico immediato di deboli oscillazioni elettriche, formando particelle quali elettroni, quanti e fotoni e producendo forze che poi conducono al mondo percepibile con i sensi.

All’interno del nostro corpo la memoria del DNA insieme agl’influssi epigenetici rendono possibile la costruzione di materia e si occupano affinché le giuste molecole oscillanti e in risonanza, che senza posa si costruiscono e degradano, vengano sistemate esattamente al posto giusto nella matrice assegnata. In questo modo ci vengono trasmesse le forze che ci danno la resistenza necessaria, permettendoci di funzionare. La funzione di questa architettura interna dipende a sua volta dall’energia ambientale del costrutto individuo.

Da un lato, speciali neuroni cerebrali contrassegnano sempre, e sempre di nuovo nell’Oceano delle infinite possibilità, i più svariati campioni d’interferenza individuali. D’altro canto l’individuo trae fuori continuamente dal campo universale l’informazione ivi contenuta sotto forma di memoria. (In questo modello si può inserire anche la memoria del DNA). Il nostro intelletto/spirito interpreta questa informazione, le dà significato e valore e pilota la materia conseguentemente.

 

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